Magnetar UDP900

La ricerca del Sacro Graal dei formati digitali è finita?

Il lettore universale, la sorgente in grado di leggere tutti i formati digitali dando libertà di gestire video e audio, è una sorta di Sacro Graal per gli appassionati. Come il mitologico calice è oggetto di assidua ricerca da parte di molti amanti del suono e delle immagini da tempo immemore. Audiofili che al pari dei cavalieri templari, di Indiana Jones e dei Monty Python, lo inseguono in un mercato spesso avaro di soluzioni. “Solo i meritevoli…” recita l’ammonimento nella leggenda… Il produttore che maggiormente si è avvicinato a realizzare un apparecchio in grado di soddisfare i più esigenti è stato Oppo Digital. Il costruttore sinoamericano per poco più di un decennio ha realizzato alcuni player a cui dare in pasto dischetti, o bit in generale, senza avere timore di ricevere un messaggio di diniego. I modelli più evoluti permettevano persino la conversione D/A multicanale, rara alternativa alle prestazioni degli A/V receiver non sempre lusinghiere. Qualche anno fa però i perfidi signori del marketing hanno deciso che sarebbe stato meglio produrre solo telefonini. È stata la fine di una storia di successo e l’inizio di una nuova caccia per molti appassionati.
I francesi di Magnetar possono ora darci una nuova opportunità. Il termine si ispira all’astronomia, nella fattispecie con la crasi dei termini inglesi magnet e star che indica una stella di neutroni in grado di produrre un fortissimo campo magnetico. Nel piccolo universo dell’audio casalingo si tratta però del nome che un costruttore OEM, attivo da una ventina di anni, ha scelto volendo riempire la “nicchia tecnologica” lasciata vacante da Oppo. Produce due interessanti lettori e l’UDP900 oggetto di questa prova è il suo modello di vertice, una sorgente che punta a vincere molte sfide.

Nella zona in basso a destra, sotto il display, è presente la tastiera per azionare il lettore e navigare nei menù. Sotto, c’è una presa USB per i contenuti A/V e la presa cuffia.

Progetto e costruzione

Ad un primo sguardo l’UDP900 potrebbe sembrare un Oppo UDP-205 riconfezionato ma in realtà le cose non stanno proprio così. Le similitudini tre le due sorgenti sono molte e alcuni dettagli tecnici farebbero supporre (senza nessuna conferma) ad una collaborazione con i progettisti della precedente avventura. Il layout interno è certamente simile ma se andiamo a vedere meglio le PCB sono diverse così come sono cambiati alcuni componenti. Il lettore Magnetar non riprende tutte le caratteristiche degli Oppo, anche se si tratta sempre di una sorgente dotata di uscite analogiche stereo bilanciate, sbilanciate e pure multicanale. È stata presa in considerazione l’opportunità di utilizzare il PC come sorgente (via USB-B) ma manca l’ingresso HDMI che permetteva agli Oppo di impiegare le uscite analogiche multicanale con il computer. In sostanza l’UDP900 sembra essere stato concepito con ambizioni superiori e la cosa che maggiormente lo distingue è la qualità costruttiva. Questo lettore è una corazzata da quasi sedici chilogrammi, solida e pesante, realizzata con larga profusione di alluminio.

Le connessioni prevedono l’interfacciamento digitale via S/PDIF, ottico e coassiale, e via HDMI. In questo caso ci sono due uscite, una audio/video e una dedicata solo all’audio. Volendo quindi si possono mandare le immagini direttamente ad un TV o un proiettore senza dover passare per l’amplificatore. Il set di connessioni stereo e 7.1 sono separati come i circuiti all’interno dell’apparecchio. Di ottima qualità i connettori.

Il frontale, ad esempio, è spesso ben 1,6 centimetri e mostra un disegno a scacchi in cui si alternano grigio e nero a formare quattro aree. Al centro c’è il cassetto per i dischetti mentre il riquadro in alto a destra è dedicato al display in matrice di punti. I fianchi sono sempre in alluminio ma sembrano verniciati a polvere e sono spessi ben otto millimetri. Fanno da guida per l’innesto del coperchio che a sua volta è molto solido grazie allo spessore di cinque millimetri.

Su questo stesso pannello è praticata una fresatura appena accennata che segna in bassorilievo il nome del marchio. L’interno mostra una cura costruttiva che sarebbe giusto esporre piuttosto che celare. Le schede sono ottimamente realizzate, a 6 e 4 layer a seconda della funzione, con maschera nera e con immersione in bagno d’oro. Le sezioni circuitali sono separate e alcune sono coperte da schermatura metallica, sagomata e ben rifinita. Non si vedono cavi e quando ci sono vengono raccolti e inguainati con calza estensibile.

In pratica tutto è ordinato come sotto il cofano di una moderna auto di lusso. Il telaio è ottenuto con parti in lamiera piegata da circa due millimetri. Due longheroni dividono idealmente lo spazio in tre settori. Nella zona centrale è collocata la meccanica di lettura, una Sony KEM-481AAA sospesa su quattro ammortizzatori a molla e, nonostante preveda di per sé una copertura in plastica, è ulteriormente protetta da una cover metallica su cui è impresso il logo Magnetar. L’alimentazione presenta separazioni per le varie sezioni circuitali e nella porzione di sinistra ne trova posto una buona parte con il filtro antidisturbo in ingresso. È racchiusa anch’essa da una cover metallica schermante, con una finestra circolare che lascia vedere la calotta del trasformatore toroidale.

L’interno è estremamente ordinato e rifinito. Le sezioni circuitali seguono un layout logico e che ricorda quello dell’Oppo UDP-205. Le schede sono di pregio ed è prevista una schermatura elettromagnetica per alcune componenti.

Questo ha una potenza di 60 watt ed è avvolto con conduttori oxygen free. Anche qui è presente il simbolo dell’azienda. Le sezioni dell’alimentazione specifiche per il segnale audio trovano spazio sulla scheda stereo che è sulla destra. La bella PCB nera include inizialmente un ponte raddrizzatore, elettrolitici Elna Audio Grade da 8.200 microfarad e regolatori di tensione con dissipatori dedicati. Tale scheda assomiglia a quella degli estinti Oppo, non fosse altro per le linee bus di massa in rame e il colore nero della maschera. Ad uno sguardo più attento però evidenzia numerose differenze di layout e componenti.

Al centro è collocato il DAC ES9038PRO, rinomato convertitore top di gamma a otto canali utilizzabili in parallelo in quartetti per avere prestazioni superiori in stereofonia. Annesso c’è l’oscillatore a 100 MHz posto molto vicino al DAC per ridurre il jitter. Poco distante c’è il ricevitore USB che è basato su chip XMOS XU208. La sezione di uscita analogica segue in pratica tre percorsi paralleli che distinguono il segnale bilanciato e quello sbilanciato. Spiccano come già detto i due bus di massa realizzati con barra di rame solido, condensatori a film metallico Wima, elettrolitici Elna Silmic e operazionali OPA1602 Sound Plus di Texas Instruments, specifici per uso audio grazie a bassissimi livelli di rumore e distorsione.

La meccanica è di derivazione Sony ed è schermata da un contenitore metallico (rimosso nell’immagine). Poggia su quattro ammortizzatori per evitare problemi di lettura dovuti a vibrazioni.

La sezione multicanale è su un’altra scheda, posta dietro la meccanica, ed è basata su un secondo convertitore sempre prodotto da ESS Technology, in questo caso l’ES9028PRO con stadi di uscita affidati ai medesimi operazionali sopra citati. Al di sotto della scheda stereo ce n’è un’altra, difficile da ispezionare ma facilmente individuabile come la sezione video (il cui cervello è un chip MediaTek MT8581, a 4 core e logica a 64 bit) e di controllo visto che in corrispondenza sul pannello posteriore c’è una uscita HDMI audio/video più un’altra dedicata solo all’audio. In corrispondenza abbiamo anche la presa RJ45 per rete LAN mentre non sono previste comunicazioni wireless, probabilmente per timore di interferenze.


Note d’uso

Un simile prodotto si presta a molti utilizzi e abbiamo pensato di effettuare un test a “più mani” coinvolgendo altri colleghi di redazione. Un modo per approfondire diversi aspetti dell’apparecchio in base alle attitudini dei nostri redattori.

In estrema sintesi, questo lettore è in grado di riprodurre tutti i formati fisici, CD, Blu-ray Ultra HD, DVD (anche audio) e SACD stereo e multicanale. Può essere anche il player per memorie esterne grazie agli ingressi USB-A frontale e posteriore. Non è uno streamer specializzato ma ha funzioni di rete e via LAN può attingere a contenuti su NAS. Inoltre grazie alla compatibilità DLNA, SMB e NFS permette l’uso come render, quindi riproduttore per applicazioni multimediali attraverso dispositivi mobili. Si possono utilizzare quelle più diffuse (BubbleUPnP, Mconnect e via dicendo) visto che non è stata (ancora?) sviluppata una applicazione proprietaria per tale scopo.

L’UDP900 si può interfacciare in digitale via HDMI con processori A/V ma anche via S/PDIF e ottica. Un punto di forza è poi l’ottimo convertitore multicanale, una caratteristica purtroppo sempre più rara (come rari sono i sistemi di amplificazioni con entrate analogiche 7.1) ma che può offrire un’alternativa di maggiore qualità agli stessi processori A/V. Il set di uscite specifiche stereo è stato ancora più curato, dotato sia di collegamenti bilanciati che sbilanciati e sulla carta ha prestazioni superiori alla già buona sezione multicanale. Sfruttando la connessione informatica USB-B è in grado di convertire file stereo PCM fino a 384 kHz e 32 bit e DSD fino a 256x.

All’atto pratico l’UDP900 si è comportato in maniera egregia nella lettura di tutti i formati attraverso i supporti ottici. La meccanica ha il cassettino “leggerino” e in una stanza molto silenziosa, ad essere pignoli, un po’ si sente girare. La lettura di file multimediali è stata perfetta anche da hard disk riproducendo persino formati non “ufficiali” come Blu-ray rippati o file SACD ISO che solitamente sono riconosciuti solo in ambiente informatico. Attingendo al NAS domestico da rete LAN invece tali modalità non sono state (stranamente) possibili ma c’è da suppore che i prossimi aggiornamenti firmware risolveranno il problema. Di contro però l’UDP900 ha riprodotto tramite rete contenuti audio multicanale PCM e DSD che molte altre sorgenti invece non sono in grado di leggere.

Il telecomando

La regolazione del volume è risultata poco sfruttabile nel pilotaggio diretto di un finale. Il livello di uscita era elevato già ad un valore tra 0 e 10 su scala fino a 100 rendendo l’utilizzo poco praticabile se non con molta cautela. In HDMI si è potuto sfruttare tutto il range disponibile anche se in tale modalità è più logico ed efficace impiegare il volume del ricevitore.


Conclusioni

Grazie a Magnetar è nuovamente disponibile un player multiformato di alta qualità. L’UDP900 è un lettore performante e molto versatile costruito in maniera impeccabile. È in grado di diventare l’unica sorgente di un impianto audio/video di alto livello riuscendo a trattare immagini e suoni con notevoli prestazioni, davvero soddisfacenti. Una macchina di valore e complessità che ha mostrato durante la prova tutte le sue potenzialità. Include la quasi totalità delle funzioni necessarie oggigiorno tralasciandone solo alcune la cui importanza è puramente soggettiva. Per molti sarà la fine della ricerca.

Andrea Allegri


Alcune misure

Famiglia di curve di risposta in frequenza rilevate con segnale PCM a 192 kHz al variare del filtraggio digitale impostato. L’estensione in gamma ultrasonica è praticamente la stessa per tutti i filtri, eventuali differenze percepite saranno quindi ascrivibili solo al diverso comportamento nel tempo.
Per verificare l’omogeneità del residuo di jitter passando da musica liquida a supporti fisici abbiamo confrontato quello generato da un DVD-Video in modalità 96/24 con l’equivalente segnale applicato all’ingresso USB, ottenendo risultati effettivamente molto simili. Quello qui riportato è relativo al DVD-V 96/24.

Le misure complete della sezione audio possono essere lette su AudioReview 461 di febbraio 2024


Il video? Ancor più universale…

Avere tra le mani un apparecchio di questo livello, oltretutto provvisto di una flessibilità d’uso fuori dal comune, non è cosa che capita tutti i giorni, quindi ho cercato di diversificare il più possibile gli scenari di prova del lettore. L’ho collegato alla rete locale e ad un sintoamplificatore fornito di una configurazione di diffusori compatibile Dolby Atmos, via HDMI e con le uscite analogiche sbilanciate, sia in stereo, sia multicanale, per poi selezionare alla bisogna l’ingresso utile, mentre come “monitor” ho impiegato un TV OLED.

Il DAC USB dell’UDP900 decodifica anche le tracce DSD a campionamento ottuplo (DSD512), mentre nelle specifiche il massimo dichiarato è il quadruplo (DSD256).

Quanto alle caratteristiche fisiche dell’apparecchio, non ho nulla da eccepire: la costruzione è solidissima, i suoi quasi 16 chilogrammi di peso sono ben distribuiti e trovo gradevole la finitura spazzolata a due toni del frontale. Il display è scarno (però non è una novità per i prodotti della categoria), fornisce pochissime indicazioni e costringe all’utilizzo del TV, cosa un po’ noiosa se, ad esempio, si utilizza il riproduttore multimediale integrato per l’ascolto di musica liquida. Una volta acceso, la pagina principale dell’apparecchio presenta opzioni molto simili a quelle dei lettori Oppo, come altrettanto simile è la pagina delle impostazioni.

Per la prima fase di prove dedicate a video e audio per l’home theater, dato che ho previsto di iniziare con i titoli in 4K HDR, ho configurato l’uscita video in modalità nativa, evitando il passaggio attraverso l’elaborazione del lettore; per quanto riguarda l’audio, ho impostato l’uscita digitale in bitstream per usufruire del segnale originale. Sono partito dal protagonista delle mie prove video, cioè “Sopravvissuto: The Martian”, che il lettore riproduce con immagini molto stabili, ben definite e dall’ottima resa cromatica; c’è un poco di grana fine sugli sfondi compatti, ma è un gran bel vedere.

La traccia originale 7.1 in DTS-HD Master Audio decodificata dall’amplificatore è molto avvincente. Prima di inserire nel lettore il disco di “Avengers: Endgame” eseguo le impostazioni dei diffusori per configurare l’uscita analogica multicanale, inserendo le distanze dei singoli diffusori dal punto d’ascolto, cosa che trovo strana viste le consuete possibilità offerte da tempo su ampli e sintoampli A/V attraverso un microfono e la comodità della calibrazione automatica. Segnalo che, durante questa procedura, non sono riuscito a far riprodurre al lettore il segnale di test, presumibilmente il comportamento è annoverabile tra i cosiddetti “bachi” del firmware iniziale.

Il lettore permette di memorizzare e scegliere tre diverse configurazioni dei parametri video.

Le immagini sono molto convincenti, con una profondità che le rende quasi tridimensionali, mentre sono ottime le tonalità dell’incarnato ed è assolutamente buono il dettaglio alle basse luci; l’audio originale in Dolby Atmos è molto coinvolgente e rifinito, ma seleziono l’ingresso multicanale del sintoamplificatore per ascoltare la resa della traccia italiana in Dolby Digital Plus 7.1 decodificata, con discreta efficacia, dal chip ES9028PRO che equipaggia il lettore. Con l’edizione 4K di “Avatar” la resa cromatica è di altissimo livello, il quadro luminoso e dettagliato, l’audio originale Dolby Atmos in digitale spettacolare; la traccia Dolby Digital in italiano attraverso l’uscita analogica si fa ascoltare piacevolmente.

Non ci sono informazioni sull’elettronica dedicata all’elaborazione video, ma poiché è possibile impostare la risoluzione di uscita, provo a vedere come si comporta il lettore con qualche titolo in Blu-ray e alcuni DVD ormai attempati. Inizio proprio da questi ultimi, più esattamente con “The Fifth Element”, DVD nella versione americana Regione 1 in NTSC che risale ormai ad oltre un quarto di secolo fa (come passa il tempo), e mi permette di verificare la capacità di leggere supporti di regioni diverse dalla nostra (l’Italia corrisponde a Regione 2).

Sfruttando la massima capacità di conversione, il lettore lo porta in 4K/50 Hz e devo ammettere che, nonostante l’assenza di sofisticate elaborazioni e l’evidenza del rumore video su sfondi compatti come il cielo, le immagini hanno una resa cromatica sufficiente e sono molto godibili. Sostituisco il supporto col DVD “The Bourne Ultimatum”, in formato PAL stavolta, ma l’uscita video in 4K non mi convince e utilizzo la conversione in 1.080p: i colori sono sufficienti e il risultato complessivo più che accettabile. Proseguo col DVD di “Chi ha incastrato Roger Rabbit”, utilizzando la stessa conversione 1.080p, poiché in 4K la porzione di animazione introduce un eccesso di artefatti sulle linee verticali durante i movimenti veloci. Anche in questo caso c’è una leggera granulosità che, però, non influisce negativamente sulla visione; sufficiente la resa cromatica.

Imposto nuovamente la risoluzione di uscita su 4K e inserisco il Blu-ray di “Oblivion”, che è tra i titoli che utilizzo come riferimento per le prove. La qualità già elevata delle immagini viene ulteriormente migliorata dai 24 fps, che producono una resa cromatica molto naturale, come ad esempio nel caso dell’incarnato, un contrasto ben regolato, rumore video ridottissimo e una precisione dei dettagli impressionante, cui si aggiunge l’ottima resa della traccia originale DTS-HD Master Audio 7.1; pure quella in italiano, codificata DTS High Resolution 7.1, si difende bene. Un altro disco di riferimento è “The art of Flight”, che anche a 1.080p presenta immagini luminose, abbastanza sature e con bassa incidenza di rumore video; eccellente la traccia Dolby TrueHD 7.1 fatta decodificare al sintoamplificatore. Col disco de “Il Cavaliere Oscuro” e l’uscita video impostata su “4K24p” i dettagli alle basse luci sono sottotono ed il rumore video sugli sfondi compatti è evidente, ma la resa complessiva è abbastanza buona. Utilizzando una sintesi al limite del lapalissiano, migliore è la qualità di partenza, migliore sarà il risultato finale che si potrà ottenere con l’UDP900.

Durante l’ascolto in analogico si può selezionare uno dei diversi filtri disponibili e modificarne il ritardo.

Posso affermare che il caricamento dei dischi Blu-ray non è dei più fulminei che mi sia capitato di vedere tra i tanti lettori che ho provato; nei momenti di pausa delle colonne sonore è distintamente avvertibile il rumore della meccanica di lettura con i supporti Blu-ray 4K. Completati i test di visione, passo a quelli di ascolto: riprendo alcuni DVD-Audio che tenevo da parte da molto tempo e imposto nella configurazione dell’apparecchio la modalità per la lettura di questi dischi. Seleziono l’ingresso multicanale del sintoamplificatore e carico il supporto di “Harvest”, scegliendo la riproduzione Surround 5.1 ad alta risoluzione: grande presenza della gamma bassa, priva di qualsiasi colorazione, molto chiara la voce di Neil Young. L’attacco di “Blackest Eyes” da “In absentia” dei Porcupine Tree in versione 5.1 è devastante per potenza e dettaglio, tanto quanto la versione stereo.

Magnifico l’audio multicanale del DVD-Audio di “Hotel California” degli Eagles; davvero buona la resa della versione stereo ad alta risoluzione, esaltata dal DAC ES9038PRO che alimenta le uscite analogiche dedicate dell’apparecchio. A chiudere con i supporti fisici, inserisco nel lettore il SACD di Sting, “Sacred Love”, che offre un’ottima resa dall’uscita stereo sbilanciata, mentre della traccia multicanale via HDMI inspiegabilmente non viene riprodotto il canale destro posteriore. Lo stesso comportamento lo rilevo anche con un altro SACD, “The Best of Play Bach” del Jacques Loussier Trio: in pratica dal canale posteriore destro si sente uno schiocco, il classico “bump”, e nulla più, mentre gli altri diffusori suonano correttamente. Ho riscontrato il medesimo problema se si riproduce una traccia “liquida” in DSD 5.1 via rete col player multimediale integrato, mentre nulla di tutto questo accade se si utilizza, ad esempio, un file multicanale in formato FLAC. Ho trovato anche un altro “bug”, questo più trascurabile, che consiste nella visualizzazione di un’informazione errata durante la riproduzione dei SACD: malgrado la selezione dello strato a 2 canali nelle impostazioni audio del lettore, sullo schermo, alla riga “Channel Type”, le informazioni di riproduzione riportano sempre “Multi CH 2.8 MHz”, mentre il segnale in uscita è, però, quello corretto in stereo.

Probabilmente questi strani comportamenti sono dovuti al firmware un po’ acerbo. Il riproduttore multimediale permette di sfogliare le risorse condivise da NAS o PC sulla rete locale via protocollo DLNA, oppure accedendo alle condivisioni SMB con le credenziali, che possono essere inserite se necessario. Allo stesso modo si sfogliano le cartelle presenti sui dispositivi USB connessi alla porta frontale o alla posteriore. Ho provato a riprodurre vari file MKV con tracce audio in Dolby Atmos, Dolby True HD, DTS HD Master Audio, tutte inoltrate via HDMI all’amplificatore senza problemi. Le sensazioni che ho avvertito con l’ascolto delle diverse tracce musicali in formato FLAC e DSD, anche in versione multicanale 5.1, sono le medesime riscontrate con i supporti fisici, cioè grande controllo delle basse frequenze e alte cristalline. In queste modalità (rete o USB) si possono riprodurre tracce PCM fino a 192 kHz/24 bit e DSD64. Le tracce DSD128 vengono riprodotte, ma il flusso dati trasmesso su HDMI è ricampionato in PCM a 176,4 kHz/24 bit. Da ultima, la prova di utilizzo come DAC USB, che ho collegato ad un PC con Daphile: il riconoscimento è stato automatico, e configurato per il DSD nativo ha permesso perfino l’ascolto di alcune tracce di test DSD512, non si ferma al DSD256 come descritto nelle specifiche.

L’uscita analogica stereo propone un suono caratterizzato da una gamma bassa molto neutra, senza colorazioni, un registro medio dettagliato, che definirei “setoso” e una gamma alta chiara e precisa. In generale, ottima l’immagine e la profondità del palcoscenico virtuale. Durante la riproduzione è possibile scegliere fra cinque diversi filtri ed impostare il ritardo per ciascuno di essi, ma, onestamente, non ho percepito differenze eclatanti tra l’uno e l’altro. Da quanto riportato sul manuale d’uso, il controllo del volume è operativo sull’uscita cuffia quando si utilizza il DAC USB integrato; ho potuto appurare che la regolazione agisce anche sull’uscita HDMI, oltre che sulle uscite analogiche stereo e multicanale. Non ho compreso come mai, invece, sia inattivo sull’uscita cuffie quando si riproduce un supporto fisico, ad esempio un SACD. Il telecomando è realizzato abbastanza bene, ma a mio giudizio i tasti sono troppo piccini e la (bella) rifinitura satinata eccessivamente scivolosa: si rischia l’effetto “saponetta bagnata” se non si ha la presa ben salda. Per attivare la retroilluminazione della tastiera occorre premere il tasto dedicato, mentre sarebbe stata auspicabile, invece, la presenza di un sensore di movimento o di prossimità.
Marco Meta


Magnetar UDP900

Lettore multiformato
Distributore per l’Italia: Audiogamma S.p.A., Via Nino Bixio 13, 20900 Monza (MB). Tel. 02 55181610 – www.audiogamma.it
Prezzo di listino: euro 3.499,00 (IVA inclusa)

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
  • Dischi compatibili: UHD Blu-ray, Blu-ray, Blu-ray 3D, DVD-Video, DVD-Audio, AVCHD,SACD, CD, Kodak Picture CD, CD-R/RW, DVD±R/RW, DVD±R DL, BD-R/RE.
  • Uscite digitali: Ottica, Coassiale e HDMI.
  • Formati audio: 192 kHz PCM fino a 7.1 canali, DSD 5.1 canali.
  • Uscita video HDMI: 4K / 1.080P / 1.080I / 720P / 576P / 576I / 480P / 480I.
  • Uscite audio analogiche: 7.1 canali RCA, 2 canali RCA e XLR.
  • Risposta in frequenza: 20 Hz-20 kHz (±0,3 dB).
  • Rapporto S/N: maggiore di 120 dB (canali stereo RCA); maggiore di 130 dB (canali stereo XLR).
  • TND+N: maggiore di 0005%.
  • Livello di uscita: 2,1±0,2 Vrms (RCA), 4,2±0,4 Vrms (XLR).
  • Range dinamico: ≥120 dB (canali stereo RCA); (canali stereo XLR).
  • Risoluzione: ≥110 dB (canali stereo RCA); ≥140 dB (canali stereo XLR).
  • Dimensioni: 445x321x133 mm.
  • Peso: 15,5 kg

Author: Redazione

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