Samsung QE65Q900R

Il primo display 8K che arriva nel nostro laboratorio ci fornisce l’opportunità di affrontare sotto varie angolazioni il tema dell’ultimo salto di qualità fatto dai televisori.

Il mio primo contatto con la risoluzione 8K si colloca, nel tempo, ad ormai parecchi anni fa e, nello spazio, nei padiglioni del CES, dove sappiamo essere di casa il futuro tecnologico. La reazione iniziale allora fu: “Perdindirindina! Sembra tutto più vero visto da qui che dal… vero!”. In realtà non pensai letteralmente “perdindirindina”, ma riportare in questo contesto il termine preciso che scaturì da tanta meraviglia non sarebbe esattamente appropriato. Il concetto comunque dovrebbe essere chiaro: il senso di realismo, di dettaglio, di fedeltà che la risoluzione 8K può restituire è così spinto che le immagini sembrano addirittura tridimensionali. E lo stupore di fronte ad un display 8K, anche ora che sono arrivati nei negozi, è più o meno quello della prima volta. Ma considerando che, clip demo a parte, i contenuti in risoluzione nativa 8K per ora non ci sono, una domanda sorge spontanea: ha veramente senso acquistare in questo momento un televisore 8K? A questa prima questione, quasi scontata, ne aggiungerei anche una seconda, forse un pochino meno ovvia: come si installa in casa un display 8K per sfruttarne appieno le potenzialità? La prova del QE65Q900R ci dà l’occasione per fugare i nostri, leciti, dubbi.

Samsung ha affrontato il problema della mancanza di contenuti nativi ripensando ex novo il processo di up-scaling, l’elaborazione con la quale l’elettronica del display eleva alla risoluzione nativa del pannello (in questo caso 4 volte l’Ultra HD, ovvero 7680×4320 pixel), quella del segnale in ingresso, al momento per forze di cose necessariamente inferiore. Gli algoritmi designati a svolgere questo fondamentale compito vengono costantemente affinati presso i centri R&D del costruttore, tramite un “allenamento” controllato da un sistema di Intelligenza Artificiale. In pratica vengono prese delle clip in risoluzione 8K che, dopo essere state opportunamente down-scalate, vengono date in pasto agli algoritmi di up-scaling. Il risultato ottenuto viene confrontato con l’originale, modificando gli algoritmi fino ad ottenere il risultato più vicino possibile all’originale. Il processo è iterativo e viene ripetuto con materiale di natura diversa; quando si ottiene un miglioramento apprezzabile, la casa rende disponibile un aggiornamento per i propri televisori. All’aumentare della varietà del software utilizzato nel processo, aumenterà anche la capacità degli algoritmi di trattare segnali con diverse caratteristiche. Nel prosieguo della prova vedremo quali sono i risultati al momento raggiunti, anche se in questo tipo di valutazione i margini di soggettività sono superiori rispetto alle valutazioni usuali.

Il discorso sull’installazione lascia spazi ancora maggiori alle preferenze individuali. La mia personale esperienza di possessore di un TV UHD è che per godere appieno della risoluzione nativa del display occorre collocare il punto di visione ad una distanza che spesso cozza con le comuni abitudini di arredo (o almeno con le mie…). Con un 58” non andrei oltre i due metri e anzi, se possibile, resterei anche un po’ più vicino; il tutto in buon accordo con le indicazioni che si trovano in letteratura (distanza di visione pari ad 1,5 volte l’altezza dello schermo). Il passaggio ad una risoluzione doppia dovrebbe comportare in linea di principio un dimezzamento della distanza di visione, per non perdere il dettaglio offerto. Teoricamente il nostro 65” andrebbe quindi osservato da circa 70 centimetri, una collocazione difficilmente realizzabile nella pratica e che sconsiglierebbe nella maggior parte dei casi il passaggio all’8K. Ma non a caso abbiamo detto “teoricamente” e “in linea di principio”, facendo riferimento tout-court a quanto sperimentato per il 4K. Ma le cose potrebbero essere diverse. La premessa necessaria per chiarirci le idee è che gli studi sulla distanza di visione sono invero piuttosto complessi e non possono limitarsi a considerazioni sull’acutezza visiva (capacità dell’occhio di distinguere come distinte due entità in base al rapporto tra la loro dimensione, la distanza reciproca e la distanza dall’osservatore). Negli ultimi anni sono state condotte numerose ricerche in materia, includendo aspetti soggettivi come il coinvolgimento dello spettatore (inteso come sensazione di trovarsi all’interno della scena visualizzata) e il realismo (sensazione di credibilità della scena visualizzata).

Lo spessore del TV non è ridottissimo, come altri modelli della casa, ma non dimentichiamoci che in questo caso la retroilluminazione è FALD e non Edge. Inoltre non ci sono variazioni di profondità e una installazione a parete “no gap” (il supporto è opzionale) risulta molto elegante.

Per quanto riguarda il primo aspetto, l’angolo di visione ottimale per ottenere il massimo senso di immersione è di 80-100 gradi [1]. In questo caso gli studi suggeriscono distanze di visioni ottimali pari o di poco superiori a 0,75 volte l’altezza dello schermo. Per il senso di realismo invece altri studi [2] suggeriscono una distanza di visione ottimale tale che 2 pixel (anziché uno come ipotizzato in base alla sola acutezza dell’occhio) siano sottesi da un angolo visuale pari ad un minuto di arco; questa condizione nell’8K si verifica ad una distanza di visione pari a 1,5 volte l’altezza H dello schermo (distanza che diviene 3 volte H nel caso dei display 4K). Sotto queste ipotesi un display 8K offrirebbe il miglior compromesso tra il coinvolgimento ed il realismo; un display 4K a 3H infatti perderebbe il coinvolgimento, con un angolo di visione attorno ai 30 gradi. Altri fattori essenziali per una riproduzione ottimale delle immagini, che siamo abituati a dare per scontati ma che sono stati attentamente valutati in fase di definizione degli standard dell’8K, sono lo spazio colore, il frame rate, la restituzione del contrasto e dei gradienti cromatici, tutti aspetti sui quali Samsung sappiamo eccelle. Se quindi la qualità dell’upscale non penalizza ma anzi sfrutta – almeno in parte – le maggiori potenzialità del pannello e se la collocazione in ambiente, anche puntando sulle diagonali più consistenti, non è un fattore critico, arriviamo alla conclusione che non c’è nulla che suggerisca di tenersi a distanza dai display 8K.

Caratteristiche e funzionalità

Le funzionalità del QE65Q900R sono quelle che troviamo abitualmente sui modelli 4K della casa. Ma innanzitutto mettiamo l’accento sul fatto che il costruttore è tornato ad utilizzare sui prodotti top, come quello in prova, la retroilluminazione FALD (Full Array Local Dimming), sacrificando qualcosa in termini di design in funzione dell’ottenimento della massima qualità video.

Il look del televisore potrebbe essere ritenuto “compromesso” solo se posto a diretto confronto con i modelli esteticamente più accattivanti dello stesso marchio, ma il Q900R è un oggetto visivamente molto piacevole. La cornice che circonda il display è sottile ma soprattutto non riflette la luce. I due supporti in metallo possono essere installati sia all’estremità dell’apparecchio sia in posizione più centrale, qualora la base di appoggio non fosse sufficientemente ampia per accogliere tutta la larghezza del televisore; inoltre è prevista l’opzione di fissaggio a muro “zero gap”, praticamente a ridosso della parete. Dal momento che lo spessore del pannello è costante (non ci sono sbalzi nella profondità), il montaggio a muro zero-gap sarà esteticamente accattivante e soprattutto molto semplice da porre in opera. Il pannello è infatti fisicamente separato dell’elettronica, che è contenuta nel “One Box Connect” che ospita tutte le connessioni.

La parte posteriore dell’apparecchio è abbastanza curata per non sfigurare in una installazione aperta. Il cavo di collegamento col One Box può seguire vari percorsi. Anche i supporti in metallo possono essere collocati in due diverse posizioni: centrali, come in foto quando la base di appoggio è piccola, oppure alle estremità del pannello.

Il cavo di interconnessione tra box e pannello provvede a portare anche l’alimentazione, semplificando ulteriormente una installazione scenografica, sia a muro sia su supporto lontano da pareti, visto che il retro del televisore è “pulito” e ben rifinito.

La connessione tra display e One Box avviene attraverso un unico cavo, abbastanza sottile, che reca alimentazione e segnale.

Il sistema operativo è naturalmente Tizen, che a offre un ambiente grafico molto moderno e vivace, ma che non sempre consente di arrivare immediatamente alla funzione desiderata; ma questo è un problema che riguarda in particolar modo l’esecuzione dei test, con continuo accesso alle impostazioni, più che il normale uso quotidiano. Occorre fare molto affidamento sulle potenzialità del controllo vocale, il che però richiede un minimo di abitudine.

Tra le caratteristiche più interessanti offerte dal sistema c’è la funzione Ambient, che abbiamo già descritto la prima volta in cui ci siamo imbattuti nella funzionalità; in pratica è una modalità a consumo ridotto che permette di visualizzare immagini, informazioni (ora, meteo ecc.), con la possibilità di “mimetizzare” il TV sulla parete. Una volta che ci si abitua a poter sfruttare il TV anche quando non lo si guarda nel senso tradizionale, suppongo sia difficile poi tornare indietro e ritrovarsi in casa un “buco nero” da 65”. Inoltre l’apparecchio può diventare il centro di controllo di tutti i dispositivi Smart connessi (aspirapolvere, frigo ecc.) attraverso la app Smart Thing.

Il numero ridottissimo di funzioni direttamente richiamabili da telecomando rende praticamente imprescindibile il ricorso ai comandi vocali.

Sul box delle connessioni, che in questa serie è cresciuto di dimensioni forse a causa della maggior potenza di elaborazione dell’elettronica ospitata, troviamo quattro ingressi HDMI, le connessioni per il tuner satellitare e DVBT, l’uscita digitale ottica e la porta ethernet. Lateralmente ci sono poi 3 USB 2.0. Sia il tuner sat che le porte USB supportano l’8K (ma l’unico codec che permette di visualizzare i file 8K è l’HEVC). Quello della connettività è un aspetto da tenere ben in considerazione al momento dell’acquisto di un TV 8K in vista dei futuri sviluppi delle trasmissioni. Le porte HDMI del 65” in prova non sono 2.1. Al momento, in assenza di trasmissioni o altre sorgenti fisiche 8K, gli ingressi HDMI 2.1 non sono essenziali, ma prima o poi lo diventeranno. Una informazione di servizio: affinché sia possibile certificare come 2.1 una connessione HDMI, è sufficiente che questa soddisfi anche solo una delle specifiche richieste, ma non deve necessariamente soddisfarle tutte. Nel caso di TV è quindi importante verificare che la porta offra il supporto ai flussi video 8K a 120 Hz. Chi acquista un prodotto Samsung non ha di che preoccuparsi; la casa infatti è intenzionata ad aggiornare il One Box Connect quando la situazione lo renderà consigliabile. Sul fronte HDR a metadati dinamici, la casa supporta il solo standard HDR10+ oltre all’HLG; a mio avviso in un prodotto di fascia alta come questo il Dolby Vision non dovrebbe mancare per principio.

I quattro ingressi HDMI presenti sul One Box verranno in futuro aggiornati gratuitamente alla versione 2.1. Tre le porte USB, collocate lateralmente.

La visione

Perdindirindina! 8K o non 8K, questo televisore è un gran bello spettacolo… La notevole potenza luminosa, l’elevato contrasto ed i colori saturi contribuiscono sinergicamente a restituire immagini di impatto davvero consistente ma senza eccessi. Il livello del nero garantito dalla retroilluminazione FALD è eccellente e solo collocandosi fuori asse dal display si percepisce l’inevitabile “alone” chiaro che circonda gli elementi ad alta luminosità su sfondo nero. La resa dell’apparecchio può essere “accordata” su tonalità molto diverse, tutte restituite ottimamente, da quelle a maggior impatto a quelle più cinematograficamente soft. La modalità HDR+, che simula l’HDR quando il segnale in ingresso è SDR, svolge molto bene il lavoro, dando una marcia in più al contenuto. A voler essere particolarmente pignoli per trovare a tutti costi qualcosa da ridire, direi che in modalità naturale, quella che offre la maggior luminosità, il judder è un po’ più evidente che in modalità film, ma il motion compensation, che eliminerebbe il problema, non è del tutto esente da artefatti. Ma non voglio tirarla troppo per le lunghe, il nocciolo della questione è l’8K. Al riguardo devo rilevare che non sono riuscito a riprodurre quelle stesse impressionanti performance alle quali ho assistito nelle demo ufficiali. Il Q900R effettua un upscale davvero molto efficace, ma posto a diretto confronto con un display 4K di fascia alta le differenze riscontrate sono risultate più sottili di quello che mi sarei aspettato e comunque non percepibili se non a distanza ravvicinata. Coi segnali televisivi l’apparecchio garantisce una visione corretta ed esente da difetti, con buona stabilità delle trame in presenza di movimento. Non del tutto soddisfacente invece il lavoro fatto coi DVD, ove lo scaler della sorgente riesce a fare un pelino meglio del TV. Coi segnali HD invece le immagini sono precise ed incisive quasi come in UHD. Provando a tirare le somme, direi che questo televisore è di certo un riferimento per la qualità video e su questo punto non c’è molto da discutere, mentre sull’effettivo beneficio della risoluzione 8K mi aspettavo qualcosa in più.

Conclusioni

Alle misure il TV ha esibito un comportamento a volte insolito (gamut in SDR, linearità in HDR), non per limiti dell’hardware (che altre misure hanno dimostrato essere molto performante) ma per precise scelte di progetto. L’ultima considerazione che resta da fare è quella sul prezzo. Vale la pena? Conviene aspettare? Personalmente mi ci fionderei, posso garantirlo. Anche perché qualche anno fa mi sono fiondato, dopo averlo visto per 5 minuti, su un prodotto 4K di prezzo paragonabile, che in quel momento rappresentava a mio avviso il riferimento per la qualità delle immagini. Quello che mi fuga ogni dubbio è la politica della Samsung che garantisce comunque l’aggiornamento del TV quando le condizioni lo consentiranno.

di Mario Mollo

Bibliografia

[1] Super Hi-Vision” as Next-Generation Television and Its Video Parameters, 2011 (Takayuki Yamashita, Hiroyasu Masuda, Kenichiro Masaoka, Kohei Ohmura, Masaki Emoto, Yukihiro Nishida, Masayuki Sugawara)
[2] Sensation of Realness From High-Resolution Images of Real Objects, 2013 (Kenichiro Masaoka, Yukihiro Nishida, Masayuki Sugawara, Eisuke Nakasu, Yuji Nojiri)

 


LE MISURE

 


Ci è piaciuto:

  • La resa video è globalmente eccellente.

Non ci è piaciuto:

  • Lo scaler è stato un po’ al di sotto delle (elevatissime) aspettative.

 

Distributore per l’Italia: Samsung Electronics Italia S.p.A., Via Mike Bongiorno 9, 20124 Milano. www.samsung.com/it

Prezzo: Euro 4.999,00

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

  • Dimensioni (LxAxP): 1.452,2×898,2×304,9 mm (con base); 1.452,2×836,4×34,1 mm (senza base)
  • Peso: 30,5 kg (con base); 29,5 kg (senza base)

Author: Redazione

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