Meze Elite

La prestazione di uno strumento per la riproduzione dell’audio non è fatta unicamente dalle caratteristiche principali della sua realizzazione ma anche dalla cura dedicata ai dettagli.

Dopo aver recensito nel numero 438 di AUDIOreview la cuffia Empyrean, saliamo ancora nel catalogo del marchio Meze e arriviamo al modello di vertice, la cuffia Elite. Nata nel 2021, la magneto-planare Meze Elite ha già conquistato un’ampia fama internazionale, come testimonia il prestigioso titolo di cuffia high-end dell’anno recentemente attribuitole dall’EISA.

L’azienda che Antonio Meze ha fondato a Baia Mare, in Romania, ha speso tre anni di ricerca e progettazione per arrivare alla realizzazione e alle prestazioni attuali. Una sfida molto impegnativa poiché si tratta di andare oltre le prestazioni che il modello Empyrean è in grado di offrire in termini di musicalità.

Progetto e realizzazione

Squadra che vince non si cambia, ed è proprio quel che ha fatto Meze confermando per il suo modello di punta la collaborazione con l’istituto di ricerca ucraino Rinaro. Questo si occupa da oltre 40 anni dello sviluppo di trasduttori acustici, anche di quelli che impiegano la tecnologia magneto-planare, e in particolare lo sviluppo di quanto utilizzato dalla Elite è demandato ai laboratori dell’istituto siti in Polonia, che quindi sono riusciti a proseguire le loro attività nonostante il tragico periodo storico attuale.

Ricordiamo che la tecnologia magneto-planare prevede una sottile membrana percorsa da una altrettanto sottile pista conduttrice stampata sopra con un disegno a spirale in maniera tale da realizzare una bobina elettrica. La membrana è posta in tensione completamente distesa ed è racchiusa tra due griglie metalliche magnetizzate.

Se si collega alla pista conduttrice sagomata un generatore di tensione alternata, la corrente ivi circolante genera un campo elettromagnetico che è attirato o respinto dalle griglie magnetiche facendo sì che la membrana su cui è stampata la pista elettrica si metta in oscillazione. Va da sé che prelevando il segnale elettrico dall’uscita cuffia di un dispositivo audio, la membrana agisce da trasduttore acustico, ovvero riproduce il programma musicale che gli è stato inviato.

Sembra semplice e in effetti il principio lo è ma, come abbiamo anticipato nell’introduzione, la resa musicale è data dalle caratteristiche tecniche di base e da quelle marginali, che si rivelano tanto più determinanti nel segmento high-end. In questo caso una caratteristica di base può essere il valore dell’impedenza che il trasduttore presenta ad un generatore di tensione che produce un segnale sinusoidale alla frequenza di 1 kHz.

La parte marginale potrebbe essere l’andamento dei valori di impedenza lungo tutto lo spettro delle frequenze audio: più lo troviamo appiattito su un unico valore tanto più potremo essere sicuri che la resa sarà uniforme lungo tutto lo spettro utilizzando diversi amplificatori che ahimè non sono mai dei generatori di tensione ideali.

Guardando dunque il riquadro delle misure si vede come il valore ad 1 kHz della curva sia pari a circa i 32 ohm dichiarati, la caratteristica standard, ma soprattutto come questo valore rimanga praticamente costante per tutto lo spettro considerato, la caratteristica marginale, che garantisce quindi una prestazione eccellente su un’ampia gamma di pilotaggi. Anche la membrana che ospita il circuito elettrico è diversa rispetto al modello Empyrean.

Infatti è realizzata tramite un leggerissimo polimero semicristallino orientato e se la sua superficie rimane pari a 4.650 mm2, la caratteristica base, la sua massa scende di 50 mg passando da 160 a 110, la caratteristica marginale appunto. E così via, potremmo elencare molti altri punti che altro non sono che il frutto del prolungato studio dei laboratori Rinaro. La realizzazione della bobina stampata segue un attento sviluppo fatto per ottimizzare la riproduzione spaziale, il cosiddetto headstage, della Elite.

La struttura dei padiglioni è ricavata da un blocco di alluminio pieno lavorato con macchine a controllo numerico. Lo snodo pur semplicissimo si adatta bene alla conformazione della testa.

Il sottilissimo strato conduttivo – pensatelo come un filo appiattito – percorre due diversi motivi geometrici al fine di ottimizzare la vibrazione della membrana sia in funzione delle bande di frequenza che in funzione della posizione del trasduttore in relazione al condotto uditivo.

La parte dello spettro medio-alto delle frequenze è riprodotto da una sequenza circolare di spire che si affaccia direttamente al canale uditivo, per non sfavorire la direttività di questa porzione di segnale musicale tramite rifrazioni e diffrazioni sul padiglione auricolare umano; la parte bassa dello spettro invece è affidata ad una geometria che definirei simile ai tornanti di una strada che si inerpica su una montagna scoscesa; in tale maniera, è messa in movimento una superficie maggiore della membrana favorendo la riproduzione di queste frequenze che non hanno una spiccata direttività e la cui lunghezza d’onda è di un altro ordine di grandezza rispetto al padiglione auricolare.

La suddivisione in due parti dello spettro, naturalmente, non è realizzata da un apposito circuito ripartitore passivo – il cosiddetto crossover – ma sfruttando la geometria e le proprietà elettromeccaniche della membrana percorsa dal conduttore come descritto. Nella Figura 1 è possibile vedere tale geometria e apprezzare lo studio fatto dall’istituto di ricerca. Altrettanto impegno è stato messo nel disegno geometrico della forma delle griglie magnetiche: la griglia è composta da spezzoni in neodimio che ripercorrono l’andamento della bobina su cui si affacciano, sferici e concentrici nella parte inferiore del padiglione e arcuati a mo’ di scimitarra nella parte superiore.

Figura 1 – La membrana dei trasduttori è realizzata in sottilissimo polimero su cui è stampato l’avvolgimento elettrico con un disegno studiato per ottimizzare la resa delle varie bande di frequenze.

Il risultato è un campo molto intenso, 0,35 tesla, nonché concentrato nelle aree percorse dalla corrente elettrica. Tutta la progettazione delle rimanenti parti della cuffia deriva dal modello Empyrean; cambiano i materiali ma l’aspetto e le misure sono le stesse. Anche qui troviamo il bell’archetto superiore di sostegno in fibra di carbonio che unito alla fascia in similpelle dedicata all’appoggio sul capo realizza un comodissimo sostegno per la cuffia.

La pressione verticale esercitata sul capo è ben distribuita e altrettanto si può dire della pressione orizzontale sulle orecchie, calibrata dalla fibra di carbonio. I connettori posti sui padiglioni sono due mini XLR, soluzione che permette di cambiare eventualmente il cavo in dotazione. Quest’ultimo è di ottima fattura e nella confezione giunta in redazione è terminato dal lato amplificatore da un connettore jack stereo da 6,3 mm di diametro. Al momento dell’acquisto è però possibile scegliere un connettore diverso.

Note di uso e d’ascolto

Al primo colpo d’occhio la Meze Elite ricorda molto fedelmente la sorella Empyrean da poco spodestata dalla vetta dell’offerta dell’azienda rumena. L’unica vera differenza sotto il profilo estetico risiede nella finitura argento invece che nera dei padiglioni e di parte dell’archetto, rendendola così ben distinguibile dall’altro modello. Anche il packaging è lo stesso, estremamente professionale ed appagante, con due coppie di padiglioni – uno in similpelle ed uno in alcantara traforato – in una valigetta per il trasporto molto ben realizzata.

Il comfort della Elite è ai massimi livelli grazie ad un archetto facilmente regolabile che applica sulle tempie la giusta pressione senza dare il minimo fastidio; inoltre i padiglioni sono estremamente confortevoli sia nella versione in alcantara che in quella in similpelle. La prova di ascolto si è svolta utilizzando l’amplificatore per cuffie Violectric V281 e il lettore music server Cocktail Audio X50 abbinato al sistema di musica liquida Raspberry Pi4B, con player JRiver, e collegato ad un hard disk da 6 TB; infine, il DAC prescelto è stato il Topping D90. I cavi di alimentazione erano, per tutti gli apparecchi, i Fascino della Neutral Cable, mentre come cavo USB è stato utilizzato il Neo A2MR2 della giapponese Oyaide e come cavo d’interconnessione tra il DAC e l’amplificatore è stato inserito l’AM-XLR Reference di AM Audio.

La cuffia è fornita all’interno di una valigetta in alluminio, insieme a una seconda coppia di cuscinetti in tessuto e ad un cavo staccabile il cui connettore dal lato amplificatore è disponibile in diverse tipologie da scegliere al momento dell’acquisto.

Partiamo dall’ascolto di “Cherish The Day” di Sade, in versione live, in formato 16 bit 44 kHz. Fin dalle prime battute si capisce che la cuffia si posiziona ad un livello assoluto e conferma le sensazioni già provate con il modello Empyrean. L’impressione è quella di trovarsi al centro del palco per assaporare l’evento live di Sade in prima fila; ogni strumento è facilmente distinguibile e ben valorizzato.

L’effetto presenza che è in grado di esprimere la Elite è da prima della classe, in grado di tenere testa non solo alla sorella Empyrean ma anche alle migliori cuffie presenti sul mercato, rispetto alle quali non ha nulla da invidiare. La sensazione è che la Meze abbia puntato ad affinare ulteriormente la resa in gamma alta della Empyrean. La strada seguita per ottenere questo miglioramento in gamma alta è stata quella di alleggerire la maggiore robustezza in gamma bassa della Empyrean.

Questa conclusione ci è rivelata dalla prova strumentale della risposta in frequenza; se infatti confrontiamo i due grafici, possiamo dedurre la differenza tra le due cuffie. La prova di ascolto dà il verdetto definitivo alla prova strumentale: con la Elite si avverte un miglioramento dell’aria presente tra gli strumenti, soprattutto in brani come quelli classici dove l’elevato numero di strumenti mette in evidenza l’ariosità della riproduzione; si percepisce anche un lieve miglioramento nella focalizzazione dei singoli elementi che compongono l’orchestra.

Attenzione: è importante notare che queste differenze, se pur avvertibili, sono piuttosto sottili e se non si scelgono i brani giusti a volte si fatica a percepirle. Il miglioramento in gamma alta, sebbene leggero, rende la Elite veramente formidabile con qualsiasi genere musicale e c’è da sottolineare che non sono presenti accenni ad asprezze o indurimenti nelle frequenze più alte dello spettro acustico, tutto scorre come sul velluto e la cuffia è in grado di gratificare profondamente l’ascoltatore. Anche la tenuta in potenza è da prima della classe, coadiuvata da una bassissima distorsione, così è facile arrivare ad un volume di ascolto elevatissimo. Nella riproduzione del brano di Alison Moyet “That Ole Devil Called Love”, in formato 16 bit 44 kHz, si ha l’impressione di trovarsi di fronte alla cantante con un coinvolgimento emotivo molto forte.

Gli strumenti musicali sono resi con grande precisione e realismo, dalla batteria al pianoforte, dalla chitarra elettrica al contrabbasso, un brano che la Elite sa rendere al meglio. Ottima la risposta ai transienti sia di attacco che di rilascio e la percezione di grana è praticamente assente. Il palcoscenico virtuale che è in grado di ricreare è molto buono in tutte e tre le direzioni (altezza, larghezza, profondità) e tale peculiarità aiuta molto a rendere ogni ascolto in compagnia della Elite coinvolgente e soprattutto tridimensionale.

La gamma bassa pur risultando leggermente alleggerita rispetto alla Empyrean rimane comunque un punto di forza non solo della Elite ma in generale di tutte le cuffie di produzione Meze. Ascoltando “Single” degli Everything But The Girl, brano scelto apposta in questa selezione perché la gamma bassa elettronica è molto presente, la Elite non fa una piega e riesce a restituire un suono molto controllato e armonico. Con l’Elite, succede la stessa cosa che è successa con l’Empyrean: una volta indossata, difficilmente riesci a staccartene se non hai passato in sua compagnia un bel po’ di tempo.

Le misure

Le differenze rilevate tra i due canali sono molto contenute, a partire dai grafici di risposta in frequenza che cominciano a distinguersi solo a frequenze elevate, dove piccolissime differenze di posizionamento alterano la curva sul grafico ma con poco impatto sulla riproduzione reale. Questo conferma l’impegno posto dal costruttore nell’accoppiamento dei driver delle sue cuffie, come avevamo già riscontrato in altri test. Gli andamenti delle due curve sono molto regolari e lineari, l’avvallamento centrato attorno ai 5 kHz per compensare la risonanza del padiglione dell’orecchio inizia giustamente poco prima di 1 kHz e in questo caso risale dopo i 10 kHz.

Se volessimo paragonare un andamento di questo genere alla risposta in frequenza di un diffusore potremmo dire che le ottave superiori presentano una lieve discesa verso il basso, indice di una timbrica dolce e tutt’altro che affaticante. La distorsione a 90 dB di pressione sonora è bassissima dando un altro contributo alla piacevolezza nell’ascolto. I grafici della waterfall di entrambi i canali non presentano code di ampiezza evidente, pertanto si può star tranquilli riguardo allo smorzamento della membrana trasduttrice. Anche in questi driver magneto-planari l’andamento della curva di impedenza è un tratto di retta e il valore prossimo ai 32 ohm dichiarati costituisce un carico che non affatica l’amplificatore. La sensibilità misurata risulta inferiore a quella dichiarata ma non rappresenta alcun problema per qualsiasi lettore digitale portatile.
Mario Richard

Conclusioni

La Meze Elite è una cuffia capace di coinvolgere nell’ascolto come poche altre sanno fare. La costruzione impeccabile, priva di punti critici anche tra i più insignificanti, ne fanno un prodotto di assoluto valore e il prestigioso riconoscimento attribuito dall’EISA è indiscutibilmente meritato. Lo sforzo economico per l’acquisto è molto impegnativo ma è da tener conto che si tratta della scelta finale e definitiva per una catena di riproduzione in cuffia.
Mario Richard e Leonardo Bianchini


Meze Elite
Cuffia isoplanare ibrida
Distributore per l’Italia: Tecnofuturo srl, Via Rodi 6, 65125 Brescia. Tel. 030 2452475
www.tecnofuturo.it
Prezzo di listino: euro 4.000,00 (IVA inclusa)

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
  • Tipologia: cuffia circumaurale isodinamica ibrida ad architettura aperta.
  • Sensibilità: 101 dB SPL/1 mW.
  • Riposta in frequenza: 3 Hz-112 kHz.
  • Impedenza: 32 ohm.
  • Peso: 430 g.
  • Dotazione di serie: cavo rimovibile da 2,5 m con connettore jack stereo da 6,3 mm sbilanciato, valigetta in alluminio, cuscinetti in similpelle, cuscinetti in alcantara.

Author: Redazione

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