Philips 65OLED903

La regola delle tre P

Pannello, processore, piattaforma: prendete un pannello di OLED di ultima generazione, abbinatelo ad un potente processore P5, mettete tutto sotto il controllo della piattaforma Android e otterrete un televisore performante e versatile. Per un maggior coinvolgimento utilizzare una sezione audio Bowers & Wilkins e una aggiunta di Ambilight.

Probabilmente le cose non sono così semplici come indicato nella regola, come può confermare chi ha provato a preparare un piatto per la prima volta seguendo una nuova ricetta. Diciamo che oltre agli ingredienti ci vuole anche un certo manico. Manico che di certo a Philips non manca. Tutti i costruttori di televisori OLED devono acquistare il pannello dall’unico produttore attualmente sul mercato, LG, che ogni anno introduce piccoli ma significativi aggiornamenti che ne migliorano le prestazioni rispetto alla generazione precedente: più luminosità, maggior controllo sulle basse luci, miglior trattamento antiriflesso e così via. E tutti i costruttori possono acquistare questa tecnologia. Ma come già altre volte abbiamo avuto modo di osservare, la qualità video di un TV non è solo quella del pannello, ma dipende anche – e in misura significativa – dall’elettronica che lo gestisce e provvede all’elaborazione del segnale. I grandi costruttori non acquistano il processore da terze parti, ma lo sviluppano internamente, dando un’impronta caratteristica ai propri televisori.

Il P5 che equipaggia il nuovo 65OLED903 è l’evoluzione del P5 del 2017; anche se il nome è lo stesso, sono state introdotte diverse migliorie. I cinque punti cardine su cui l’elaborazione si focalizza (da cui il nome P5) sono: ottimizzazione dell’elaborazione in funzione del tipo di segnale in ingresso (source perfection), gestione del colore con processamento a 17 bit (perfect color), esaltazione del contrasto e della nitidezza in base alle caratteristiche dell’immagine (perfect contrast e perfect sharpness) e gestione del movimento (perfect motion). Gli step di elaborazione sono 26, dove i più significativi sono la riduzione del rumore, l’upscale, la gestione del colore (skin tone detection, color booster), la gestione del contrasto, dell’HDR ed infine del movimento (unico step che non ha subito modifiche).

La novità più significativa riguarda l’HDR (l’apparecchio supporta l’HDR10+ e l’HLG) e si chiama Perfect Natural Reality, che consiste in pratica nel simulare l’HDR coi segnali standard. Da menu si può dosare l’elaborazione su tre diversi livelli, in modo da ottenere il risultato più gradito in base alle proprie preferenze.

Per quanto riguarda la terza P, la piattaforma, l’apparecchio esce attualmente dalla fabbrica con Android Nougat. Ma anche la terza componente essenziale sarà a breve quella più aggiornata. Per l’inizio del 2019 è infatti previsto l’arrivo di Oreo; l’update riguarderà non solo i modelli del 2018 ma coinvolgerà anche i televisori prodotti nel 2016 e 2017, che anzi saranno i primi a ricevere l’ultimissima versione del sistema già a partire dalla fine dell’anno. I modelli del 2016 comunque non potranno disporre di Google Assistant, mentre solo sui TV di quest’anno si potrà utilizzare Amazon Alexa. Ogni considerazione sulla piattaforma attualmente installata lascia quindi il tempo che trova, mentre per quanto riguarda il menu di sistema, sebbene le voci siano molte e permettano di adattare alle proprie necessità molti aspetti funzionali, non è il massimo per i patiti della calibrazione, ai quali serve una regolazione del punto del bianco in funzione di almeno 10 livelli del segnale in ingresso che sul Philips non è presente.

Se le 3 P dell’apparecchio sono di fatto dirette evoluzioni delle P precedenti, altrettanto non si può dire della sezione audio, che introduce una novità sostanziale: la collaborazione con un nome del calibro di Bowers & Wilkins. Il sistema 2.1 è composto da una soundbar frontale (equipaggiata con due medio-bassi con membrana in materiale composito dalla forma molto allungata e magnete al neodimio, ciascuno dei quali dotato di un volume di carico isolato e da due tweeter a cupola da 19 mm in titanio) e da un subwoofer che affaccia sul pannello posteriore, realizzato con un driver caricato in bass reflex tramite due radiatori passivi.

Il subwoofer della sezione audio 2.1 realizzata in collaborazione con B&W utilizza un trasduttore caricato in bass reflex con due radiatori passivi.

 

A confronto la sezione audio del modello 2017 e la nuova unità sviluppata da Bowers & Wilkins. Per la sezione acuti troviamo materiale composito al posto della carta per la membrana del medio-basso e tweeter a cupola in titanio con flangia circolare al posto di quello in seta con rifasatore. I trasduttori del sub dispongono di maggior superficie radiante.

L’Ambilight, funzionalità esclusiva della casa olandese, su questo apparecchio è del tipo a tre lati (solo la base è priva della sua striscia di LED colorati). Le modalità di funzionamento sono le più disparate e non mi stancherò mai di decantare le doti di questa feature, che realmente espande la percezione visiva senza interferire con il contrasto come si potrebbe essere indotti a supporre.

Due i telecomandi in dotazione. Quello grande, come ormai da qualche anno a questa parte, incorpora una tastiera alfanumerica, collocata sul lato posteriore; il dispositivo riconosce il suo orientamento e i tasti attivi sono solo quelli della faccia rivolta verso l’alto.

Il telecomando “double face” con tastiera alfanumerica posteriore è ormai uno standard della casa, anche se rispetto a quello del 2017 ci sono delle piccole differenze estetiche e funzionali. Il microfono per i comandi vocali ad esempio è passato ora sul secondo telecomando.

La seconda unità di controllo è una novità e sembra una bacchetta magica. Il microfono per il controllo vocale, che nei modelli dello scorso anno si trovava sull’unico telecomando in dotazione, quello “double face”, è presente ora solo sulla bacchetta magica; su di essa c’è anche un piccolo touchpad che, un po’ per le dimensioni ridotte e un po’ per la posizione soggetta a contatti involontari, richiede un minimo di pratica per essere padroneggiato.

Un televisore smart deve avere un telecomando altrettanto intelligente: la seconda unità in dotazione all’apparecchio è una “bacchetta magica”: la fascia cromata è in realtà un touchpad.

La visione

In tanti anni di onorata carriera non mi era mai capitato di vedere un televisore che esegue l’aggiornamento software del suo telecomando. Ma è quanto accaduto utilizzando il 65OLED903, che ad un certo punto ha chiesto di posizionare la “bacchetta magica” ad un metro circa di distanza ed attendere la conclusione dell’operazione. Dal momento che l’aggiornamento è stato effettuato durante le prime fasi di utilizzo, non saprei dire quali benefìci ha apportato; posso solo testimoniare che, con la giusta predisposizione d’animo ed un po’ di pratica, la bacchetta magica diviene un simpatico alleato nelle operazioni di routine. A richiedere un po’ di attenzione è la parte sensibile allo sfioramento, il cui utilizzo diviene intuitivo solo dopo averci preso la mano.

Una piccola osservazione anche in merito al piedistallo, che è costituito semplicemente da due elementi metallici disposti ortogonalmente al pannello, di sezione contenuta e collocati in posizione non eccessivamente prossima ai lati dell’apparecchio. Il supporto così non solo risulta quasi invisibile frontalmente, ma soprattutto consente di utilizzare una base di appoggio non necessariamente larga quanto il TV stesso.

Veniamo quindi al test di visione. Per quanto riguarda le prestazioni della sezione tuner, con i segnali SD l’apparecchio offre un risultato onesto, senza difetti palesi ma senza neanche impressionare per dettaglio; la funzione “super resolution” non appare sortire effetti sostanziali. Con i segnali HD invece non solo le immagini sono ben definite e rifinite, ma si percepisce un ulteriore incremento della concretezza attivando l’elaborazione di cui sopra, sebbene l’effetto sia chiaramente percepibile nelle modalità diverse da quella film, che, almeno per le mie personali preferenze da cinquantenne, è quella che risulta più rilassante. Le altre modalità sono comunque perfettamente utilizzabili, lontanissime da qualunque tipo di esagerazione che qualche anno fa era quasi un marchio di fabbrica della casa e sono quelle che risultano sicuramente gradite al pubblico più giovane. Se diamo 6 e mezzo alla resa del sinto in SD, con il software preregistrato, sempre in definizione standard il voto passa a 8: i dettagli sono ben scolpiti, le incertezze dovute al movimento sono sporadiche e di entità molto lieve. Il Natural Reality, l’HDR virtuale, è molto efficace; non c’è l’intento di impressionare lo spettatore, l’effetto è ottimamente dosato in tutte e tre i livelli di intervento disponibili.

Passando al software in HD SDR l’impressione che si ricava è quella della predilezione per il dettaglio ben scolpito, senza nessuna tendenza all’ammorbidimento “cinematografico”, anche in modalità film. Le immagini sono vivaci e luminose, contrastate, e raramente il nero affoga i dettagli. In HDR la resa si beneficia grandemente della luminosità di cui l’apparecchio sembra capace (e che le misure, effettuate dopo la visione, hanno confermato). A disposizione dell’utilizzatore c’è un controllo relativo all’intensità dell’High Dynamic Range; la cosa potrebbe confondere chi preferisce non essere posto di fronte a delle scelte ed avere un unico settaggio che restituisce le immagini nella maniera più fedele possibile. Ma è solo una possibilità in più di adattare la resa al proprio gusto (o anche alle condizioni di illuminazione ambientale). Già a monte l’utente seleziona una modalità video più consona alle proprie preferenze.

Per quanto riguarda l’audio, il sistema 2.1 firmato B&W garantisce prestazioni decisamente superiori alla media dei televisori che proviamo, con una discreta dinamica ed una buonissima rifinitura all’estremo superiore. Non è però il miglior audio mai ascoltato da un TV privo di protesi foniche, e sebbene se la possa giocare con diverse soundbar, manca un po’ di corpo e presenza in gamma bassa che la qualità offerta nel resto dello spettro ha buon diritto di reclamare.

Conclusioni

Il nuovo 65OLED903 è un apparecchio completo e versatile lo sarà ancor di più quando arriverà l’aggiornamento a Oreo. Offre prestazioni video di elevatissimo livello, con immagini ben dettagliate e dalla generosa dinamica luminosa. Anche la sezione audio dà buone, seppur perfettibili, soddisfazioni.

di Mario Mollo

 


LE MISURE


Ci è piaciuto:

  • La resa video è ricca di dettaglio

Non ci è piaciuto:

  • La sezione audio è superiore alla media ma presenta ancora qualche margine di miglioramento

Distributore per l’Italia: Philips S.p.A., Via L. Mascheroni 5, 20123 Milano. Tel. 02 45287014 – www.philips.it

Prezzo: Euro 3499,00

 

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

  • Dimensioni (LxAxP): 1449×891,5×280 mm (con base), 1449×876,5×50,3 mm (senza base)
  • Peso: 31,4 kg (con base); 31,1 kg (senza base)

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