Squadra che vince non si cambia… ma si migliora
Realizzato in maniera impeccabile e convincente nella resa, il modello intermedio della nuova linea T/x ha dalla sua anche la qualità principe di ogni apparecchio, il rapporto qualità/prezzo.
Quando qualche anno fa, per la precisione nel novembre del 2018, nel redigere la prova di un altro subwoofer REL ho esordito scrivendo: “Non sono molti i costruttori di sistemi di altoparlanti che concentrano il loro campo di azione esclusivamente ai sub”. Una affermazione forse un po’ generica ma che descrive chiaramente e sinteticamente la “mission” del marchio.
Ora sono di nuovo alle prese con un altro sub REL e mi è punta vaghezza di sapere quale sia l’esatto numero degli specialisti in subwoofer ma non è facile poiché non si può escludere che esistano aziende poco note o i cui prodotti siano scarsamente presenti nei negozi in Italia. Sta di fatto che, secondo i listini ufficiali che ci vengono regolarmente forniti dai distributori nazionali, di marchi che producono solo ed esclusivamente sub-woofer ce n’è uno solo… anche perché molte delle aziende nate e note come specializzate in subwoofer hanno ampliato la loro produzione ad altri componenti; è il caso di Sunfire, di SVS e di JL Audio, i cui subwoofer sono davvero e meritatamente rinomati ma il cui campo di attività si estende comunque oltre.
A questo punto suppongo sia inutile che vi dica quale sia il costruttore che del subwoofer ha fatto la sua unica ragione d’essere, perché se non fosse proprio quello a cui suppongo ormai tutti stiamo pensando, allora tutta questa lunga ma spero non tediosa introduzione non avrebbe proprio alcun senso… All’interno del catalogo REL la serie T occupa una posizione strategica, perché pur non collocandosi all’estremo inferiore, occupato dalla linea HT, mantiene dei costi tutto sommato contenuti a fronte delle prestazioni offerte e dal punto dei ricavi risulta per il costruttore di estrema rilevanza (oltre 250.000 unità vendute in 15 anni), un po’ come la Golf per la Volkswagen. La prima serie T risale al 2006 e da allora si è evoluta pur mantenendo la stessa filosofia progettuale, sia dal punto di vista elettroacustico sia da quello dei controlli. Vediamola in dettaglio.
Caratteristiche e funzionalità
La serie T/x, quella attualmente in catalogo dallo scorso anno e che rappresenta il quarto step evolutivo della linea, è composta da 3 modelli ed il T/7x è il mediano. L’unico cambiamento visibile dall’esterno che arriva con la nuova serie è quello della forma del mobile, non più cubico ma leggermente appiattito, con le stesse proporzioni adottate nella serie Reference, la top di gamma.
Questa modifica apparentemente minimale a detta del costruttore apporta un miglioramento sensibile alle prestazioni del sistema. Diversa anche la stondatura degli spigoli verticali, con raggio maggiorato, particolate che contribuisce a rafforzare la sensazione di estrema cura costruttiva che il sub offre, grazie anche alla splendida verniciatura laccata. La targhetta metallica collocata superiormente, che sembrerebbe servire a recare il logo del costruttore, in realtà ha anche una funzione smorzante di una risonanza del mobile.
Quelli che di solito chiamiamo “piedini” di appoggio, nel caso del T/7x sono dei veri e propri “zamponi”, che potrebbero apparire sproporzionati in altezza. Ma non dimentichiamoci della presenza del radiatore passivo downfiring. Se andiamo a misurare l’area della superficie delle 4 “bocche” che vengono a crearsi sui lati del mobile, scopriamo che coincide proprio con quella del cono da 10” del passivo, la cui frequenza di accordo nelle effettive condizioni di uso, ovvero con il carico offerto dal pavimento, si colloca attorno ai 36 Hz. Nonostante un volume complessivo leggermente più contenuto, il peso del cabinet del T/7x sale di 2 kg rispetto al modello precedente.
Tutti e tre i componenti della linea T/x ricalcano lo schema acustico dei predecessori: reflex passivo per i due modelli più grandi e cassa chiusa per il più piccolo. Anche la dimensione dei trasduttori è la stessa: un woofer attivo ed un radiatore passivo entrambi da 10” sul T/9x, un 8” attivo ed un radiatore passivo da 10” sul T/7x ed un woofer da 8” downfiring sul T/5x.
Ma i trasduttori non sono esattamente gli stessi; ritroviamo le membrane nel materiale composito che la casa ha denominato FibreAlloy™ ed anche i grandi parapolvere rovesciati in alluminio con il logo REL, mentre nuove sono le sospensioni, più rigide rispetto alle precedenti. La sezione di amplificazione da 200 watt in classe AB è invariata; il costruttore non ha ritenuto di dovervi apportare modifiche, ritenendosi pienamente soddisfatto tanto delle prestazioni quanto dell’elevata affidabilità che questo componente fondamentale ha dimostrato di possedere nel lungo periodo di permanenza in catalogo della serie precedente da cui l’ampli è stato ereditato.
È invece stata oggetto di affinamento la sezione di ingresso, della quale è stata rivista la funzionalità di gestione del limitatore che agisce sul segnale e che contrariamente a quanto il nome potrebbe indurre a credere non riduce il livello di emissione del sub ma al contrario ne aumenta la dinamica, proteggendo l’unità dai sovraccarichi sul lungo termine pur consentendo all’amplificatore di erogare picchi di potenza ben superiori a quella nominale.
Per quanto riguarda la sezione di controllo la REL, in controtendenza rispetto alla strada battuta da un numero sempre crescente di costruttori di sistemi di altoparlanti in tutte le fasce di prezzo, mantiene un approccio analogico e “app free”. In pratica si può intervenire solo sulla frequenza del passa-basso e sulla fase (limitatamente alla sua inversione). Gli altri due controlli rotativi riguardano uno il guadagno dell’ingresso LFE (che bypassa il crossover) mentre l’altro agisce sulla coppia di ingressi a basso (RCA) ed alto livello (Neutrik speakON). Quest’ultimo è una caratteristica distintiva dei sub REL; permette di pilotare l’unità semplicemente collegandola in parallelo al sistema di altoparlanti principale (funzionando sia con amplificazioni in classe AB sia con quelle in classe D, stando attenti a rispettare le istruzioni del costruttore sulle modalità di collegamento).
La casa suggerisce l’utilizzo proprio di questa connessione come preferenziale e fornisce in dotazione un cavo da 10 metri. È possibile mantenere collegati simultaneamente gli ingressi ad alto e basso livello, nel caso l’impianto consti di una sezione frontale stereo separata da quella surround, potendo utilizzare la prima indipendentemente dalla seconda senza dover effettuare alcuna selezione di ingressi sul sub semplicemente inviando il segnale solo all’ingresso desiderato. Opzionalmente è disponibile un modulo di trasmissione wireless, il cui ricevitore va inserito nella presa d-sub posta al di sopra del dissipatore. I sub della serie T/x sono disponibili con finitura bianca o nera.
Utilizzo e ascolto
Prima di addentrarci nel resoconto dell’ascolto, vorrei riportare qualche osservazione in merito alle operazioni preliminari per la messa in funzione del T/7x. L’impostazione del pannello dei controlli è talmente classica che sembrerebbe rendere praticamente superfluo il ricorso al manuale di istruzioni, che in realtà fornisce importanti informazioni, come la già menzionata possibilità di utilizzare a seconda delle necessità sia l’ingresso LFE che quello ad alto livello senza dover intervenire su alcun selettore; omettendo la lettura del manuale la serigrafia del pannello posteriore, che racchiude in una cornice i due ingressi summenzionati, in un certo senso li gemella lasciando supporre che il controllo della frequenza di taglio agisca su entrambi, mentre il crossover non interviene sull’ingresso LFE, che ha la stessa risposta offerta dall’altro ingresso a basso livello quando il controllo del taglio è posizionato alla frequenza massima.
Il manuale è inoltre molto prodigo di consigli sulla messa a punto. A questo proposito anche il sito del costruttore mette a disposizione diversi video tutorial che possono essere utili sia ai neofiti che agli utenti più esperti.
Personalmente resto un tantino perplesso dall’insistenza con cui il costruttore suggerisce come soluzione di collegamento preferenziale quella ad alto livello. Sicuramente in molti casi è l’unica strada percorribile quando il subwoofer viene utilizzato per arricchire la risposta di un impianto stereofonico e la sola modalità di connessione possibile è quella in parallelo ai diffusori; ma come più volte abbiamo avuto modo di osservare su queste pagine e come Fabrizio Montanucci ha ampiamente documentato con evidenze strumentali, quando è possibile “alleggerire” con un filtraggio elettronico la gamma bassa di un sistema di altoparlanti anche non necessariamente compatto, si ottengono non trascurabili benefici in termini di riduzione della distorsione dell’altoparlante sgravato dal compito di riprodurre le frequenze più basse.
Negli impianti multicanale per poter utilizzare la connessione ad alto livello, quindi prelevando il segnale dai diffusori frontali, l’unico modo per non perdere il contenuto della traccia LFE è quello di settare i diffusori come “large” e questo è fattibile solo con sistemi realmente grandi (quelli piccoli andrebbero sicuramente in saturazione) lasciandosi però sfuggire i suddetti benefici effetti del “crossoveraggio”.
Detto questo veniamo alla resa del T/7x, messa alla prova sia in un sistema a due canali nella nostra sala di ascolto più grande, sia in un impianto multicanale in ambiente domestico di superficie medio-alta. Probabilmente per merito della notevole pendenza del taglio operato dal crossover del T/7x, trovare le impostazioni che amalgamano il sub nel sistema, sia esso stereofonico che multicanale, non ha presentato particolari difficoltà.
Nelle sessioni di ascolto in redazione abbiamo abbinato il REL al nostro (nel senso sviluppato da noi) sistema didattico LINEAR 2, che oltre alla “didassi” fornisce una resa limpida, dinamica, potente ed estesa in basso. L’aggiunta del T/7x ne rende ancor più coinvolgente e travolgente la riposta, aumentandone ulteriormente il corpo e la capacità di analisi all’estremo inferiore, rispettando abbastanza bene la velocità e la pulizia del basso dei LINEAR.
Pur trattandosi di un sistema da supporto e non di un più corpulento diffusore da pavimento, il LINEAR 2 grazie al doppio woofer come dicevamo non soffre di limitazioni evidenti in gamma bassa, garantendo un discreto equilibrio armonico anche scendendo in frequenza.
L’apporto del sub risulta comunque determinante, perché permette di esplorare con più chiarezza i contenuti nelle prime ottave. È come disporre di una potente torcia a LED in una caverna già abbastanza ben illuminata: si può puntare il raggio nei recessi un po’ in penombra per coglierne meglio ogni particolare anche se già visibile.
In questo senso un diffusore come il nostro LINEAR, che pur può vivere tranquillamente senza un sub, delimita abbastanza bene il “campo di esistenza” di un prodotto come quello in prova: sistemi di altoparlanti più performanti in gamma bassa necessitano di un sub più estremo, capace di pressioni maggiori ed una estensione ancor più protesa verso le infrasoniche, mentre il T/7x si può sposare felicemente con tutti i diffusori con prestazioni paragonabili ed inferiori a quelle del LINEAR, elevando la resa dei primi ad un gradino più alto e compensando totalmente le limitazioni di secondi. E nel test in multicanale abbiamo proprio abbinato il sub ad un sistema con diffusori di classica taglia bookshelf, nella fattispecie un impianto Naim con qualche anno di storia alle spalle.
Se con i LINEAR si può anche fare a meno del filtraggio passa-alto (cosa che comunque personalmente per i motivi suddetti mi sento di sconsigliare quando l’impianto dispone di un processore audio-video), in questa seconda situazione il livello di pressione offerto dal sub porta i frontali al limite. Il T/7x è stato chiamato a fare le veci del sub titolare anch’esso Naim, di taglia maggiore ed anche di impegno economico, se rapportato all’epoca di appartenenza, non di poco superiore.
Il REL ha brillato anche in questa configurazione, offrendo un risultato convincente sia con materiale prettamente musicale che con contenuti video. In generale possiamo concludere che il livello ottenibile è consistente, più che sufficiente a garantire un ascolto coinvolgente anche in ambienti di dimensioni importanti; siamo riusciti a mettere in difficoltà la generosa amplificazione interna solo ricorrendo alle tracce “killer” ed ovviamente spingendo il volume nella zona “ammazza-vicinato”. L’estensione è adeguata a mettere in luce con chiarezza anche i contenuti a bassissima frequenza.
Quest’ultima osservazione non è ovvia come sembra, perché capita anche il caso di woofer camuffati da sub, ovvero da componenti pensati per abbinarsi solo a diffusori molto “leggeri” ai quali danno il contributo di un buon woofer, mentre il REL fa un lavoro del tutto diverso… Il timbro del T/7x è tonico, anche se non tesissimo; risponde con prontezza e decisione, riuscendo a ben amalgamarsi anche a diffusori con la gamma bassa non arrotondata, pur restando piacevolmente non spigoloso ma mai gommoso. Se nell’ascolto degli effetti delle colonne sonore garantisce pulizia unitamente a livelli sostenuti, il REL T/7x offre la stessa credibilità anche quando si ascolta quella musica che pretende un assoluto rigore timbrico.
Le misure
La risposta in frequenza è stata rilevata come consuetudine in corrispondenza di tre diverse posizioni del controllo della frequenza di taglio, agli estremi e a metà corsa. Oltre alla buona estensione verso il basso, dalla misura si evince la notevole pendenza del filtro passa-basso, che si attesta attorno ai 30 dB per ottava. Modifiche della frequenza di taglio, che introducono una leggera variazione del livello, non alterano significativamente l’andamento del ramo passa-alto naturale della curva. Abbiamo anche rilevato la risposta dell’ingresso LFE, non soggetto all’azione del crossover, che è risultata essere coincidente con quella degli altri ingressi quando il potenziometro della frequenza di taglio è settato sul valore più alto. Veniamo alla distorsione; al punto di misura a frequenza più bassa si attesta su valori non propriamente contenuti, ma cala molto rapidamente non appena entriamo nel range di frequenze che la curva di risposta ci indica come quelle alla giusta portata di questo sub, che non dobbiamo dimenticare non essere un top di gamma anche se spesso è facile scordarselo…
L’andamento della curva di MOL, infine, sembrerebbe essere meno esplosivo di quanto nell’uso questo subwoofer lasci supporre. Come il nostro Gian Piero Matarazzo ha ben spiegato nel commentare le misure del T/7i, questo dipende dal “limitatore” presente sull’ingresso, che opera una compressione in funzione della frequenza a salvaguardia del sub, operando con una costante di tempo più bassa rispetto alla durata dei burst utilizzati nella misura. Allora GPM verificò che con burst di durata inferiore la dinamica alle frequenze più basse era più consistente e nulla ci lascia supporre che non sia lo stesso anche in questo caso.
Conclusioni
È facile supporre che la nuova linea T/x non avrà difficoltà a bissare il successo della fortunata T/i che l’ha preceduta, almeno stando a quanto il modello in prova ci ha mostrato. Accanto ad un livello costruttivo davvero molto curato, questo sub regala una resa convincente in ogni situazione, dimostrandosi perfettamente in grado di inserirsi anche in sistemi di fascia superiore a quella in cui il suo prezzo di listino porterebbe a collocarlo.
L’impostazione di impronta decisamente classica, che non prevede il ricorso a DSP e app, non mina la modernità di questo progetto, nel quale confluisce tutta l’esperienza di un costruttore che si occupa solo di subwoofer e le cui prestazioni fanno del rapporto qualità/prezzo un punto di forza di questo prodotto.
Mario Mollo
Ci è piaciuto
- La qualità costruttiva (bellissima la verniciatura) e le prestazioni sono alla base del convincente rapporto qualità/prezzo.
- L’impostazione classicamente analogica dei controlli e la conseguente assenza di una app di gestione può essere un punto a favore per alcuni e a sfavore per altri.
Non ci è piaciuto
- L’impostazione classicamente analogica dei controlli e la conseguente assenza di una app di gestione può essere un punto a favore per alcuni e a sfavore per altri.
REL Acoustics T/7x
Subwoofer attivo
Distributore per l’Italia: Audiogamma S.p.A., Via Nino Bixio 13, 20900 Monza (MB). Tel. 02 55181610 – www.audiogamma.it
Prezzo (IVA inclusa): euro 1.299,00
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
- Tipo: reflex passivo.
- Altoparlanti: 1 woofer 8” con membrana in alluminio FibreAlloy™, 1 radiatore passivo 10”.
- Risposta in frequenza: -6 dB a 31 Hz.
- Tipo/potenza amplificatore: classe AB, 200 W.
- Ingressi: 1 basso livello stereo RCA, 1 LFE RCA, 1 alto livello Neutrik Speakon (cavo da 10 m in dotazione).
- Crossover: 30-120 Hz.
- Dimensioni (LxAxP): 365x320x363 mm.
- Peso: 17,5 kg