Entry level con stile

Nuovi attori si affacciano sul mercato europeo della video riproduzione. Yaber, cinese, è tra i più attivi.
Yaber è un marchio giovane, nato nel 2018, che ha commercializzato il suo primo proiettore nel 2019 e che nel 2022 di proiettori ne ha venduti 2 milioni… Giovane il marchio, giovani – nella filosofia – i suoi prodotti: la maggior parte dei proiettori in catalogo sono infatti apparecchi portatili, alcuni anche a batteria, anche se non manca un modello laser a tiro ultracorto. In questo scenario, il K3 si posiziona in cima al catalogo, pur restando un apparecchio pensato più per divertirsi che per ammazzarsi con le calibrazioni… Per questo, sebbene si collochi al top della gamma, lo abbiamo definito entry level.
La risoluzione è “solo” Full HD, senza applicazione di tecnologie atte ad incrementarne la risoluzione percepita in presenza di segnali 4K (dicasi vobulazione). A differenza della stragrande maggioranza dei modelli di categoria simile, che sono DLP, il K3 abbraccia la tecnologia LCD. Sebbene un chip LCD sia più “delicato” di un DMD (Digital Micromirror Device), soprattutto in termini di resistenza al riscaldamento (ma la sezione di raffreddamento del K3 è generosamente dimensionata), presenta un vantaggio non indifferente: proietta l’immagine “tutta insieme” e non con la sequenza delle tre componenti RGB. Quindi la sorgente luminosa è più semplice, un solo LED bianco, e non tre LED distinti RGB. Ma soprattutto non esiste il pericolo di percepire il cosiddetto “effetto rainbow”, che consiste nell’avvertire, specialmente quando si sposta lo sguardo, degli aloni rossi, verdi e blu (una sorta di arcobaleno, appunto) causati proprio dal rapidissimo susseguirsi delle componenti RGB proiettate in sequenza. È anche vero che gli apparecchi DLP sono sempre meno soggetti a questo problema grazie a frequenze di aggiornamento sempre più elevate.

Il K3 è dichiarato per una luminosità di 1.600 ANSI. In modalità Standard ne abbiamo misurati 1.000, bastevoli ad una visione appagante come vedremo in dettaglio nel seguito. Il gruppo ottico, a focale fissa, è composto da 4 lenti tutte in vetro. La sezione audio, curata da JBL, è costituita da due box che emettono ai lati del cabinet, in corrispondenza della parte anteriore. L’amplificazione da 15 watt per canale (dotata di un controllo di equalizzazione) pilota due driver larga-banda da 60 mm, coadiuvati da un radiatore passivo.
L’alimentatore è interno, quindi nessun ulteriore scatolicchio in giro, solo il cavo di connessione alla 220. La piattaforma software, basata su Google, è veloce e ci sono tutte le app come l’immancabile assistente vocale. Certo, non è il massimo in termini di controlli (solo la modalità Utente mette a disposizione un set minimale di funzioni per la gestione delle immagini), ma il K3 è fatto per uso “godereccio” e per questo offre un insieme, stavolta completo, di utilità per un utilizzo spensierato: messa a fuoco, correzione trapezoidale, allineamento dell’immagine allo schermo ed infine esclusione degli ostacoli. Come abbiamo ormai più volte ripetuto, queste funzionalità fanno magicamente scomparire ogni problema di posizionamento che si può presentare nell’utilizzo estemporaneo. Ma c’è un prezzo da pagare: l’immagine che vediamo, priva di difetti geometrici, non sfrutta tutti i pixel offerti dalla matrice, ma solo una porzione inscritta al suo interno. Quindi la magia si paga in pixel, ma per correzioni modeste il sistema funziona bene. Del K3 esiste anche una versione Pro: il proiettore è lo stesso ma in bundle viene fornito un subwoofer wireless.

La visione
Alla prima accensione è necessario effettuare la configurazione della piattaforma Google TV, operazione che richiede solo qualche minuto, dopodiché l’apparecchio è pronto all’uso. L’asse ottico della macchina si trova al centro dello schermo e non alla base come di solito avviene e come sarebbe auspicabile che fosse. Questo infatti comporta che il proiettore dovrà essere collocato su un piano di appoggio piuttosto alto, se la superficie dove si andrà a proiettare non fosse libera fino a terra. Comunque, se il posizionamento ideale non fosse realizzabile senza correre rischi (magari una torre di scatole instabile che potrebbe venire giù all’improvviso), si può inclinare l’apparecchio verso l’alto, sfruttando la correzione automatica del trapezio, ma la risoluzione delle immagini proiettate verrebbe a ridursi.

In linea di principio questa scelta progettuale non è la più consona alla modalità di impiego di questo proiettore, l’uso estemporaneo che non prevede un montaggio stabile, ma non per dei limiti della macchina in sé, quanto per la presenza degli automatismi di cui il proiettore è dotato (messa a fuoco, correzione del trapezio e adattamento dell’immagine in caso di ostacoli), pensati proprio per l’uso occasionale in posti diversi. Ma veniamo al dunque. La resa del K3 si lascia apprezzare fin dai primi istanti per la buona luminosità e per il livello del nero non particolarmente elevato. Il test è stato condotto con il proiettore collocato a 3,4 metri dallo schermo, distanza dalla quale si ottiene una immagine di 2,8 m di base (126” circa di diagonale), non enorme quindi, ma di certo nemmeno piccina; in queste condizioni il K3 fornisce una resa incisiva e brillante, caratterizzata da un livello del nero un po’ più basso rispetto a quello tipico dei proiettori della stessa tipologia, anche di prezzo più elevato. Selezionata la modalità “Naturale” si può apprezzare una risposta cromatica con colori saturi ma senza esagerazioni, incarnati naturali e credibili. In alcune scene può però accadere che i volti perdano un po’ di tridimensionalità e tendano ad appiattirsi, probabilmente a causa del gamma un po’ più alto della media.

La risoluzione offerta è sufficiente, almeno nelle condizioni della prova; spingersi verso diagonali più impegnative, soprattutto avendo ormai fatto l’abitudine al 4K, non sarebbe probabilmente una buona idea. In questo quadro roseo, composto da immagini luminose, sature, cromaticamente apprezzabili e con un nero superiore (in senso buono!) alla media, lascia un po’ perplessi quella che sembra una elaborazione video simile ad una maschera di contrasto, che in alcune situazioni (immagini luminose, dettagli sottili come i fili di erba, particolari di piccole dimensioni, contorni) introduce delle “forzature”, inficiando un po’ il senso di naturalezza complessiva delle immagini, rendendole un po’ granulose. In modalità utente, l’unica che mette a disposizione alcuni parametri di regolazione, si può agire sul controllo di nitidezza riducendone il valore di default, operazione che attenua significativamente il problema. Altra pecca, percepibile però solo con immagini statiche e che quindi non inficia la resa nell’uso normale, è una non perfetta uniformità della proiezione.

Inoltre il bordo destro dello schermo appare un po’ impreciso nella messa a fuoco, ma anche in questo caso ci si rende conto del problema solo con immagini fisse a contenuto testuale o simile. Nel complesso ribadiamo la sostanziale gradevolezza del risultato offerto, che se non fosse stato esente da qualche pecca – stante la classe di prezzo del prodotto – avrebbe creato un “precedente miracoloso”. Quello che conta, come sono solito ripetere, è che il proiettore ci permetta di abbandonarci al piacere della visione, come accade quando le imperfezioni passano automaticamente in secondo piano e non ci si fa più caso: si guarda il film e non il proiettore. E in questo senso il K3 fa centro.
Un giudizio positivo lo merita anche il funzionamento degli automatismi di regolazione: la messa a fuoco è precisissima, la funzione di eliminazione degli ostacoli quando attivata funziona correttamente (ma non dimentichiamoci che, come anche la correzione del trapezio, riduce la risoluzione perché costringe l’immagine all’interno di una porzione ridotta dell’area utile). Concludiamo con la resa audio, molto convincente, grazie a un livello fornito adeguato alla bisogna e ad una buona estensione verso l’estremo inferiore, molto utile per dare credibilità agli effetti “fragorosi”. La ventola non è tra le più silenziose, ma la sezione audio riesce a coprirla a sufficienza.
Conclusioni
Entrare (con stile) nel mondo della videoproiezione è divenuto ancora più facile con lo Yaber K3, grazie ad una resa piacevole, seppur non esente da qualche difetto, e ad un prezzo allettante. È un apparecchio entry-level ma con una dotazione funzionale che comprende una valida piattaforma SMART e automatismi utili a semplificarne l’utilizzo, capace di regalare una esperienza di visione immersiva e coinvolgente, dalla qualità più che sufficiente allo scopo.
Mario Mollo
Ci è piaciuto
- La resa luminosa è accompagnata da un livello del nero basso per la categoria.
Non ci è piaciuto
- L’asse ottico al centro dello schermo potrebbe complicare l’installazione estemporanea.
Yaber K3
Videoproiettore LED Full HD
Distributore per l’Italia: www.yaber.com/it
Prezzo di listino: euro 509,00 (IVA inclusa)
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
- Risoluzione nativa: 1.920×1.080.
- Luminosità: 1.600 ANSI lumen.
- Rapporto di tiro: 1,2:1.
- Dimensioni schermo: 40-200”.
- Connessioni: 2 HDMI, 1 USB (video: MP4, MKV, WMV, 3GP, MPG, VOB, TP, TS, DAT, MOV, FLV, audio: MP3, AAC, LPCM, APE, FLAC, OGG, AMR, immagini: JPG, PNG, BMP, JPEG), Ethernet, uscita audio mini-jack, wi-fi, Bluetooth 5.0, NFC Screencast.
- Dimensioni (LxAxP): 29×15,4x 32,3 cm.
- Peso: 5,1 kg