SVS 3000 Micro

Piccolo e subwoofer sono due concetti intrinsecamente antitetici. Riuscire a metterli d’accordo è un’impresa difficile ma evidentemente non impossibile, come SVS ci ha chiaramente dimostrato presentando il suo primo subwoofer “micro”, di nome e di fatto, che unisce prestazioni audio da vero sub ad una notevole semplicità di gestione grazie anche al controllo tramite una app completa e funzionale

Il termine subwoofer sta ad indicare una precisa categoria di prodotti, un particolare sottoinsieme dei “sistemi di altoparlanti”. È immediato, anzi praticamente inevitabile, associare questo termine ad un cubo più o meno grande. Il fatto che la stragrande maggioranza dei subwoofer in commercio sia di forma cubica non è casuale e non è certo dovuto ad una contagiosa mancanza di fantasia da parte dei costruttori. Sappiamo bene che gli altoparlanti destinati a riprodurre le frequenze più basse necessitano di volumi di carico consistenti oltre che di altoparlanti di generose dimensioni e sappiamo anche che il solido che racchiude il volume maggiore con la minima superficie è la sfera.

Volendo contenere il più possibile le dimensioni del cabinet per offrire la massima facilità di installazione, la forma cubica è la scelta più logica per un subwoofer, perché il cubo presenta gli stessi ingombri della sfera in esso inscritta, quindi il maggior volume nel minor impegno di spazio. Ma a rendere subwoofer un subwoofer (no, non c’è nessun errore di stampa, volevo proprio scrivere così) non è il fatto di essere un particolare sistema di altoparlanti spesso a forma di cubo e destinato alle sole basse frequenze, ma la sua essenza funzionale.

A questo proposito mi tornano in mente le lezioni di filosofia del liceo e gli esempi del mio prof per introdurci al mondo delle idee di Platone: che sia rotondo, quadrato o rettangolare, lungo o corto, largo o stretto, siamo sempre in grado di riconoscere un tavolo, in virtù di una precisa idea innata di “tavolinità” presente in noi.

Ebbene, il punto a cui voglio arrivare è che l’idea platonica che sta alla base del subwoofer, che il mio professore avrebbe probabilmente chiamato la “subwooferinità”, non è legata alla sua forma più comune, sebbene proprio come per i tavoli è spesso proprio essa che ce ne fa riconoscere uno, ma alla sua funzione: riprodurre il range di frequenze al di sotto di quelle che spettano al woofer, come etimologicamente evidenziato da “sub”, dal latino “sotto” (e non “subbaqquo”), più “woofer”.

Per svolgere questa funzione e fare sì che un sub sia proprio tale, occorre ricorrere ad altoparlanti di generoso diametro, ampia escursione e volumi di carico “importanti”, anche se nel caso di quelli attivi le correzioni elettroniche della risposta permettono un notevole contenimento delle cubature. Ma in generale l’idea di subwoofer non si sposa per niente bene con quella di compattezza; e anche tutti gli strumenti acustici in grado di riprodurre note gravi non sono mai particolarmente facili da trasportare. SVS è un costruttore il cui nome è quasi in automatico associato ai subwoofer ed è questa la prima volta che la casa presenta un subwoofer compatto.

Il presidente di SVS, Gary Jacoubian, nel presentare il nuovo nato ha però chiaramente detto che il 3000 Micro è sì piccolo e compatto, ma è un “vero” sub. Perché, ci sono anche dei subwoofer “falsi”? In un certo senso sì…

Mi spiego. La maggior parte dei sistemi di altoparlanti non è in grado di riprodurre le prime ottave allo stesso livello del resto dello spettro, eppure la loro resa ci appare equilibrata, completa e piacevole, almeno finché non si pretenda da loro quello che fisicamente non sono in grado di dare. Il limite in gamma bassa dei sistemi di altoparlanti è estremamente variabile e si va dal “spingono parecchio e gli manca davvero poco” dei sistemi da pavimento più grandicelli, a “suonano bene ma non bisogna alzare mai il volume” dei minidiffusori.

I due driver da 8” hanno la membrana in alluminio e la sospensione in gomma a lunga escursione. Montati contrapposti, annullano l’un con l’altro le vibrazioni generate nel funzionamento.

Molti subwoofer, quelli che Jacoubian non ritiene “veri”, fanno in realtà le veci di un buon woofer, risultando complementi ideali per i piccoli sistemi di altoparlanti con i maggiori limiti in gamma bassa, ma che sarebbero inutili o persino dannosi se abbinati a sistemi più performanti, che necessitano di un “vero” sub, in grado di riprodurre le prime ottave a livelli sostenuti ed indistorti e per questo in grado di fornire un reale incremento della qualità complessiva della resa. Come hanno fatto in SVS a mettere d’accordo dimensioni compatte e prestazioni, facendo del 3000 Micro un vero sub?

Caratteristiche e funzionalità

L’aspetto più caratterizzante del 3000 Micro è l’utilizzo di due trasduttori contrapposti da 8”. Questa soluzione da un lato favorisce il contenimento delle dimensioni, che fra l’altro eccedono davvero di poco quelle degli stessi woofer. Il cabinet è infatti un cubo di soli 26,5 centimetri di lato, mentre un unico woofer di diametro equivalente ai due 8” avrebbe portato l’ingombro ben oltre i 30 centimetri. D’altro canto due woofer contrapposti offrono l’importantissimo vantaggio di abbattere drasticamente, diciamo anche eliminare, ogni vibrazione sul nascere.

Il mobile, oltre a contenere l’emissione posteriore degli altoparlanti, deve vincolare stabilmente la posizione del trasduttore (e questo vale per tutti gli altoparlanti, anche per i tweeter), contrastando per inerzia la spinta che la membrana genera sul cestello in direzione opposta al suo movimento. Se il cestello non fosse perfettamente fermo, il movimento assoluto della membrana non sarebbe quello desiderato, causando una emissione alterata, imprecisa. Ma quando i woofer sono due, le spinte delle due membrane si annullano reciprocamente, annullando alla fonte ogni sollecitazione sul cabinet che potrebbe originare vibrazioni.

I trasduttori impiegati sono realizzati dalla casa e sono caratterizzati da diverse peculiarità costruttive; la membrana è in alluminio e la sospensione rovesciata in gomma (nitrile-butadiene), realizzata attraverso un processo di stampaggio a iniezione proprietario, garantisce una escursione lineare picco-picco di 24 mm (quella meccanica arriva a 37). Il gruppo magnetico è dotato di anello di cortocircuito, il supporto della bobina mobile (in rame, 4 strati) è in alluminio mentre il cestello è in acciaio.

I due woofer, protetti da griglie metalliche, sono connessi in parallelo e pilotati da un amplificatore in classe D da 800 watt continui (2.500 di picco). Si tratta dello “Sledge” che la casa impiega anche su molti altri modelli, caratterizzato dall’utilizzo di uno stadio di uscita a componenti discreti (mosfet da 25 ampere e 600 volt). Ma (oggi cediamo alla tentazione di riesumare il vecchio e notissimo slogan pubblicitario) la potenza è nulla senza controllo.

Un DSP Analog Devices si occupa di gestire le funzionalità del subwoofer; dal pannellino di controllo, davvero molto ben fatto, si possono regolare livello, frequenza di taglio e fase. Con due tastini si effettua la regolazione, con gli altri si seleziona il parametro da modificare. Il passa-basso può essere impostato tra 30 e 200 Hz a passi di un hertz, mentre la fase è regolabile a passi di un grado da 0 a 180.

Il sub dispone di un ingresso RCA ed offre per comodità una uscita che replica il segnale in ingresso. Un’altra possibilità di pilotaggio è offerta da una porta USB unicamente destinata ad accogliere il ricevitore dell’SVS Sound Path Wireless Adapter, che, insieme al trasmettitore da connettere alla sorgente, rende possibile la trasmissione del segnale in modalità wireless.

Dal pannello di controllo si accede alla regolazione del livello, della frequenza di taglio e della fase; tutte le altre numerose regolazioni sono controllabili tramite la app. L’accensione può essere automatica (in presenza di segnale o via trigger) o forzata in manuale; la porta USB serve per inserire un dispositivo opzionale per la trasmissione wireless del segnale musicale.

Attraverso uno smartphone connesso in Bluetooth, è possibile replicare i controlli fisici ma operare anche su ulteriori funzionalità, come selezionare la pendenza del taglio (6, 12, 18 o 24 dB per ottava), invertire la fase e gestire tre equalizzazioni parametriche. In aggiunta c’è anche un controllo di adattamento della risposta per compensare gli effetti dell’ambiente. È possibile memorizzare tutte le impostazioni in 3 banchi di memoria da richiamare all’occorrenza.

La dotazione di controlli ci sembra completa e la app è chiara e ben strutturata. Il mobile, in MDF solido e ben rinforzato, poggia su piedini tronco-conici in gomma. Per quanto riguarda la finitura, il 3000 Micro è disponibile con laccatura lucida bianca o nera.

L’amplificazione in classe D, con stadio di uscita a mosfet discreti, è dichiarata capace di 800 watt continui e 2,5 kW di picco.

L’ascolto

Per saggiare le potenzialità dell’SVS 3000 Micro e verificare che la casa afferma il vero definendolo un vero sub, lo abbiamo abbinato ad una coppia di “satelliti” a noi ben noti, i LINEAR 2, il progetto in evoluzione che Fabrizio Montanucci ha sviluppato come sistema didattico per illustrare le funzionalità dell’ultima versione del nostro software di simulazione LDS. Si tratta di diffusori molto dinamici, in grado di riprodurre in modo pulito livelli decisamente sostenuti e di scendere abbastanza in basso, ma che sappiamo anche trarre notevole giovamento dall’abbinamento ad un subwoofer, al quale si richiedono pressioni non indifferenti per stare al loro passo.

Come software abbiamo utilizzato sia tracce stereo che multicanale downmixate, per avere un’idea della resa tanto con la musica quanto con le colonne sonore. Il 3000 Micro mantiene le promesse, offrendo una gamma bassa corposa ed ottimamente articolata, a livelli più che adeguati alla nostra sala di ascolto (circa 30 metri quadrati) ed al mio elevato gradimento nei confronti delle basse frequenze. Non si arriva al “terremoto”, per il quale occorrerà orientarsi verso i fratelli maggiori del 3000 Micro, ma l’SVS compatto, quando provocato con quelle poche tracce dal contenuto energetico non indifferente nelle prime ottave, sa come difendersi e come rispondere per le rime.

Ho avuto la possibilità di ascoltare subwoofer estremamente performanti in termini di estensione e livello, e – livello massimo a parte – il 3000 Micro non sfigura ed anzi, considerando il divario di prezzo, direi che fa una buonissima impressione. Qualcosa nella prima ottava ancora manca, ma quanto offerto è certamente molto di più di quanto possono permettersi molti prodotti della stessa taglia.

Il sub si occulta molto bene e stavolta non ci riferiamo alle dimensioni compatte ma all’integrazione col sistema principale. Come è giusto che sia, non palesa la sua presenza ma resta ben nascosto, grazie anche all’assenza di vibrazioni che ne consentirebbero facilmente l’individuazione, eppure basta disattivarlo per accorgersi di quanto determinante sia il suo apporto.

Se con la musica il 3000 Micro permette di ottenere un ottimo amalgama coi nostri satelliti, arricchendone l’estremo inferiore rispettandone la timbrica precisa e veloce, con le colonne sonore si dimostra realistico e credibile, esplosivo ma non esagerato.

Per quanto riguarda la componente fisica, ovvero quella che del suono riprodotto viene percepita non solo con le orecchie ma anche con la pancia, direi che vale quanto già osservato per l’estensione; tutto quello che si ascolta viene anche accompagnato da una discreta dose di fisicità, tuttavia se volete essere sconquassati bisogna orientarsi su taglie maggiori.

Oltre che per le pure prestazioni audio, il nuovo sub SVS si fa apprezzare anche per la facilità d’uso garantita dall’ottima app in dotazione; delle numerose funzionalità offerte abbiamo già detto, qui vogliamo evidenziarne la rapidità di risposta. Ogni cambiamento fatto sul pannello fisico si trasmette in tempo reale sul display dello smartphone e ogni impostazione sulla app viene inviata al sub in maniera pressoché istantanea. Davvero estremamente piacevole da utilizzare.

Conclusioni

Del 3000 Micro ci sono piaciute sia la resa audio che la semplicità di utilizzo garantita dall’ottima app a corredo. Mantiene le promesse comportandosi da vero sub ed ha un altro non trascurabile punto di forza oltre alle dimensioni compatte, ovvero un rapporto qualità/ prezzo piuttosto favorevole.

Sicuramente una scelta valida sia per il classico impiego home theater, dove darà sicuramente dignità alle migliori colonne sonore, sia come upgrade del proprio sistema di altoparlanti: aggiungere un 3000 Micro, quando non si richiedono pressioni da stadio, è probabilmente più conveniente, a parità di resa, dell’acquisto di un nuovo sistema parimenti performante in gamma bassa.

Mario Mollo

Le misure

Le prestazioni rilevate in laboratorio sono soddisfacenti. La risposta, come di prassi rilevata a diverse frequenze di intervento del filtro passa-basso, presenta una modesta ondulazione ma anche una buona estensione verso l’estremo inferiore, pur non arrivando a coprire del tutto la prima ottava. La distorsione appare elevata all’estremo inferiore del campo di misura, ma laddove il sub sarà chiamato a funzionare risulta nella norma. Buona anche la MOL, tutta ben al di sopra dei 100 dB e che conferma l’anima di vero subwoofer del 3000 Micro, anche se la prima ottava resta ancora scoperta. D’altronde se la risposta si fosse rivelata prepotente anche sotto i 30 Hz non avrebbero motivo di esistere i modelli più grandi e costosi…

Mario Mollo


SVS 3000 Micro
Subwoofer attivo
Distributore per l’Italia: XFAudio, Viale Cavallotti 41A, 35124 Padova. Tel. 0498809891 – www.svsound.it
Prezzo (IVA inclusa): euro 999,00

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE

  • Altoparlanti: due woofer da 8” in sospensione pneumatica.
  • Amplificatore: Sledge STA-800D2, 800 W (2.500 W di picco).
  • Risposta in frequenza: 23-240 Hz (±3 dB).
  • Dimensioni: 26,7×27,5×26,2 cm

Author: Redazione

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