Mark Levinson N 5909

Quando Mark Levinson presenta un nuovo componente desta sempre una certa aspettativa per le prestazioni tecniche e musicali che potrà sfoggiare. Figuriamoci se poi si addentra nel mondo delle cuffie.

Mark Levinson è uno dei marchi tra i più blasonati della nutrita serie che fa capo alla Harman International; serie che include tra gli altri nomi come JBL, AKG, Lexicon, Revel e lo stesso Harman-Kardon, tutti marchi che hanno contribuito alla storia della riproduzione musicale di alto livello apportando tanta innovazione e studi scientifici concreti a questa bellissima passione.

Se la loro produzione gode fama di ottima musicalità e di qualità tecnica all’avanguardia è anche perché si avvale di un prestigioso centro di ricerche e sviluppo dove operano tecnici di notorietà mondiale; basti ricordare ad esempio Floyd Toole, pioniere del procedimento di misura “Spinorama”, e Sean Olive, che con il suo gruppo di ricerca ha delineato la curva di ascolto ottimale definita “Harman Curve”.

Si tratta di ricercatori che hanno speso decenni di studi per comprendere i meccanismi della riproduzione sonora e li hanno introdotti nelle loro creazioni alzando di volta in volta l’asticella delle prestazioni musicali. Il fatto che Mark Levinson abbia proposto una cuffia nel suo catalogo, rigorosamente indicata con un numero come tutti i suoi prodotti, ci ha fatto subito pensare alla sinergia stabilita tra i diversi marchi del gruppo (in questo caso tra AKG e Mark Levinson) e agli studi di Sean Olive sulla migliore risposta in frequenza da implementare nella realizzazione di cuffie. Ma andiamo ad esaminare da vicino come tutto questo si traduce nella realtà dei fatti.
Progetto e realizzazione

Avere tra le mani un prodotto Mark Levinson è sempre un piacere per gli occhi e per il tatto. I materiali e le finiture sono di qualità sopraffina e questo vale più che mai per il modello № 5909. Aprire la confezione e rigirare la cuffia tra le mani accarezzandone la morbida pelle – non ecopelle – che ricopre l’archetto e i cuscinetti dei padiglioni è una sensazione che non si riscontra facilmente, e lo stesso dicasi per l’alluminio con cui è realizzata la parte posteriore dei padiglioni, che presenta una finitura tipo sport-car piuttosto che da tradizionale prodotto audio anche alto di gamma. È proprio guardando l’archetto superiore, con la pelle che lo riveste e con le cuciture laterali in evidenza, che viene spontaneo il confronto con la realizzazione di un’auto sportiva di lusso, dove anche solo entrarci è un godimento. Il design esterno è curato ma molto classico nelle forme.

I padiglioni sono ampi e la copertura posteriore è profonda, dovendo alloggiare un driver da 40 mm di diametro e l’elettronica sia di connessione che di amplificazione di entrambi i padiglioni. L’architettura dei trasduttori è chiusa, consentendo così un ottimo isolamento acustico dai rumori esterni. Il trasduttore è alloggiato a circa metà dello spazio concesso dal padiglione; il driver ha il classico aspetto corrugato e bombato che si ritrova in tante realizzazioni di AKG; la membrana è ricoperta da uno strato metallico realizzato in berillio lucente che dà la giusta rigidità alla struttura per consentire un moto uniforme ovunque, anche se il moto è imposto dalla bobina mobile solo nella parte centrale.

Le risonanze del carico acustico del padiglione sono smorzate nella parte anteriore; infatti, la parte posteriore del driver è lasciata libera senza la presenza di materiale smorzante, mentre davanti al trasduttore è presente un anello di materiale smorzante di media densità che consente l’uscita diretta dell’onda sonora ma intercetta tutto quanto arriva da direzioni diverse, incluse le riflessioni di ritorno provenienti dal nostro orecchio. Una soluzione intelligente che sicuramente avrà un’evidenza nella misura della Waterfall. Centralmente al driver dinamico è presente un piccolo microfono montato sulla griglia di protezione; costituisce la parte finale della cancellazione attiva del rumore, verifica quanto è rimasto del rumore catturato dai microfoni esterni e corregge di conseguenza la cancellazione. I controlli sono pochi e distribuiti su entrambi i padiglioni.

La parte sinistra monta il tasto di accensione che permette anche il pairing Bluetooth e il tasto che consente di impostare la modalità di funzionamento: normale, cancellazione del rumore attiva, cattura dei suoni esterni per l’ascolto di quanto ci accade attorno. Nel padiglione destro invece ci sono i controlli del volume, attivi solo con connessione Bluetooth o digitale e il controllo di play/ pause/stop/fw/rw dei vari brani. La connessione via cavo ci ha inizialmente spiazzato per due motivi: il primo è che il connettore è sul lato destro, mentre da sempre le cuffie hanno la connessione sul lato sinistro che per noi rappresenta anche una maniera per individuare facilmente il verso; il secondo è che l’unico connettore presente è solo del tipo USB C. Questo connettore è utilizzato sia per la ricarica della batteria che per la connessione digitale USB-USB ad un PC, smartphone o lettore digitale portatile (DAP). Appare quindi evidente che l’anima di questa cuffia sia nativamente digitale e che quindi anche la connessione analogica diretta tramite cavo passi attraverso l’elettronica presente che in fin dei conti è l’elemento che permette di adeguare la risposta in frequenza alla curva di Harman.

Nella parte anteriore della cuffia è presente una corona di materiale fonoassorbente di media densità che elimina in maniera quasi totale le riflessioni provenienti dal padiglione auricolare dell’utilizzatore.

Questa curva target individua una risposta in frequenza per le cuffie che ha un’enfasi di circa 3 o 4 dB tra 20 e 100 Hz, la classica esaltazione centrata a poco più di 3 kHz con quindi un decadimento a partire da poco più di 5 kHz. In realtà, ciò che introduce Sean Olive nel classico andamento della curva HRTF – l’andamento di un segnale piatto in frequenza dopo che ha subito le riflessioni del nostro corpo – è un’enfasi delle prime 3 ottave che appare molto gradito alla maggior parte degli ascoltatori (Fig. 1). Il segnale dunque passa sempre per l’elaborazione dell’elettronica presente.

Per gestire le varie funzioni di equalizzazione, cancellazione adattiva del rumore, il timer di spegnimento, etc., in maniera personalizzata, Mark Levinson ha sviluppato un’applicazione per i sistemi operativi Android e iOS. L’applicazione è molto utile sia perché facilita il pairing Bluetooth con lo smartphone, ma soprattutto perché permette di scegliere la modalità di intervento per la cancellazione del rumore scegliendo tra bassa, adattiva e alta, oppure di settare l’equalizzazione della gamma bassa, o di scegliere se nella modalità di percezione dei rumori esterni selezionare unicamente la banda della voce umana. Una volta impostate queste modalità alla pressione del corrispondente tasto sul padiglione sinistro, verrà sempre richiamata la modalità selezionata con l’app.

Figura 1.

Note di uso e d’ascolto

La Mark Levinson № 5909 è la prima cuffia realizzata dal marchio statunitense. Si tratta di un modello chiuso, sovraurale, wireless e plug-in con cancellazione del rumore. La finitura dei padiglioni con vernice metallizzata dona alla cuffia un’estetica molto attraente. La buona imbottitura dei padiglioni e dell’archetto la rende assai comoda durante l’ascolto e tale da permettere sessioni anche molto prolungate.

La 5909 può funzionare sia in modalità attiva, cioè con amplificazione integrata e connettività senza fili, oppure in modalità passiva, tramite uno dei due cavi USB-C terminati con jack da 3,5 millimetri forniti in dotazione. Da un prodotto così raffinato ci saremmo aspettati anche la possibilità di utilizzare cavi con terminazioni mini-bilanciate, considerando che i lettori digitali più avanzati accettano da qualche tempo anche questo tipo di connessione.

La prova di ascolto è stata condotta sia nella modalità attiva sia in quella passiva; tra le due modalità è emersa una differenza di elaborazione del segnale, che risulta evidente tenendo conto che la connessione Bluetooth opera una elaborazione più profonda. Considerato che la 5909 è una cuffia votata al wireless si è scelto di affiancare, come partner, il lettore digitale FiiO M15. Per la prima parte di questa prova è stata utilizzata la cuffia con il cavo, quindi escludendo qualsiasi elaborazione del segnale, anche la cancellazione attiva del rumore.

Primo brano, “When I Fall in Love” di Renee Olstead con alla tromba Chris Botti, in formato 16 bit/44 kHz. La prima sensazione che si percepisce appena indossata la cuffia, ancor prima che parta la musica, è l’ottimo isolamento acustico rispetto all’ambiente circostante. Il sistema di cancellazione del rumore non è attivo ma la sensazione di silenzio intorno a noi è già notevole. Molto bello e realistico il pianoforte iniziale, con la voce della cantante ben scandita e posizionata centralmente nel palcoscenico virtuale.

La tromba di Chris Botti si stacca bene dal resto del contesto risultando ben definita e mai aspra, il contrabbasso è un pelo indietro ed il suono nel suo complesso, seppure molto gradevole e mai affaticante, risulta un po’ compatto mancando quel pizzico di ariosità che porterebbe la 5909 ad emergere tra le migliori cuffie chiuse del mercato. Ascoltando lo stesso brano in modalità wireless, quindi con l’equalizzazione Harman, il suono si arricchisce di armoniche, la voce della cantante acquisisce più corpo e allo stesso tempo sembra più realistica. La tromba aiutata da una gamma bassa più robusta è più dolce senza perdere minimamente di definizione, anzi, la sensazione di aria tra gli strumenti è più evidente, aspetto che contribuisce molto a rendere il suono più fluido e coinvolgente. Ascoltare la musica con la 5909 in modalità attiva sfruttando l’equalizzazione Harman equivale a mettere una marcia in più e forse anche due.

I controlli di accensione, inserimento Noise Cancelling e regolazione del volume sono distribuiti sui due padiglioni.

Una volta stabilito che la modalità di ascolto migliore della Mark Levinson è quella attiva, la prova è proseguita solo in questa modalità. Con la musica classica la 5909 risulta meravigliosamente efficace e grazie all’ottimo isolamento dall’ambiente che è in grado di offrire la sensazione di trovarsi in una sala da concerto è notevole; ascoltare il pianoforte di Roberto Prosseda con il brano di Ennio Moricone “La leggenda del Pianista sull’Oceano”, in formato 24 bit/96 kHz, è molto appagante.

Si riescono a percepire chiaramente i martelletti dello strumento picchiare dolcemente sulle corde con un effetto presenza da cuffia di altissima caratura. La gamma media è dotata di un’ottima articolazione così come quella bassa, aspetto fondamentale, che contribuisce a dare al pianoforte una morbidezza non facilmente riscontrabile in altre cuffie. Le conclusioni sulla prova di ascolto sono più che positive, la № 5909 di Mark Levinson è un prodotto di gran pregio; ascoltandola in modalità attiva è in grado di rendere qualsiasi brano, indipendentemente dal genere musicale, molto gratificante anche per gli appassionati più esperti. Assolutamente piacevole, consigliata.

La dotazione include un cavo da 4 m, un cavo da 1,2 m e un cavo per la connessione digitale da 1,2 m; non mancano inoltre adattatori per i vari formati analogici e digitali.

Le misure

La risposta in frequenza della cuffia Mark Levinson № 5909 presenta un andamento molto regolare per entrambi i canali risultando i due trasduttori ottimamente accoppiati fra loro. La misura è quella rilevata in modalità passiva, ovvero con la cuffia connessa alla strumentazione tramite cavo, ma i risultati sono assolutamente comparabili anche nella rilevazione effettuata tramite la connessione Bluetooth. L’applicazione della cosiddetta “Harman Curve” attiene esclusivamente ai due estremi della banda audio, con un intervento che risulta contenuto e applicato limitatamente alle prime 3 ottave nella gamma bassa mentre in quella altissima riduce il decadimento della risposta rendendolo dolce e blando.

La distorsione è molto bassa a tutte le frequenze. I due grafici relativi al decadimento nel tempo delle risposte in frequenza sono esemplari, l’attenuazione è velocissima così da permettere una buona sensazione di pulizia e apertura. L’ascolto ce ne darà conferma, in ogni caso complimenti al progettista poiché domare trasduttori dinamici in architetture chiuse e di così piccole dimensioni è un’arte. Le curve di impedenza si attestano sui valori dichiarati ma fanno trasparire il fatto che in ogni caso l’elettronica di bordo è sempre ingaggiata. La sensibilità è assolutamente adeguata anche per un pilotaggio tramite smartphone, la potenza richiesta è bassa.
Mario Richard


Conclusioni

Alla fine di questo incontro con la cuffia Mark Levinson № 5909 i sensi sono completamente appagati. La prima impressione avuta, quella di salire su una sport-car di lusso, è rimasta per tutto il tempo e la musica è fluita a lungo portandoci lontano. Il prezzo di questa cuffia comporta uno sforzo che però vale la pena di fare se si ricercano quelle sensazioni di compiacimento legate all’esaudimento di un desiderio.
Mario Richard e Leonardo Bianchini


Mark Levinson № 5909
Cuffia dinamica chiusa
Distributore per l’Italia: Audiogamma S.p.A., Via Nino Bixio 13, 20900 Monza (MB). Tel. 02 55181610 – www.audiogamma.it
Prezzo di listino: 1.200,00 (IVA inclusa)

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
  • Altoparlante: dinamico, diametro 40 mm, membrana rivestita in berillio.
  • Sensibilità: 97 dB.
  • Riposta in frequenza: 10 Hz-40 kHz.
  • Impedenza: 32 ohm.
  • Peso: 340 g.
  • Connessioni: passiva tramite cavo analogico, digitale tramite cavo USB tipo C, Bluetooth v5.1 LDAC/ AAC/APTX.
  • Batteria: Li-Ion 750 mAh, durata 34 ore/30 ore ANC on.
  • Dotazione di serie: custodia rigida, 2 cavi rimovibili di lunghezza 1,2 m e 4,0 m con connettore jack stereo da 3,5 mm sbilanciato, cavo digitale USB tipo C rimovibile da 1,2 m, adattatore 6,3 mm.

Author: Redazione

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