KEF KC62

Un subwoofer di dimensioni minime che sembra sfidare le leggi della fisica attraverso la ricerca scientifica.

La necessità di compattare le dimensioni del subwoofer nasce in primis da esigenze domestiche. Non tutti dispongono di un castello con saloni adibiti all’intrattenimento musicale e nei normali appartamenti lo spazio dedicato all’impianto audio è raramente sovrabbondante e il più delle volte è condiviso con altre attività quotidiane. Se poi il numero dei conviventi è maggiore di zero è probabile che qualcuno non gradisca la presenza di diffusori ingombranti, magari preferendo al loro posto il bel vaso della zia.

Ma per emettere basse frequenze a livelli soddisfacenti, le leggi della fisica esigono l’impiego di altoparlanti grandi. In realtà si possono raggiungere dei compromessi tra dimensioni e prestazioni, come vedremo tra poco, e molti costruttori si sono impegnati per realizzare dei subwoofer compatti. Tra gli specialisti della categoria spicca KEF con il suo KC62, un subwoofer attivo, piccolo quasi quanto un pallone da calcio ma che promette una notevole estensione in gamma bassa, facilità di inserimento in ambiente e un’estetica a prova di relazione coniugale.

Il marchio inglese non è certo nuovo alla realizzazione di sistemi compatti ad alte prestazioni. Il suo nome è legato a uno dei prodotti più iconici della storia dell’audio, il mitico minimonitor LS3/5A, in origine costruito per la BBC e diventato negli anni e nelle varie produzioni il minidiffusore per antonomasia.

Poi, con la scusa di celebrarne il cinquantesimo anniversario, KEF lo ha reinterpretato secondo i mezzi tecnici degli anni Duemila centrando un nuovo grande successo con il modello LS50 e le sue sempre più aggiornate e prestanti evoluzioni. Ma c’è un filo conduttore che lega questi diffusori al subwoofer KC62 ed è la ricerca scientifica e l’impiego della migliore tecnologia attualmente disponibile, in accordo con lo spirito che il fondatore Raymond Cooke ha infuso a questa azienda sessanta anni fa.

Progetto e costruzione

Le leggi della fisica sono severe e poco malleabili specie quando si parla di basse frequenze. In particolar modo è difficile ottenere un diffusore in grado di avere un livello di emissione sufficientemente elevato a frequenze basse senza dover ricorrere a grandi membrane e grossi volumi di carico.

In parole povere più cresce la lunghezza d’onda più cresce il diffusore. È un effetto che sperimentiamo anche con gli strumenti musicali. Prendiamo ad esempio la famiglia degli archi, violino, viola, violoncello e contrabbasso dove all’aumentare delle dimensioni scende il tono della loro voce.
In qualche modo si può ovviare ai requisiti sopra indicati a scapito dell’efficienza dell’altoparlante o dell’estensione in frequenza. Se riduciamo la superficie del cono, per muovere la stessa aria, bisognerà aumentare una serie di parametri a catena, come la sua escursione, la velocità, la rigidità delle parti elastiche, le masse e di conseguenza la potenza necessaria.

I compromessi per quello che riguarda emissione ed estensione in frequenze di un altoparlante montato in una cassa acustica sono riassunti da quella che viene definita la “legge di ferro” di Hoffman. Questa teorizza come il volume del cabinet, l’efficienza e l’estensione verso il basso sono legati in modo che uno verrà sacrificato se si cerca di massimizzare la resa degli altri due. In accordo con la “legge di ferro” allora quando si progetta un subwoofer piccolo bisogna scegliere chi immolare tra efficienza ed estensione. Nel KC62 KEF si è impegnata su più fronti per massimizzare comunque questi due parametri.

La ricerca si è concentrata in primis sugli altoparlanti e ha portato alla realizzazione del sistema definito Uni-Core, dotato di due woofer da 6 pollici e mezzo contrapposti che raddoppiano l’emissione e che muovendosi acusticamente in fase si “spingono” l’un l’altro cancellando le vibrazioni che altrimenti sarebbero trasmesse al cabinet.

Il pannello di controllo occupa quasi un’intera faccia del “cubo” KC62. Le impostazioni sono quelle fondamentali per poter abbinare il subwoofer ai satelliti: livello, taglio passa basso e polarità. Apprezzabile la possibilità di filtrare passa alto i diffusori. Un selettore imposta dei pre-set studiati per cinque situazioni tipiche di collocamento nella stanza. È previsto un modulo wireless esterno opzionale.

Non è la prima volta che viene applicato questo principio in alta fedeltà, la stessa casa inglese si è già cimentata in simili configurazioni. Ai giorni d’oggi la troviamo sui sub KF92 e Reference 8b e ricordiamo pure gli splendidi diffusori della serie Blade, protagonisti a suo tempo di una prova memorabile in redazione. Qualcosa concettualmente simile era stata implementata anche sui Reference 104/2 del 1984. La presenza di una doppia superficie radiante porta ad un aumento teorico di 6 dB di emissione, un vantaggio notevole (non solo) per un piccolo sub.

Disponendo poi gli altoparlanti “spalla contro spalla” si ottiene la cancellazione reciproca delle forze che altrimenti si scaricherebbero sul cabinet, facendolo vibrare e quindi sporcando l’emissione sonora. Per ottenere questa configurazione si è ricorsi generalmente all’impiego di due woofer identici, uniti tra loro da barre fissate sul retro dei rispettivi gruppi magnetici oppure attraverso il contatto con un rinforzo interno del mobile. Volendo ridurre al minimo le dimensioni del subwoofer KEF ha escogitato un sistema ancora più ingegnoso: impiegare un unico motore, con singolo magnete dotato di un doppio traferro in cui si muovono due bobine concentriche di differente diametro (Figura 1). Visto che i due traferri hanno polarità opposta la corrente deve circolare nello stesso verso nelle due bobine per ottenere il movimento contrapposto.

Figura 1: Struttura del motore a bobine concentriche.

Nell’Uni-Core lo spazio occupato in lunghezza risulta quindi minore rispetto ad un sistema tradizionale composto da due altoparlanti singoli e permette di realizzare un mobile che nel caso del KC62 è un cubo di soli 25 centimetri per lato. I due woofer non sono meccanicamente ed elettricamente identici il che ha richiesto una progettazione specifica per ottenere un comportamento uguale. Attraverso l’analisi ad elementi finiti al computer sono state sviluppate due sospensioni di rigidità differente in grado di dare il medesimo risultato meccanico anche se incollate a formatori di differente diametro. In aggiunta è stato previsto un bilanciamento delle masse con peso aggiuntivo per l’altoparlante che ha la bobina con diametro più piccolo.

Alcuni parametri invece si sono equilibrati praticamente da soli. Il fattore di forza del motore ad esempio rimane pressoché identico per i due woofer, su tutta l’escursione, anche se le bobine sono differenti. La geometria concentrica infatti è tale per cui il rapporto tra superfici e densità di flusso magnetico si bilancia all’interno dei due traferri. Sono emersi poi altri vantaggi dovuti alla configurazione Uni-Core. In un sistema simile i tecnici ipotizzavano l’insorgere di un incremento dell’induttanza a causa della mutua induzione tra le due bobine in cui scorre corrente concorde. La realtà invece si è rivelata diversa, con una diminuzione dell’induttanza stessa come avviene nei sistemi Differential Drive a doppia bobina realizzati da JBL. In quel caso il vantaggio in termini di induttanza viene attribuito all’effetto di cancellazione della corrente che scorre discorde nelle bobine. Secondo i ricercatori inglesi nell’Uni-Core si deve invece alla presenza di un doppio traferro che aumenta la riluttanza del sistema magnetico e diminuisce l’effetto di amplificazione dell’induttanza.

L’anello di sospensione anulare è un altro importante aspetto studiato da KEF. Le pressioni interne al cabinet agiscono deformando le sospensioni degli altoparlanti con conseguente distorsione sonora. Per ovviare i produttori sono portati ad impiegare anelli di spessore molto elevato la cui massa però riduce l’efficienza dell’altoparlante e la cui rigidità ne alza contemporaneamente la risonanza. I tecnici inglesi hanno sviluppato una sospensione denominata P-Flex, dal particolare profilo a pieghe come fosse un Origami, in grado di resistere alla forte pressione che si genera nel piccolo volume e allo stesso tempo garantire una lunga escursione al driver (Figura 2).

Figura 2: l’anello di sospensione adotta un ingegnoso profilo a pieghe (P-Flex).

Là dove KEF non ha potuto intervenire con mezzi fisici lo ha fatto attraverso l’elettronica. Il KC62 è dotato di un sistema di correzione denominato Smart Distortion Control Technology (SDCT) in cui è presente un DSP programmato con un modello numerico dei parametri dell’altoparlante. Lo stesso sistema è integrato con la rilevazione del movimento del cono, ottenuta indirettamente attraverso la misurazione della corrente, che in pratica agisce da loop di feedback all’interno dell’amplificazione.
Amplificazione che è in classe D con due moduli da 500 watt ciascuno dedicato ad un altoparlante.

La costruzione del KC62 è raffinata, ottenuta con un singolo guscio di alluminio, materiale più rigido rispetto ai derivati del legno che permette di avere pareti del cabinet più sottili rispetto ad un mobile di MDF. Il risultato è un maggior volume interno a parità di dimensioni esterne. In relazione allo spazio occupato il subwoofer è alquanto pesante, quasi quindici chili, e poggia su di un supporto in gomma unico posto al centro della base. Sulla faccia posteriore troviamo il pannello di controllo e le connessioni mentre su quella anteriore troviamo solo un LED anulare multicolore.

Note d’uso e ascolto

Il KC62 nasce per inserirsi facilmente in ambiente e l’obiettivo è stato senz’altro raggiunto per via delle dimensioni e dell’estetica. Qualsiasi subwoofer però non è mai troppo semplice da installare correttamente e ha bisognoso di attenzioni nel posizionamento e di cure nell’interfacciamento per potersi esprimere al meglio. In questo caso bisogna tenere conto che avendo due altoparlanti contrapposti non può essere posto perfettamente in un angolo della stanza oppure all’interno di una libreria come si potrebbe fare con un tradizionale sub a singolo woofer.

Il driver Uni-Core sfrutta un unico grande magnete con doppio traferro in cui si muovono bobine concentriche. La lunghezza complessiva del sistema è inferiore rispetto a quella che si avrebbe impiegando due altoparlanti separati, con vantaggi tecnici descritti nell’articolo.

Le regolazioni che troviamo sul pannello posteriore possono portare ad un accurato interfacciamento con i satelliti. Recentemente abbiamo trovato sub che sfruttano smartphone o tablet per impartire i comandi ma il KC62 rimane fedele ai controlli fisici tradizionali. Il livello di emissione e il taglio in frequenza del filtro passa-basso sono ottenuti con due manopole mentre la fase ha il selettore per la semplice inversione 0-180 gradi. Il punto di crossover può essere scelto da 40 a 140 Hz.

Un selettore consente il bypass del filtraggio interno quando si usa un processore come quello di un sintoamplificatore. È presente anche la possibilità di rimandare verso l’amplificatore il segnale filtrato con un passa-alto per limitare la banda dei satelliti. Tale impostazione si ha intervenendo su un dip-switch con quattro selettori che combinati ci permettono di intervenire da 40 a 120 Hz con passi da 5 e da 10 Hz. Ricordiamo che limitare la banda bassa dei satelliti è una pratica benefica, assai desiderabile ma poco diffusa in alta fedeltà, che migliora la linearità di emissione della gamma media.

La sua applicazione complica però il “giro” delle connessioni. Sul pannello posteriore troviamo anche una presa specifica dedicata all’inserimento di un modulo opzionale wireless, KW-1, che permette il posizionamento libero in tutta la stanza senza l’impiego di lunghi cablaggi. A proposito di connessioni, ne sono previste sia a basso livello, segnale linea, sia ad alto livello, segnale dai morsetti di uscita dell’amplificatore. Quest’ultima è generalmente l’opzione meno performante tra le due ma è utile da impiegare quando si è in possesso di un integrato privo di uscite pre-out.

Gli ingressi sono stereo RCA (configurabile in mono con apposito selettore LFE) oppure attraverso un morsetto a quattro poli fornito in dotazione per adattare i cavi di potenza. È presente anche un’uscita stereo sia per l’uso in cascata di un altro sub sia per il rimando del segnale filtrato passa-alto. Completa il pannello un selettore che solleva la massa, evitando possibili ronzii dovuti a loop che nelle lunghe tratte potrebbero insorgere, e l’interruttore generale vicino alla vaschetta IEC per la corrente di rete.
Il KC62 non sfrutta sistemi di correzione acustica attraverso la misurazione ambientale ma ha un selettore che varia l’emissione secondo cinque parametri preimpostati, studiati in funzione di determinate situazioni tipo. È previsto il collocamento agli angoli della stanza, dove le basse frequenze sono rinforzate dalle pareti, oppure in campo libero, su mobile, e un’opzione per appartamenti che lo rende meno invasivo in situazioni condominiali.

La prova pratica è avvenuta nel mio ambiente, un salone poco più grande di 30 metri quadri con una forma ad L in cui una zona è adibita per l’ascolto. Il KC62 è stato testato allestendo una tipica installazione 2.1 di base. Ha operato in abbinamento ai consanguinei LS50 prima serie e ad un integrato Primare i32, che ha fornito il pilotaggio da pre-out, più sorgenti digitali varie.

Il sub è stato collocato vicino alla parete frontale, su mobile alto circa 60 centimetri dove poggiano anche altre elettroniche. È un posto comodo per raggiungere i controlli in fase di set-up anche se non è quello in cui la geometria dell’ambiente massimizzerebbe la resa di un subwoofer oppure dove questo potrebbe dare fastidio ad altri componenti. Però il cabinet del KC62 non trasmette nessuna vibrazione al mobile ragion per cui alla fine ho deciso che poteva andar bene. La prima impostazione di correzione DSP sfruttata è stata quella chiamata Cabinet che KEF ha predisposto per una situazione simile. Dopo aver rilevato strumentalmente la risposta in frequenza dei diffusori, ho scelto di chiudere il loro condotto reflex per estendere il più possibile l’emissione del sub e sfruttarne la potenza. Al completamento della messa punto, che per un subwoofer porta via sempre qualche giornata nel processo di misure, ascolti e affinamenti successivi, ho trovato un set-up più che soddisfacente. Il punto di incrocio è risultato buono intorno ai 60 Hz, cercando di “schivare” in qualche modo picchi e valli di risonanza che in quella zona (ahimè) insorgono in ambiente (Figura 3).

Figura 3. La risposta in ambiente della coppia KC62 e LS50 di KEF mostra una buona estensione verso il basso del sistema completo, decisamente maggiore di quella che avrebbero i satelliti. La curva verde riporta la resa di quest’ultimi, con i condotti reflex ostruiti per poter sfruttare al massimo le prestazioni del subwoofer (curva nera). L’incrocio è stato scelto intorno ai 60 Hz, tentando di schivare evidenti problemi modali della stanza che necessitano per forza di cose una correzione DRC. Notare come l’impostazione DSP Cabinet prevista da KEF renda leggermente digradante la risposta andando verso i 20 Hz.

Per correggerli ho poi impiegato i metodi DRC che abitualmente uso con il PC.
Le performance sonore del KC62 sono apparse senz’altro generose, soprattutto in funzione delle sue ridotte dimensioni e dello spazio in cui si è trovato a lavorare. Si è fatto sentire anche dai vicini, conferendo autorevolezza ai satelliti e completando il loro spettro. Il contrabbasso è emerso più realistico di quello che i satelliti riescono a riprodurre normalmente, pieno e completo, le percussioni hanno acquistato vigore e veridicità con un impatto molto più credibile. Le note basse sostenute con il KC62 trasmettono una discreta sensazione anche al corpo. Nessuno sospetterebbe di poter ascoltare i colpi di “Fanfare for the Common Man” di Copland in maniera così coinvolgente senza avere davanti dei grandi diffusori da pavimento.

Il piccolo KEF dà l’impressione di essere un diffusore studiato con un “orecchio di riguardo” verso la musica ma che può ad ogni modo cimentarsi con gli effetti cinematografici. La dinamica è generalmente buona e le compressioni, se arrivano, lo fanno solo andando su col volume, trovando prima il limite ambientale se non si impiega una qualche forma di correzione ambientale.

Di fatto avvicina le prestazioni di realizzazioni più voluminose ed economicamente impegnative, non risultando logicamente devastante e pagando solo un piccolo pegno dinamico quando è chiamato a volumi elevati. In sostanza dà presto assuefazione e farebbe desiderare qualcosa di più sostanzioso in caso di ambienti ampi, nei passaggi musicali davvero impegnativi o se si vuole avere un intrattenimento cinematografico esplosivo. Per un impiego in stanze più grandi la presenza di un gemello darebbe risultati che immagino davvero interessanti. Gli LS50 sono un riferimento tra i diffusori da stand e in configurazione 2.1 permettono di realizzare un impianto di notevole spessore.

Il KC62 è apparso molto convincente in questo abbinamento dando luogo ad un sistema che non raggiunge i tremila euro di listino (con i diffusori passivi, ma si potrebbe pensare anche a quelli attivi Wireless) ma può rendere per un valore moltiplicato due se non tre volte.

Le misure

La risposta in frequenza del piccolissimo sub KEF si estende molto verso il basso pur arrivandoci con una progressiva, dolce attenuazione fino al punto di aumento della pendenza (intorno a 25 Hz), un modellamento evidentemente calibrato in funzione del responso medio in ambiente con le tipiche collocazioni di un sistema di dimensioni così contenute; peraltro va osservato che i nostri test vengono necessariamente effettuati impostando la massima ampiezza di banda, che però non sarà quasi mai quella effettivamente utilizzata, e con il taglio passa-basso minimo il punto a -3 dB scende di fatto ai “fatidici” 20 hertz.

La distorsione armonica tende ovviamente a salire alle frequenze più basse ma è sempre costituita soprattutto da seconda armonica, che – almeno nel caso dei subwoofer – è in effetti di gran lunga la meno percepibile. Aumentando il livello oltre i 90 dB del test standard si inizia ad osservare l’intervento del DSP, che attenua il segnale in funzione della frequenza di quanto basta ad impedire il superamento dei limiti di escursione.

Il test di MOL vede una curva regolare, che supera la soglia dei 100 dB spl da 80 hertz. A frequenze inferiori il superamento del limite del 5% è ancora imposto dalla seconda armonica e la salita della distorsione è blanda, il che significa che percettivamente la pressione raggiungibile senza distorsione eccessiva è sensibilmente superiore a quanto “freddamente” descritto dalla curva.
Fabrizio Montanucci

Conclusioni

KEF ha realizzato un altro gioiello acustico che gli vale il premio EISA 2021-22 per la categoria. È compatto e prestante e rappresenta la soluzione ideale per ambienti di dimensioni medie e piccole. Ha le spalle sufficientemente larghe da poter supportare un sistema 2.1 di elevato spessore musicale o anche surround là dove gli ingombri dei classici subwoofer non sono compatibili.

Sarebbe il complemento di ogni buon diffusore da stand e per familiarità il logico complemento degli LS50, in tutte le loro edizioni con cui durante la prova ha mostrato affinità sonora. Lo si può scegliere per la sua estetica e per le sue dimensioni ricordandosi però che è un “subwoofer serio” e come tale ha bisogno delle attenzioni che i “subwoofer seri” richiedono. Le regolazioni sono efficaci e facilitano il compito fin dove gli interventi analogici possono arrivare. Risulta efficace, naturalmente non onnipotente, ma con un accorto posizionamento saprà esaltare il suono di ottimi satelliti realizzando un impianto di notevole spessore.

Andrea Allegri


KEF KC62
Subwoofer amplificato

  • Distributore per l’Italia: Hifight Srl, Via Enrico Fermi 20/2, 35030 Rubano (PD). Tel. 049 7450108 – info@hifight.it – www.hifight.it
  • Prezzo (IVA inclusa): euro 1.629,00
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
  • Tipo: subwoofer amplificato in classe D.
  • Potenza: 1.000 watt totali (2×500 W).
  • Altoparlanti: 2 Uni-Core 16,5 cm a cancellazione di forza.
  • Massimo livello di uscita: 105 dB.
  • Risposta in frequenza: 11-200 Hz, filtro passa-basso regolabile 40-140 Hz, LFE.
  • Ingressi: RCA e alto livello.
  • Uscita di linea: RCA, con filtro passa-alto 40-120 Hz o bypass.
  • Dimensioni (LxAxP): 25,6×24,6×24,8 cm.
  • Peso: 14 kg

Author: Redazione

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