Denon Heos Bar

Voce nuova per il televisore

Dialoghi ed effetti speciali, ma anche musica di qualità e funzionalità di diffusione, servizi di streaming e connettività: come riprodurre l’audio di un film e passare in un soffio a distribuire musica in tutta casa.

Immagine e suono, il binomio inscindibile in cui viviamo immersi e che rappresenta il principale elemento della nostra interazione con il mondo a noi esterno, è tanto “normale” nelle sue occorrenze naturali quanto impegnativo da riprodurre nella sua piena, ricca complessità: nonostante gli indubbi miglioramenti delle due componenti video ed audio che, partendo dalle fotografie, statiche e mute, e dalle registrazioni su tamburo di cera ci hanno portato all’UHD da sala cinematografica con l’associata corte di diffusori, infatti, la ricostruzione di un campo sonoro realmente convincente, ossia “come quello che ascolto in eventi reali”, è ancora la parte più debole del prodotto audiovisuale. Prova ne siano le continue proposte di sistemi multicanale sempre più complessi (soprattutto in termini di quantità di diffusori), costosi ed anche difficilmente proponibili per ambienti domestici.

Se, infatti, in una sala cinematografica gli spazi sono pensati proprio per la funzione di riproduzione audio-video ottimale, le cose diventano inevitabilmente più complicate quando si passa al soggiorno di casa, o anche alla sala cinema, ovvero ad un ambiente che offre al più una frazione del volume di una sala cinema, con in più i vincoli relativi all’arredamento, alla occupazione di spazio. Per non parlare del costo.

Così, pur essendo disponibili da parecchio tempo, i sistemi Home Cinema rimangono appannaggio degli appassionati che pur di soddisfare il proprio incontenibile desiderio estetico-tecnico di cinema in casa progettano la ristrutturazione dei locali o costruiscono parti di arredamento pensate per alloggiare e nascondere cavi ed accessori.
E comunque l’impresa non è facile perché 5, 7 o più sistemi di altoparlanti rappresentano massa ed ingombri non indifferenti, tanto dal punto di vista estetico quanto sotto il profilo economico.

I miglioramenti tecnologici hanno, poi, semplicemente acuito la questione perché, se è vero come è vero che i televisori hanno raggiunto livelli di accuratezza e qualità video di rilievo assoluto, la dotazione audio tipicamente associata non è neanche lontanamente comparabile.
Ed il divario tra immagine e suono anziché colmarsi ed arrivare a convergenza continua ad approfondirsi.
Una possibile soluzione venne originariamente elaborata da Altec alla fine degli anni ’90, proprio nella forma di ciò che sarebbe poi divenuta la soundbar, un compatto contenitore in cui sono alloggiati vari driver pilotati da un sistema DSP che simula attraverso opportuni sfasamenti l’installazione di diffusori fisici.

Aperta la strada, come sempre, iniziano le rielaborazioni ed i perfezionamenti e lo striminzito, spigoloso, acido audio del televisore viene sostituito da voci ricche e rotonde, dialoghi cristallini ed effetti speciali di adeguato spessore.
Il settore appare evidentemente promettente (magari proprio per la discrepanza tra qualità video ed audio di cui sopra) tanto da spingere, un paio di anni fa, anche un’azienda come Denon che da decenni si occupa di elettroniche multicanale di alto livello a sviluppare la propria interpretazione del concetto sotto il marchio HEOS appositamente definito.
Ed è un’interpretazione particolare che alla funzione di base affianca funzionalità di diffusione audio via rete e connettività a 360 gradi.

È una soundbar ma per quanto riguarda la dotazione di ingressi somiglia ad un amplificatore Home Cinema anche se di classe entry: le quattro porte HDMI supportano il protocollo in versione 2.0a, e quindi lasciano passare i contenuti 4K, con l’HDCP 2.2 ed eventuali altri player collegabili soltanto fisicamente possono utilizzare le due prese audio digitali e quella analogica, mentre per smartphone, tablet e dispositivi wireless ci sono i due canali Wi-Fi e Bluetooth attivati dai relativi pulsanti. Ottima la decisione di prevedere anche una presa RJ45 data la non completa affidabilità del collegamento senza fili.

L’oggetto

Nonostante la definizione geometrica fissata dal termine “bar” implichi una certa mancanza di duttilità, riflettendola sull’estetica ad essa strettamente correlata, il risultato visuale degli sforzi del designer è di sicuro impatto, un po’ per il metro abbondante di lunghezza che la rende idonea compagna anche di pannelli di grandi dimensioni, ma parecchio per l’aspetto affusolato poco intrusivo dovuto alla struttura prismatica della superficie.
Non è un parallelepipedo, insomma, anzi quando guardata da diverse angolazioni mostra curve e modulazione della superficie che la rendono leggera e piacevole, in entrambe le collocazioni per cui è progettata, in appoggio o a parete.

La struttura è robusta e poggia, per l’installazione su ripiano, su due piedini facilmente rimovibili rivestiti in gomma così da rendere difficile lo scivolamento: le asole per i piedini vengono utilizzate anche per l’installazione a parete, operazione facilitata dalla dima presente nella confezione.
I comandi ridotti all’essenziale ammontano ai due pulsanti per la regolazione del volume affiancati da quello per il muting: per il pieno controllo dell’apparecchio, infatti, è previsto l’uso di una app in versione Android e iOS, in alternativa al piccolo e compatto telecomando fornito in dotazione che semplifica la gestione del sistema mediante la definizione di sei macro ciascuna delle quali seleziona l’ingresso, la modalità surround, il volume, l’enfatizzazione del dialogo e rende disponibile tutto il pacchetto di impostazioni alla pressione di un singolo pulsante.

La soundbar di HEOS è stata pensata come sistema audio completo ancorché dal basso impatto ambientale e come tale offre una dotazione di ingressi del tutto adeguata alle esigenze di un moderno impianto Home Cinema: per questo il pannello dei connettori posto sul retro ospita quattro porte HDMI in versione 2.0a che supportano l’HDCP 2.2 adatte ai segnali 4K, l’uscita HDMI ARC per il collegamento al display, ma anche gli ingressi audio ausiliari tanto in versione analogica quanto nelle due forme digitali ottica (Toslink) ed elettrica (coassiale S/PDIF) ed una porta USB cui può essere collegato qualsiasi supporto di memoria purché formattato FAT32.
Siccome quella attuale è l’era delle comunicazioni radio, l’elegante apparecchio integra anche due canali senza fili, un Wi-Fi ed un Bluetooth, con varie opzioni di configurazione e riproduzione, controllati dai due pulsanti collocati sul pannello.

Dato che l’impiego nativo è come partner di un display, e dato che il posizionamento su ripiano con ottima probabilità oscura il ricevitore del telecomando di questo, la barra dispone di un sistema ricevitore anteriore-trasmettitore posteriore che ritrasmette i segnali del telecomando TV ed aggira l’ostacolo.
Non c’è display sull’apparecchio, nonostante la quantità di funzioni e regolazioni disponibili, per questo i progettisti hanno previsto un’interfaccia utente basata sul codice di colori emessi da quattro LED (Verde, Rosso, Blu, Giallo) nascosti da finestre comodamente visibili in entrambe le posizioni di installazione (due finestre); alcuni di questi codici sono, poi, ripetuti anche dal LED abbinato al pulsante di connessione del pannello posteriore.

La soundbar di HEOS è un prodotto sofisticato, non un semplice sostituto degli altoparlanti del televisore, perciò è configurata come un vero e proprio sistema audio 3.0 con un canale centrale affiancato dai due principali destro e sinistro: ciascuno di essi è un due vie biamplificato, ovviamente in tecnologia digitale. Nel contenitore ci sono perciò sei amplificatori digitali, sei driver midwoofer e tre tweeter, uno schieramento che si fa sentire ed apprezzare tanto con la musica pura quanto con l’audio del video.
Come sistema audio 3.0, la barra è motorizzata da una sezione DSP capace di elaborare il campo sonoro multicanale in tecnica virtuale, ovvero rielaborando le tracce della sorgente così da poterle riprodurre con tre diffusori, ma può anche essere il centro di un vero e proprio sistema 5.1: in questo caso, ovviamente, è necessario aggiungere il subwoofer ed i diffusori posteriori.

Le opzioni per il posizionamento sono due: in orizzontale appoggiata sui due supporti, o in verticale. Alle estremità del mobile si notano i condotti di accordo.

I formati multicanale riconosciuti sono praticamente tutti quelli normalmente impiegati nella produzione di Blu-ray e DVD, dunque Dolby TrueHD, DTS-HD Master, Dolby Digital, Dolby Digital Plus e DTS; alla decodifica dell’audio del video la barra affianca la decodifica di vari formati audio puri: WMA (max 192 kbps), AAC ed MP3 (max 320 kbps), FLAC, WAV e ALAC (max 24 bit/192 kHz) e DSD 5,6 MHz.
Le eventuali immagini associate ai file musicali fanno da sfondo al player audio integrato (di qualità molto buona) purché nei formati JPG, PNG, BMP e GIF.
A queste caratteristiche che definiscono il concetto di soundbar, quella in esame affianca anche la connettività di rete che ne permette l’integrazione nel sistema audio domestico, inteso letteralmente come sistema di diffusione in ogni ambiente della casa.

Il software

La configurazione ed il controllo della soundbar, così come la riproduzione dei file musicali, sono affidati al software da installare sullo smartphone (o anche sul tablet), l’app HEOS liberamente scaricabile.
Una volta installata, la configurazione del sistema può essere completata in vari modi, collegando il cavetto audio in dotazione all’uscita cuffia dello smartphone e seguendo la procedura guidata, ma anche premendo il pulsante Connect sul pannello posteriore in associazione con il WPS dell’Access Point.
Quale che sia la via seguita, al termine dell’installazione la barra comparirà nell’elenco dei dispositivi e sarà possibile scegliere la riproduzione del lettore collegato ad uno degli ingressi HDMI oppure della musica tramite il player interno.
Nel secondo caso, i file audio possono essere prelevati dallo stesso smartphone oppure da una pennetta collegata alla porta USB, così come da qualunque macchina disponibile sulla rete.

Oltre ai contenuti di proprietà, il player può riprodurre anche stream forniti da servizi quali Spotify, TuneIn, Tidal, Napster, SoundCloud, Deezer ed Amazon Music, tutti direttamente accessibili dalla schermata iniziale dell’app, dalla quale è possibile selezionare anche l’ingresso, scegliere il server di rete o accedere alla playlist ed allo storico delle riproduzioni.
Ed ora giochiamo!
L’installazione del software sul telefono e della soundbar sulla rete scorrono veloci e senza problemi, ma la cosa sarà diversa quando installerò il sistema 5.1.
L’app è abbastanza intuitiva, si capisce al volo come riprodurre dalla rete o dagli ingressi: la lettura dei brani dalla rete non presenta problemi, il sistema decodifica quasi qualunque cosa (i formati più utilizzati) e la riproduzione è fluida.

Le regolazioni durante l’uso sono ridotte al minimo, soltanto alti e bassi, ma il sistema di controllo funziona bene, come dimostra la regolazione dei bassi che possono diventare incisivi senza incertezze o rimbalzi strani: certo, non c’è il punch di un driver più sostanzioso, ma il tono è energico e tirato, godibile e soddisfacente. E comunque nettamente superiore a qualsiasi diffusore integrato nel TV (compresi quelli esterni a più vie montati in pochi modelli di anni recenti che suonano bene ma non hanno questo spessore).
È comunque interessante osservare come una sorgente di dimensioni tutto sommato limitate possa produrre un volume di suono così grande. Volume nel senso geometrico, di definizione spaziale; altezza e larghezza confrontabili con quelle dell’ambiente di visione. La profondità soffre un pochino al confronto, ma è ragionevole aspettarselo visto che è generata esclusivamente per via software e non da driver fisici.

La dimensione fisica del campo sonoro è aiutata parecchio dalla sua definizione spaziale, dalla precisione dei suoni che arrivano da posizioni ben definite e facilmente individuabili: è questo che permette al nostro sistema uditivo di costruire un’immagine stabile e, quindi, di delimitarne i contorni.
Nonostante le piccole dimensioni dei tweeter non noto sovraesposizione della parte alta dello spettro, né tantomeno le asprezze e gli spigoli tipici della banda: al contrario colpisce la morbidezza dei suoni anche in forza del notevole bilanciamento tonale che mette sullo stesso piano di rilevanza acuti e bassi in un mix molto piacevole senza distinzione di genere musicale.

La presenza del canale Bluetooth è un bonus che si fa apprezzare perché aggiunge flessibilità ad un sistema già parecchio sfaccettato: oltre a collegare il telefono o il tablet, possiamo utilizzare questo link anche con il PC, il che viene bene mentre si lavora, ovvero perché il computer è equipaggiato con il player preferito e magari pure ottimizzato. Non è un’applicazione fantascientifica ma aggiunge qualcosa di utile, anche perché con la stessa tecnica si utilizza il sistema 5.1.

Pur essendo completamente e proficuamente controllabile tramite l’app, la barra di HEOS viene fornita con un telecomando, piccolo e carino ma del quale non si sente la necessità perché la quantità di funzioni accessibili da qui è ovviamente molto limitata ed i pulsanti presenti non fanno che duplicare quelli già presenti nel software. Che tra l’altro è praticamente obbligatorio utilizzare, sempre che non si voglia utilizzare sempre lo stesso ingresso e sempre lo stesso profilo di ascolto.

Riquadro multicanale

Visto che in redazione era ancora presente la coppia di diffusori HEOS 1, di cui si è parlato nel numero 390 di agosto, assieme al subwoofer la tentazione di provare un sistema 5.1 era comprensibilmente forte. Ed infatti non ho resistito!
La logica su cui si basa l’idea è semplice: collego i singoli componenti alla rete, cablata o wireless, li importo nel software di gestione, li raggruppo… et voilà!
Come spesso avviene però, tra il dire ed il fare c’è di mezzo qualche asperità, in questo caso rappresentata dal campo Wi-Fi che evidentemente nel mio ambiente di ascolto non è così omogeneo ed i diffusori entrano ed escono dal catalogo dei dispositivi visti dall’app.
Alla fine la cosa si è risolta collegando alcuni diffusori con il cavo ed altri alla rete estesa prodotta da Extender appositamente installato: credo che sia proprio per evitare situazioni di questo tipo che nel catalogo HEOS compare anche un Extender Wi-Fi. In ogni caso, come sempre del resto, la miglior soluzione è rappresentata dal collegamento cablato alla rete, perché semplicemente con questo si evitano interferenze e zone d’ombra.
La configurazione quindi prevede soundbar, subwoofer e due diffusori posteriori, che nel caso in questione erano gli HEOS 1 ma potrebbero, almeno fino a prova contraria, essere qualunque altro modello del costruttore.

Il funzionamento in multicanale “vero”, cioè non simulato, è ovviamente più preciso che non con i soli algoritmi di reindirizzamento della barra, cosa facilmente spiegata dalla presenza dei due ulteriori diffusori fisici!
Le peculiarità della barra ovviamente escono fuori anche in questa applicazione: volume sonoro, equilibrio timbrico e neutralità, potenza e precisione e a queste si associano l’impatto prodotto dal subwoofer, che sottolinea e rifinisce quando necessario, e la più ampia profondità generata dai due piccoletti (nel nostro caso) posteriori. In particolare, il sub appare equilibrato ed asciutto, non c’è quell’effetto “impastamento” spesso caratteristico di prodotti abbinati alle soundbar, e l’energia è sufficiente a restituire un punch nettamente percepibile, di arricchimento.

Le gamme media ed acuta, servite tanto dalla barra quanto dagli HEOS 1, anche se come canali di ambienza i due posteriori sono sollecitati con contenuti più limitati, sono ricche e, contrariamente a quanto ci si potrebbe legittimamente aspettare date le dimensioni limitate dei driver presenti nei tre diffusori, senza troppi spigoli e durezze. Anzi, soprattutto in gamma media rileviamo una timbrica di spessore ed una soltanto leggera sovraesposizione, forse dovuta alla concezione originariamente associata alla riproduzione audio del video della barra che, inoltre, fungendo da diffusore principale veicola la frazione maggiore dell’energia fornita dal sistema.

Conclusioni

Acquistato il televisore 4K con HDR e magari una qualche versione di Quantum Dot e colorimetria eccellente, è abbastanza un peccato non riuscire a godersi il 100% di un buon film a causa dell’audio striminzito, quello che riproduce le esplosioni come miserevoli colpi su una scatola di cartone e fa perdere la pienezza alle voci: la soundbar è tra le possibili soluzioni quella a costo quasi sicuramente più contenuto, anche se, nel caso di HEOS, ci voglio pur sempre 1.100 euro. Che però sono spesi bene perché il miglioramento è tangibile e soddisfacente.
C’è poi il plus di un sistema aperto che può crescere nel tempo e permettere di sonorizzare l’intero appartamento con audio di buona qualità disponibile a una grande varietà di sorgenti; oppure può diventare un sistema multicanale 5.1 che se la cava bene con i film ed anche con la musica pura; o può essere entrambe le cose.
Certo, in questo caso la spesa diventa più sostanziosa, ma se si considera che un sistema 5.1 tradizionale con prestazioni comparabili necessita di un amplificatore decente, di una coppia di diffusori principale, un centrale, due posteriori ed un sub, si arriva a costi forse poco differenti da quello della proposta HEOS. Ma con tutti gli ingombri e la complessità di installazione dei cinque diffusori. Se questo è il caso, vale la pena farci un pensierino.

Giancarlo Corsi


Ci è piaciuto

  • La dotazione di ingressi
  • La qualità audio
  • La flessibilità di impiego

Non ci è piaciuto

  • Qualche legnosità del software

Carta d’identità

  • Marca: Denon
  • Modello: Heos Bar
  • Tipo: soundbar
Caratteristiche principali dichiarate
  • Canali: destro, sinistro, centrale.
  • Amplificazione: 6 canali, digitale.
  • Altoparlanti: 6 midwoofer, 3 tweeter.
  • Connettività: Wi-Fi, Bluetooth.
  • Connettori: 4 HDMI 2.0a, Toslink, S/PDIF, audio analogico, porta USB.
  • Formati audio: DSD, FLAC, WAV, ALAC, MP3, WMA, AAC.
  • Decodifica multicanale: Dolby TrueHD, DTS-HD Master Audio, Dolby Digital, Dolby Digital Plus, DTS.
  • Dimensioni: 72×1.100×148 mm.
  • Peso: 4,8 kg

Distribuito da: Audiogamma, Via Pietro Calvi 16, 20129 Milano. Tel. 02 55181610 www.audiogamma.it


Pagella Denon Heos Bar

  • Prestazioni: Audio di ottimo livello, effetti ambientali equilibrati e precisi. 9
  • Possibilità operative: Grande flessibilità grazie ai canali Wi-Fi e Bluetooth ed al consistente numero di ingressi.  9,5
  • Costruzione: Design originale e di notevole spessore, materiali di ottima qualità. 9,5
  • Rapporto qualità/prezzo: Molto buono, commisurato alle qualità del prodotto. 8,5

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