Samsung The Premiere LSP9T

Videoproiezione 2.0

Il videoproiettore a tiro ultra-corto non è una novità ma il fatto che anche Samsung si sia rilanciata
in questo settore costituisce di per sé una notizia… Mi sarebbe piaciuto poter usare un titolo tipo
“The Premiere, il proievisore” ma, sebbene questi apparecchi rappresentino un nuovo paradigma
della videoproiezione, uno step 2.0 appunto, ancora non possono prendere il posto del televisore.
O almeno non senza l’aiuto di uno schermo specifico…

Mi viene in mente una vignetta satirica di parecchi anni fa, risalente ai tempi dell’introduzione dell’euro, che recitava più o meno così: “Rassicuranti dichiarazioni della Bundesbank: difenteremo patroni del monto…”. Qual è il nesso, vi starete chiedendo. Beh, Samsung un po’ padrona del mondo lo è diventata, almeno del nostro; infatti occupa il primo posto nella classifica dei produttori di televisori da un numero di anni ormai a doppia cifra, ed è numero uno in tantissimi altri settori.

Eppure ho un ricordo ancora molto vivido di quando dicendo Samsung pensavi ai lettori di CD ROM e ai monitor a tubo catodico per PC. Il costruttore coreano di strada ne ha fatta tantissima e davvero in poco tempo. C’è stato anche un periodo, più o meno quattro o cinque anni a cavallo del 2010, in cui si è cimentato, con risultati peraltro e come sempre di primissimo piano, anche nel campo della videoproiezione.

Mi ricordo molto bene all’IFA (o era il CES?) le demo del guru del video Joe Kane, che illustrava le qualità dei proiettori DLP della casa. Dopo 10 anni Samsung si riaffaccia nel mondo della videoproiezione, stavolta con due macchine a tiro ultracorto, battezzati “The Premiere”: l’LSP9T in prova e l’LSP7T. Si tratta di proiettori DLP 4K con sorgente laser pura il primo e laser + fosfori il secondo. Non sono più pochissimi i costruttori che hanno in catalogo almeno un VP a tiro ultracorto e tra questi mi vengono in mente i grandi nomi della videoproiezione, come BenQ, Epson, Hisense, LG, Sony. Hisense è forse quello che più di ogni altro sta credendo in questa tipologia di apparecchi ed ha scelto il nome di “Laser TV” per la sua linea.

Ma pur avvicinando molto il videoproiettore al televisore, un proiettore a tiro corto da solo, ovvero senza uno schermo particolare, non può ancora rimpiazzare un normale TV. Ma quel che è certo è che il modo di fare videoproiezione è stato rivoluzionato ed usando il The Premiere a tutti gli effetti sembra di stare usando uno dei televisori della casa, con la piccola differenza che lo schermo è gigantesco: nella nostra sala abbiamo potuto raggiungere quasi tre metri di base!

Per ottenere questo risultato basta appoggiare l’apparecchio su un mobile basso a pochi centimetri dallo schermo. Nel caso di un videoproiettore tradizionale, la distanza tra proiettore e schermo, per ottenere una diagonale di 120/ 130 pollici, sarebbe molto probabilmente compresa tra i 3,5 ed i 4 metri, forse non sempre fattibile o comunque non con la stessa immediatezza. Funzionalmente il The Premiere non è diverso dai TV della casa con il sistema operativo Tizen (l’apparecchio è equipaggiato anche con il sintonizzatore DVBT); la notevole luminosità dell’apparecchio offre una resa potente in ambiente oscurato, ma non permette una soddisfacente visione in condizioni di illuminazioni normali proiettando su un telo tradizionale o sulla parete.

Le connessioni si trovano sul lato del videoproiettore rivolto verso lo schermo; lo spazio di manovra potrebbe pertanto risultare ridotto quando si desidera non salire troppo con la diagonale ed ogni intervento sul cablaggio potrebbe causare uno spostamento dell’apparecchio, obbligando a riposizionarlo con precisione millimetrica.

Per questa ragione dicevamo che non si può ancora pensare di scalzare il televisore dal soggiorno per rimpiazzarlo con un proiettore come questo, anche se all’atto pratico basta poggiarlo al suo posto… Non servono più staffe a soffitto o mensole ad hoc, non serve più posare da una parte all’altra della sala almeno un cavo HDMI lungo parecchi metri, non serve più un sistema audio dedicato, non serve più (almeno non necessariamente) un lettore BD.

Tutte queste cose in realtà non hanno mai scoraggiato gli appassionati di videoproiezione (tra i quali ovviamente mi colloco anche io), perché il piacere che si ricava dall’esperienza di visione offerta da un proiettore è incommensurabilmente maggiore di quello che può dare un TV, anche se la qualità di quest’ultimo è spesso intrinsecamente maggiore. Ma le dimensioni (dello schermo) contano…

Ora però le macchine a tiro ultracorto hanno portato la videoproiezione ad un livello 2.0, con una immediatezza, come dicevamo poc’anzi, che un po’ rivoluziona il modo di portarsi il cinema in casa. E se il proiettore viene abbinato ad uno schermo specifico, del tipo ALR (Ambient Light Rejection), pensato proprio per questo tipo di proiettori (massimizzano la riflessione della luce proveniente dal basso), allora si riescono ad ottenere immagini con una buona luminosità anche in ambienti non oscurati.

Come abitudine della casa il telecomando è decisamente minimale; molte operazioni possono essere effettuate tramite comando vocale ma trattandosi di un proiettore la retroilluminazione sarebbe stata gradita.

Le caratteristiche principali

Il più sofisticato dei due nuovi VP Samsung è, come anticipato, un DLP 4K “trilaser”, ovvero dotato di una sorgente luminosa costituita da un laser per ogni colore primario, una delle tecnologie di “lampada” di più recente introduzione. L’engine ottico è pertanto privo di ruota colore, con le tre sorgenti che si accendono in sequenza. I laser garantiscono un avviamento veloce, non richiedono l’intensa ventilazione necessaria nel caso della lampada tradizionale e di conseguenza l’apparecchio risulta più silenzioso. La durata inoltre non è più un assillo, qui siamo attorno alle 20.000 ore, quindi anche usandolo 6 ore al giorno il problema della lampada si presenterà dopo almeno 10 anni…

La luminosità dichiarata è di 2.800 lumen e all’atto pratico, anche con lo schermo spinto alle massime dimensioni, le immagini sono molto luminose. Le “lampade” laser consentono di ottenere un gamut molto ampio, ma lo spettro a bande più “sottili” rende le misurazioni imprecise con una strumentazione non specifica, motivo per cui in questa prova non troverete l’usuale pagina delle misure. Il chip DMD da 0,66” impiegato sulla macchina ha una risoluzione nativa pari a 2.716×1.528 pixel e il 4K viene generato tramite “vobulazione” (spostamento del pannello di una frazione di pixel in diagonale).

A differenza dei chip in risoluzione 1.920×1.080, metà esatta del 4K, il pannello usato sul Samsung non è sottomultiplo intero e per incrementare la risoluzione a 4K con la vobulazione l’elettronica dovrà in qualche modo effettuare un più complesso lavoro di riadattamento. Il fatto di utilizzare un chip più grande (0,66” contro 0,47” come quello usato nell’altro modello) oltre a garantire un rapporto di contrasto nativo più alto (1.500:1) ha anche un altro effetto, quello di accorciare ulteriormente il tiro già “ultracorto”. Per ottenere uno schermo da 100” il retro del proiettore (la parte verso lo schermo) deve trovarsi a soli 11,3 cm dalla superficie di proiezione.

In questa configurazione la base dello schermo si posiziona a 35 centimetri dal piano di appoggio del proiettore. Per arrivare al limite indicato dalla casa, 130”, la distanza sale a 23,8 cm e la base a 42,6. In quest’ultima configurazione il mobile su cui abitualmente collocheremmo un televisore potrebbe risultare un po’ troppo alto.

Da punto di vista funzionale il The Premiere è a tutti gli effetti un televisore Samsung, con qualche voce del menu dedicata alle specifiche funzionalità proiettoriche, come la regolazione elettronica del trapezio, al solito da evitare come la peste; e oltre ad Alexa c’è anche Bixby nel gruppo degli assistenti vocali.

Ancora, come per i televisori della casa, la compatibilità HDR del proiettore verso gli standard a metadati dinamici si estende solo all’HRD10+, a cui si aggiunge l’HLG. Gli ingressi a disposizione consistono in 3 HDMI, uno dei quali e-ARC, c’è la connessione di rete cablata e wireless (l’apparecchio è compatibile AirPlay 2), c’è una porta USB. Un po’ meno di un buon TV, ma di più di un buon proiettore. La sezione audio 4.2 con amplificazione da 40 watt è rivolta verso la zona di visione, dietro la griglia in tela grigia.

L’ottica a tiro ultracorto è a focale fissa e per regolare la dimensione delle immagini si agisce solo sulla distanza di proiezione, che varia tra 11 e 24 centimetri circa. La messa a fuoco è automatica, con possibilità di aggiustamento manuale.

La visione

Mettere in azione un videoproiettore come questo, ho come l’impressione di averlo già sottolineato, è tecnicamente molto semplice, ma può nascondere qualche insidia… Da menu è possibile attivare un pattern che evidenzia i bordi dell’area di proiezione, utilissimo per trovare la posizione che offre la corretta geometria ed eventualmente centrare l’immagine all’interno della cornice dello schermo, operazione questa fatta di spostamenti anche infinitesimi.

Ma non è questa l’insidia a cui accennavo. Se la superficie di proiezione non fosse perfettamente planare, la seppur minima irregolarità originerebbe deformazioni macroscopiche, ai limiti dell’intollerabile, proprio a causa dell’elevatissimo angolo di incidenza della luce sullo schermo (al tramonto le ombre si allungano…).

Per questa ragione alcuni costruttori forniscono il loro proiettore completo di schermo rigido; questa soluzione limita l’utilizzo ad una diagonale prefissata, mentre il Samsung ha un range di impiego da 100 a 130 pollici (la macchina mette a fuoco l’immagine in modo del tutto automatico, con possibilità ulteriore di correzione manuale). Però uno schermo ad hoc permette, come dicevamo, di tenere la luce accesa quando serve.

Abbiamo avuto modo di provare il The Premiere in combinazione ad un telo ALR specifico e in questo caso il The Premiere diviene un “proievisore”. Certo, con le scene totalmente buie la resa è inadeguata, ma per l’utilizzo come televisore per guardare un notiziario, un talk show o una serie tipo The Big Bang Theory va benissimo. L’unico problema è il costo elevato di questi schermi (quello usato per la prova circa 2.500 euro per una diagonale di circa 100”), che “castrano” parecchio le possibilità della macchina in termini di dimensioni dello schermo (130” sono tanta ma tanta roba in più…).

Certo che con un budget complessivo di oltre 9.000 euro si aprono altri scenari… Se invece utilizzate un telo da proiezione dovrete accertarvi che sia tensionato con la massima accuratezza in ogni punto, se usate la parete (è concesso anche questo…) questa dovrà essere rasata come uno specchio. Fare una verifica preventiva è molto semplice, basta avere a disposizione un listello di legno lungo un paio di metri la cui planarità può essere appurata utilizzando una superficie piana come riscontro (un tavolo in vetro, uno specchio…).

La schermata Home è del tutto simile a quella dei televisori Samsung con sistema operativo Tizen, ai quali il The Premiere può essere del tutto assimilato.

Io mi sono servito di un “regolo”, ovvero un profilato di alluminio di 3 metri che si usa in edilizia ad esempio per fare le fasce del massetto (ebbene sì, faccio anche il muratore…). Un altro modo può essere quello di utilizzare una lampada abbastanza potente e generare una luce radente, che metterà in evidenza eventuali magagne. Una parete che all’apparenza sembra molto regolare potrebbe nascondere dei difetti che con un proiettore “normale” non creano alcun problema ma che con uno a tiro corto potrebbero invece dare delle noie.

Nel nostro caso, proiettando a parete, qualche problema lo abbiamo avuto, più evidente coi menu, meno con normali contenuti filmici, ma l’imponenza delle immagini proiettate dal trilaser ce li ha fatti dimenticare all’istante. Usando uno schermo l’unica ulteriore operazione resasi necessaria è stata quella di correggere il livello della componente rossa, di default un po’ troppo presente. Non preoccupatevi se i menu delle app, ad esempio Netflix, vi appaiono cromaticamente innaturali; la macchina non li visualizza con la modalità video scelta (per me ovviamente Film o FilmMaker), ma con una che sembra più simile a quella Dinamica.

La definizione coi contenuti 4K è eccellente, mentre in SD lo scaler del proiettore lavora un pochino meno bene di quello del nostro Oppo, ma la differenza si vede solo coi DVD quando sono presenti delle trame sottili, non perfettamente stabili in presenza di movimento. Decisamente soddisfacente la resa coi canali TV; se c’è qualche artefatto, se il dettaglio non è proprio spinto al massimo, ho avuto comunque l’impressione che i difetti non fossero più marcati di quelli in cui incappo provando i televisori. Ma qui li stiamo osservando su uno schermo da 120” contro i soliti 65, e ad una distanza che non è di molto superiore a quella solita. Direi quindi un risultato eccellente.

Tra i vari menù di gestione, alcuni sono specifici per la videoproiezione.

Il livello del nero è un po’ alto, non paragonabile a quello di alcuni proiettori di pari costo. D’altronde rientriamo in quelle che sono le prestazioni della tecnologia DLP, qui comunque espresse ad alto livello. Mi ha invece positivamente sorpreso la vivacità dell’effetto HDR, uno dei limiti più evidenti anche dei proiettori più costosi rispetto ai TV. In questo caso le immagini sono rese con un brio che di rado si può riscontare in un proiettore.

Ogni tanto si avverte un po’ di effetto rainbow, la cui entità viene percepita diversamente in base alla sensibilità dell’osservatore ed io non ne sono mai stato immune. Che la resa della macchina nel complesso sia di grande soddisfazione me lo ha confermato il fatto che mi sono stancato molto presto delle tracce test e mi sono invece dedicato alla pura visione per diletto, dimenticando che in fondo stavo “lavorando”. Al coinvolgimento offerto dalla macchina contribuisce in buona misura anche la sezione audio, dalle prestazioni accettabili e all’altezza della maggior parte delle situazioni; ma inutile che vi dica che grandi immagini vogliono comunque un grande suono e il The Premiere merita il meglio.

Conclusioni

Una bella installazione del The Premiere, con uno schermo ALR motorizzato che si “srotola” dal basso verso l’alto è visibile nella showroom di Gruppo Garman a Roma.

Un bellissimo apparecchio, e mi riferisco tanto all’estetica quanto alle prestazioni. In questo caso la prima conta quanto le seconde, visto che probabilmente non sarà relegato al soffitto ma collocato in bella mostra al centro di una grande parete.

Non costa poco, ma è anche un proiettore non comune, con la sorgente luminosa a laser puri. La resa è coinvolgente e, se il livello del nero non è al top, il dettaglio in 4K e la vivacità dell’HDR compensano abbondantemente. Ma probabilmente a spingere all’acquisto di questa macchina non saranno le prestazioni pure per quanto convincenti, quanto il suo modo di essere “2.0”. Se poi lo abbinate ad uno schermo specifico…

Mario Mollo


Ci è piaciuto

  • La resa video è luminosa e dettagliata, l’HDR risulta vivace, l’audio non è male
  • Estremamente semplice da mettere in azione e bello da vedere

Non ci è piaciuto

  • Il livello del nero è un po’ alto

Samsung The Premiere LSP9T
Videoproiettore laser 4K DLP HDR a tiro ultracorto
Distributore per l’Italia: Samsung Electronics Italia S.p.A., Via Mike Bongiorno 9, 20124 Milano. www.samsung.com/it
Prezzo (IVA inclusa): euro 6.499,00

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE

  • Risoluzione: 3.480×2.160.
  • Rapporto di contrasto: 1.500:1 (nativo), 2.000.000:1 (dinamico).
  • Durata lampada: 20.000 ore.
  • Dimensione dello schermo: 100-130”.
  • Luminosità: 2.800 ANSI lumen (picco).
  • Rumorosità: 32 dB(A).
  • Dimensioni (LxAxP): 55x14x36,7 cm.
  • Peso: 11,5 kg

Author: Redazione

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