Samsung HW-F750

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Per essere bello, è bello, le valvole attraggono con innegabile fascino e fanno da ponte tra tecnologie distanti parecchi decenni e suona bene; nell’ormai vasto panorama delle soundbar è arrivato un contendente da considerare.

Come abbiamo più volte messo in evidenza, il ridotto spessore dei televisori a pannello da un lato costituisce una caratteristica di pregio perché avvicina l’apparecchio televisivo all’immagine quasi bidimensionale del quadro, di una “appendice” che si integra nella parete, dall’altro solleva la questione del sistema audio integrato dato che proprio la geometria del sistema impedisce l’installazione di altoparlanti delle dimensioni adeguate ad una soddisfacente riproduzione delle basse frequenze; e, tranne rarissimi casi, tipicamente appartenenti alla fascia alta sui quali gli investimenti in fase di sviluppo possono essere consistenti, questo particolare interessa la generalità dei TV in commercio.
Che la sezione audio di un televisore debba avere dignità, e dunque peculiarità, simili a quella video non è scoperta degli ultimi anni; chi scrive ricorda dei magnifici TV con tubi a raggi catodici equipaggiati con veri e propri diffusori con tanto di subwoofer: ma quelli erano oggetti nei quali lo spazio non mancava ed il compito dei progettisti era in qualche modo più semplice.
_MG_9530In questi ultimi, pochi, anni in cui la categoria ha subito una decisa cura dimagrante, il problema è stato affrontato seguendo strade le più differenti: dai particolari driver ultrapiatti e con membrane di grande superficie, ai complessi, labirintici sistemi di accordo, alla sostituzione degli altoparlanti con dei “vibratori” posti in contatto con la cornice che, così, fungeva da cassa di risonanza, per arrivare alla soluzione radicale del pannello nudo e crudo con un sistema di diffusori totalmente esterno allo châssis. Soluzione che, ovviamente, offre le migliori prestazioni, ma al momento sembra essere stata accantonata.
E, poi, sono arrivate le cosiddette soundbar, oggetti di dimensioni contenute che, tramite vari “artifici” riescono ad ovviare alla limitazione del TV, ed in alcuni casi lo fanno in maniera eccellente soprattutto in relazione al costo in generale limitato a qualche centinaio di euro.
All’inizio sembravano più che altro una curiosità, almeno dal punto di vista commerciale perché chi scrive ricorda la piacevole impressione lasciata dal capostipite della specie prodotto da Yamaha, ma sono bastati pochi anni per convincere i management delle case produttrici che il mercato offre potenzialità tali da giustificare l’impegno; e così, al momento, non ci sono marchi che non trattano l’articolo, il che ci fa molto piacere perché un buon film con un buon audio è godimento reale.
E dal catalogo di casa Samsung proviene l’HW-F750, oggetto dalle caratteristiche estetiche e funzionali interessanti che all’ascolto non delude e si prefigura come un vero upgrade del sistema audio del TV.

Un che di esotico

Il sistema coreano si presenta composto da due parti, la barra vera e propria ed il subwoofer amplificato, alloggiato in un contenitore ordinariamente parallelepipedo finito a lucidatura nera tranne che nella parte superiore, che al contrario è opaca.
L’estetica e la geometria della barra, pur essendo in qualche modo obbligate dalla funzione principale che prevede l’oggetto in installazioni sopra/sotto il TV, hanno comunque una propria caratterizzazione peraltro piacevole.
Tanto per cominciare non è secca secca, uno striminzito simil-bastone, ma pur mantenendo la canonica forma allungata, si presenta con uno spessore tale da rendere il tutto decisamente gradevole sul piano estetico; le dimensioni, all’incirca un metro di lunghezza, ne fanno compagna ideale per display da 46-50 pollici ma, volendo, si può benissimo immaginarne un uso completamente separato dal televisore, come sistema audio compatto e con una “faccia” tanto gradevole da comparire con eleganza in un qualsiasi ambiente, per via della finitura nera addolcita dalle placche che costituiscono i terminali cromate a specchio.
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La parte esotica nasce dalla finestrella che ripartisce il frontale in due metà, un lucido e trasparente rettangolo di plexiglas leggermente ambrato, che nella sua parte bassa contiene i quattro pulsanti di tipo Touch necessari al controllo dell’apparecchio e, sopra, nasconde, fino a quando non lo si accende, le due valvole inserite nel circuito del preamplificatore.
E allora è Il fascino dei tubi a vuoto accesi che cattura l’attenzione e regala una ulteriore nota di eleganza.
L’altra faccia dell’esotismo nasce dalla presenza di un display totalmente nascosto dalla griglia frontale: ci se ne accorge soltanto quando si seleziona uno degli ingressi o una delle molte funzioni. E c’è di più, perché la barra essendo progettata per installazione a parete o in appoggio, e dunque con la faccia stretta o quella larga in vista frontale, un analogo display ce l’ha anche al centro della prima, cosicché sia sempre visibile la modalità di funzionamento.

Versatilità e tecnologia

Pensata come alternativa al sistema di diffusori del televisore, la HW-F750 è correttamente equipaggiata con le prese che risultano più utili a tale scopo: così, ovviamente, dispone di una coppia di connettori HDMI, l’uno in entrata l’altro da collegare al display, ma anche di un ingresso audio analogico e di uno digitale in formato ottico. Cosa che la abilita alla riproduzione dell’audio da una buona varietà di dispositivi. E per adattarsi agli usi più attuali ci sono anche una presa USB disposta sulla faccia superiore, protetta da un sportellino ed un canale Bluetooth in modo che qualunque sia il lettore portatile, o smartphone, il tablet PC o altra diavoleria intendiate utilizzare, il collegamento sia sempre possibile.
_MG_9524Anche per questo poco sopra dicevo che anche come sistema audio stand-alone il sistema Samsung ha una sua ragion d’essere, anche perché suona bene.
Se il TV al quale lo si vuole accoppiare è prodotto da Samsung ed appartiene alle serie E od F, c’è poi una ulteriore modalità di collegamento, la cosiddetta SoundShare che utilizzando sempre il canale Bluetooth oltre a riprodurre l’audio del televisore può essere controllata con il telecomando di quest’ultimo. Il che è una buona idea vista la proliferazione di questo tipo di accessori nel soggiorno di casa.
Il subwoofer è collegato all’unità principale da un canale wireless, cosicché non ci sono problemi sul posizionamento, è sufficiente una presa di corrente e qualche minuto per il reciproco riconoscimento dei due apparecchi ed il gioco è fatto; l’unità dispone di un amplificatore integrato di potenza sufficiente alle ordinarie applicazioni, anzi, nella maggior parte dei casi il volume del sub deve essere mantenuto su livelli più bassi così da evitare la sovraesposizione delle basse frequenze.
Il sistema può senza dubbio essere classificato come un 2.1, due canali più subwoofer, ma l’elettronica di bordo comprende una sezione di elaborazione in grado non solo di riconoscere i formati multicanale più comunemente utilizzati, Dolby Digital e DTS, ma anche di decodificarli e riprodurre un convincente campo sonoro tridimensionale.
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Oltre a questa funzione che si attiva in automatico non appena il flusso audio in entrata possiede le giuste caratteristiche, ci sono un gruppo di “profili” di ascolto indicati per la applicazioni tipiche, dall’ascolto di musica ai videogiochi alle news ed anche in questi profili si fa uso della tecnologia di spazializzazione del suono, cosa che Samsung chiama 3D Sound Plus.
Per utilizzare al meglio le capacità del sistema di elaborazione audio, è consigliabile dedicare qualche minuto all’esecuzione della procedura di “taratura” mediante la quale, e con il collegamento di un microfono fornito nella confezione, la barra rileva i parametri acustici dell’ambiente di ascolto ed adatta la propria risposta in maniera da ottimizzare tanto la qualità dell’audio nel punto di ascolto, quanto la profondità degli effetti di spazializzazione.
Con questo sistema la resa è adattata all’ambiente e la differenza si sente nettamente passando da uno qualsiasi dei profili preimpostati a quello rilevato (denominato ASC).

Un punto a favore dell’HW-F750.
La presenza della presa USB lascia intuire la possibilità di riprodurre vari formati, ed in effetti il Media Player integrato decodifica e riproduce AAC, MP3, WAV, WMA, OGG e FLAC, come dire la pratica totalità del materiale in circolazione.
Giancarlo Corsi

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L’Ascolto

Finalmente, dopo anni di liti con manuali scritti (o tradotti) in maniera molto approssimativa e dunque faticosamente comprensibili, nonché di menù di configurazione da incubo, da qualche tempo i produttori si sono sforzati di dotare i propri prodotti di sistemi di configurazione per quanto possibile immediati e l’HW-F750 non fa, per fortuna, eccezione.
Inserite le spine della barra (che dispone di un alimentatore separato) e del sub, attesa qualche decina di secondi per il collegamento delle due unità si è subito pronti per la fruizione del sistema. Ovviamente il test inizia con l’audio da film, per cui collegate le due prese HDMI in ingresso ed uscita mi piazzo sul divano e mi lascio stupire dall’audio pulito e pieno, abbastanza inusuale in apparecchi di questo tipo e di questa fascia di prezzo. E non ho ancora eseguito la procedura di calibrazione, ho soltanto accesso per una impressione iniziale, per cui lascio al sistema i pochi minuti di tempo necessari per la calibrazione, curando che non ci siano rumori estranei che altererebbero le misurazioni e poi ci riprovo.
Bon, che dire? Se l’impatto iniziale è stato positivo, adesso si aggiungono le informazioni direzionali e la colonna sonora ricca di effetti commenta e segue le immagini in maniera più che soddisfacente; una regolatina al livello del sub, che così com’è per i miei gusti è un po’ troppo presente, e le cose migliorano ancora, soprattutto per quanto riguarda la pulizia della porzione di bassa frequenza, segno che nella barra sono integrati anche dei driver di tipo woofer e che, quindi, il sub funziona, come deve essere, per la rifinitura del contenuto e non, come spesso avviene con questa tipologia di prodotto, come riproduttore dell’intera gamma bassa. In effetti le esplosioni sono nette, senza sbavature, che invece iniziano a farsi sentire quanto più si alza il livello del sub; al contempo i suoni di bassa frequenza e maggior durata, non estemporanei, mantengono una pressione sonora rilevante senza penalizzazione in termini di pulizia. Merito, sicuramente, delle valvole che per loro natura “scaldano” il suono. A proposito di calore, il frontalino trasparente nell’uso si scalda a causa dei tubi, quindi occhio alle dita.
Per curiosità provo a passare al modo di ascolto Cinema, giusto per valutare la bontà del sistema di equalizzazione e le voci immediatamente acquistano un’eco che prima non c’era: morale, fatta la calibrazione conviene utilizzare sempre la modalità ASC.
Qualunque sia la modalità di impiego, come conferma il passaggio all’ascolto della musica, inizialmente da disco e poi da smartphone via Bluetooth e, per finire, da pennetta USB, il profilo calibrato suona comunque meglio di quelli predefiniti che comunque non sono per niente male.
Un passaggio in Internet mostra prezzi di acquisto ragionevoli, sempre che si tenga conto della flessibilità d’uso e delle qualità audio del sistema che, lo ripetiamo, ha senso anche come sistema audio tout-court; è un acquisto aggiuntivo, un ulteriore sforzo, parallelo a quello per l’acquisto del TV ma che potendolo fare vale la pena.

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