Il posizionamento dei diffusori surround

Proseguendo nella nostra “rivisitazione” degli argomenti che più di frequente spaventano (o più tranquillamente interessano) gli appassionati di home theater meno esperti, cerchiamo stavolta di affrontare il tema del corretto posizionamento nell’ambiente d’ascolto dei diffusori destinati a riprodurre i diversi canali audio di un impianto home theater.

La posizione dei surround ai lati del punto d’ascolto è raccomandabile soprattutto con diffusori ad emissione “dipolare”.

La posizione dei surround ai lati del punto d’ascolto è raccomandabile soprattutto con diffusori ad emissione “dipolare”.

La premessa è sempre la solita: fedeli allo scopo di questa rubrica, proviamo a fornire qualche semplice indicazione pratica ai neofiti, senza spaccare il capello in quattro ma allo stesso tempo senza rinunciare ad un minimo di “giustificazione teorica” delle indicazioni e dei suggerimenti in questione. Nelle conversazioni con i parenti, amici e lettori che cominciano appena ad accostarsi al mondo dell’home theater ma che spesso hanno una qualche dimestichezza con l’alta fedeltà “stereofonica”, capita sovente di cogliere un certo scetticismo circa l’effettiva utilità della riproduzione audio multicanale ai fini di un intrattenimento domestico appagante.

Con diffusori ad emissione frontale è preferibile una posizione leggermente arretrata rispetto al punto d’ascolto.

Con diffusori ad emissione frontale è preferibile una posizione leggermente arretrata rispetto al punto d’ascolto.

Se per quanto riguarda il video la qualità ottenibile dai supporti e dalle apparecchiature consumer attualmente in commercio, pur notevole e in continuo miglioramento, è ancora lontana dall’eguagliare l’esperienza di una “vera” sala cinematografica,  per l’audio  è già oggi possibile ottenere tra le mura domestiche una qualità e un realismo comparabili, se non addirittura superiori: questo genere di affermazione, specie se proveniente da un addetto ai lavori “disinteressato” (ovvero che non si accinge a vendere alcunché), è quasi sempre in grado di far breccia nell’incredulità del neofita, ma nessuna spiegazione “ex cathedra” potrà mai essere efficace quanto una dimostrazione pratica.

Con un impianto “7.1” le cose si fanno più complicate: i diffusori di surround sono 4!

Con un impianto “7.1” le cose si fanno più complicate: i diffusori di surround sono 4!

Una volta convinto il principiante assoluto circa la necessità dell’audio multicanale, ci si trova quasi sempre di fronte a domande sul posizionamento dei diffusori, e in particolare quelli di “surround”, all’interno di ambienti “reali” (salotti, soggiorni, mansarde e stanze di volume, forma e arredamento assai diversi), che molto raramente si adattano con facilità alle condizioni “ideali” e alle indicazioni generiche contenute in molti manuali d’uso; d’altra parte, proprio l’estrema “variabilità” degli ambienti e delle condizioni d’uso rende assai difficile stabilire standard e regole davvero efficaci ed esaustive.

Un suggerimento della Dolby per una sistemazione ad angolo: una soluzione da adottare solo se non se ne può fare a meno.

Un suggerimento della Dolby per una sistemazione ad angolo: una soluzione da adottare solo se non se ne può fare a meno.

Tuttavia, con un bagaglio minimo di conoscenze e, all’occorrenza, un po’ di immaginazione e qualche sperimentazione, chiunque potrà trovare una sistemazione soddisfacente per i suoi diffusori. Vediamo innanzitutto a che servono tutti questi diffusori: un moderno impianto home theater può comprenderne fino a sette più il subwoofer (da qui la sigla “7.1”), anche se la configurazione di gran lunga più diffusa è quella con due diffusori frontali, uno centrale, due surround e il sub (5.1); in unione al resto dell’impianto (e in particolare alla sezione di decodifica contenuta nell’amplificatore DVD o nel lettore), questi diffusori permettono all’ascoltatore di fruire al meglio dei programmi multicanale contenuti nei DVD-Video, nei DVD-Audio o nei Super Audio CD; si tratta delle colonne sonore dei film o di programmi musicali che sono stati registrati, “mixati” e “codificati” in modo da contenere informazioni “spaziali” (ovvero riguardanti la provenienza dei suoni) molto più dettagliate rispetto a quanto avviene con la tradizionale stereofonia; una volta decodificate e riprodotte correttamente nell’ambiente d’ascolto, queste  informazioni consentono all’utente finale di “immergersi” in maniera molto convincente e realistica nella ricostruzione dell’evento sonoro, essendo in grado ad esempio di seguire la direzione di volo di un aereo che arriva da dietro le nostre spalle ancora prima che compaia sullo schermo, oppure di percepire l’ambienza e i riverberi di una grande sala da concerto, oltre alla precisa posizione dei musicisti sul palco: si tratta insomma non di effetti creati a bella posta per attirare l’attenzione sulle nuove tecnologie, ma di informazioni che arricchiscono davvero l’esperienza d’ascolto e possono essere sfruttate dagli artisti per rendere più efficaci e coinvolgenti i loro lavori.

Così come per i diffusori frontali, anche per i surround si possono sperimentare diverse distanze dalle pareti per trovare la migliore “interazione” con l’ambiente.

Così come per i diffusori frontali, anche per i surround si possono sperimentare diverse distanze dalle pareti per trovare la migliore “interazione” con l’ambiente.

Il tecnico del suono che prepara la colonna sonora di un film o lavora ad un disco da pubblicare in Super Audio CD e che miscela i suoni indirizzandoli verso i diversi canali a disposizione deve naturalmente avere un’idea di quello che l’utente finale ascolterà, e quindi controlla il risultato del suo lavoro attraverso un impianto di riproduzione multicanale, in tutto simile al nostro; sembrerebbe allora una buona idea quella di adottare una disposizione dei nostri diffusori simile a quella di questo ipotetico tecnico del suono; a parte le considerazioni sull’assenza di uno standard universalmente accettato e sulle limitazioni logistiche poste dagli ambienti domestici, rimarrebbe comunque il problema relativo alla resa acustica di un ambiente domestico, diversa (e in modo imprevedibile) da quella di un ambiente appositamente progettato per la produzione audio. Meglio allora farsi guidare dal buon senso, cercando di “adattare” alle proprie esigenze le configurazioni proposte dalle varie guide e manuali. Le principali “filosofie” per la scelta e il posizionamento dei diffusori di surround in un impianto 5.1 sono sostanzialmente due: la prima, codificata in uno standard della ITU (International Telecommunications Union) prevede l’uso di diffusori “a radiazione frontale”, possibilmente identici a quelli frontali e a quello centrale, da sistemare insieme a questi su un’ipotetica circonferenza tracciata intorno al punto d’ascolto principale, per ricreare un fronte sonoro posteriore ben definito, esattamente nel modo previsto dal tecnico del suono di cui sopra; questa filosofia è “sposata” da diverse etichette che producono Super Audio CD, e a detta di numerosi osservatori sembrerebbe garantire risultati migliori con il software multicanale di natura musicale; la seconda filosofia, sposata in buona sostanza dalla Dolby e dalla THX di George Lucas, si propone invece di utilizzare i diffusori di surround (anche del tipo ad emissione “dipolare”) per ricreare un fronte sonoro più diffuso e “avvolgente”, più adatto a riprodurre l’ambienza e gli effetti sonori delle colonne sonore cinematografiche in modo simile alle “batterie” di diffusori che equipaggiano le migliori sale odierne.

In pratica, visto anche l’elevato numero di variabili in gioco, è possibile ottenere buoni risultati con ogni “combinazione” delle due filosofie e del materiale da riprodurre. Passiamo dunque in veloce rassegna alcune delle disposizioni possibili, tenendo conto che il criterio principale dovrebbe essere quello di posizionare i diffusori di surround  in modo che il nostro sistema uditivo non sia in grado di individuarli con precisione: sarà dunque meglio evitare in ogni caso di posizionarli troppo vicini al punto d’ascolto e “puntati” precisamente verso di esso.

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I diffusori ad emissione “dipolare” hanno altoparlanti disposti sui due lati, collegati tra loro in modo che in una certa gamma di frequenze si produca un effetto di “cancellazione” proprio davanti al diffusore.

I diffusori ad emissione “dipolare” hanno altoparlanti disposti sui due lati, collegati tra loro in modo che in una certa gamma di frequenze si produca un effetto di “cancellazione” proprio davanti al diffusore.

Nella mia personale esperienza, la sistemazione dei surround sulle pareti laterali, a metà strada tra il punto d’ascolto e il soffitto in senso verticale e allineati con il punto d’ascolto in senso longitudinale (nel caso di diffusori ad emissione dipolare) o leggermente spostati verso  la parete di fondo (nel caso di diffusori ad emissione frontale), fornisce buoni risultati nella maggior parte dei casi; se il supporto a parete del diffusore consente di orientarne l’emissione, potremo sperimentare un po’, provando per esempio ad indirizzare progressivamente l’emissione verso la parete di fondo, verificando ogni volta l’efficacia del nuovo orientamento con l’ascolto di software multicanale musicale e cinematografico.

Se questa “prima scelta” non è praticabile nel nostro ambiente, potremo ripiegare per il posizionamento sulla parete posteriore, sempre più in alto del punto di ascolto, cercando la posizione che garantisca la massima “simmetria” sia rispetto al punto d’ascolto (eventuali differenze in tal senso si possono correggere a posteriori, ma solo fino a un certo punto, aggiungendo un opportuno ritardo temporale attraverso la sezione di decodifica multicanale) sia rispetto alle pareti laterali (quello della “massima simmetria destra-sinistra” dovrebbe essere un  criterio guida anche per il posizionamento dei diffusori frontali, al fine di ottenere una scena acustica bilanciata e credibile). Se nemmeno questa soluzione fosse praticabile nel nostro ambiente, potremo sperimentarne altre, ad esempio utilizzando dei piedistalli, o addirittura (nei casi davvero “impossibili”) impiegando diffusori di piccola taglia montati sul soffitto tramite apposite staffe o ancora poggiando i diffusori sul pavimento “a faccia in su” dietro al punto d’ascolto, sperimentando sempre diversi “orientamenti indiretti” dell’emissione rispetto al punto d’ascolto e verificandone ogni volta l’efficacia.

di Paolo Arduini

da Digital Video n. 68 maggio 2005

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