CES 2019 REPORTAGE

Un CES che non dimenticheremo

Anche se non si tratta di vere e proprie novità epocali, quelle viste nell’edizione 2019 lasceranno di certo un segno duraturo.

Forse, a livello emozionale, non sono stati raggiunti i picchi del 2006 quando assistemmo alla presentazione dei display SED di Canon/Toshiba, capaci di prestazioni all’epoca sbalorditive e che superavano in maniera imbarazzante i limiti dei display di allora, ma quanto presentato quest’anno a Las Vegas è stato davvero molto intrigante e rappresenta comunque una tappa storicamente significativa.

Mi riferisco in particolare al Micro LED 4K da 75” di Samsung, denominato “The Window” ed all’OLED avvolgibile di LG. In nessuno dei due casi si tratta di una reale novità: il sistema Micro LED The Wall di Samsung è stato presentato lo scorso anno, come pure il prototipo di display arrotolabile di LG. Ora però in entrambi casi siamo di fronte ad una “prima volta”, che stampa una marca temporale nel corso degli eventi che riguardano l’evoluzione del mondo video. Quello proposto da Samsung non è un sistema modulare destinato ad applicazioni particolari, ma il primo display da 75” in un sol pezzo che utilizza la tecnologia Micro LED, quindi qualcosa di completamente diverso dai cristalli liquidi e dagli OLED: il primo “televisore” con una tecnologia diversa dalle altre. Anche se Sony aveva presentato nel lontano 2012 un prototipo, il Crystal LED, basato su una tecnologia similare, quello di Samsung è un prodotto che arriverà realmente in commercio quest’anno. Certo, il prezzo sarà dell’ordine delle decine di migliaia di euro, ma non ci troviamo di fronte ad una situazione diversa da quella dei primi TV al plasma, che costavano svariate decine di milioni di lire che qualcuno fu allora ben felice di pagare per avere il primo fantascientifico, grande schermo piatto, spesso una decina di centimetri, in grado di riprodurre sì e no 4 colori.

Come un prodotto realmente in commercio e non un prototipo unico e senza prezzo sarà il primo TV avvolgibile, che in quanto a fantascientificità ha superato di gran lunga le più sognanti previsioni del più fantasioso sceneggiatore: un oggetto che ha del miracoloso, vedere uscire il display dal suo contenitore è stupefacente. Ho cercato da ogni angolazione di individuare il più minuscolo difetto di planarità del display, ma non c’è stato nulla da fare. In LG hanno realizzato qualcosa di mai visto prima. L’utilità è solo estetica, ma prima di esprimere un giudizio bisogna vederlo e vi assicuro che si resta a bocca aperta.

Altra prima volta è stata poi quella di Hisense, che ha ampliato la sua gamma di TV con proiettore a tiro corto con un modello dotato di sorgente a triplo laser RGB, al momento un prodotto unico nel suo genere, che può generare immagini da 70″ e 150” (da 20 a 30 centimetri di distanza) con l’impiego di un chip DMD Full HD vobulato.

A parte questi prodotti eclatanti, al CES l’attenzione è stata focalizzata sull’8K, che sarà uno dei temi cardine nell’immediato futuro. La domanda a cui è nostro compito dare riposta è ovviamente: serve davvero a qualcosa questo ulteriore incremento di risoluzione? Personalmente non ho dubbi, almeno in base a quanto abbiamo avuto modo di sperimentare fino ad ora: certamente sì, con alcune puntualizzazioni. Visivamente la resa è superiore, non solo ovviamente con filmati in risoluzione 8K nativa, ma anche con quelli in 4K riscalati. Il problema resta quello già emerso col 4K, ovvero la distanza di visione. La maggior qualità dei display 8K emerge chiaramente quando non ci si allontana troppo dal pannello e ha poco senso se la diagonale di quest’ultimo non è davvero molto generosa. La Sony ci ha invitato ad un seminario tecnico nel quale si sosteneva la tesi che la distanza di visione ottimale (in senso lato, intesa non solo come non percepibilità del reticolo dei pixel ma come fruizione “realistica” delle immagini) per un pannello 8K è pari ad 1,5 volte la sua altezza, in pratica il doppio del valore comunemente assunto oltre il quale l’acutezza visiva dell’occhio inizia ad essere insufficiente per percepire distintamente i dettagli. Per un pannello da 75 pollici, che per molti sarebbe piuttosto difficile da integrare nel proprio ambiente domestico, significherebbe porsi a 140 centimetri di distanza rispetto ad uno schermo con base pari ad 1,6 metri. Al contempo una distanza pari a 3 volte l’altezza, che per gli stessi motivi sarebbe quella ottimale per il 4K, risulterebbe invece non idonea a causa del ridotto campo visivo. A detta di Sony quindi la risoluzione 8K non andrebbe osservata ad una distanza pari alla metà di quella del 4K come si potrebbe essere indotti intuitivamente a supporre e che a questa distanza ottimale, che guarda caso sembrerebbe essere meglio compatibile con le nostre necessità abitative, invece non va bene per il 4K.

Anche Samsung ha invitato i giornalisti ad un seminario pro 8K, in cui la tesi, sostenuta da un professore del Cognitive Science Institute della coreana Seul National University, era quella che l’8K comporta notevoli benefici al nostro sistema di visione, inteso come occhio + cervello: percezione più realistica, minor carico di lavoro per il cervello per il maggior rapporto S/N delle immagini 8K e visione più naturale ed immersiva per il maggior angolo di visione. Il tutto basato su speculazioni teoriche e non su esperimenti su campioni di spettatori.

Non voglio assolutamente dire che le case cerchino solo di tirare l’acqua al proprio mulino (cosa comunque lecita e comprensibile), perché io stesso sono il primo a confermare la maggior qualità della risoluzione UHD quadruplicata. Per stabilire esattamente quanto i nuovi display saranno in grado realmente di darci e come potremo concretamente utilizzarli appieno, potremo solo stabilirlo quando avremo modo di provarli nel nostro laboratorio. 8K a parte, quello che in generale ho avuto modo di percepire è che la qualità media dei televisori si è appiattita verso l’alto, complice da un lato un consistente ritorno all’impiego del local dimming, e dall’altro le prestazioni generali dei pannelli più recenti, sempre più luminosi e contrastati.

Un’ultima osservazione sull’HDMI 2.1, le cui specifiche sono state definite alla fine dello scorso anno. Quest’ultima versione consente tra l’altro di trasmettere segnali video fino a 10K (quelli 8K con un frame rate massimo di 120 Hz), ma per ottenere la certificazione è sufficiente che un apparecchio supporti anche solo un sottoinsieme di tutte le funzionalità previste dal nuovo standard. Questo, almeno nella prima fase, sarà fonte di qualche grattacapo. Comunque al momento non sono state annunciate sorgenti dotate di HDMI 2.1 e, considerando anche l’assenza quasi assoluta di contenuti nativi in 8K, la fruizione della nuova risoluzione avverrà solo attraverso l’upscale. Questa importante funzionalità è uno degli ambiti di applicazione dell’intelligenza artificiale. Cosa vuol dire? Che lo sviluppo degli algoritmi di upscale è demandato non solo alla bravura degli ingegneri ma anche all’utilizzo di sistemi in grado di migliorare gli stessi algoritmi con un processo ricorsivo. Segnali 8K vengono downscalati e ri-upscalati; il risultato viene confrontato con l’originale per affinare il procedimento. Ma deve essere chiaro che non è il TV che “apprende” e migliora col tempo, ma tutto avviene nei centri di ricerca dei costruttori. I frutti di questo procedimento vengono poi implementati nei TV tramite aggiornamenti del software.

Ciò detto, passiamo quindi in rassegna le cose più interessanti viste a Las Vegas.

LG

La commercializzazione dell’OLED arrotolabile, la cui designazione ufficiale è Signature OLED TV R (65R9) (1), è prevista per il secondo semestre ma nessun rappresentante del costruttore si è sbilanciato su quello che sarà l’ordine di grandezza del prezzo.

Fig. 1

Questo bellissimo televisore diviene un “normale” 65” in modalità Full View, ovvero quando è completamente estratto. Ma può funzionare anche in modalità Line View, parzialmente estratto, nella quale mostra solo delle informazioni e in Zero View, ovvero in modalità solo audio nella quale sfrutta il sistema audio Dolby Atmos 4.2 integrato nella base. Questo prodotto, da solo, sarebbe già sufficiente per rendere indimenticabile la presenza di LG a questa edizione del CES. Ma c’è davvero tanto ancora, come l’OLED da 88” in risoluzione 8K (Z9) e l’LCD sempre 8K da 75” SM99 (2).

Fig. 2

Sul fronte 4K, il lineup OLED sarà composto da 4 serie: W9 (65″, 77”); E9 (55″, 65”); C9 (55″, 65″, 77”), con il nuovo processore Alpha 9 II; B9 (55”, 65”). I nuovi modelli dispongono anche di un pannello con un nuovo trattamento antiriflesso; sarà inoltre presente il supporto ad Amazon Alexa che affiancherà Google Assistant, come anche l’AirPlay 2. Inoltre tutti gli OLED e gli LCD di fascia più alta saranno dotati di ingressi HDMI 2.1, con supporto per l’High Frame Rate, per il Variable Refresh Rate e per l’eARC, oltre alla presenza di una modalità a bassa latenza automatica per le applicazione videoludiche (ALLM).

Hisense

Oltre al già menzionato proiettore a tiro corto “tutto laser” (3), il costruttore cinese ha presentato il lineup dei televisori ULED 2019 composto da modelli 8 e 4K, che supporteranno l’HDR10+ ed il Dolby Vision.

Fig. 3

Al vertice del catalogo si colloca il 75” 8K H75U9E (4), con retroilluminazione FALD a oltre 5.000 zone, capace di una luminosità di 2.500 nit. Il TV sorprende anche per lo spessore davvero molto ridotto, poco più di 9 millimetri.

Fig. 4

Anche il modello top 4K U9F (5) è un 75” con local dimming a 1.000 zone e 2.200 nit di luminosità, mentre la serie H9F (55″ e 65”), anche in questo caso con local dimming, è annunciata con prezzi molto aggressivi (1.000 dollari per il 65”).

Fig. 5

Molto interessante il prototipo di display LCD a doppio pannello: quello più interno funziona da modulatore della retroilluminazione, garantendo un contrasto elevatissimo ed una local dimming a risoluzione Full HD, in pratica una zona per soli 4 pixel. Non è però una novità assoluta, in quanto questa soluzione fu proposta per la prima volta parecchi anni fa da Sharp.

Panasonic

Il costruttore giapponese non si è ancora gettato nella mischia dell’8K, ma ha presentato una nuova serie OLED 4K, la GZ2000 (6) composta da due tagli da 65″ e 55”, di altissimo livello.

Fig. 6

Sul fronte video segnaliamo che la serie offre la compatibilità con entrambi gli standard HDR a metadati dinamici, l’HDR10+ ed il Dolby Vision (oltre all’HLG e al nuovo HLG Photo); la messa a punto è stata curata con gli specialisti filmaker di Hollywood, e gli apparecchi dispongono di un set di funzioni di calibrazione molto sofisticato, compresa la compatibilità con il software Calman per l’autocalibrazione con pattern interni. Sul fronte audio i nuovi TV sono i primi ad incorporare altoparlanti Dobly Atmos upfiring (7).

Fig. 7

La piattaforma smart è la My Home Screen in versione 4.0, con supporto a Google Assistant e Amazon Alexa. Altre novità arrivano nel settore delle sorgenti, con l’introduzione di due nuovi lettori Blu-ray, il DP-UB450 ed il DP-UB150, la cui commercializzazione è prevista per il mese di marzo. Entrambi supportano il nuovo standard a metadati dinamici HDR10+, mentre il 450 gestisce anche il Dolby Vision e dispone di due uscite HDMI distinte audio/video e solo audio. Sempre sul fronte audio, gli apparecchi sono in grado di riprodurre file ad alta definizione (DSD 11,2 MHz, ALAC, FLAC, WAV, AIFF).

Samsung

Fig. 8

Oltre al 75” “The Window” (8) di cui abbiamo parlato in apertura, Samsung ha presentato un altro prodotto altrettanto impressionante, un TV QLED 8K da 98” (9), il più grande prodotto “di serie” del costruttore coreano, che si affianca ai modelli da 65, 75 e 85 pollici e che ampliano il lineup presentato all’IFA.

Fig. 9

Un’altra novità molto significativa riguarda l’applicazione iTunes, che sarà integrata nella piattaforma smart (anche per modelli del 2018) assieme al supporto per l’AirPlay 2, che permetterà ai possessori di dispositivi iOS la comunicazione diretta col TV senza passare attraverso l’Apple TV. Per quanto riguarda poi l’ormai famoso sistema modulare The Wall, al CES è stato esibito un incredibile display da 219” (10) (quello visto lo scorso anno era da “soli” 146”).

Fig. 10

Sharp

Dopo diversi anni di assenza Sharp, che già si era messa in luce all’IFA, è nuovamente presente al CES con un grande stand (11).

Fig. 11

È proprio di questi giorni l’annuncio di 4 nuovi modelli per il nostro mercato: due 60” e due 70”, disponibili rispettivamente con retroilluminazione Direct (LC-60UI7652E o LC-70UI7652E) o retroilluminazione Edge (LC-60UI9362E o LC-70UI9362E). Allo stand c’era anche un mockup di quella che potrebbe essere una prossima videocamera amatoriale 8K (12).

Fig. 12

Sony

Di notevole impatto anche i nuovi prodotti presentati da Sony, a partire dall’imponente 98” 8K della serie Master ZG9 (13), al quale si affianca anche un 85”; si tratta dei primi televisori LCD 8K con retroilluminazione FALD della casa, la cui sezione audio sfrutta la tecnologia Acoustic Multi-Audio, con quattro diffusori posizionati al di sopra e al di sotto dello schermo.

Fig. 13

Sul fronte OLED 4K invece sono in arrivo, sempre per la serie Master, i tre tagli (77″, 65″ e 55”) della serie AG9 (14).

Fig. 14

I modelli Master sono compatibili Dolby Vision e dispongono anche di una modalità specifica per i contenuti HDR di Netflix. Un gradino al di sotto c’è la serie OLED AG8 (65″ e 55”), mentre il nuovo lineup LCD è completato dai modelli delle serie XG95 (FALD, tagli da 85″, 75″, 65″ e 55”), XG90 (FALD da 49”) 4K e XG85, negli stessi tagli della serie XG95. La casa ha presentato anche un nuovo lettore universale, il BR X800M2, compatibile Dolby Vision e HLG, capace di riprodurre dischi Ultra HD Blu-ray, Blu-ray 2D/3D, DVD Audio-Video, SACD e CD. Il supporto ai formati audio in alta definizione include il DSD a 11,2 MHz; è prevista anche la connettività Bluetooth.

TCL

Anche TCL ha presentato diversi display 8K, tra cui spicca il top di gamma X10 da 75” e sorprendentemente sottile pur essendo dotato di local dimming con Mini LED; l’apparecchio supporta il Dolby Vision e l’HLG. Allo stand c’erano davvero molte cose interessanti, anche se non è ancora chiaro cosa resterà un prototipo e cosa diverrà un prodotto e per quale mercato. C’erano dei “Frame TV”, connessi ad una videocamera per scattarsi dei selfie (vedi foto di apertura, pubblicata per dovere di cronaca…), un display a Micro LED (The Cinema Wall) (15), dei display senza cornice su supporto in vetro (16).

Fig. 15

Fig. 16

di Mario Mollo

Author: Redazione

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