Optoma UHD40

Un altro esempio di proiettore capace di regalare grandi soddisfazioni ad un prezzo meravigliosamente contenuto

Faccio sempre più fatica a capire “la gente”. Mi riferisco all’atteggiamento del cosiddetto grande pubblico nei confronti della videoproiezione che è, a mio avviso inspiegabilmente, solo una modesta nicchia di mercato quando meriterebbe di avere un peso significativamente maggiore. Se le mie scelte personali in fatto di alta fedeltà e home theater non possono essere assunte come “tipiche”, vi posso assicurare che ho una famiglia (quasi) normale, i cui membri il sabato sera in pizzeria si scambiano poche parole e passano più tempo col cellulare in mano che senza. In questo senso siamo tristemente normali. E credo che in questa normalità rientri anche il fatto che dopo cena ci piaccia rilassarci guardando assieme qualcosa in TV, che può essere qualche scempiaggine di basso livello, ma anche un bel film o una serie TV da divorare compulsivamente. In casa aspettiamo tutti l’arrivo della seconda stagione di “Lost in Space” o la terza di “Stranger Things”. Normalità. E ci piace andare al cinema. Potessimo andare tutte le settimane, davvero lo faremmo. I miei figli, fortunati, danno per scontato che l’atmosfera del cinema, il coinvolgimento del grande schermo, i piccoli riti “propiziatori” che precedono l’inizio del film, ma anche il modo di assistere allo spettacolo, ove ogni interruzione è sgradita, si possa replicare a piacimento anche in casa. Danno tutto questo per scontato perché quando ho potuto acquistare il primo VP ancora nemmeno conoscevo la ragazza che poi sarebbe diventata mia moglie. Il proiettore in casa c’è sempre stato. Mi rendo conto che all’epoca del primo acquisto si trattava di una scelta economicamente impegnativa, che poteva essere normale solo per uno impallinato, come oggi può essere un televisore di grossissima diagonale o un VP 4K nativo. Ma davvero trovo incomprensibile che si rinunci al piacere regalato dal proiettore quando il costo di una macchina Full HD è dell’ordine delle centinaia di euro e quello di un piccolo gioiello come l’Optoma UHD40 si aggira su strada a poco più di mille. Potendo spendere di più si può avere di più, molto di più. Converrete con me che in ambito hi-fi quel quid per cui si è disposti ad investire consistenti somme di denaro spesso è quasi impercettibile per il non audiofilo, che comunque apprezza la musica ben riprodotta da un impianto di fascia media. Così in campo video, anche se le prestazioni non sono allo stato dell’arte, il divertimento che un proiettore come quello in prova può garantire è apprezzabile davvero da tutti. Mi rendo conto di stare scrivendo più una Mollus pro domo cinematografica sua che la recensione dell’UHD40, ma quando mi trovo a provare questi apparecchi non riesco a trattenermi dal voler comunicare a tutti quanto possa essere gratificante averne uno in casa.

Caratteristiche e funzionalità

L’Optoma UHD40 è un videoproiettore DLP “vobulato”. Traduzione: l’apparecchio utilizza una matrice in risoluzione nativa Full HD (nella fattispecie un chip DMD da 0,47”), ma riesce a simulare la risoluzione 4K traslando meccanicamente la matrice di 1/2 pixel verticalmente ed orizzontalmente, riuscendo ad offrire una risoluzione percepita superiore a quella reale. Non è un vero 4K, ma una soluzione intelligente concepita per contenere i costi rispetto ad un sistema in risoluzione 4K nativa, soluzione la cui efficacia pratica è però prepotentemente palese. Forse può sembrare strano pensare ad una immagine finale ottenuta come “sovrapposizione” di due “quadri” leggermente sfalsati. Ma la tecnologia DLP in fondo genera i colori sull’occhio e non sullo schermo, riproducendo in rapida sequenza le tre componenti R, G e B delle immagini separatamente. La vobulazione in fondo fa nello spazio quello che la matrice DMD e la ruota colore (qui a 6 segmenti) fanno nel tempo. Nella sua semplicità l’apparecchio offre tutto quello che serve.

Il parco connessioni è composto da una VGA/component, 2 HDMI, una uscita audio digitale S/PDIF e una uscita audio analogica mini-jack. Un trigger, una presa di ricarica USB ed una porta seriale completano la dotazione.

Il sistema ottico non è motorizzato; purtroppo ci toccherà regolare zoom e fuoco con le nostre mani… Scherzi a parte, è ovvio che difficilmente una macchina di questo livello verrà abbinata a schermi con rapporto d’aspetto variabile quindi avere l’ottica motorizzata non sarebbe servito a nulla. Invece una caratteristica utilissima che qui non manca (ma che non è sempre presente in tutti i modelli di pari livello) è lo shift verticale, la regolazione che ci permette di far salire e scendere l’immagine rispetto all’asse dell’ottica per adattarla alle condizioni di installazione, che in questo caso sono strettamente vincolanti solo per quanto riguarda la collocazione orizzontale della macchina rispetto allo schermo, la cui posizione è centrale rispetto all’obiettivo.

Sul dorso dell’apparecchio, al centro, sono raccolti i tasti di controllo. L’ottica, manuale, è dotata di un comodo shift verticale.

Molto interessante e non molto comune è la possibilità di selezionare il colore dell’area utilizzata per la proiezione, utile nel caso di uso estemporaneo su una superficie non bianca. Il menu è sufficientemente completo per l’utente di riferimento, che trova fra l’altro anche tre banchi di memoria per le impostazioni. Tra le modalità video ce n’è anche una per la simulazione dell’HDR. Le possibilità di intervento sulla colorimetria sono ben adeguate, anche in questo caso come è giusto che sia, al target di riferimento (non si lavora su più livelli di segnale ma su uno solo).

Si accede alla lampada rimuovendo parte della copertura superiore (ed un sigillo di garanzia). Le modalità di utilizzo della lampada sono tre: luminoso (durata 4.000 ore), dinamico (15.000 ore) ed eco (10.000 ore).

Vi potrà sembrare strano, ma ho apprezzato il fatto che in presenza di segnali HDR non sia possibile modificare la modalità video. Personalmente lo trovo perfettamente logico: l’HDR è uno standard in cui i parametri dell’immagine sono rigorosamente definiti (teoricamente anche il livello luminoso è “scritto” nel software); quindi le varianti che a volte troviamo nei menu di alcuni apparecchi, tipo “HDR cinema”, “HDR pinco pallo”, a me danno più fastidio che altro. C’è comunque la possibilità di selezionare risposte più o meno luminose e che diano maggior risalto ai dettagli alle basse luci. Semmai avrei gradito la compatibilità con lo standard HDR HLG; questa mancanza non preclude la fruizione dei contenuti UHD trasmessi con questo standard, perché la risoluzione non viene persa. Quello che si perde è l’effetto HDR, molto importante nei TV ma di impatto più limitato nei proiettori a causa della loro limitata luminosità.

Il piccolo telecomando, ergonomicamente modellato e dotato di efficace retroilluminazione, è comodo e pratico e offre pieno controllo sull’apparecchio.

La visione

Nella prova dell’apparecchio ho davvero esagerato: quasi tre metri di base dello schermo per 130” di diagonale. Confesso che sono partito così più per pigrizia che altro, collocando l’apparecchio alle spalle del divano senza mettermi a spostare nulla. Mi ero detto: se le cose non andassero bene provvederò ad una sistemazione migliore. Ma devo dire che l’idea di rimettere mano alla configurazione non mi è mai passata per la testa, nemmeno per un attimo. La luminosità è sufficiente, il dettaglio anche e il coinvolgimento è al top! La dimensione dello schermo è imponente, sembra quasi di essere in una delle sale “minori” di un cinema multisala di quartiere. Il bello è proprio questo: non c’è televisore al mondo capace di regalare tanto in termini di immersività, alla quale contribuisce non poco anche un minimo sindacale di impianto audio. La differenza tra 4K vobulato e 2K nativo è palese: maggior dettaglio, maggior microrilievo, maggiore piacevolezza. Non è una semplice sensazione ma una maggior qualità oggettivamente percepibile. Il livello del nero è ben lontano da quello che si può ottenere con i proiettori di fascia alta, l’effetto HDR non è particolarmente marcato (ma consideriamo anche lo schermo grande usato per il test), la silenziosità è discreta, un po’ di luce filtra dalle feritoie di ventilazione. Ma sono tutti peccati veniali. La colorimetria di fabbrica non è disprezzabile, l’effetto rainbow quasi impercettibile, la gestione del movimento è del tipo nature, quella che rispetta il judder del 24p. L’upscale dei contenuti in SD è meglio lasciarlo fare alla sorgente. Quello che conta è che durante la visione ci si abbandona al contenuto dimenticando il contenitore.

Conclusioni

Potrei lasciare serenamente in bianco lo spazio riservato alle conclusioni… Credo che l’entusiasmo che la prova dell’UHD40 ha suscitato in me lasci intendere chiaramente quanto positivo possa essere il riscontro che abbiamo avuto. La macchina offre praticamente tutto quello che serve unitamente ad un livello prestazionale a mio avviso molto buono; il coinvolgimento del grande schermo ci fa passare volentieri sopra ai piccoli limiti della macchina, congeniti per la fascia di prezzo allettante in cui l’apparecchio si colloca.

di Mario Mollo

 


Ci è piaciuto:

  • La visione dei contenuti 4K è di buon livello grazie alla vobulazione
  • I piccoli difetti si dimenticano facilmente in virtù del piacevole e coinvolgente risultato complessivo

Non ci è piaciuto:

  • Il livello del nero è un po’ elevato, lo scaler è di fascia media
  • Manca la compatibilità HLG

Distributore per l’Italia: Esprinet S.p.A., Via Energy Park 20, 20871 Vimercate (MB). Tel. 02 404961 – www.esprinet.com
Prezzo: Euro 1.299,00 con garanzia ufficiale italiana

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

  • Dimensione matrice: 0,47”
  • Luminosità: 2.400 lumen
  • Rapporto di contrasto: 500.000:1
  • Fattore di zoom: 1,3
  • Rapporto di proiezione: 1,21-1,59
  • Dimensione dello schermo: 34,1-300”
  • Durata della lampada: 4.000 ore (Luminoso), 15.000 ore (Dinamico), 10.000 ore (Eco)
  • Audio: 2×5 W
  • Livello rumore: 25 dB (tipico)
  • Dimensioni (LxAxP): 392,6×281,6×118,4 mm (senza piedini), 392,6×281,6×129 mm (con piedini)
  • Peso: 6,5 kg

Author: Redazione

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