Klang: un sistema molto “multi”
Se come me aborrite gli anglicismi, qui occorre avere pazienza perché siamo di fronte ad un “Audio Ecosystem” multiroom & multichannel…

È lo stesso costruttore tedesco a definire così i suoi prodotti della linea “mr” e per questa ragione abbiamo ritenuto più interessante effettuare una prova corale piuttosto che diversi test singoli, assemblando un sistema multicanale 5.1.2. Il cuore dell’impianto è la soundbar Klang Bar5 completa del suo subwoofer Sub5, affiancata da una coppia di speaker Klang mr1, il modello più piccolo tra i tre che compongono la serie.
La Klang Bar5 è già di per sé una soundbar 5.1.2; per i tre canali frontali sono stati utilizzati 7 trasduttori (4 larga-banda ovali e 3 tweeter) suddivisi in tre gruppi a due vie, a cui si aggiungono due larga-banda side-firing collocati alle estremità del mobile, anche questi ovali, e due trasduttori circolari up-firing posti sulla parte superiore.
La potenza complessiva dell’amplificazione è pari a 220 watt. In questa configurazione il contenuto dei canali surround viene riprodotto dai trasduttori frontali tramite virtualizzazione delle sorgenti posteriori. La Klang Bar5 supporta sia il Dolby Atmos che il DTS:X. Lo schema della soundbar può essere ormai definito classico mentre abbastanza originale è quello del subwoofer, a partire dalla forma cilindrica del box.
I trasduttori impiegati sono 6, tutti da 6”: due woofer attivi e quattro radiatori passivi, disposti simmetricamente per ottenere l’effetto di annullamento reciproco delle vibrazioni; l’amplificazione di bordo eroga 180 watt.
Il parco delle connessioni vede la presenza di 2 ingressi HDMI con pass-through 4K (Dolby Vision, HDR 10+), una uscita HDMI con eARC, a cui si aggiungono un ingresso audio analogico su mini-jack da 3,5 mm, un ingresso digitale ottico ed una porta USB. Ci sono poi il Bluetooth e l’AirPlay 2; ma la connettività wireless merita in discorso un po’ più ampio del solito, perché i prodotti della linea mr hanno tre diverse “personalità”, ma senza che questo implichi la presenza di psicopatologie…

Possono infatti essere inseriti in due diversi “ecosistemi”, quello di Google, diciamo “universale” o quasi, e quello DTS Play-Fi, attualmente supportato da 30 diversi marchi per circa 400 prodotti. Entrambi i sistemi permettono di accedere ai servizi di Spotify, Tidal, Qobuz, Amazon Music ed alle radio internet e di organizzare i propri dispositivi in configurazioni multiroom, ma il DTS-Play-Fi (che permette di gestire da una a quattro diverse zone, con un massimo di 16 altoparlanti per zona – ed un limite di 32 speaker totali – con flusso dati a 192 kHz/24 bit), offre in più la possibilità di realizzare configurazioni multicanale.
Ma a differenza di altri prodotti, gli mr possono essere combinati in configurazioni multicanale anche, ed è questa la terza personalità a cui accennavo, attraverso la tecnologia wireless WDAL 2.0, indipendente dal wi-fi domestico e praticamente a latenza zero. I tre modelli di speaker mr (1, 2 e 3) possono essere aggiunti alla soundbar sia come surround che come frontali, permettendo di realizzare veri e propri impianti 5.1.2 con diffusori discreti (non nel senso di “così così” ma di “fisicamente distinti”).
Come il Sub5, anche gli speaker mr sono caratterizzati da una estetica piuttosto originale, che le immagini illustrano molto meglio delle parole. Quelli scelti per il test sono gli mr1, come dicevamo i più piccoli del gruppo.
La parte superiore, lucida, è sensibile al tocco e permette di controllare oltre che il volume e il cambio di traccia anche l’eventuale funzione dello speaker all’interno di un sistema multicanale implementato con il WDAL 2.0.
Il costruttore non dichiara il numero ed il tipo di trasduttori impiegati (e non ce la siamo sentita di smontarli per sbirciare dietro la tela, dal momento che l’operazione non sembrava esente da rischi), ma solo che la potenza dell’amplificazione ammonta a 30 watt. Dovrebbe essere ora più chiara l’indicazione che davamo in apertura, parlando di sistemi multiroom e multichannel.
La “multiroomalità” può essere gestita attraverso due ecosistemi diversi, con il duplice vantaggio che, oltre a poter scegliere quello preferito, il sistema è aperto alle evoluzioni di due distinte tecnologie, mentre la multicanalità è supportata con uno standard hardware robusto, efficiente e stabile.
Sia che si utilizzi la soundbar da sola col suo sub, sia che la si espanda a piacimento con gli speaker mr, si ha comunque a disposizione un prodotto non solo, come vedremo a breve, molto ben performante, ma anche ricco di funzionalità ed aperto a sviluppi futuri.
Tramite il telecomando si ha accesso ad alcune funzionalità aggiuntive offerte dalla soundbar, come la modalità notte e i classici preset, i controlli di tono e di livello, anche degli eventuali altoparlanti connessi in WDAL; la casa non mette a disposizione una app dedicata, mentre per la riproduzione sono più che sufficienti quelle di terze parti. Installazione e ascolto Trattandosi di componenti che hanno più possibilità di gestione, la prova d’uso è stata più articolata del solito.


Il primo passo che abbiamo fatto è stato ovviamente quello di attivare la soundbar. Per farla funzionare è sufficiente collegare i due cavi di alimentazione alla rete elettrica ed il cavo HDMI al TV attraverso le rispettive porte eARC. Già dopo queste brevissime operazioni ci è stato possibile ascoltare la Klang Bar5 mr col suo sub. Ed immediatamente abbiamo capito di che pasta è fatto questo sistema: se fosse proprio una pasta, sarebbe una bella fettuccina all’uovo, spessa e soda, che non scuoce e che lascia percepire sotto il gustoso condimento la freschezza della materia prima.
Ma non stiamo parlando di un piatto “ignorante” da trattoria, dove spesso è la quantità la dote principale, ma un primo gourmet, che non è alla portata di un pur bravo cuoco ma che richiede per essere ammannito le capacità di un vero chef. Lasciamo la metafora culinaria per dire che il suono dell’accoppiata è corposo, potente, arioso, ben definito e mai graffiante.

Personalmente ne ho apprezzato proprio l’assoluta assenza di spigolosità ma grazie ai controlli di tono chi desidera un po’ più di brillantezza sul registro alto potrà ottenere un timbro più aperto e luminoso senza intaccare la buonissima naturalezza che caratterizza il sistema. Il livello del sub non è gestibile da remoto ma una volta trovata la regolazione che garantisce la resa più equilibrata nell’ambiente di ascolto (o comunque quella che più si preferisce, che nel mio caso ad esempio prevede qualche dB in più del necessario…) non ci sarà più bisogno di muoversi dal divano.
L’estremo inferiore è restituito non solo con visceralità e deciso controllo, ma anche con una buona estensione. Solo una mia traccia killer ha creato un po’ di scompiglio, mandando il sub un po’ in affanno anche se non si è appiattito del tutto.

La scena sonora appare leggermente più ampia rispetto alle dimensioni fisiche della soundbar, seppur un po’ asimmetrica, ma solo perché per forza di cose asimmetrica era anche la disposizione nella nostra sala di ascolto più grande, utilizzata per i test audio-video. Se nella riproduzione di brani musicali stereofonici la Klang Bar5 col Sub5 si merita una promozione a pieni voti, grazie alla timbrica corretta e alla capacità di riprodurre livelli di ascolto superiori alle necessità condominiali, qual è il responso nell’ascolto di materiale multicanale? Direi sufficienza piena.
Gli altoparlanti Atmos up-firing non forniscono una ricostruzione solida e nitidamente scandita della terza dimensione ma garantiscono comunque uno sviluppo verticale arioso del palcoscenico sonoro, che si “gonfia” verso l’alto rispetto alla collocazione della soundbar sul piano di appoggio del TV; sembra invece latitare la provenienza posteriore. Le altre doti dimostrate, la timbrica più che sana e la capacità dinamica, fanno dimenticare senza sforzi questo limite che, come già starete immaginando, potrà essere ovviato via “hardware”. Gli step successivi sono consistiti nel configurare dapprima un singolo speaker mr1 con la app DST Play-Fi e, dopo un breve ascolto in mono, nell’aggiungere anche il secondo esemplare a nostra disposizione per formare una coppia stereo.
Abbiamo poi “aperto” loro la nostra Google Home, dove abbiamo già ospitato moltissimi apparecchi, trovando i due mr1 già presenti nell’ecosistema come unità singole (individualmente indirizzabili con la app che utilizziamo per i test, ovvero Bubble UPnP).
Li abbiamo infine trasformati in una coppia stereo anche all’interno della nostra Google Home. Se con Bubble abbiamo tutte e tre le possibilità di utilizzo, come coppia o 2 singole unità, con Windows Media Player vengono visti solo come speaker separati.
Fin qui tutto bene, le varie operazioni di installazione si sono svolte senza intoppi ed i componenti hanno dimostrato di reagire prontamente ai comandi indipendentemente dal sistema scelto per il controllo.


Dal momento che la documentazione della soundbar non specifica una sequenza ottimale da seguire (che invece è riportata in quella degli mr1 ma che a ben guardare noi abbiamo ignorato, facendo di testa nostra), abbiamo provato a portare nella Google Home anche la soundbar, ma il tentativo non è andato a buon fine; la procedura si interrompeva con il messaggio “il dispositivo è stato prodotto per un altro paese e potrebbe non essere compatibile con la tua rete Wi-Fi”.

Boh? Allora siamo passati alla app DST Play-Fi; questa operazione non è riportata sul manuale cartaceo della soundbar ma si esegue come per gli speaker mr (sul cui manuale invece è ampiamente spiegata). Ciò fatto la Klang Bar5 compare miracolosamente anche in Google Home. A parte questa piccola battuta di arresto che comunque si è risolta da sola, non possiamo che confermare la fluidità di funzionamento di tutti i componenti installati. L’ultimo e più importante passo da compiere è stato quello di abbinare i due speaker mr1 alla soundbar con il sistema proprietario WDAL 2.0, configurandoli come canali surround. E qui anche l’unico limite precedentemente emerso, l’assenza di un fronte posteriore, scompare del tutto e della resa complessiva non si può che tessere le lodi. Per quanto riguarda infine l’ascolto dei soli mr1, possiamo dire che, diversamente da altri prodotti di stazza comparabile, i più piccoli membri della squadra mr non cercano di invadere con prepotenza la zona delle basse frequenze.
Ascoltati da soli risultano un pelino meno accattivanti rispetto a quegli speaker di pari pregio che hanno una risposta un po’ più estesa in basso; lasciamo però del tutto fuori dal discorso il confronto con quelli più economici, che sembrano accattivanti di primo acchito ma che alla resa dei conti sono invece solo un po’ ruffiani, ottimi per adeguare “l’idoneità sottofondica” (come direbbe Corrado Guzzanti) ma che alla festa della famiglia Klang mr sarebbero solo degli inopportuni imbucati. Gli mr1 invece sono timbricamente molto puliti e sono dei graditissimi invitati nel party con la soundbar, che possono affiancare con risultati di ottimo livello non solo come “semplici” surround come abbiamo fatto noi, ma anche come frontali per garantire un palcoscenico sonoro ampio ad esempio come lo schermo da 120” di un impianto HT con videoproiettore.

Conclusioni L’impianto multicanale costituito dalla Klang Bar5 con il suo Sub5 e dai surround Klang mr1 abbina all’estetica curata, che da sempre costituisce un punto cardine della filosofia di progetto del costruttore tedesco, una resa sonora caratterizzata da un piacevole timbro naturale e da una gamma bassa dotata di buona presenza fisica. Una resa la cui qualità è in grado di soddisfare non solo l’utente generalista ma anche chi ascolta con orecchio attento ed allenato. Il tutto è condito da una versatilità e da una immediatezza di gestione garantite dall’avere la doppia cittadinanza, il passaporto di Google e quello di DTS Play-Fi; con il plus costituito dalla robusta interconnessione multicanale WDAL 2.0. La riproduzione della terza dimensione offerta dal sistema non può (ma non deve) essere paragonata a quella di un impianto con altoparlanti a soffitto, ma offre comunque un certo respiro.
Mario Mollo
Ci è piaciuto
- La resa sonora è di ottima qualità, setosa e rifinita, con gamma bassa dotata di consistenza e un buon impatto.
- La versatilità e la fruibilità sono garantite dalla compatibilità con Google Home e DTS Play-Fi.
Non ci è piaciuto
- La resa del surround della soundbar da sola è fiacca.
Loewe Klang Bar5 mr & sub5 + klang mr1
Soundbar 5.1.2 con subwoofer wireless + speaker wireless
Distributore per l’Italia: Tecno Style S.r.l., Via Luigi Abbiati 24, 25125 Brescia. Tel. 030 6372222
Prezzo (IVA inclusa): Klang Bar5 mr & Sub5 euro 1.599,00; Klang mr1 euro 299,00 cadauno
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
Klang Bar5 MR
- Consumo in standby: <0,5 watt.
- Risposta in frequenza: 60 Hz-20 kHz.
- Versione Bluetooth: 4.2 (A2DP, AVRCP).
- Audio pass-through: Dolby Atmos, Dolby TrueHD, Dolby Digital, Dolby Digital Plus, DTS: X (compresi DTS-HD, DTS-HD MA, DTS Digital Surround), DTS Virtual: X, PCM, MP3.
- Dimensioni (LxAxP): 1.200x71x160 mm.
- Peso: 6,5 kg
sub5
- Consumo in standby: <0,5 watt.
- Risposta in frequenza: 35-150 Hz.
- Dimensioni: diametro 380 mm, altezza 214 mm.
- Peso: 8,8 kg
klang mr1
- Potenza amplificatore: 30 watt.
- Dimensioni (LxAxP): 135x130x150 mm
AR 444