Meze Empyrean

Sì, è vero, ci abbiamo messo un po’ prima di affrontare la Empyrean progettata e realizzata da Meze Audio ma il permesso per entrare nel più alto ed esoterico dei cieli medievali bisogna guadagnarselo.

La Meze Audio è stata fondata circa 10 anni fa a Baia Mare, in Romania, da Antonio Meze, architetto e designer, con una passione spiccata per la musica suonata e il suo mezzo di ascolto più intimo: la cuffia.

Il modello Empyrean, invece, è sul mercato dal 2018, anno in cui fu presentato alla fiera di Monaco quale top di gamma della produzione Meze, con l’innovativa realizzazione del driver ibrido isodinamico, nato attraverso la collaborazione con l’istituto di ricerca e sviluppo Rinaro.

Dall’Empyrean è poi derivato il modello Elite, che monta un driver leggermente diverso e più costoso ma mantiene intatte tutte le caratteristiche di cavallo di razza proprie del segmento più elevato della riproduzione audio in cuffia.

Progetto e realizzazione

La cuffia Meze Empyrean si presenta fin da subito in maniera estremamente professionale. Una valigetta realizzata in fibra di vetro ne costituisce l’alloggiamento e la protezione durante un eventuale trasporto.

All’interno vi trova alloggio, oltre alla cuffia, un cavo sbilanciato terminato dal lato padiglioni con due connettori mini XLR mentre dal lato dell’amplificazione è possibile scegliere al momento dell’acquisto tra le terminazioni jack stereo da 3,5 o 6,3 mm oppure una terminazione XLR realizzando così un cavo completamente bilanciato. È presente inoltre una doppia coppia di cuscinetti, in similpelle o in alcantara, permettendo di differenziare l’aspetto ergonomico e la resa nella parte alta dello spettro.

Le misure riportano un incremento di un paio di dB dell’ampiezza della risposta in frequenza a partire da 3 kHz in su mantenendo però l’andamento inalterato. Da notare che la sostituzione dei cuscinetti è facilissima poiché sfruttano il campo magnetico delle griglie dei driver isodinamici per rimanere in posizione.

La forma ovoidale dei padiglioni è accuratamente studiata per circondare comodamente l’orecchio. La differenza rispetto ai classici padiglioni ellittici è nel raggio di curvatura più ampio nella parte superiore rispetto a quella inferiore, permettendo così alla camera acustica che si forma tra i driver e i padiglioni auricolari di vedere solo questi ultimi affacciati davanti agli altoparlanti, consentendo così una resa della scena acustica (headstage) più coerente con le geometrie dell’orecchio di chi la indossa.

Tolto il cuscinetto si nota la particolare trama della griglia posta a protezione della sottostante ampia membrana piatta.

L’architettura dei padiglioni è aperta, a beneficio di un buon controllo sulla parte bassa dello spettro audio ma a discapito dell’isolamento acustico. L’archetto superiore è realizzato in fibra di carbonio con il grosso vantaggio della leggerezza e dell’elasticità, la banda in pelle che si appoggia al capo ha una sagomatura a doppia S o alare, se vogliamo. La comodità durante l’ascolto è elevata poiché tale forma permette il mantenimento della pressione costante. Ricordo che una pressione è rappresentata da una forza divisa per una superficie e quindi a parità di forza, quella della gravità data dalla massa della cuffia sulla nostra testa, il fatto di massimizzare la superficie grazie alla sagomatura alare permette di ridurre la pressione.

Allo studio e realizzazione dei driver ha collaborato l’istituto di ricerca e sviluppo Rinaro, al fine di ottenere un trasduttore planare che differenziasse l’emissione al variare del punto della superficie preso in considerazione. Rinaro è un istituto di ricerca nato in URSS negli anni ’60 in quella che oggi è l’Ucraina con lo scopo di fare ricerca e progettazione nel settore dell’audio domestico, dagli anni ’80 si occupa della realizzazione di driver magneto-planari e l’esperienza acquisita gli ha permesso di progettare trasduttori definiti oggi iso-dinamici che trovano applicazione in realizzazioni domestiche, car e anche per l’ascolto in cuffia.

La membrana isodinamica disegnata da Rinaro.

In particolare per la progettazione dei trasduttori della Empyrean si sono mobilitati i laboratori Rinaro situati in Polonia che hanno affrontato il problema della riproduzione di tutto lo spettro audio devoluto ad un singolo altoparlante mantenendo elevate le prestazioni dinamiche e di linearità.

È nato così un driver che ha un’architettura magneto-planare, una membrana percorsa da una bobina conduttrice posta tra due armature metalliche, ma che ne differenzia l’emissione in banda a seconda della posizione. In pratica è stato realizzato un sistema a due vie studiando bene la forma del circuito stampato sulla leggerissima membrana e delle armature magnetiche che la contiene.

La membrana, del peso di 0,16 grammi in tutto, presenta nella parte alta una bobina stampata, la cui forma fa pensare a profondi ed estesi tornanti di montagna, mentre una seconda bobina circolare è presente nella parte bassa.

La prima bobina si occupa di riprodurre la gamma inferiore dello spettro, poco direttivo e che necessita di muovere una superficie ampia, mentre la seconda, di dimensioni ridotte, si affaccia direttamente sul canale auricolare e riproduce la gamma alta dello spettro. In questa maniera la membrana anche se priva di sospensione offre una buona sensibilità garantendo una pressione sonora pari a 100 dB con solo 1 mW di potenza applicata in ingresso. Valore questo che le cuffie magneto-planari tradizionali stentano a raggiungere.

Note di uso e d’ascolto

La Meze Empyrean è una cuffia che colpisce fin dal suo package, con la bellissima la valigetta fornita in dotazione fa capire immediatamente che abbiamo tra le mani un oggetto di alto livello. L’attenzione alla costruzione non riguarda solo i driver isodinamici ma l’intero progetto è stato realizzato con molta cura.

Oltre al cavo da 2,5 m con connettore jack 6,3 mm in dotazione è disponibile optional un cavo da 1,2 m con jack da 3,5 mm o un cavo da 2,5 m con XLR a 4 pin.

La cuffia ha in dotazione due diversi cuscinetti, uno in pelle morbida e uno in alcantara, entrambi molto comodi ed in grado di coprire perfettamente l’orecchio garantendo un elevatissimo comfort anche in sessioni di ascolto molto prolungate. Il peso di 430 grammi è così ben distribuito da non sentirsi minimamente sul capo; inoltre, grazie alla perfetta pressione che l’archetto imprime sulle tempie, la cuffia rimane molto stabile senza affaticare. Esteticamente è affascinante e molto ben realizzata, probabilmente è una delle cuffie più curate nei dettagli tra quelle in commercio, dote degna di un prodotto assolutamente esclusivo e di grande soddisfazione per il fortunato possessore.

L’Empyrean è in commercio già da qualche anno, il suo debutto risale infatti al Monaco High End del 2018. In quell’occasione, forse per colpa della confusione e del poco tempo a disposizione, le sensazioni di ascolto non ci avevano lasciato il desiderio di averla subito in redazione per un’analisi più approfondita. Oggi possiamo affermare che, a suo tempo, ci siamo fatti sfuggire l’occasione di provare a fondo una cuffia davvero straordinaria ma per fortuna c’è sempre modo per rimettere le cose a posto. Peraltro, questi ultimi due anni di COVID non hanno certo agevolato l’avvicinamento, ma finalmente ci siamo.

La cuffia, per questa prova, è arrivata in redazione già rodata ma ugualmente è stata oggetto di un ulteriore rodaggio durato circa un centinaio di ore. La prova di ascolto si è svolta sia abbinando la Empyrean al lettore digitale portatile FiiO M15, sia collegata ad un impianto domestico composto dall’amplificatore per cuffie Violectric V281e dal lettore music server Cocktail Audio X50 abbinato al sistema di musica liquida Raspberry Pi4B, comandato dal player JRiver e collegato ad un disco rigido da 6 TB, mentre come DAC abbiamo usato il Topping D90. Il tutto collegato con ottimi cavi di alimentazione (Fascino Neutral Cable), USB (Oyaide Neo A2MR2) e di segnale (AM-XLR Reference di AM Audio).

Con il primo brano “Long Hot Summer” degli Style Council in formato 16 bit/44 kHz fin dai primi secondi si percepisce la timbrica ed il carattere della cuffia Empyrean: tutto gira su una gamma bassa molto coinvolgente, piena ed articolata; al contempo le voci del coro e del cantante, Paul Weller, si staccano bene dal fondo restituendo un suono realistico, emozionante e di grande impatto. Forse gli appassionati abituati a cuffie dalla timbrica aperta potrebbero ritenere un po’ scuro il suono dell’Empyrean, in realtà non è così; la sua forza sta proprio nella gamma bassa molto presente e suadente, da cui emerge ogni dettaglio con grande disinvoltura, e nel riuscire a ricreare un palcoscenico virtuale assolutamente credibile e ben esteso nelle tre dimensioni.

Passando all’ascolto di “Coloratura”, brano in formato 16 bit/44 kHz tratto dall’album “Music Of The Spheres” dei Coldplay, la sensazione di avere il cantante Chris Martin ad un metro di distanza da noi è molto forte ed emozionante. Questo è un brano ricco di sfumature di effetti e cambio di ritmo e l’Empyrean assolve al compito con grande disinvoltura e precisione. La risposta ai transienti sia in attacco che in rilascio è fulminea e senza il minimo accenno a code o sbavature.

Grazie anche alla sua elevata sensibilità e assenza di distorsioni, con la cuffia Meze diventa impossibile non farsi prendere dal desiderio di alzare il volume ed arrivare così, in un attimo, a pressioni di ascolto sempre più coinvolgenti e impressionanti, cosa che avviene senza il benché minimo accenno a distorsioni. Passando all’ascolto di “If You Love Me” di Melody Gardot, in formato 24 bit/96 kHz, la voce della cantante è resa in tutta la sua dolcezza e morbidezza; l’orchestra di sottofondo che accompagna il brano stacca bene dal resto del contesto e questo contribuisce a rendere l’esecuzione tridimensionale. Quando poi interviene il sax, si rimane concentrati ad ascoltare ogni sua nota, ogni sua sfumatura, rapiti da un piacevole effetto presenza.

Passando ad un brano “live” come “Smile” tratto dal disco di Chris Botti “Live In Boston”, in formato DSD 256, colpiscono sia la fantastica tromba iniziale di questo brano che la roca voce di Steve Tyler. L’effetto ambienza che la Empyrean riesce a ricreare è di elevatissimo livello, non da meno delle migliori cuffie magneto-planari attualmente in commercio pur costando quasi la metà rispetto ad esse. Oltre all’orchestra i vari strumenti che emergono in questo brano come il pianoforte, il contrabasso e la batteria sono molto realistici e definiti e riescono a portare l’ascoltatore alla forte emozione che solo la musica live può trasmettere.

In sintesi, la prova d’ascolto dell’Empyrean denota una gamma bassa profonda, articolata e sempre piacevolmente presente; la gamma media è ricca di armoniche e molto precisa nella riproduzione delle voci sia femminili sia maschili; la gamma alta è piacevolmente setosa e trasparente, con grande capacità di analisi e dettaglio anche in contesti musicali particolarmente difficili. A complemento della prova d’ascolto, la cuffia Empyrean è stata collegata al lettore portatile FiiO M15 con un risultato che lascia increduli per l’ottima qualità dalla riproduzione sonora che la cuffia riesce a fornire anche in questa circostanza. Si ha la sensazione di stare ancora collegati ad un impianto domestico, con tutta la riserva di energia che un amplificatore può dare, mentre la qualità del suono espresso è di elevatissimo livello.

Dai grafici della risposta in frequenza è possibile notare come i cuscinetti in alcantara incrementino di circa 2 dB la risposta da 3 kHz in su rendendo l’ascolto leggermente più aperto.

Le misure

I due driver della cuffia Meze Empyrean sono molto ben selezionati, la somiglianza delle due risposte in frequenza è altissima. La risposta è molto regolare, praticamente una linea da 10 Hz fino a 1 kHz. L’avallamento centrato attorno ai 5 kHz per compensare la risonanza del padiglione dell’orecchio e regolare con i tratti di discesa e risalita molto blandi prospettando una resa timbrica più che neutra.

L’avallamento poco oltre i 10 kHz rappresenta una resa ampia ed avvolgente dello headstage poiché è in questa zona che le curve standard dello Head Related Transfer Function scendono di livello quando la sorgente proviene da direzioni vicine ai 40° rispetto a quella frontale. La distorsione a 90 dB di pressione sonora è praticamente inesistente. Le curve della Waterfall di entrambi i canali sono da manuale della riproduzione smorzata, non si nota alcuna coda di ampiezza significativa in grado di disturbare l’ascolto. Come tutti i driver planari l’andamento della curva di impedenza è rettilinea e il valore prossimo ai 32 ohm garantisce un funzionamento che non disturberà affatto l’amplificatore che piloterà questa cuffia. La sensibilità è elevata e corrispondente a quanto dichiara il costruttore, basta 1 mW in ingresso per produrre una pressione sonora pari a 100 dB.
Mario Richard

Conclusioni

La cuffia Meze Empyrean rappresenta una realizzazione di altissimo pregio sotto tutti i punti di vista. La progettazione, la costruzione e le prestazioni vanno di pari passo con lo sforzo fatto dai bravi tecnici dell’azienda romena per la sua progettazione e realizzazione. Il difetto principale è, ovviamente,il prezzo decisamente elevato che la pone davvero ai più alti livelli dell’empireo.

Mario Richard e Leonardo Bianchini


Meze Empyrean
Cuffia aperta isoplanare ibrida

  • Distributore per l’Italia: Tecnofuturo srl, Via Rodi 6, 65125 Brescia. Tel. 030 2452475 www.tecnofuturo.it
  • Prezzo (IVA inclusa): euro 2.999,00
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
  • Tipologia: cuffia circumaurale isodinamica ibrida ad architettura aperta.
  • Sensibilità: 100 dB SPL/1 mW.
  • Riposta in frequenza: 4 Hz-110 kHz.
  • Impedenza: 31,6 ohm.
  • Peso: 430 g.
  • Dotazione di serie: cavo rimovibile da 2,5 m con connettore jack stereo da 6,3 mm sbilanciato, valigetta in fibra di vetro, cuscinetti in pelle, cuscinetti in alcantara.

Author: Redazione

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