La soluzione di Alessandro

Spett. Redazione,
mi chiamo Alessandro, vado per i 54 e vivo nella verde (dal punto di vista paesaggistico) Brianza.
2_Front_video

Facendo quattro calcoli veloci, sono appassionato di audio (prima) e video (più tardi) da una quarantina d’anni, cioè dai tempi della scuola. La “malattia” mi è stata trasmessa negli anni ’70 da uno zio appassionato di musica, il quale possedeva uno “stereo” che suonava molto meglio di quanto ero abituato a sentire a casa. A quei tempi si leggeva Audiovisione e si andava al SIM.
Nel 1981, con i primi stipendi ho acquistato il primo impianto di buona qualità, i cui componenti ancora oggi fanno sentire la loro voce nel sistema audio-video attuale.
L’impianto era un classico giradischi-ampli-tuner e casse, queste ultime forse il pezzo più prezioso.
Con il passare degli anni mi sono convertito all’audio-video, con il primo impianto 5.1 nel 1995 circa, installato nel soggiorno “di casa mia”. Un paio di anni dopo il primo videoproiettore, attualmente inguardabile (uno dei primi LCD, scarsissimo di luce e risoluzione e costosissimo per le mie tasche… Ma il grande schermo è un’altra roba…), anche lui teoricamente ancora funzionante.
Con l’installazione dell’impianto home theater in soggiorno, il vecchio impianto stereo (quello dell’81) è stato trasferito in mansarda, utilizzata come “studio, ufficio di casa, locale hobby, camera extra e ripostiglio”.
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Il tutto è rimasto stabile per un bel po’ di anni, successivamente ho iniziato ad utilizzare il videoproiettore in mansarda (non avendo mai avuto il permesso di montarlo a soffitto, il suo utilizzo in soggiorno era ormai diventato molto sporadico) impiegando come sorgenti video economicissimi DVD player e sinto DTT (valore di entrambi direi una cinquantina di euro). Il tutto però solo in stereo.
L’appetito vien mangiando e quindi, dopo un po’, è sorta la “necessità” di mettere in piedi un vero impianto home theater partendo con il sostituire l’amplificatore stereo degli anni ’80 con un receiver Yamaha con tutti i decoder del caso, casse posteriori (queste letteralmente di recupero, nel senso che qualcun altro, più abbiente di me, le stava buttando, io le ho prese, ho comprato i 2 woofer negli USA ed ora fanno il loro dovere come canali posteriori di lusso, essendo delle AR…).
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Il sistema è poi evoluto con sorgenti in HD (BD player e media player con sinto DTT e HD per registrare), un nuovo videoproiettore, un canale centrale e, l’ultima chicca in ordine di tempo, un trasduttore tattile (il Buttkicker con relativo ampli da 300 W) che trasforma il divano in un super-subwoofer. Mi soffermo un attimo su questo componente in quanto non ne ho mai visto menzione sulla vs. rivista eppure, a mio modesto parere, aggiunge quel qualcosa in più alla visione dei film, soprattutto per quelli più dinamici (fantascienza e catastrofici vari). Stando alle sue specifiche tecniche, è in grado di scendere a 5 Hz, non l’ho mai misurato ma di certo scende molto. In alcuni film (es. inizio di “Gravity”) ci sono frequenze bassissime, sotto “l’udibile” ma comunque “sentibili” con il corpo… Infatti si chiama Buttkicker non a caso. E poi anche con la musica, se opportunamente regolato, può dire la sua, es. con buone incisioni di organo, quando suonano le canne delle note più basse, ti sembra di essere in chiesa e sentire che, oltre che dalle orecchie, la vibrazione passa anche per il corpo… Provare per credere. Ancora, provate a vedere la partenza del Saturn V in “Apollo 13” nella traccia audio originale con il Buttkicker attivo.
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Allego lo schema a blocchi dell’impianto; deformazione professionale occupandomi io per lavoro di macchinari e relativa documentazione tecnica. Ho anche scritto il manuale per l’uso dell’impianto, per i figli, guai però se ci mettono le mani in mia assenza.
Per riassumere, l’impianto è il risultato di 40 anni di passione e, pur essendo complesso, non è poi molto costoso nel senso che integra componenti anche vecchi di 35 anni e quindi abbondantemente ammortizzati (es. il giradischi e le casse frontali, due Infinity RSA con il loro tweeter EMIT ed il woofer da 25 cm sicuramente sovradimensionate per la mia mansardina, e poi per le basse c’è anche un subwoofer attivo ed il divano tattile) con pezzi che datano pochi mesi. Un altro pezzo forte è l’Apple TV che permette di vedere sul grande schermo i contenuti dell’iPad; in particolare, nel mio caso, la NASA TV in quanto le missioni spaziali sono l’altra mia passione (ma questo forse l’avrete già capito dai film che ho sopra menzionato – forza Samantha!). A proposito, la sala IMAX della NASA in Florida mi dicono abbia decine e decine di Buttkicker sotto le chiap… ehm, poltrone.
5_ButtKicker

L’impianto non è poi così invasivo nel senso che i vari (tanti) cavi passano in canaline sia alle pareti che sotto il tappeto. E poi, essendo la mansarda principalmente il mio antro, posso farci più o meno quello che voglio, pertanto qualche filo in giro non mi infastidisce. È vero, ci sono tante casse e componenti, ma non danno fastidio più di tanto nel senso che il locale ha mantenuto appieno la sua funzione, ossia “studio, ufficio di casa, locale hobby, camera extra e ripostiglio”.
Dalle foto potete vedere la disposizione dei vari componenti.

Punti di forza:

  • Impianto buono sia per il video che per la musica; il locale stesso favorisce la buona riproduzione audio, essendo di forma irregolare ed aperto su un lato verso la camera sottostante;
  • Immagine del proiettore molto luminosa, anche con il 3D, data la breve distanza tra obiettivo e schermo (2,6 metri circa);
  • Buon effetto fisico con i film più dinamici, data l’abbondanza di trasduttori dedicati alla parte bassa della banda audio, in rapporto alla volumetria del locale;
  • Molteplicità di sorgenti audio-video: c’è sempre qualcosa da ascoltare-vedere.

Difetti:

  •  Casse sinistra-destra frontali poco distanziate, a causa delle loro dimensioni stile anni ’80 e quindi separazione anteriore un po’ carente;
  • Schermo un po’ piccolino (70” pollici circa).

Evoluzioni a breve (speriamo):

  • Vero rack porta-elettroniche, ora è una vecchia cassettiera (molto ingombrante), svuotata dei cassetti, che rende molto difficile l’accesso ai pannelli posteriori; per me questo è limitante in quanto mi piace sperimentare (il mio background scolastico-professionale è tecnico, in particolare elettronico). Questo permetterebbe anche di guadagnare un po’ di spazio e poter distanziare un po’ tra di loro le casse frontali migliorando così la separazione e di…
  • … mettere un nuovo schermo di un paio di metri di base, il proiettore ce la farebbe di sicuro ad illuminarlo (2.500 Lumen dichiarati, pensate che il primo proiettore ne aveva solo 50, eppure si faceva guardare anche lui);
    – Riutilizzare il vecchio ampli stereo (il Technics degli anni ’80) per collegarci le due Infinity, delegando al tutto la sola riproduzione musicale e a questo punto…
  • … due casse frontali un po’ più piccole da poter meglio piazzare per migliorare la separazione anteriore per i video. Naturalmente i due ampli (lo stereo ed il multicanale) dovranno essere interconnessi in modo da poter riprodurre l’audio di qualunque delle sorgenti su qualsiasi dei due impianti… Lo schema a blocchi diverrebbe davvero complesso, alla faccia del minimalismo;
  • Dolby Atmos, ai posteri l’ardua sentenza. Il bello di questo hobby è che è dinamico, nel senso che c’è sempre qualcosa di nuovo da aggiungere, integrare, sperimentare, il tutto anche senza spendere fortune.

6_In-orbita

Pazza idea

La vedete nella foto di apertura la porta che dà sul ripostiglio? Potrei farci un bel buco tondo per montarvi un woofer da 38 cm con un plate amplifier da qualche centinaio di watt e trasformare il ripostiglio in un super-ultra subwoofer… Questo però sarebbe veramente un po’ invasivo, dovendo bucare una porta. Domanda: sarebbe un baffle infinito? Forse no, visti gli spifferi da sotto la porta, ma ci si può mettere della guarnizione, appunto, antispifferi. Magari il Sciur Matarazzo potrebbe dire la sua in proposito; il volume dalla cassa, ops del ripostiglio, è di circa 7,15 metri cubi per metà circa occupati da oggetti vari. Magari un bell’altoparlante tipo il Dayton Audio IB385-8 da 15” (vedere allegato)…
Conclusioni: avrete capito che sono molto appassionato dell’argomento. Purtroppo non ho molte occasioni per parlarne con qualcuno (a casa odiano i tecnicismi ed un po’ anche il rumore che faccio; per fortuna che i vicini sono stati, finora, comprensivi), pertanto ne ho approfittato e mi sono dilungato un po’ con voi. A questo punto spero nella pubblicazione… Incornicerei l’articolo e lo esporrei nel mio cinema, ops “studio, ufficio di casa, locale hobby, camera extra e ripostiglio”.
Grazie per la pazienza di leggere fino in fondo e saluti!
Alessandro

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