Che cos’è l’Home Theater

Copertina del numero 1 di Home Theater

Audio Home Theater supplemento al numero 128 di AudioReview

Home, casa. Theater, secondo la grafia nordamericana, o Theatre, secondo quella inglese, significa teatro. Negli Stati Uniti, theater è però anche il cinematografo di prima visione, particolarmente curato sotto il profilo tecnico allo scopo di offrire allo spettatore i massimi livelli di spettacolarità. Home Theatre, dunque, o Home Theater? Noi non abbiamo dubbi: Home Theater, ambiente domestico destinato a produrre spettacolo di alta qualità ai massimi livelli di coinvolgimento.

Il cinema in casa, come sottolinea la nostra testata, ma non solo: il piacere di assistere ad un film reso grande dalla grande qualità dell’audio associato alle immagini, sarà solo una delle possibili utilizzazioni delle “Media Wall” o “Media Room”, le pareti o le stanze multimediali che sempre più concretamente si avviano ad essere parte integrante delle nostre case e dei nostri stili di vita.

Home Theater, centro del divertimento domestico non solo attraverso la magia del cinema, ma anche del videogioco, o meglio ancora dei sistemi interattivi multimediali ludico-educazionali: Photo CD, CD-I, LaserDisc, per parlare di ciò che è già presente sugli scaffali dei negozi, ma anche 3DO, computer multimediali, telematica multimediale.

Alcune di queste sigle o parole sono già note ai nostri lettori, altre meno. Altre ancora non le abbiamo nemmeno citate. Ma una cosa è sicura: tutti, nei prossimii anni, saremo chiamati a diecidere se entrare nell’avventura della stanza multimediale. Per un  semplice motivo: è molto divertente, molto più divertente che guardare la televisione; più divertente, spesso, dell’andare al cinema quando la sala cinematografica è tecnicamente inadeguata. L’Home Theater può rappresentare un simpatico stimolo alla riunione tra amici, un po’ come accade in occasione dei mondiali di calcio. Mancherà forse un po’ della ritualità di Massenzio, ma sarà mille volte meglio dell’accasciarsi in mutande davanti al Costanzo Show.

Il nucleo centrale, ma non necessariamente visibile, della stanza multimediale ovverosia del futuro Home Theater sarà sempre un qualcosa che i lettori di AudioReview conoscono molto bene: un sistema di riproduzione del suono di buona, alta od altissima qualità capace di riprodurre elevati livelli di pressione sonora indistorta su una gamma di frequenze particolarmente estesa (indispensabile il subwoofer); elemento caratterizzante di questo tipo di impianti è il canale centrale, mutuato dalla tecnica cinematografica, indispensabile per garantire l’emissione dei dialoghi dal punto dal quale lo spettatore si attende che provengano: il centro dello schermo. Detto tra parentesi, un buon canale centrale è in grado di meglio definire e stabilizzare l’immagine sonora della maggior parte degli impianti stereofonici; ma abituati come siamo al concetto che la stereofonia si deve fare con due sistemi di altoparlanti, questa affermazione è stata tradizionalmente condannata per eresia dai tribunali dell’inquisizione audiofila.

Fondamentale, naturalmente, anche il canale effetti; che non è affatto detto debba essere posteriore, e non è affatto sinonimo di “surround”. Qui è indispensabile conoscere il significato di sigle come Dolby Stereo, Dolby A, Dolby Surround, Dolby ProLogic, Dolby Digital, THX. Nulla di trascendentale, ma occorre sapere che alcune si riferisocno a peculiarità del programma, altre all’impianto. Il decoder può essere ProLogic; l’impianto o alcuni suoi componenti possono essere THX; in ogni caso il software da dare in pasto all’uno e all’altro deve essere Dolby Surround.

Così come bisogna sapere che un film Dolby Stereo trasmesso in stereofonia dalla televisione, sui canali tradizionali o via satellite, rappresenta spesso un ottimo programma Dolby Surround. Anche la scelta del termminale video richiede un minimo di cognizione di causa. Per molti, “Home Theater” è sinonimo di videoproiezione. Niente di più sbagliato: vero è che il grande schermo aumenta il livello di partecipazione, ma non ci stancheremo mai di ripetere che l’elemento chiave al fine del coinvolgimento dello spettatore nell’azione è, e resta, l’audio. Molti film nascono “larghi”; per evitare la banda nera sopra e sotto, molti produttori di videocassette tagliano le immagini ai lati. L’operazione richiede tempo, per cui nella trascrizione da pellicola a nastro destinata alla trasmissione televisiva viene di solito omessa. Con sommo gaudio dei cinefili. Anche alcuni produttori di cassette e LaserDisc avveduti si orientano in questa direzione o addirittura offorno al pubblico la scelta tra due versioni. Anche se l’alta definizione è stata rinviata di diversi anni, crescono i buoni motivi per acquistare un televisore 16:9. A proposito di telvisione 16:9, ora che è stato sepolto con tutti gli onori l’HD-MAC che ne sarà del D2-MAC, visto l’incalzare del Pal Plus?

Ad onta delle molte, forse troppe, parole che abbiamo sin qui usato, l’Home Theater gode della straordinaria proprietà di sapersi spiegare da solo: chiunque abbia la fortuna di partecipare ad una proiezione, una dimostrazione od un evento Home Theater ben realizzato, ne percepisce immediatamente lo straordinario potenziale. Il che accade a casa dei pionieri dell’Home Theater; accade in occasione delle dimostrazioni condotte dai costruttori; accade presso un ridottissimo numero di punti vendita.

Capiamoci bene: Home Theater non è sinonimo di “audio-video”: esistono eccellenti amplificatori o preamplificaotri audio-video con o senza decoder ProLogic adatti all’inserimento in un impianto Home Theater; ma troppo spesso audio-video è solo un tastino in più sul pannello frontale dell’ennesimo amplificatore o impiantino mini. Non si allestisce una dimostrazione Home Theater mettendo un videoproiettore in una sala con 40 coppie di altoparlanti. Chi entra, digiuno dell’argomento, non ha modo di capire a cosa sta partecipando e, alla fine, se gli avanzano un po’ di soldi, si porta a casa un videoproiettore che, sì, è un bel giocattolo da mostrare agli amici, ma non è in grado di produrre da solo le emozioni ed il divertimento che tanto ci entusiasma.

Tutti sanno che un impianto stereo ha due casse. Ma quanti sanno che un impianto Home Theater ha bisogno di 5, 6, 7 canali e, come minimo, altrettanti sistemi di altoparlanti? Non necessariamente costosissimi, non necessariamente tutti in vista, lo dico per le signore. Per far capire come si realizza un impianto Home Theater bisogna mostrare un impianto Home Theater; uno solo, chiaramente identificabile, né mostruoso, né troppo misero. In altra parte di questa rivista invitiamo i nostri lettori a far visita ai negozi, a chiedere una dimostrazione Home Theater ed, eventualmente, a protestare se non sarà convincente. Non ce ne vogliano i pochi, volenterosi rivenditori che, tartassati dalla crisi economica, dal 740 e dal 750, dai magazzini pieni pieni, dalle superofferte, da scadenze di pagamento troppo imminenti o troppo lunghe, hanno comunque avuto la forza, la curiosità, l’entusiasmo necessario per allestire una saletta audio video: anche se di Home Theater si parla da almeno 7-8 anni, siamo in una fase pionieristica. Bisogna far capire che non è un pulsante in più sui soliti apparecchi, ma un modo totalmente nuovo di divertirsi.

Questo primo numero di Home Theater è solo un assaggio, per comprendere quanto questo mondo sia vasto, divertente, coinvolgente, facile e nel contempo complesso; non può, né potrebbe, esaurire l’argomento. Al contrario, il nostro obiettivo è quello di mostrare all’occasionale lettore quanto possa essere vasto ed intrigante il mondo dei sistemi multimediali per la casa. Abbiamo cercato di toccare, un po’ fugacemente, tutti gli argomenti, da come strutturare gli impianti surround per il cinema in casa, a come reperire il software per usarli, alle ulteriori (presenti e future) estensioni multimediali, al fai da te dei programmi multimediali: si comincia naturalmente da un video ed un audio di alta qualità per poi passare alla postproduzione. Un foto CD, un personal computer configurato per la videoelaborazione, un codificatore Dolby Surround… Credo che non siano ancora stati messi in commercio codificatori consumer; prima o poi qualcuno ci penserà. E, a ben pensarci, di argomenti neanche sfiorati ce ne sono ancora moltissimi.

Perché Home Theater prima su AudioReview ed ora con AudioReview? Perché la storia dello spettacolo cinematografico insegna che, paradossalmente e sorprendentemenre, il grande spettacolo delle immagini è intimamente legato e spesso anticipato dal grande spettacolo dei suoni. Se il cinema italiano ha in larga misura e salvo rare eccezioni largamente sottovalutato questo aspetto, i maghi dello spettacolo d’oltre oceano, da Walt Disney a Coppola, da Kubrik a Spielberg hanno sempre riservato alla produzione della colonna sonora una attenzione non inferiore a quella dedicata alle immagini. Capace come nessun’altro di produrre il massimo dell’identificazione e del coinvolgimeno dello spettatore nell’azione, la George Lucas non ha esitato ad investire ingenti somme nei più avanzati laboratori di ricerca e studi di produzione audio della storia del cinema. Il Dolby Stereo, un prodotto audio, è stato una delle chiavi di volta del rilancio oltreoceano dell’industria cinematografica. Lucas Film ci sta riprovando con il THX, una sorta di ricetta per la realizzazione di impianti di prestazioni entusiasmanti. Loro lo sanno, noi lo sappiamo, i lettori di AudioReview lo sanno; vorremmo che molte altre persone si appassionassero come noi all’entusiasmente gioco dell’audio di alta qualità: chiave di volta per lo spettacolo cinematografico di successo, chiave di volta per il nuovo, coinvolgente gioco del salotto multimediale.

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