Anthem MRX-1120

Correzione ambientale da professionisti per il cinema in casa
Il sintoamplificatore top di gamma dei modelli multicanale di Anthem è già in circolazione da un po’ di tempo, ma è stato aggiornato con la compatibilità Dolby Vision e lo abbiamo provato anche per valutare l’efficacia della correzione ambientale “ARC Genesis” attuata mediante il kit di misura prodotto dalla stessa casa ed incluso nella confezione di vendita. La correzione, ormai, non è più eresia neanche per gli audiofili puristi, e, a maggior ragione, produce effetti risolutivi per quelle installazioni nelle quali l’integrazione dell’home cinema diventa problematica per le interazioni con l’ambiente provocate dai numerosi diffusori in sala.

Il modello 1120 fa parte della terza serie di sintoamplificatori MRX prodotta dalla canadese Anthem, che ha in catalogo diversi componenti di gran classe destinati agli audiofili; questo, in particolare, è, come design, la copia esatta del pre multicanale AVM 60, già visto sulle pagine del numero 418 di AUDIOreview in un esaustivo articolo del collega Andrea Allegri.

La costruzione, peraltro, è sostanzialmente la stessa: dimensioni relativamente contenute, finitura nera, frontale in alluminio spazzolato caratterizzato dal display a segmenti centrale, con una fila di tasti funzionali disposti sotto lo stesso, un blocco di tasti per la navigazione sulla sinistra e la manopola del volume sulla destra. Nella parte bassa, sulla sinistra c’è un piccolo pannello apribile che nasconde l’uscita cuffia, un ingresso HDMI compatibile MHL (standard ormai datato per connettere dispositivi mobili che implementano la tecnologia) e una porta USB Tipo A, al centro il sensore per il telecomando a infrarossi e sulla destra i due piccoli pulsanti per l’attivazione della zona 2 e l’accensione/standby dell’apparecchio.

L’interno della macchina è abbastanza fitto, con le schede disposte a strati, ma molto ordinato. Piuttosto importanti le dimensioni del trasformatore toroidale, che deve fornire energia a undici amplificatori.

Rimosso il coperchio, si ritrovano gli incastri, che impediscono esplorazioni all’interno, tra schede e piattine che qualificano il “cugino”, dal quale è probabilmente ereditata – almeno in parte – proprio la sezione di preamplificazione; molto ordinato, tutto è pensato per ridurre al minimo la filatura. Le specifiche del costruttore sono piuttosto avare di dettagli, ma abbiamo verificato che la componentistica sulle schede comprende chip di Cirrus Logic per la gestione complessiva del sistema, di Panasonic per i segnali video e di Asahi Kasei (AK4458, in particolare) per la conversione audio digitale a 32 bit. Assieme al cilindro metallico che isola l’imponente trasformatore toroidale e alla scheda di alimentazione con i regolatori di tensione, si trovano una serie di alette e una grossa ventola per il raffreddamento, giacché il sistema deve pilotare ben undici finali.

L’amplificazione è intelligentemente suddivisa, per ottimizzare lo spazio ed evitare problematiche di raffreddamento, con una classe A/B riguardo ai 5 canali principali da 140 W l’uno, mentre per i restanti canali (surround posteriore e altezza fronte/retro) è stata utilizzata l’efficiente amplificazione in classe D che apporta 60 W per canale. Le connessioni in ingresso sul retro includono 6 porte HDMI 2.0a compatibili HDCP 2.2, in grado di gestire segnali video 4K@60 in HDR, HLG e Dolby Vision, e sottocampionamento della crominanza fino a 4:4:4, mentre supportano l’audio multicanale in Dolby Atmos e DTS:X. La porta HDMI 7 è compatibile MHL come quella sul frontale, e ci sono cinque porte digitali per l’audio, di cui tre ottiche e due coassiali, oltre a un’uscita digitale in formato ottico. La sezione analogica su connettori RCA dorati include cinque coppie di ingressi stereo, le uscite preamplificate per il doppio subwoofer e tutti gli altri 11 canali gestiti.

Sono presenti le uscite preamplificate per tutti i canali, incluso il doppio subwoofer. Una coppia delle connessioni di potenza posteriori (il surround oppure i canali di altezza) può essere utilizzata per alimentare dei diffusori in una seconda zona. L’uscita HDMI 1 è compatibile col canale di ritorno audio (ARC). A fianco degli ingressi digitali “tradizionali”, ottici e coassiali, c’è perfino un’uscita digitale ottica, una rarità.

A fianco degli ingressi analogici si trova la presa per l’antenna FM. Le uscite di potenza prevedono 11 coppie di boccole a vite per cavi spellati, ciascuna con un proprio codice colore; ogni boccola ha pure un tappo rimovibile per consentire l’utilizzo di connettori a banana. Delle due uscite HDMI, la prima è compatibile ARC; il sintoampli di Anthem non compie alcuna elaborazione sul segnale video, ma si comporta a tutti gli effetti come un “pass-through” tra le sorgenti e il monitor. Accanto alla presa ethernet per il collegamento in rete, è presente una porta USB tipo A, uguale all’altra inserita dietro lo sportellino frontale, che è però utile esclusivamente per aggiornare il firmware.

MRX-1120 permette di collegarsi in rete anche tramite Wi-Fi e consente la gestione di una seconda zona; infatti, è presente la relativa uscita preamplificata su RCA, ed è possibile riconfigurare i canali posteriori surround o di altezza per installare i diffusori nella seconda zona. La macchina è inseribile all’interno di un rack non in vista (come accessori sono in vendita le staffe) e sul retro c’è un ingresso jack per un sensore a infrarossi aggiuntivo; per il collegamento a sistemi di controllo custom ci sono un’uscita trigger a 12 V con jack e una porta seriale RS-232 a 9 poli, e in ogni caso l’interfacciamento è possibile anche via IP.

Una vista di dettaglio della massiccia aletta di raffreddamento, spalleggiata da una generosa ventola.

Gli accessori in dotazione includono un telecomando retroilluminato con le batterie, l’antenna FM, le due antenne per il Wi-Fi, il cavo di alimentazione e il kit ARC, che è formato da un microfono USB con clip, uno stand telescopico, un cavo USB e un cavo di rete CAT5. Dal punto di vista delle funzionalità, l’apparecchio ha un numero molto ristretto di elaborazioni dei segnali audio e implementa DTS Play-Fi, un sistema per lo streaming di contenuti musicali su dispositivi compatibili, mediante un’app per smartphone e tablet, tramite la quale si possono riprodurre brani in alta risoluzione, fino a 192 kHz/24 bit, sfruttare le piattaforme a pagamento come Tidal, Spotify, Amazon Music, Qobuz e altre, oltre a offrire l’accesso a dispositivi DLNA. L’apparecchio si può controllare mediante un’app per smartphone, Anthem MRX Remote 2, ma anche con uno smart speaker compatibile con Alexa, l’assistente di Amazon.

Precisione, potenza e controllo

Svolgo la sessione di prova installando l’amplificatore nel mio impianto: ho una configurazione in 6.1 con dei diffusori B&W per un salotto non particolarmente ampio. Integro i canali di altezza mancanti – anteriori e posteriori – con quattro satelliti di un kit Kef presi in prestito in redazione, con estrema felicità della consorte, la quale si ritrova altoparlanti e cavi di potenza sparsi ovunque. Procedo al setup della macchina, non prima di eseguire un aggiornamento del firmware, poiché il modello arrivato in prova non monta l’ultima versione. Per l’aggiornamento bisogna preparare una memoria USB, con il file contenente il firmware nella cartella principale, e collegarla a una delle due porte del MRX-1120; qualche minuto di pazienza e l’aggiornamento è completo. I menu sono abbastanza spartani, noto dalle varie configurazioni di diffusori visibili nelle impostazioni che il “surround back” singolo non è supportato, pertanto andrò a verificare il comportamento sul campo con un sistema 5.1.4.

Il menù principale visualizzato sul TV.
L’app per il controllo del sintoamplificatore installata su un iPhone ha la medesima grafica di quella per Android.
L’app DTS Play-Fi permette l’accesso ai principali servizi di streaming musicale e ai brani presenti nel dispositivo e in rete locale via DLNA.

Nel frattempo, installo su un PC portatile l’applicazione “ARC Genesis” scaricata dal sito Anthem dedicato e monto il microfono USB sul piedistallo in dotazione. L’applicazione permette di scegliere tra la modalità automatica e quella professionale, nel caso in cui si abbia necessità di modificare i parametri (la scelta è molto granulare) prima delle misurazioni. Per proseguire, l’applicazione richiede il numero di serie del microfono, necessario per scaricare via Internet il file di calibrazione. Ho scelto la modalità automatica per praticità, ma devo ammettere che ho dovuto tribolare un po’ prima di riuscire a far dialogare l’applicazione con l’amplificatore.

La soluzione è stata scollegarlo dall’alimentazione, poiché, dopo l’aggiornamento del firmware e nonostante il ciclo di accensione, ARC Genesis non lo riconosceva più in rete. In seguito alla selezione della macchina, occorre scegliere la configurazione dei diffusori e iniziare la misurazione. Sullo schermo del computer (esiste anche la versione per Android e iOS, N.d.R.) è indicato il punto in cui porre il microfono per svolgere ognuno dei cinque cicli di misurazione. Durante l’operazione, sono visibili i grafici della risposta in frequenza di ogni singolo canale. Al completamento dell’elaborazione dei dati si arriva in un sommario delle rilevazioni, con possibilità di vedere le singole curve, generare un report in formato PDF e caricare le correzioni sul sintoamplificatore.

Discreto il telecomando in dotazione, che è retroilluminato; per il controllo del sintoamplificatore, si può usare anche l’app “Anthem MRX Remote 2”.

L’apparecchio, utilizzando i menù dello stesso, offre la possibilità di memorizzare quattro differenti correzioni, pure con diverse configurazioni dei diffusori, e di scegliere quale applicare sul singolo ingresso; ci si può sbizzarrire abbastanza con le combinazioni. La gestione dei bassi è impostata automaticamente, ma è comunque possibile intervenire sui parametri. Superata questa fase di configurazione, vissuta con un po’ di ansia per la pace condominiale, dato il rumore abbastanza intenso degli impulsi per le misurazioni – il vicino di casa mi ha chiesto se stessi giocando a “Space Invaders”, scatenando la mia ilarità -, inizio la visione di alcuni Blu-ray 4K con le tracce audio “giuste”, come ad esempio “Jumanji – Benvenuti nella giungla” e “Star Wars: L’ascesa di Skywalker”, che hanno l’audio originale codificato in Dolby Atmos.

Il primo è molto coinvolgente, con il saltuario rullo dei tamburi che risalta, controllatissimo; nei passaggi più concitati – un esempio su tutti, la carica dei rinoceronti – nonostante l’impatto devastante, si ha sempre l’impressione del massimo controllo, nessuna sbavatura del messaggio sonoro. La stessa cosa succede con “L’ascesa di Skywalker”, in cui la resa dinamica e la direzionalità degli effetti – esplosioni e passaggi di astronavi soprattutto – mi trasporta letteralmente al centro dell’azione. Ottimo pure l’audio originale di “Blade Runner 2049”, che è riprodotto in modo sontuoso e si riescono a cogliere anche i dettagli più sottili.

Per un test con il DTS:X inserisco nel lettore il disco 4K di “Jurassic World – Il regno distrutto”, che ha la traccia originale Master Audio; anche in questo caso, dinamica da vendere e qualità della riproduzione molto elevata. Come titolo musicale, per saggiare il sintoampli Anthem ho scelto il Blu-ray “Roger Waters The Wall”, un film-concerto molto bello e ricco di effetti speciali, che sfrutta in modo intelligente il Dolby Atmos. Devo confessare che scegliendo i DSP Dolby Surround (che sfrutta tutti i canali disponibili dell’Atmos) o DTS Neural:X per le tracce audio di altri film Dolby Digital o DTS, rispettivamente, si aggiunge molto all’esperienza di ascolto e visione, rendendo tutto più credibile: per esempio, in alcune scene di pioggia ho avuto la netta impressione che stesse davvero piovendo in casa.

Confrontando l’ascolto con e senza la correzione ambientale, si nota che il suono cambia completamente: con la correzione occorre alzare un po’ il volume, perché toglie circa 5-6 dB, ma l’intervento che risalta maggiormente è quello sulla gamma bassa, che al posto di vibrazioni e risonanze fa percepire bassi perfettamente controllati e “asciutti”, assieme a una gamma medio-alta più rifinita. Pure l’ascolto di alcuni brani mediante uno degli ingressi analogici, utilizzando il mio sistema Daphile con DAC di Resonessence Labs, dimostra la raffinatezza del trattamento del suono svolto dalla macchina di Anthem: le voci sono ben definite, il palcoscenico virtuale è ampio e risoluto. Diana Krall in “Besame mucho”, estratto da CD, è là di fronte a me, ben al centro della scena; i virtuosismi vocali della bravissima Diane Schuur, nel duetto con il nostro Riccardo Cocciante in “I’d fly”, “liquefatto” da CD, sono da brividi.

Come pure gli estratti da “Riding with the king” di Eric Clapton con B.B. King e da “Hotel California” degli Eagles in formato DVD-Audio, danno l’impressione di quanto l’amplificazione sia in grado di lavorare bene sui segnali stereo, esaltandone dettaglio, nitidezza e timbrica. Il test con DTS Play-Fi si è dimostrato meno semplice del previsto: a parte l’installazione dell’app su uno smartphone Android 10, che di per sé è banale, se non ci si ricorda di accendere con un certo anticipo il sintoamplificatore, com’è capitato al sottoscritto, occorre addirittura riavviare il router.

Il microfono.
L’applicazione ARC Genesis richiede il numero seriale del microfono per scaricare il file di calibrazione personalizzato in fabbrica da Anthem stessa.

Questo perché, appena installata, con l’Anthem rilevato in rete anche da spento, l’app richiede un aggiornamento specifico del firmware, ma, tentando di applicarlo, l’operazione è fallita e il dispositivo è sparito da quelli utilizzabili. Superata questa impasse, col riavvio del router il sintoamplificatore torna individuabile e finalmente si riesce a completare l’aggiornamento. L’app consente di inviare alla macchina lo streaming proveniente da una serie di servizi in Rete, come i classici Spotify, Tidal, Amazon Music, Deezer e tanti altri, i file musicali presenti nello smartphone oppure navigare tra i server DLNA presenti in rete locale.

Durante le misurazioni vengono visualizzare le curve di emissione rilevate.
Al completamento dell’elaborazione dei dati è possibile visualizzare i dettagli rilevazioni, prima di inviare la calibrazione al sintoamplificatore.

Con lo smartphone ho potuto selezionare i brani da un NAS Western Digital compatibile DLNA ma ogni volta che sceglievo un brano, appariva un messaggio “server temporaneamente non disponibile”; invece, con un server Serviio installato su PC, tutto funzionava correttamente. In un successivo tentativo, ho installato l’app su un tablet con sistema operativo Android 9: stavolta la riproduzione ha funzionato anche col servizio DLNA del NAS, quindi posso immaginare che si tratti di un problema dell’app su Android 10.

Laddove nella rete locale ci siano altri dispositivi compatibili Play-Fi, si possono definire altre zone e farle suonare pure con contenuti diversi. Nel frattempo ho installato su PC Windows anche l’applicazione Play-Fi nella versione gratuita, che ha diverse limitazioni; quando è attiva, invia l’audio direttamente alla periferica Play-Fi compatibile, sostituendo anche l’audio di sistema del computer. La qualità della riproduzione è molto buona, anche con campionamento in qualità CD; un peccato che non sia possibile l’ascolto di brani DSD. Discreto il telecomando retroilluminato.

Le misure

Nei test effettuati in stereofonia l’erogazione di questo integrato è notevole ed eccede i dati di targa (140 watt per canale per THD 1%, mentre la nostra CCL è stata condotta per una distorsione massima dello 0,6%), come si evince a colpo d’occhio dalla ripidità della salita delle curve di carico limite e dall’ottimo esito della tritim su carico capacitivo; risultati notevoli anche perché non ottenuti con la riduzione di massa e volume consentiti dalla classe D (la risposta in frequenza a DSP escluso, in modalità pienamente analogica, tocca infatti -3 dB a 190 kHz e ovviamente è indifferente al carico). In multicanale (con i 5 canali principali pilotati) il comportamento è ancora dinamicamente notevole, per treni d’onda brevi si raggiungono 168/253/327 watt per canale su 8/4/2 ohm, con curve di decadimento che comunque consigliano di non scendere sotto i 4 ohm di modulo minimo dei diffusori. Buona anche l’estensione di banda ottenibile con segnali PCM, che a 192 kHz di Fs raggiunge i 60 kHz a -3 dB, nonché la linearità di conversione ai bassi livelli, testimoniata dallo spettro del tono puro a -70 dB. Il jitter è molto moderato, e la sua già non alta energia risiede soprattutto a frequenze infrasoniche.
misure a cura di Fabrizio Montanucci

Conclusioni

L’Anthem MRX-1120 è uno dei sintoamplificatori multicanale dal suono più raffinato che abbia mai ascoltato, tanto è vero che pure in configurazione stereo suona divinamente, ma c’è un “però”.

Se la qualità del suono rappresenta il grande valore aggiunto dell’apparecchio, la complessità della configurazione ne è, però, il tallone d’Achille: ARC Genesis è un software indubbiamente ben fatto e dalle potenzialità impressionanti, ma ritengo più orientato a professionisti dell’installazione, oppure a veri appassionati. Il prezzo di listino è impegnativo, ma rispecchia le eccellenti caratteristiche soniche dell’apparecchio: una macchina da musica per palati esigenti.

Marco Meta


Ci è piaciuto

• Ottima gestione codifiche “a oggetti”
• Potenza dell’amplificazione
• Qualità audio, anche in stereo

Non ci è piaciuto

• Menu piuttosto spartani
• Opzioni poco immediate per non addetti ai lavori
• Limitazione del numero di elaborazioni audio


Anthem MRX-1120
Sintoamplificatore integrato 11.2
Distributore per l’Italia: Audiogamma SpA, Via Pietro Calvi 16, 20129 Milano. Tel. 02 55181610 – Fax 02 55181961. www.audiogamma.it
Prezzo (IVA inclusa): euro 4.199,00

Caratteristiche dichiarate dal costruttore
  • Potenza massima: 140 W per canale (da 1 a 5, 8 ohm, THD 1%), 60 W per canale (canali rimanenti, 8 ohm, THD 1%).
  • Impedenza diffusori: 6-8 ohm.
  • Uscita massima (THD <0,1%): 4,2 Vrms; subwoofer 5,2 Vrms.
  • Risposta in frequenza (2 V, -0,25 dB): 10÷31k Hz; analog-direct 10÷48k Hz.
  • Rapporto S/N: 110 dB (pesato A, rif. 2 V).
  • Connessioni: 6 ingressi HDMI 2.0a, 2 ingressi HDMI 1.4/MHL, 2 uscite HDMI, 5 ingressi RCA stereo, 3 ingressi digitali ottici, 2 ingressi digitali coassiali, 1 uscita digitale ottica, 2 uscite pre stereo (linea e Zone 2), uscite pre 11,2 canali, presa cuffie su jack da 6,3 mm, Wi-Fi 802.11, ethernet, uscita RS232, uscita trigger 12 V.
  • Dimensioni (LxAxP): 439x165x375 mm.
  • Peso: 14,5 kg

Author: Redazione

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