Sennheiser AMBEO Soundbar

Compressione lossless…

Un sistema 5.1.4 compresso in un unico, imponente oggetto, ma senza rinunciare a nulla in termini di resa: questa soundbar è “la” soundbar…

AMBEO, da non confondere con l’espressione romanesca “ah… mbè oh..”, è l’“ecosistema” della Sennheiser composto da prodotti, tecnologie e direttive per la cattura, la gestione e la riproduzione di audio “3D”. E l’AMBEO Soundbar è il primo prodotto della casa che non è né una cuffia né un microfono o un qualcosa ad essi correlato. Un prodotto quindi doppiamente interessante, per il contenuto che porta e per la novità che rappresenta per il marchio, prodotto la cui gestazione è stata invero piuttosto lunga: la prima apparizione pubblica del primo prototipo è infatti datata CES 2018. Come si dice in questi casi, l’attesa è valsa la spesa… Non lo avete mai sentito dire? Forse sarà perché me lo sono inventato adesso…

La soundbar impiega ben 13 trasduttori: 6 midwoofer, che lavorano in tre volumi separati, 5 tweeter a cupola in alluminio, tre frontali e due laterali ed infine due larga-banda up-firing, anch’essi dotati di un volume di lavoro isolato.

Ma “l’attesa è stata ampiamente ripagata” mi sembrava fin troppo retorico e banale per un oggetto speciale come questo, che sicuramente meritava qualcosa di più. Che ci si trovasse di fronte ad una soundbar sui generis è apparso evidente già semplicemente maneggiandone l’imballo, equivalente a quello di un diffusore da pavimento di taglia medio-grande. Ma non è la faraonica stazza che deve destare meraviglia, quanto il contenuto tecnologico che la poderosa mole dell’apparecchio racchiude. L’AMBEO Soundbar è un sistema integrato a 5.1.4 canali, con 13 altoparlanti e 500 watt complessivi di amplificazione, in grado di riprodurre anche contenuti audio 3D.

A beneficio dei lettori meno esperti, ai quali teniamo molto poiché sono la “polizza vita” del settore, andando a formare il necessario ricambio generazionale, ricordiamo che alle classiche codifiche multicanale, il cui contenuto, ripartito in canali discreti, fa riferimento alla direzione di provenienza dei suoni con tutte le sorgenti che giacciono su un unico piano (quindi senza nessuna differenziazione per quanto riguarda la componente verticale), si sono affiancate le cosiddette codifiche “3D” (Dolby Atmos, DTS:X, Auro 3D, MPEG-H ecc.) nelle quali ai suoni è associata non solo la direzione di provenienza nel piano, ma anche quella in altezza (asse z). Ai contenuti tridimensionali non competono più canali discreti (come il centrale o i surround del 5 o del 7.1), ma essi vengono memorizzati come “oggetti” che al contenuto (il suono) associano la posizione nello spazio. Sarà il processore che decodifica la traccia audio a sfruttare al meglio i diffusori di “elevazione” fisici presenti nell’impianto, tenendo in conto sia il loro numero sia la loro posizione.

Tre gli ingressi HDMI a disposizione per connettere sorgenti audio/video; l’audio della TV può passare dalla uscita HDMI 2.1 con eARC mentre tramite l’ingresso digitale ottico e quello analogico RCA si ampliano le possibilità di impiego. La presa di rete, affiancata dal wi-fi e dal Bluetooth, permette di accedere al mondo dei servizi tramite Chromecast o attraverso il client DLNA integrato. La porta USB serve per gli aggiornamenti e per la ricarica (1 ampere).

Questi diffusori possono essere collocati realmente sul soffitto oppure essere posti alla stessa altezza degli altri ma indirizzati verso l’alto, sfruttando le riflessioni ambientali per generare suoni provenienti dall’alto. Ma oltre ai diffusori fisici, i sistemi audio 3D possono far ricorso anche alla cosiddetta virtualizzazione delle sorgenti; in buona sostanza alle sorgenti fisiche vengono fatti riprodurre suoni opportunamente elaborati per ingannare il sistema uditivo, in modo che l’ascoltatore sia indotto a credere che provengano da un punto diverso da quello da cui sono stati fisicamente emessi.

Come è possibile? Ogni audiofilo di questo mondo sperimenta quotidianamente che il suo sistema di altoparlanti può riprodurre una “scena sonora” che occupa tutto lo spazio compreso tra i diffusori (e si può anche estendere al di fuori). E per un audiofilo è scontato che un segnale monofonico riprodotto da un impianto stereo venga percepito come proveniente dal punto centrale tra i diffusori.

Due suoni identici, in fase, provenienti dai canali destro e sinistro, raggiungono simultaneamente le orecchie. Il nostro cervello fa la sua magia e noi sentiamo un unico suono provenire da davanti a noi. Se giriamo le spalle all’impianto però quello stesso suono viene percepito non davanti a noi, ma dietro. Questo accade perché la forma dei padiglioni delle nostre orecchie modifica i suoni in base alla loro direzione di provenienza. Ingannare il cervello per simulare la provenienza posteriore non è particolarmente difficile: basta applicare al suono lo stesso “filtraggio” prodotto dai padiglioni. Sono stato personalmente “vittima” di diverse demo di queste tecnologie ed è davvero sconvolgente sentire in cuffia il suono provenire con estrema chiarezza da dietro. Molto più difficile, sempre in cuffia, è simulare un suono frontale.

Sulla parte superiore ci sono i tasti di controllo; lo stato di funzionamento è monitorabile dal display OLED posto frontalmente in basso, accanto al quale si trova il jack per il microfono di calibrazione.

Abbiamo comunque capito il trucco alla base della virtualizzazione: applicare al contenuto tutte quelle modifiche (alterazioni timbriche, di fase, riflessioni e chi più ne ha più ne metta) che i suoni subiscono nel mondo reale e che il cervello è abituato ad interpretare in un certo modo. Detto questo, torniamo alla nostra soundbar; Sennheiser non è il primo costruttore a presentare una soundbar 3D (credo che il primato del suono virtualizzato, già in 2D, spetti alla Yamaha coi suoi “proiettori” sonori che riproducevano anche i canali surround), ma di certo ha concepito uno dei progetti più ambiziosi, in termini di profusione di mezzi e qualità dei materiali.

Alle dimensioni generose corrisponde un peso altrettanto rilevante, oltre 18 chilogrammi. La finitura è di ottimo livello, con la parte superiore in metallo spazzolato e la tela frontale che, in apparente sovvertimento delle leggi della fisica, segue le porzioni concave della griglia poste in corrispondenza degli altoparlanti anziché mantenersi tesa sopra di esse: l’effetto visivo è piacevolissimo. Dei 13 trasduttori impiegati, 9 sono posizionati frontalmente (6 medio-bassi da 4” con cono in carta a corsa lunga, che lavorano in tre volumi distinti, e 3 tweeter a cupola in alluminio da 1”), altri 2 tweeter si affacciano lateralmente ed infine 2 fullrange a cono da 3,5” sono collocati superiormente e fungono da altoparlanti di elevazione top-firing. Le sorgenti video collegabili sono tre, attraverso tre porte HDMI 2.0. Il collegamento con il televisore avviene tramite una uscita HDMI 2.1 eARC; il solo audio può essere veicolato in digitale da un ingesso S/PDIF ottico e in analogico attraverso un ingresso RCA. Nell’ipotesi in cui la cospicua dose di basse frequenze riprodotte dalla soundbar non fosse bastevole, c’è un’uscita dedicata alla connessione con un subwoofer.

Per l’autocalibrazione viene fornito in dotazione un microfono completo di un bel supporto in metallo.

La presa ethernet, il wi-fi ed il Bluetooth con NFC chiudono il cerchio della connettività. L’aspetto certamente più qualificante di questa soundbar è la funzione di autocalibrazione automatica, per la quale viene fornito in dotazione un microfono con un bel supporto in metallo. Dal momento che il risultato della virtualizzazione delle sorgenti sonore dipende anche dalle caratteristiche dell’ambiente di ascolto, un prodotto che ambisce a porsi come riferimento tecnologico del settore non poteva prescindere da un’ottimizzazione dell’elaborazione in funzione delle specifiche condizioni di utilizzo. Asimmetrie nel posizionamento, distanza dalle pareti laterali, dal soffitto e dal punto di ascolto, caratteristiche di riflessione ambientali, sono tutte variabili da tenere in considerazione in fase di elaborazione del segnale ma ignote a priori al costruttore; l’unico modo per garantire risultati ottimali è quello di rilevarle sul campo. La procedura dura pochi minuti e non richiede nessun intervento da parte dell’utente.

Il piccolo telecomando reca i tasti per le funzioni di utilizzo più frequente, ma per il pieno controllo dell’apparecchio occorre far ricorso alla app.

Oltre che porsi al servizio del video, l’AMBEO Soundbar è a tutti gli effetti anche un eccellente sistema di riproduzione di contenuti puramente audio, veicolabili attraverso gli ingressi dedicati o tramite la rete; allo scopo è stato integrato Google Chromecast, che schiude la porta a tutti i servizi connessi. Il client DLNA permette di accedere alla soundbar da PC e smartphone; da utente Microsoft/Android ho potuto verificare il perfetto funzionamento con Windows Media Player da PC e con Bubble UPnP e MediaHouse dallo smartphone. Nell’utilizzo quotidiano, per controllare le funzioni di uso comune e frequente ci si può affidare al telecomando in dotazione; per la gestione delle caratteristiche più sofisticate è sufficiente dotarsi della app per Android o iOS. Oltre alla modalità “Neutral”, la soundbar dispone di 4 profili AMBEO adatti alla riproduzione di film, di musica, di eventi sportivi e parlato.

L’effetto della elaborazione è settabile su tre livelli. Inoltre può essere applicata una equalizzazione a 4 bande. Naturalmente anche i contenuti in semplice stereofonia possono essere “espansi” in 3D grazie al processore di bordo. Tra le varie opzioni non manca la sempre utilissima modalità per l’ascolto notturno, che si sovrappone alle altre impostazioni; in aggiunta sono presenti le funzioni Dolby DRC (Dynamic Range Compression), Dolby Dialog Normalizer (da usare per evidenziare i dialoghi) ed infine il Dolby Virtualizer, per riprodurre contenuti codificati Dolby, che si sostituisce alle elaborazioni AMBEO. Gli ingressi possono esser rinominati: il nome visualizzato sul display sarà quello che più ci piace e non un banale HDMI*; le impostazioni possono essere rese individuali ed associate a ciascun ingresso. L’intensità del display OLED e del logo AMBEO sono anch’esse regolabili. Concludiamo dicendo che l’unità incorpora perfino un server web per effettuare alcuni settaggi di rete tramite browser.

L’ascolto

L’ingombro della soundbar non è trascurabile e potrebbe visivamente interferire coi televisori dotati di un supporto non abbastanza alto. L’eventualità è tutt’altro che remota e la casa rende disponibile opzionalmente una staffa di fissaggio a parete; la stessa cosa va fatta col TV. A noi è capitato ed abbiamo risolto fornendo un rialzo al display. Superato il piccolo inconveniente abbiamo potuto goderci la performance offerta dall’AMBEO Soundbar. Che suona non come una semplice soundbar, ma come un sistema di altoparlanti di elevata qualità. Il suono è armonicamente completo, ricco, potente, timbricamente equilibrato; il fronte sonoro è ben scandito, forse non molto ampio ma la stereofonia è netta.

Un equalizzatore a 4 bande consente di rifinire la resa; le regolazioni sono indipendenti per le varie modalità AMBEO; anche l’elaborazione AMBEO può essere impostata su tre livelli di intensità. I preset possono essere associati agli ingressi.

Le elaborazioni ambientali in genere, pur migliorando la spazialità del suono, hanno sempre effetti sulla naturalezza timbrica; in questo caso gli effetti collaterali sono omeopatici. La tridimensionalità del suono, ovvero l’aggiunta della componente verticale, è molto credibile, anzi si percepisce meglio il suono dall’alto che quello posteriore. Nel complesso il sistema di virtualizzazione è efficace. Gli effetti speciali sono riprodotti con potenza e definizione, senza finti fragori, ma è proprio con le tracce audio più pure che la resa pulita del sistema si lascia pienamente apprezzare. L’estensione in basso è notevole, specialmente col preset Musica, ed è accompagnata da una altrettanto buona presenza fisica. La gamma alta è lucida e definita ma non diviene mai fastidiosa, nemmeno a volume sostenuto.

Dalla schermata principale della app di gestione si attiva l’elaborazione AMBEO, il Night Mode e si seleziona il preset desiderato.

La calibrazione contribuisce in misura sensibile alla qualità della resa; dal momento che è disattivabile è facilissimo verificarne in tempo reale l’effetto. Le modalità AMBEO danno sempre una marcia in più, come la modalità Dolby Virtualizer funziona alla grande coi contenuti Dolby Atmos. Insomma, sia che si accosti per un ascolto puramente musicale o che la si utilizzi per accompagnare un film con un audio coinvolgente, la AMBEO Soundbar non mancherà di stupire.

Conclusioni

L’AMBEO Soundbar è unica in tutto, anche nel prezzo. Con la stessa cifra ci si può dotare di un sistema a componenti separati, ma il bello di questa soundbar è proprio che tutto ciò che occorre sta già lì dentro, ed è stato compresso senza rinunciare alla qualità sonora. E può essere l’unica soluzione che abbini questa qualità a limitate possibilità di installazione di diffusori separati, posteriori e a soffitto.

Le funzionalità a disposizione sono molte, la connettività è ottima. Suona bene e l’effetto 3D è efficace.

Mario Mollo


Sennheiser AMBEO Soundbar

Soundbar 5.1.4

  • Distributore per l’Italia: Exhibo S.p.A. Communication Systems, Via Leonardo da Vinci 6, 20854 Vedano al Lambro (MB). Tel. 039 4984.1 – www.exhibo.it
  • Prezzo (IVA inclusa): euro 2.400,00
Caratteristiche dichiarate dal costruttore
  • Risposta in frequenza: 30 Hz-20 kHz (-3 dB).
  • Altoparlanti: 6 midwoofer a corsa lunga da 4” con cono in sandwich di polpa di cellulosa, 5 tweeter a cupola da 1” in alluminio, 2 fullrange da 3,5” top-firing.
  • Ingressi: 3 HDMI 2.0a, 1 S/PDIF (ottico), 1 RCA.
  • Uscite: 1 HDMI 2.1 eARC, 1 sub (mono RCA).
  • Formati audio/surround supportati: LPCM 2 Canali, LPCM 5.1 Canali, LPCM 7.1 Canali, Dolby Digital, Dolby Digital Plus, Dolby True HD, Dolby Atmos – Dolby TrueH, Dolby Atmos – Dolby Digital Plus, DTS, DTS-ES Discrete 6.1, DTS-ES Matrix 6.1, DTS 96/24, DTS-HD LBR, DTS:X, DSD, MPEG-H.
  • Peso: 18,5 kg.
  • Dimensioni (LxAxP): 126,5×13,5×17,1 cm (inclusi piedini)

Author: Redazione

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