LG OLED65G2

Un altro passo avanti

Un altro passo in avanti nelle prestazioni intrinseche del pannello OLED, ma anche tanti progressi nelle funzionalità, che fanno di questo televisore uno dei più completi e performanti. E dei più belli…

Chissà se qualcuno si è accorto che titolo e sottotitolo sono esattamente gli stessi che avevo utilizzato per il G1, il 65” “Gallery Design” dello scorso anno. Si potrebbe pensare che sono andato a rileggere quanto già scritto senza trovare nulla di meglio… ma la verità è che esprime esattamente ciò avevo in mente di scrivere prima ancora di accendere il PC, solo che, dopo aver ripreso il vecchio file per velocizzare le operazioni di routine (compilazione dei dati del distributore, della tabella delle caratteristiche e di tutti quei dettagli che avrebbero richiesto solo alcuni aggiornamenti e non una scrittura da zero), mi sono reso conto di aver già “mirabilmente” espresso i concetti che avevo maturato lavorando sul nuovo apparecchio.

Aggiungo che rispetto al 2021 quelle frasi calzano ancora meglio, soprattutto per quanto riguarda il salto prestazionale in termini di luminosità del pannello. E rispetto al 2021 c’è anche un altro cambiamento, che definire epocale sarebbe troppo, ma che per noi appassionati di home theater è di estrema rilevanza: LG non è più l’unico e solo produttore e fornitore di pannelli OLED per i televisori. L’altro grande marchio coreano, Samsung, dopo una pausa di parecchi anni durante i quali si è concentrato solo sugli LCD, ha infatti ripreso a sfornare e a fornire pannelli OLED, denominati QD OLED, dove QD sta per Quantum Dot. Curiosamente il primo apparecchio commercializzato di questo tipo ed anche il primo del quale ho potuto assistere ad una demo non era un Samsung bensì un Sony.

I quattro ingressi HDMI 2.1 da 48 Gbps offrono pieno supporto a tutte le modalità importanti per i videogiocatori. Rispetto allo scorso anno tra le connessioni è scomparsa l’uscita cuffia. Rispetto al G1, che aveva uno spessore di 19,9 mm, il G2 è un pelo più spesso, “ben” 24 mm. Diverso il profilo del bordo posteriore, ora a “gradino”.

I display OLED della Samsung presentano differenze sostanziali rispetto a quelli LG; dettagli tecnologici a parte, che approfondiremo quando avremo modo di provare un apparecchio basato sulla tecnologia Samsung, la differenza di fondo è che mentre i pixel dei pannelli LG emettono luce bianca che viene “colorata” con un filtro RGBW (in ogni pixel c’è anche un sub-pixel bianco, un po’ come avviene nella ruota colore di alcuni proiettori DLP), nei display QD OLED ogni pixel è composto da tre classici sub-pixel RGB, come avveniva nei plasma e come avviene negli LCD (fatta salva la breve esperienza di Sharp che aveva aggiunto un quarto sub-pixel giallo).

La nuova tecnologia nasce già molto luminosa, mentre i pannelli LG sono arrivati ai valori attuali a piccoli passi; inoltre la saturazione dei colori offerta dai pannelli Samsung è molto intensa anche ai livelli di luminosità più elevati. Non so se sia per colpa (merito?) dell’arrivo di questi nuovi concorrenti, fatto sta che il salto di luminosità “annuo” apportato dalla generazione 2022 dei pannelli OLED LG è piuttosto consistente (in laboratorio abbiamo rilevato oltre 1.000 nit di luminosità su un’area illuminata pari al 10%, contro gli 812 della precedente generazione nelle medesime condizioni). Oltre alla naturale evoluzione del pannello in sé, LG ha fatto ricorso anche all’utilizzo di un sistema di dissipazione del calore, soluzione già utilizzata in passato da altri costruttori come per esempio Panasonic, che riusciva a spuntare grazie a questo accorgimento livelli di luminosità superiori a quelli garantiti da apparecchi che utilizzavano lo stesso pannello.

La casa ha denominato “Brightness Booster Max” la tecnologia alla base dell’incremento di luminosità dei pannelli EVO usati sulla serie G2; anche sulla serie C2 è stato fatto qualcosa di simile, anche se con incrementi di luminosità meno marcati (Brightness Booster). Alla classica garanzia di 2 anni che copre ricambi e manodopera, il costruttore aggiunge ulteriori tre anni di copertura sul solo pannello ovvero con esclusione della manodopera.

Nonostante le prestazioni più elevate, il peso dell’apparecchio è passato dai 29 chilogrammi dello scorso modello a poco meno di 23, anche questo un salto non trascurabile. I quattro esemplari della serie G2 Gallery Edition (al taglio da 65” in prova si aggiungono un 55, un 77 ed un 83”, con l’arrivo in futuro anche di un gigantesco 97”) sono corredati della sola staffa per il montaggio a parete. Come per i modelli del 2021, anche per la nuova serie i supporti, da mobile o pavimento, sono disponibili solo come optional.
Sebbene ad una prima occhiata l’estetica sembri immutata, osservando con più attenzione ci si accorge che gli angoli dello schermo, prima arrotondati, ora sono squadrati; anche posteriormente c’è un gradino rispetto al profilo raccordato del G1. La cornice sui lati corti ora è spessa circa 6 mm contro i 10 del G1.

Oltre al nuovo pannello più luminoso, altri sviluppi riguardano il processore α9, arrivato qui alla 5a generazione. Ritroviamo quindi le funzionalità basate sull’intelligenza artificiale, applicate sia alle immagini che al suono. La potenza di calcolo offerta dal chip ha permesso anche di implementare il Dolby Vision IQ con Precision Detail, tecnologia sviluppata da Dolby per incrementare ulteriormente la qualità della resa dei contenuti Dolby Vision in termini di dettaglio e contrasto in presenza di zone molto chiare e molto scure nello stesso frame.

Come di consueto sono stati affinati gli algoritmi per l’upscaling; inoltre la funzionalità di tone mapping (AI Dynamic Tone Mapping Pro) non si limita più ad una sola curva calcolata sulle diverse aree dello schermo ma localizza i parametri su ogni singola area analizzata (circa 5.000). Da segnalare inoltre un affinamento della modalità Vivid, che ora preserva gli incarnati, mantenendoli naturali pur “vivacizzando” il resto. Sul fronte del gaming (le 4 porte HDMI 2.1 supportano tutte le tecnologie care ai videogiocatori, VRR, NVIDIA G-Sync e AMD Free Sync, Dolby Vision for Gaming in 4K a 120fps) nel menu Game Optimizer introdotto lo scorso anno troviamo una nuova modalità denominata Dark Room, che ottimizza la visione in ambienti oscurati.

Il menu relativo alla nuova funzionalità “Always Ready”.

Il sistema operativo è ovviamente il WebOs, che nell’aspetto non ha subito modifiche di rilievo ma che pure offre diverse novità. Una delle più significative è la maggior possibilità di personalizzazione; vengono gestiti fino a 10 diversi profili, accessibili con login da menu o riconoscimento via NFC sul telecomando.

Nuovi anche un Picture in Picture evoluto che permette la visione simultanea di 2 app o di 2 contenuti differenti, la funzione Always Ready per una partenza istantanea e la funzione Family Care, molto utile, visto che permette di gestire l’utilizzo che del TV faranno i nostri pargoletti. A beneficio di quanti, giustamente, potrebbero non aver mai avuto modo di “sperimentarlo”, occorre dire che in linea generale il sistema operativo WebOS proprietario di LG è davvero ricco di funzionalità; una volta che ci si è entrati in confidenza se ne apprezza la versatilità, ma come il telecomando, richiede un minimo di assuefazione.

Il telecomando in dotazione è infatti sempre quel Magic Remote che ben conosciamo, estremamente versatile perché consente di raggiungere all’istante la zona dell’interfaccia che si vuole “cliccare” (funziona anche con le app di terze parti), ma che richiede un po’ di manualità nell’uso e potrebbe risultare un po’ ostico da utilizzare a persone di una certa età.

La schermata di accesso alle varie opzioni offerte dalla funzionalità Family Care, una sorta di parental control orientato alle modalità e tempistiche di impiego del TV.

Chiudiamo con un cenno alla sezione audio a 4.2 canali con possibilità offerta dal processore audio di effettuare un upmix virtuale a 7.1.2 canali dei contenuti Dolby Atmos, anche se siamo ben lontani dall’aver esaurito l’esame della ricchissima dotazione funzionale di questo televisore, avendo dato per scontato che sulla serie G2 ritroviamo quanto già presente nella serie del 2021.

La visione

Prima di entrare nel merito della prova d’uso, vorrei fare un mea culpa per aver tralasciato, in passato, di mettere in rilievo una mancanza di tutti i TV LG, ovvero l’assenza della funzionalità di PVR, il “videoregistratore” che permette di mettere in pausa o registrare con attivazione via timer le trasmissioni del digitale terrestre, utilizzando come supporto di memorizzazione una chiavetta o un hard disk USB. Si tratta di una funzione quasi onnipresente e che personalmente trovo molto utile ma che LG per sua precisa scelta non implementa su propri TV. Dandone per scontata la presenza, in passato non ho mai evidenziato questo non trascurabile dettaglio, al quale ora credo di aver dato il doveroso spazio. Ciò detto, per trovare un altro difetto in questo TV potrei solo ricorrere alle falsità.

Il menu relativo alla nuova funzionalità di PIP, che permette di affiancare in vari modi contenuti e app.

Confermo quanto già emerso nel test del G1 un anno fa, ovvero che pur a fronte di una resa strumentalmente e visivamente corretta, il massimo del godimento si ottiene ottimizzando le immagini, ingresso per ingresso, sfruttando i numerosi controlli a disposizione per limare quelle “asperità” che fanno parte del contenuto e che l’elettronica del G2 restituisce con imparziale trasparenza e che invece nel mio personale riferimento vengono smussate già con le impostazioni di default.

Il Magic Remote è molto più versatile di un telecomando standard grazie alla possibilità di controllare un puntatore che interagisce non solo con l’interfaccia specifica del S.O. ma anche con quella delle app di terze parti. L’unità incorpora un microfono per il controllo vocale ed un sensore NFC.

Solo piccoli ritocchi, che “illuminano” una immagine già di partenza ottima e che sono possibili proprio grazie alle potenzialità del pannello, che assieme all’ottima elettronica ed ai controlli consente di spingersi in zone dove a display meno performanti non sarebbe nemmeno consentito di accedere.

Il contrasto che questo TV garantisce è tale che viene da chiedersi, specialmente quando si guarda l’apparecchio in condizioni di oscurità totale o parziale come avviene nell’utilizzo HT, se ulteriori incrementi nel flusso luminoso non sarebbero più fastidiosi che utili.

I contenuti che arrivano attraverso il digitale terrestre sono resi con accuratezza e stabilità dei particolari, come anche eccellente è l’uspscale dei contenuti preregistrati in SD (anche se personalmente non ne faccio più uso da tempo e se tiro fuori un DVD è solo per questo tipo di test). Come dicevo, anche volendo non si riesce a trovare qualcosa da criticare.

Forse l’unica nota negativa è che ci si abitua fin troppo facilmente alla qualità offerta da questo TV, che non sono riuscito a mettere in difficoltà con nessuno dei passaggi che per un motivo o per un altro mettono in luce qualche criticità. E non ho mai avuto difficoltà nell’adattarne la resa, dettagliata ma non tagliente e, quando richiesto, anche davvero molto “potente” sotto il profilo della luminosità, a quelle che sono le mie personali preferenze.

La sezione audio, evitando di tenere l’apparecchio troppo discosto dalla parete posteriore, è migliore di quanto il ridotto spessore del TV potrebbe lasciar supporre, sia in termini di estensione verso il basso che di livello ottenibile. Anche le voci sono naturali e del tutto prive del più vago sentore di scatolarità o nasalità. Facciamo a meno di un buon sistema esterno? Con una resa video di questo calibro ci penserei un po’… E questo vuole solo essere un ulteriore complimento alla qualità video e non una critica a quella audio.

Le misure

Conclusioni

I passi in avanti fatti sul pannello, sul processore e sulle funzionalità offerte dal sistema operativo consentono alla serie G2 in generale e a questo 65” in sua rappresentanza di riconfermare, spostando una tacca più in alto l’asticella, la posizione di spicco nel panorama della attuale disponibilità di televisori OLED, posizione che già era appartenuta alla serie G1. Stiamo facendo i conti senza l’oste, ovvero senza tenere in conto la nuova concorrenza in arrivo? Da quel poco che ho potuto vedere i nuovi pannelli Samsung hanno tutte le carte in regola per imporsi alla nostra attenzione e questo rende il futuro davvero pregno di aspettative. Ma la leadership di LG nel mercato OLED, che il costruttore si è costruito negli anni di monopolio in tutti i segmenti del mercato, è saldissima e nei modelli di fascia alta come il G2 è di certo un riferimento assoluto per la qualità, sotto tutti i punti di vista.
Mario Mollo


Ci è piaciuto

  • L’elevata qualità video, con ottima resa dell’HDR.
  • Diverse nuove funzionalità offerte dal sistema operativo.

Non ci è piaciuto

  • L’assenza del Personal Video Recorder.

LG OLED65G2
Televisore OLED 4K HDR WebOS 22


Distributore per l’Italia: LG Electronics Italia S.p.A, Via Aldo Rossi 4, 20149 Milano – www.lg.com
Prezzo (IVA inclusa): euro 3.399,00

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
  • Schermo: OLED 4K Ultra HD (3.840×2.160 pixel).
  • Diagonale: 65” (165,1 cm).
  • Audio: 4.2, 60 watt.
  • Sistema operativo: WebOS 6.0.
  • Connessioni: 4 ingressi HDMI 2.1 (di cui 1 e-ARC), 1 uscita audio digitale Toslink, slot Common Interface CI+, 3 porte USB 2.0 tipo A, porta Ethernet, Wi-Fi (802.11ac), Bluetooth 5.0.
  • Dimensioni (LxAxP): 1.441x821x24,3 mm.
  • Peso: 22,8 kg

Author: Redazione

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