Un subwoofer di impostazione classica ma perfettamente al passo coi tempi:
un bel trasduttore da 12” caricato in bass reflex, reso molto versatile dalla app di gestione, funzionalmente completa e piacevole da usare.
Sebbene il catalogo del costruttore statunitense sia molto ben strutturato ed articolato anche nel comparto dei sistemi di altoparlanti, la sua popolarità è maggiormente legata ai subwoofer, tipologia nella quale la produzione di SVS copre praticamente ogni segmento del mercato, escluso quello con troppi zeri nel cartellino del prezzo.
Il mese scorso abbiamo pubblicato il test del primo subwoofer compatto della casa, una classe di prodotto nella quale SVS ha deciso di cimentarsi solo quando ha avuto la certezza di offrire un componente piccolo solo nelle dimensioni.
Il sub oggetto di questa prova è un’altra novità, che riguarda la linea 1000, quella di ingresso del catalogo SVS. Il PB-1000 Pro è un subwoofer attivo equipaggiato con un trasduttore da 30 cm (12″) caricato in bass reflex ed amplificazione in classe D da 325 watt con DSP, evoluzione del modello PB-1000 con il quale ha invero pochissimo in comune se non la prima parte del nome; il vecchio PB-1000 aveva infatti un woofer da 10”, un solo condotto reflex ed una amplificazione priva di DSP.
Le novità introdotte con questa nuova versione ne incrementano certo le prestazioni ma soprattutto ne elevano a potenza la versatilità, grazie alla ricchezza funzionale della app di controllo, che fa di questo sub non solo un prodotto estremamente attuale ma anche di certo molto longevo. Alla serie 1000 appartiene un altro modello, l’SB-1000 Pro, sempre con woofer da 30 cm ma con caricamento in sospensione pneumatica (la P nella sigla sta evidentemente per “ported”, la S per “sealed”).
In apparenza potrebbe sembrare un PB-1000 Pro privo di condotti e caricato in un volume minore, ma il trasduttore per quanto simile nell’aspetto è diverso nella sostanza: il magnete non è lo stesso (nella versione reflex è più grande) e la sospensione presenta caratteristiche di cedevolezza appositamente studiate. Il perché mi stia dilungando in questi dettagli sarà più evidente nel seguito, quando vedremo che il PB-1000 Pro può essere utilizzato anche chiudendo i condotti, ma così facendo appare chiaro che non diventa un SB-1000 Pro…
Caratteristiche e funzionalità
Il driver da 30 centimetri montato sul PB-1000 Pro è realizzato dalla stessa SVS. Impiega una membrana in materiale composito, che unisce leggerezza e rigidità; la sospensione in gomma (nitrile/butadiene) è prodotta attraverso un processo di stampaggio sviluppato in proprio, e assieme al centratore da 6” (ovvero 15 cm circa) garantisce al cono un’ampia escursione (13,1 mm in regime lineare, quasi 27 mm quella meccanica massima).
Il cestello, protetto da una verniciatura a polveri, non ha la classica struttura a razze ma il suo disegno è stato ottimizzato con metodi di calcolo ad elementi finiti per garantire la massima rigidità. Il gruppo magnetico è costituito da due elementi in ferrite. Altra caratteristica degna di nota è la bobina in rame a 6 strati, con un diametro di 1,5″, pari a 38 mm, avvolta su un supporto in alluminio.
I due condotti di accordo hanno un diametro interno di 2,5” (63 mm) e sono forniti di raccordi svasati ad entrambe le estremità, per rallentare la velocità dell’aria in prossimità delle bocche, riducendo la turbolenza e di conseguenza il rischio che si generi del rumore; il cabinet in MDF dispone di diversi rinforzi interni. Veniamo all’elettronica. L’amplificazione in classe D, appartenente alla stessa piattaforma utilizzata anche sulla serie top 16 Ultra, ha una potenza dichiarata di 325 watt, che di picco salgono a oltre 800; lo stadio di uscita dell’amplificatore è realizzato con componenti discreti, nella fattispecie mosfet.
La parte certamente più interessante è quella relativa alle possibilità di controllo, la cui completezza non è possibile dedurre esclusivamente attraverso un esame del pannello posteriore. Quest’ultimo ospita una doppia sezione di ingresso, con una coppia di prese RCA per i segnali a basso livello ed una coppia di morsetti per prendere il segnale da un’uscita altoparlanti qualora non si disponga di una uscita pre per il sub, che pertanto potrà anche essere semplicemente collegato in parallelo ai satelliti.
Il parco delle connessioni è completato da una coppia di uscite linea, utili ad esempio per collegare un secondo sub in cascata, e da un trigger per comandare da remoto l’accensione dell’unità (che al solito può avvenire anche automaticamente quando viene applicato un segnale in ingresso).
Esiste anche la possibilità di effettuare il collegamento in wireless, ma allo scopo è necessario dotarsi dell’adattatore opzionale. Sempre sul pannello posteriore troviamo dei tasti di controllo: volume, frequenza di taglio e fase sono i parametri regolabili da qui; l’entità dell’intervento è rivelata da una barra di LED. Ma le possibilità di regolazione sono davvero molte di più e ad esse si accede attraverso la app (per Android e iOS) che comunica col sub via Bluetooth.
Quattro sono le funzionalità importanti che solo la app permette di controllare. Una è l’accesso ai preset, in pratica dei banchi di memoria che permettono di salvare insiemi di regolazioni adatte a situazioni d’uso diverse, per esempio quando il subwoofer lavora in un sistema multicanale o quando invece l’impianto lavora in stereofonia.
Oppure si potrebbe voler disporre di regolazioni più adatte all’ascolto a basso volume quando questa funzione non è implementata sull’eventuale sintoampli. Un altro blocco di funzioni riguarda l’equalizzatore parametrico, che dispone di tre bande di intervento, individualmente inseribili.
La terza riguarda sempre l’equalizzazione; mi riferisco al menù denominato Room Gain Compensation, che offre delle regolazioni fisse ed ottimizzate a varie frequenze, per intervenire su eventuali risonanze ambientali. La quarta ed ultima funzione che volevo mettere in evidenza riguarda la selezione della modalità di caricamento del woofer, che per default è quella reflex ma che può essere impostata in cassa chiusa.
Naturalmente quando vengono chiusi i condotti è necessario che il sistema ne sia informato, per modificare opportunamente il trattamento del segnale, che necessiterà di una equalizzazione specifica. Mentre il modello SB-1000 Pro è disponibile anche con finitura lucida, bianca o nera, il PB viene venduto solo in quella in frassino nero.
L’ascolto
Per l’ascolto del PB-1000 Pro ci siamo regolati esattamente come facemmo il mese scorso per la prova dell’altro nuovo prodotto di casa SVS, il 3000 Micro, ovvero abbiamo abbinato il sub ai nostri diffusori LINEAR 2. Si tratta del sistema didattico progettato da Fabrizio Montanucci per illustrare le funzionalità dell’ultima versione di LDS, il software CALSD (Computer Aided Loudspeakers Systems Design – non sprecate tempo a fare ricerche in rete su questo acronimo, me lo sono appena inventato…) che sempre Fabrizio ha sviluppato ed affinato nel corso degli ultimi 27 anni.
I LINEAR 2 sono diffusori autosufficienti in gamma bassa ma che, come tantissimi sistemi commerciali bensuonanti, traggono un significativo giovamento dall’abbinamento ad un buon subwoofer; quest’ultimo invece non vedrà limitate le sue possibilità espressive dall’accoppiamento con satelliti non sufficientemente dinamici. Se questo articolo fosse stato inserito nella sezione “video”, avrei dovuto trovargli un titolo che invece qui, nella sezione “hi-fi”, non è richiesto.
Qualche volta trovarne uno non banale richiede un piccolo sforzo, in altri casi, come per il sub in prova, il titolo mi sarebbe arrivato praticamente da solo. Ma per fortuna qui non ne avevo bisogno, perché quello che mi è venuto in mente ascoltando il PB-1000 Pro era talmente politicamente scorretto che non avrei mai potuto utilizzarlo: “L’amico ciccione”… In tanti film di Hollywood è presente la figura del comprimario corpulento, di notevole statura ma decisamente in sovrappeso, sensibile ed affidabile, determinante nel momento clou, dalla voce calda e profonda, dalle movenze mai brusche ma non prive di agilità, che se ti si para davanti non lo smuovi e se ci sbatti contro rimbalzi.
Ma anche il cinema nostrano mi fornisce un personaggio fantastico per una analogia con il PB-1000 Pro. Penso a Bud Spencer, le cui sberle non erano scattanti e secche come quelle che menava l’amico Terence Hill, ma di certo non erano carezze. Bud non scansava con una mossa agile e veloce i colpi degli avversari ma li incassava con superiorità.
Così è la resa del PB-1000 Pro, mai brusca ma tutt’altro che priva di energia. Sto dicendo che il timbro di questo sub ha una sua fisionomia precisa, tendente al “rotondo”, e per un apparecchio ad alta fedeltà avere una impronta sonora riconoscibile non è un pregio, quando la trasparenza e la neutralità sono il fine ultimo.
Ma i prodotti senza compromessi si pagano ad un prezzo altrettanto svincolato da limiti, mentre il nostro si colloca in una fascia dove pensare di non trovare il frutto di scelte bilanciate è impensabile; basta che il compromesso sia quello giusto, quello che ci piace. Ed alla voce suadente e arrotondata del PB-1000 Pro è impossibile non volere bene.
Sia che si stia ascoltando della musica, sia che gli si chieda di riprodurre i fragorosi effetti sonori del mondo del cinema, questo sub non abbandona l’amico e non si sottrare alla lotta. L’estensione è più che sufficiente, la presenza fisica non manca, la dinamica c’è tutta.
Quantunque le movenze soniche siano quelle dell’amico corpulento, la cesellatura dei contorni sonori dei singoli strumenti, siano essi sintetici o acustici, non è grossolana seppur non incisa col laser. Nella dotazione non sono inclusi, ma il costruttore ha previsto la possibilità di chiudere i condotti reflex con i classici tappi di schiuma espansa: sacrificando qualche cosa sull’altare dell’estensione all’estremo inferiore si può recuperare qualcos’altro in termini di velocità di risposta.
Per far perdere qualche chilo al nostro amico occorre quindi dotarsi di idonee chiusure (noi abbiamo utilizzato degli scampoli di pannelli fonoassorbenti) e settare lo specifico “flag” nella app, che informa l’elettronica dell’avvenuta modifica. La cura dimagrante ha un effetto abbastanza percepibile sulla velocità con cui la membrana del woofer scala i transitori, rendendo la voce del PB-1000 un po’ più frenata; ma non nascondo che (ma qui entriamo nella opinione strettamente personale) tra il timbro coi condotti reflex aperti e quello invero più agile ed educato del “dopo la cura”, preferisco il primo, più esuberante, perché la maggior “invadenza” legata al minor controllo resta sempre moooolto all’interno dei confini del lecito.
C’è da dire anche che il passaggio alla configurazione chiusa non comporta una realmente cospicua perdita di estensione, almeno se non si vanno a pescare quelle tracce che si utilizzano forse solo per avventurarsi senza freni inibitori nella prima ottava. Visto che l’inserimento in ambiente e il matrimonio coi satelliti non hanno mai un esito certo a priori e che le condizioni possono anche mutare col tempo, avere la possibilità di scegliere tra le due modalità è meglio che non averla, come mi sembra una volta abbia detto un tale La Palice… Come avevo già avuto modo di osservare nel corso della prova del 3000 Micro, la app in dotazione funziona in maniera impeccabile: la risposta è sempre in tempo reale. Ogni modifica alle impostazioni fatta sullo smartphone si trasmette all’istante al sub e viceversa, di ogni intervento sul pannello dei controlli fisici si ha immediato riscontro sullo schermo del telefonino.
Conclusioni
Il PB-1000 Pro è subwoofer dalla timbrica tendente al rotondo, capace di una buona dinamica ed estensione all’estremo inferiore; inoltre è equipaggiato con una ottima app, veloce e ricca di funzionalità. La possibilità di passare alla modalità “cassa chiusa” ne velocizza la risposta e ne incrementa la versatilità. Si tratta di un prodotto molto onesto, che fa dell’inevitabile compromesso la sua virtù: per 700 euro non si può avere ogni parametro spinto al 100%, e dovendo scegliere cosa lasciare un po’ indietro in casa SVS hanno optato per la cattiveria, in senso acustico ovviamente, facendo di questo sub un amico generoso e leale, che suona forte senza graffiare.
Mario Mollo
Le misure
La risposta in frequenza, pur non estendendosi fino agli infrasuoni, presenta una buona consistenza già a partire dai 30 Hz, un valore niente affatto male. Inoltre le curve, rilevate a diverse frequenze di taglio (con pendenza a 12 dB per ottava), sono ben regolari.
La distorsione ha mostrato un comportamento non propriamente convenzionale: all’estremo inferiore i valori, che possono essere considerati comparabili a quelli di sistemi di fascia più elevata, hanno andamento calante e a 40 Hz i tassi sono per altro molto ben contenuti. Invece è insolito il comportamento osservato in corrispondenza dell’ulteriore crescita della frequenza; dai 50 Hz infatti la distorsione tende a riassumere valori più elevati.
Questo andamento è stato oggetto di un supplemento di indagine, che ha evidenziato come la distorsione, seppur non bassa nel range di frequenze superiori ai 50 Hz, non cresca in maniera repentina. Questa considerazione ci aiuta anche a “leggere” meglio il grafico del massimo livello di uscita.
L’andamento un po’ altalenante non è particolarmente preoccupante perché, sebbene la distorsione raggiunga il valore limite prefissato a livelli di pressione non da record, essa comunque non tende a salire in maniera brusca e questo nella pratica consente un margine di sfruttamento del sub più ampio di quanto non appaia.
Se infine rapportiamo le prestazioni misurate alla classe di prezzo dell’apparecchio, non è azzardato dire che la performance vada oltre quanto lecito attendersi.
Mario Mollo
SVS PB-1000 Pro
Subwoofer attivo, bass reflex
Distributore per l’Italia: XFAudio, Viale Cavallotti 41A, 35124 Padova. Tel. 0498809891 – www.svsound.it
Prezzo (IVA inclusa): euro 699,00
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
- Altoparlanti: 1 woofer da 30 cm, caricamento bass reflex (2 condotti dia. 63 mm).
- Amplificatore: classe D, Sledge-325D, 325 W (8.200 W di picco).
- Risposta in frequenza: 17-260 Hz (±3 dB).
- Dimensioni: 380x479x509 mm.
- Peso: 19,3 kg