Sony XR-65A95K

Evoluzione o rivoluzione?

I nuovi pannelli QD-OLED sviluppati da Samsung e che Sony ha scelto di impiegare nei suoi modelli di fascia più alta offrono una resa mai vista prima in termini di saturazione ai livelli più elevati di luminosità e fanno di questo televisore qualcosa di realmente nuovo.

Il 2022, anno da dimenticare per tantissimi ed orribili motivi, per noi appassionati di video resterà invece memorabile per un’ottima ragione: Samsung, che da oltre un lustro aveva abbandonato la tecnologia OLED a favore della sola LCD, è tornata a produrre pannelli e TV con tecnologia autoemissiva. La notizia è già di per sé significativa e diventa ancor più pregnante in considerazione del fatto che questo ritorno si fonda su una tecnologia diversa da quella di LG, finora di fatto monopolista di pannelli OLED e fornitore unico per tutti i costruttori di TV. E per il fatto che i pannelli Samsung si sono dimostrati capaci di prestazioni superiori a quelli del concorrente, in particolare per la loro capacità di mantenere una saturazione del colore molto “piena” anche ai livelli di luminosità più elevati.

La base di appoggio può essere collocata sia nella classica posizione frontale sia in posizione posteriore, dando al TV un look frontale molto accattivante, Lo spessore dell’apparecchio non è tra i più ridotti.

Ma anche il 2023 lascerà un segno, proprio perché LG non è rimasta alla finestra a guardare; se di anno in anno abbiamo sempre assistito ad un costante miglioramento dei prodotti (e quelli del 2021 e 2022 avevano già consentito un balzo in avanti prestazionale superiore alla media), la generazione dei pannelli 2023 con Micro Lens Array fa un salto ancor più marcato, offrendo consistente incremento della luminosità. Alle differenze di funzionamento delle due tecnologie che si spartiranno il mercato dei televisori OLED abbiamo riservato un riquadro. Dedichiamoci ora al prodotto in prova.

Caratteristiche e funzionalità

All’A95K spetta il primato di essere il primo televisore QD-OLED commercializzato, essendo arrivato sul mercato ancor prima di Samsung che ne produce il pannello. Esteticamente e funzionalmente è inequivocabilmente un Sony. Partiamo dalla base di appoggio, “double face”; può infatti essere montata posteriormente, configurazione nella quale il TV è una “lastra” che si staglia dal piano di appoggio, un design accattivante e molto caro al costruttore nipponico. L’unico scotto di questa soluzione è che l’apparecchio risulta un po’ discosto da una eventuale parete posteriore; in alternativa la base di appoggio può essere montata frontalmente, permettendo di accostare meglio il TV alla parete ma con un look complessivo più tradizionale e nel complesso meno intrigante.

Lo spessore del TV non è quello della sottiletta a cui gli OLED ci hanno abituato, ma ricorda più quello di un LCD. Infatti la copertura posteriore in plastica, molto ben rifinita, arriva fino alla sommità del pannello; tutti i cavi di connessione possono essere ben occultati grazie ai pannelli di chiusura. Dal punto di vista funzionale l’A95K è un Google TV, ma con anche il menu orizzontale tipico della Sony dal quale si controllano tutte le funzionalità dell’apparecchio.

Le possibilità di configurazione sono molte e permettono un adattamento molto fine della resa del TV alle esigenze dell’utilizzatore. Non tutte le voci del menu sono perfettamente comprensibili di primo acchito (le opzioni e le funzionalità offerte dal processore video “Cognitive Processor XR” sono davvero tante), come la scelta tra tre diverse curve di risposta in HDR (ne avevamo già fatto menzione in una prova precedente) denominate “Gradazione preferita” (risposta aderente al riferimento), “Luminosità preferita” (curva di risposta leggermente al di sopra del riferimento) e “No” (modalità di pochissimo al di sotto). Rispetto ai TV Samsung (al momento gli unici ad offrire assieme a Sony il pannello QD-OLED) la casa giapponese ha scelto di offrire il supporto al Dolby Vision (ma non l’HDR10+), comportamento speculare rispetto al produttore coreano. Personalmente questo potrebbe essere un motivo per preferire Sony.

Dei quattro ingressi HDMI, due sono del tipo 2.1 (uno dei quali è quello eARC); due anche le porte USB. Il parco connessioni include la porta Ethernet, l’uscita audio ottica, il Bluetooth ed il Wi-Fi. Sul retro c’è anche un interruttore per disattivare il microfono.

La sezione audio Acoustic Surface Audio+ abbina due exciter, che trasformano il pannello stesso in una sorgente sonora, ad una coppia di subwoofer posteriori. Sono supportati sia il Dolby Atmos che il DTS:X e il surround può essere virtualizzato. La sezione audio del TV può essere utilizzata anche come canale centrale pilotato esternamente e offre molte possibilità di funzionamento combinato con le soundbar della casa. La dotazione dell’A95K include anche una videocamera Bravia Cam, che si fissa ad un connettore collocato posteriormente sulla parte superiore dell’apparecchio. Oltre a consentire le videochiamate con Google Duo e i controlli gestuali, la videocamera permette di automatizzare diversi parametri audio e video in funzione della posizione dell’osservatore.

La dotazione del TV include una videocamera Bravia Cam, che si aggancia magneticamente nel connettore posizionato nella parte superiore del dorso dell’apparecchio; può essere utilizzata per le videochiamate con Google Duo, per il gesture control e per effettuare alcune calibrazioni automatiche audio e video in funzione della posizione dell’osservatore, che viene appunto rilevata dalla videocamera.

La visione

Il primo contatto con la nuova tecnologia QD-OLED l’ho avuto nel marzo dello scorso anno in occasione di un evento per la stampa organizzato da Sony. La differenza coi pannelli della tecnologia concorrente è apparsa eclatante; naturalmente le immagini proposte nella demo erano state scelte oculatamente proprio per mettere in evidenza le doti del pannello, ovvero l’elevata saturazione anche ai livelli di luminosità più elevati. Potevano “stupirci con effetti speciali e colori ultravivaci” e l’hanno fatto. Alla fine della demo però un sospetto si era fatto strada: “Ma non sarà una brocca col “pissa ‘ndre”? Ho sentito questo curioso modo di dire nel corso di una popolare trasmissione radiofonica mattutina (per consentirvi di capire quale: va in onda dal 1995 e i due conduttori sono una fonte inesauribile di battute).

L’espressione indica quelle brocche, magari elegantissime, in cristallo purissimo, dal design raffinatissimo, ma col getto che se non ci si sta molto attenti non si stacca dal beccuccio ma va all’indietro, rendendone difficoltoso se non impossibile l’utilizzo. Cosa c’entra con il Sony XR-65A95K? È presto detto. La resa cromatica esibita nel corso della demo, seppur in grado di far letteralmente impallidire la tecnologia concorrente, era così intensa da finire per essere poco naturale; se per poterne godere appieno fosse comunque necessario ridimensionarla, allora sarebbe un po’ come avere una brocca col pissa ‘ndre, bella ma inutile, perché proprio le caratteristiche che la rendono accattivante alla resa dei conti la fanno funzionare male.

Ogni dubbio è stato fugato nel momento in cui abbiamo ricevuto l’apparecchio in redazione ed abbiamo avuto modo di provarlo con il software che utilizziamo abitualmente e non con contenuti probabilmente creati ad hoc con le singole componenti cromatiche spinte ai massimi livelli di luminosità. In un contesto “normale”, nella resa non v’è traccia di forzature, anche se la modalità Cinema, che ho utilizzato nel corso dei test, assomiglia più ad una “standard”. I tempi della resa pastosa e poco aggressiva, cromaticamente molto “cinematografica”, che potevamo trovare nei TV Sony di qualche anno fa sono passati. Le immagini offerte dall’A95K sono, indipendentemente dalla fonte utilizzata, sempre abbastanza decise, sia in termini di dettaglio, giustamente inciso e con buon rilievo, sia dal punto di vista cromatico, vivaci ma comunque mai sopra le righe.

L’esemplare ricevuto in prova era accompagnato da un solo telecomando, quello con meno tasti e microfono incorporato per i comandi vocali, ma il prodotto in commercio dispone anche di un secondo telecomando, classico, ma di fattura più economica. Comoda la funzione che aiuta a trovare il dispositivo quando si perde nei meandri del divano.

Queste impressioni si riferiscono ai controlli in default, ma con la maggior parte delle elaborazioni disattivate; le possibilità di intervento sulla resa sono numerose e consentono di modellare abbastanza bene le immagini sulle proprie preferenze. Peccato però che le impostazioni non siano indipendenti per le varie modalità. Impressione generale a parte, arriviamo alla domanda alla quale credo stiate attendendo la risposta: ma la tecnologia QD-OLED offre realmente qualcosa in più?

Naturalmente non mi riferisco alla resa coi contenuti “dedicati” della quale abbiamo già parlato e che eleva le performance di questo TV su un piano mai visto. Con contenuti “umani” la differenza è sottile. D’altronde sappiamo bene che tutti i TV in commercio sono ben lontani dall’essere in grado di riprodurre pienamente i contenuti ammessi dallo standard HDR10, che prevede come limite superiore del livello luminoso il valore di 10.000 nit; molti TV di fascia media non arrivano nemmeno a 1.000, altri si fermano attorno ai 1.000 e sopra i 2.000 al momento si spingono solo i migliori LCD.

Molti contenuti in streaming vengono graduati a 1.000 nit e qualcuno a 2.000 o anche 4.000 nit. Quando il segnale presenta il livello più alto, il TV non può riprodurlo alla luminosità giusta e nemmeno con la saturazione ottimale, eppure non ci siamo mai stracciati le vesti per quei pochi istanti in cui si verifica il clipping.

Nelle comparazioni spesso si deve ricorrere al fermo immagine per evidenziare appieno le migliori performance di un TV rispetto ad un altro. Ma anche se le situazioni in cui la miglior saturazione offerta dal QD-OLED non si presentano molto frequentemente, è comunque innegabile che in quei brevi istanti la nuova tecnologia risulti più efficace. Il vantaggio c’è. Riguardo alla disposizione a triangolo dei subpixel, guardando i normali contenuti non ho rilevato particolari problemi.

Ad esempio nei “sottopancia” dei notiziari, che fanno uso di caratteri anche piccoli ma non estremamente minuti, anche da una distanza di visione non elevata i contorni dei caratteri appaiono ben definiti. Per poter vedere il contorno impreciso, col verde ed il rosso che “sbordano”, occorre avvicinarsi a pochi centimetri dal pannello. Non abbiamo collegato un PC con un software di videoscrittura, situazione che probabilmente sarebbe risultata un po’ più ostica da gestire, non perché siamo particolarmente buoni ma semplicemente perché non è questo l’uso a cui si suppone destinato l’apparecchio.

Un altro aspetto che secondo alcuni potrebbe essere un problema per i pannelli QD-OLED è l’innalzamento del nero a causa della luce ambiente. Nella nostra sala grande, con tutti i neon accesi, io sinceramente non sono stato in grado di rilevare alcun difetto. Concludiamo parlando della resa audio, che ben si accompagna al carattere delle immagini restituite: la voce del Sony è lucida e ben definita. L’estensione in basso è accettabile ma non stupefacente; ma un display come questo merita di certo un audio esterno di un certo livello (e su questo stesso numero c’è una interessantissima prova di un sistema multicanale della casa).

Le misure

Conclusioni

I modelli di televisori top di gamma che il presente ci offre e che il futuro ci riserva sono qualcosa di notevolmente superiore a quanto avuto a disposizione fino ad ora. Sony è arrivata per prima, con un apparecchio, come detto, dalle potenzialità sorprendenti. Come tante volte abbiamo avuto modo di osservare, per realizzare un buon televisore non basta solo un buon pannello, senza il quale ovviamente nulla si potrebbe fare, ma è determinante anche tutto quello che il costruttore gli cuce intorno ed alla Sony riconosciamo il merito di aver lavorato ottimamente per produrre un apparecchio di altissimo livello, con un’ottima resa e funzionalmente molto ben dotato.

Il prezzo non appare particolarmente influenzato dalla esclusività del prodotto, che è anche il primo di questo tipo ad arrivare sul mercato, non essendo di molto superiore a quello dei migliori pari diagonale della concorrenza.

Mario Mollo


Ci è piaciuto

  • Le potenzialità del pannello QD-OLED sono davvero notevoli.
  • La dotazione funzionale dell’apparecchio è molto ricca.
  • Con la base montata posteriormente, l’estetica è diversa da ogni altro TV.

Non ci è piaciuto

  • Non è disponibile il PVR (Personal Video Recorder).
  • C’è un solo banco di memoria per le regolazioni.

Sony XR-65A95K

Televisore OLED 4K HDR Android
Distributore per l’Italia: Sony Europe Limited – Sede Secondaria Italiana, Via A. Rizzoli 4, 20132 Milano. Tel. 02 618381 www.sony.it
Prezzo di listino: euro 3.749,00 (IVA inclusa)

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
  • Schermo: QD-OLED 4K Ultra HD (3.840× 2.160 pixel).
  • Diagonale: 65” (164 cm).
  • Sistema operativo: Google TV (Android 10).
  • Connessioni: 4 ingressi HDMI, ingresso audio/videocomposito 3,5 mm, uscita audio digitale Toslink, slot Common Interface, 1 porta USB 2.0 tipo A, 1 porta USB 3 tipo A, porta Ethernet, Wi-Fi 802.11 a/b/g/ n/ac, Bluetooth.
  • Audio: 2 attuatori Acoustic Surface Audio, 2 subwoofer.
  • Dimensioni: 144,4×83,7×4,3 cm (senza piedistallo e senza webcam), 144,4x 85,1×30,1 cm (con piedistallo in posizione anteriore e webcam), 144,4×87,7×28,2 cm (con piedistallo in posizione posteriore e webcam).
  • Peso: 27 kg (senza piedistallo)

Author: Redazione

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