Sony SRS-NS7 neckband

Un sistema di altoparlanti attivo, più pratico e comodo da indossare di una cuffia,
per una scena sonora aperta e driver che sfruttano anche la conduzione ossea.

In un articolo pubblicato su AUDIOreview del mese scorso si prendeva atto di come gli altoparlanti e, più in generale, i sistemi di riproduzione audio siano oramai inseriti un po’ ovunque, potendo assumere qualsiasi sembianza: all’interno degli occhiali della Ray-Band o della Bose, fino a vere e proprie cinture o giubbotti dotati di subwoofer (Woojer); questo grazie ad altoparlanti sempre più piccoli e ad amplificatori dall’incredibile rapporto tra dimensioni e potenza.

Gli accessori a corredo includono un trasmettitore BT (compatibile solo con Bravia XR) e due cavi USB-C, uno per caricare la batteria e l’altro – insieme con l’ottico a corredo – per collegare il WLA-NS7 al TV Bravia.

Per molti aspetti il fenomeno costituisce una ricaduta del fiorente mercato degli smartphone, che fa da traino sia nello sviluppo di prodotti che possano essere integrati all’interno dei telefoni, sia che a questi possano abbinarsi per ascoltare la musica o conversare. Una interpretazione particolarmente originale di questo nuovo corso dell’audio è rappresentata dal cosiddetto “neckband”, una sorta di collare aperto che cinge la parte inferiore del collo e poggia sulle spalle, secondo una foggia cui – in verità – avevano già pensato gli antichi egizi, seppure al solo fine di ornamento ma che nel nostro caso fa parte, a pieno diritto, degli speaker indossabili.

Non molte sono le aziende che si sono cimentate in una realizzazione del genere; ricordiamo, una per tutte, la JBL con il suo Soundgear (recensito su AudioReview n.395), nonché Sony, prima con l’SRS-NB10 e adesso con questo nuovissimo modello SRS-NS7. L’idea in sé è molto buona poiché le orecchie e le mani rimangono completamente libere, oltre ad esserci una totale assenza di cavi. Non solo, a volumi di ascolto normali, il suono diffuso nell’ambiente non è tale da recare disturbo ai conviventi. Questi gli indubbi vantaggi sia nelle conversazioni di lavoro sia nell’uso ludico, tanto che il primo modello di Sony, l’NB10, concepito fondamentalmente per smart-working o per postazioni di call-center, viene usato anche per l’ascolto di musica, mentre tra i suggerimenti d’impiego per il Soundgear c’è ovviamente il gaming, in abbinamento con gli occhiali VR.

Alcuni tasti impermeabili permettono di accedere ai comandi principali. Volume e risposta sulla parte sinistra della neckband, mentre muto del microfono e accensione con led sulla destra. Accanto al tasto il foro per uno dei due microfoni omnidirezionali che permettono una chiara conversazione telefonica.

Cosa c’è di nuovo

Benché il fattore di forma sia sostanzialmente lo stesso degli altri modelli di neckband, l’SRS-NS7 apre un nuovo capitolo. Il costruttore giapponese ha infatti introdotto per questo modello la compatibilità non solo con Dolby Digital ma anche il supporto Atmos, relativamente ai suoi TV Bravia serie XR; ma Sony non si è fermata a questo…
Da grande azienda sempre impegnata in progetti d’avanguardia, piuttosto che implementare la gestione degli stream digitali (DD e Atmos) e qualche effetto di circondamento utilizzando la struttura già sperimentata del modello NB10, ha preferito progettare un modello completamente nuovo, sotto ogni punto di vista.

L’NS7, benché piuttosto grande, è relativamente leggero e flessibile, il che ne facilita molto l’indossabilità. La batteria interna si carica in un paio d’ore e l’autonomia dichiarata è di 12 ore, ma in realtà – come sempre in questi casi – la previsione è fatta utilizzando un volume di ascolto basso; 8 ore più o meno sono comunque garantite, e in ogni caso il circuito di ricarica rapida permette in circa 10 minuti di accumulare energia per più o meno un’ora di utilizzo.

Una ulteriore coppia di driver passivi emette verso il basso e sfrutta il contatto con il corpo e la conduzione ossea per conferire anche una consistenza tattile alla gamma bassa.

La maggiore differenza rispetto alla concorrenza, sia in casa che fuori, è prima di tutto la presenza di una coppia di driver posti nella parte inferiore del dispositivo, quindi a contatto diretto con il corpo, in modo da poter garantire anche una sensazione tattile in aggiunta al suono emesso verso le orecchie dai vari altoparlanti, che sono altri due per lato, ovvero un trasduttore attivo circolare e un componente passivo semi-ellittico. Questo permette di offrire una sensazione “fisica” del basso anche del tipo “bass shaking”, grazie agli altoparlanti che, poggiando sopra le clavicole, trasmettono una sensazione di presenza del suono particolarmente coinvolgente.

Un’altra caratteristica non meno interessante e utile è l’applicativo 360 Spatial Sound Personalizer, disponibile sia per Apple che per Android, che apprende la forma delle orecchie e ottimizza i parametri del DSP interno di NS7 per modellare il suono nel migliore dei modi, e sia per il circondamento necessario con i contenuti multicanale, che nell’ascolto musicale. La app registra un profilo personale che viene poi riconosciuto da un’altra app, la “Headphones” (nome non molto originale, in verità), che gestisce tutte le cuffie in casa Sony, compreso, ovviamente, questo NS7; la app, a sua volta, gestisce il profilo “rimbalzandolo” su un’altra app ancora, quella di gestione vera e propria della musica. Al momento di scrivere l’articolo la app Headphones è in grado di scrivere il profilo solo sulle app di Tidal, Deezer, Artist Connection e nugs.net; per tutte le altre non sappiamo indicare una data di eventuale implementazione.

Il collare è costruito con materiali molto resistenti, gomma e plastica per il corpo e tessuto sulla parte superiore, con alcuni tasti in gomma per controllo volume, accensione, mute, e infine una coppia (uno per lato) di microfoni omnidirezionali piuttosto efficaci. Le due parti dell’NS7 sono tenute insieme da un archetto molto flessibile che rende particolarmente piacevole indossare il prodotto.

L’emissione sonora verso i padiglioni auricolari è garantita da due driver a gamma estesa da 32×33 mm (foto a sinistra) e due ellittici passivi (foto a destra). Il livello raggiungibile è molto più che sufficiente per ogni utilizzo, stante la vicinanza alle orecchie.

Un’altra particolarità è l’impermeabilità IPX4, che garantisce resistenza agli spruzzi oltre che alla polvere, eleggendo il prodotto a uno speaker da poter utilizzare anche mentre si lavano i piatti, per esempio. NS7 utilizza come protocollo di comunicazione BT LDAC, proprietario di Sony e che permette una banda massima di 990 kbps a 96 kHz/24 bit, contro l’attuale aptX HD a bordo di buona parte dei device BT e che offre un bit rate massimo di 576 kbit/s con campionamenti fino a 48 kHz/24 bit.

Viene consegnato con un piccolo trasmettitore circolare, il WLA-NS7, da utilizzare solo con i TV Bravia delle serie XR (previo aggiornamento software di questi ultimi) e che permette di fruire dei contenuti DD, Atmos e Dolby Vision. Due gli ingressi presenti, USB-C e ottico, da collegare entrambi per ottenere la trasmissione dello stream che poi viene elaborato dal collare. Se si vuole utilizzare l’SRS-NS7 con qualsiasi altro TV è consigliabile sfruttare il collegamento BT di quest’ultimo o, se non ne fosse dotato, di un adattatore standard, piuttosto che con il WLA, visto che in mancanza di comandi specifici impartiti dal TV via USB è incompatibile con buona parte degli stream audio.

Ascolto

Anche un audiofilo come lo scrivente, abituato ad ascoltare amplificatori super potenti, sistemi di altoparlanti da pavimento di alta qualità e tenuta, grossi subwoofer e un gran bel suono, ha molto apprezzato questo prodotto. Il suono è piacevole, coinvolgente e armonicamente piuttosto corretto. Consente un ascolto intimo, personale, senza essere costretti ad indossare una cuffia, con tutto ciò che ne consegue. E allora i brani scorrono, la musica si fa più alta, passa il rock, il jazz, anche la classica. E qualche ora va via, in una domenica piovosa, senza che ci si accorga che il tempo passa.

L’unico, grande, difetto è quello della direzionalità, nel senso che per godere del bel suono di cui l’NS7 è capace è necessario non girare troppo la testa verso destra o sinistra pena un innaturale aumento del livello del canale corrispondente, come girare troppo il balance per intenderci, mentre si può liberamente muovere il capo verso l’alto o il basso. La parte posteriore del dispositivo, assottigliata, permette di appoggiare comodamente il collo sullo schienale del divano senza avvertire la presenza del neckband e lasciando ampia libertà di movimento.

La particolare conformazione dell’SRS-NS7 permette di ascoltare a volumi anche molto alti ma scarsamente percepiti da chi ci sta attorno.

La neckband NS7 crea una sorta di “ambiente acustico” attorno alle orecchie che non permette, se non in maniera marginale, che gli altri suoni ambientali possano disturbare l’ascolto. Un’altra caratteristica da segnalare è la assoluta comodità e assenza di fatica nell’indossare l’NS7; dimenticatevi ogni spiacevole effetto di surriscaldamento delle orecchie tipico degli ascolti prolungati in cuffia, e le limitazioni del collegamento via cavo.

Ma veniamo alla prova in DD e Atmos, avvenuta con contenuti Netflix su TV Bravia XR65A80J e risultati sorprendenti. Prima di tutto è possibile godersi un film a un volume davvero molto alto senza disturbare le persone attorno, che sentiranno solo lievemente quello che arriva alle orecchie dell’ascoltatore. L’effetto spaziale è poi piuttosto netto, con suoni e rumori che si collocano nella giusta posizione intorno a noi, dando una reale sensazione di circondamento.

Conclusioni

L’SRS-NS7 è un bel prodotto, valido, intelligente, capace di divertire e intrattenere, con un modo nuovo e diverso, al quale, certo, non siamo abituati, ma che permette una piacevole e originale fruizione di qualsiasi contenuto audio.

Anche quando si è seduti davanti al PC diventa un modo nuovo e intelligente di fruire del suono a tutto tondo. Unica vera limitazione quella di poter ascoltare in DD o Atmos solo attraverso i TV Bravia XR: sarebbe stato auspicabile implementare almeno DD in tutti i dispositivi, magari sviluppando di più e meglio l’elettronica all’interno del bridge BT, anche per non tagliare fuori il mondo dei gamer, tra l’altro molto caro a Sony.

Giancarlo Valletta

Author: Redazione

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