Focal Elegia

Poteva il rinomato marchio francese non cimentarsi nella realizzazione di cuffie chiuse posteriormente nel segmento alto di gamma? Attingendo alla grande esperienza nella realizzazione di altoparlanti e diffusori, Focal ha sfoderato non uno bensì due modelli di cuffia circumaurale chiusa: Stellia ed Elegia. I modelli si affiancano agli oramai noti Utopia ed Elear: ne metteranno a rischio la reputazione? O daranno un’ottima alternativa agli appassionati? Non è solo questione di gusti.

Focal ha presentato sul finire del 2018 due modelli di cuffie chiuse circumaurali che sono arrivati sul mercato nel 2019, proseguendo così quella corsa al podio per la miglior cuffia disponibile che oramai da qualche anno sta vedendo la partecipazione di svariati marchi dal blasone eccellente. In ordine crescente come livello di prestazioni e prezzo, i nomi delle due cuffie sono Elegia e Stellia; Elegia si affianca al modello Elear, provato sul numero 387 di AUDIOreview, mutuandone completamente l’aspetto e i materiali esterni, mentre Stellia si pone subito sotto il modello top Utopia a metà tra quest’ultimo e l’acclamato Clear. Gli ultimi nati possiedono la configurazione del padiglione chiuso e hanno costretto Focal a rivedere completamente la realizzazione degli altoparlanti impiegati, studiando con molta cura la realizzazione del padiglione che li ospita e lo smorzamento di qualsiasi risonanza per evitare quell’effetto che gli anglosassoni definiscono “boomy” e che purtroppo può colorare e caratterizzare in negativo la resa finale. Da sempre gli appassionati di questo tipo di ascolto si dividono tra gli estimatori dei modelli aperti e quelli che invece apprezzano la resa dei modelli chiusi e il loro completo isolamento; le discussioni e le battaglie conseguenti sono epiche ed hanno tutte un fondamento. Sicuramente è necessaria una grande esperienza nella realizzazione di altoparlanti e carichi acustici per permettersi di avventurarsi in progetti di questo genere nel segmento alto del mercato dove il perdono non è di casa. Focal ha raccolto la sfida ed ha lanciato il guanto, anzi ne ha lanciati ben due.

Descrizione e note di progetto

Qualità dei materiali, meticolosità di progetto e realizzazione, prestazioni sopra le righe: sono questi i semplici ingredienti della difficile ricetta di un piatto tecnologico di successo. Già dal primo approccio con la Focal Elegia si può apprezzare la qualità dei materiali usati e la cura posta nella realizzazione del prodotto da parte del marchio francese. L’archetto di sostegno ha un’anima di alluminio rivestita in simil-pelle imbottita molto morbida e comoda da indossare; la regolazione dei padiglioni è realizzata tramite microscatti che permettono di trovare senza difficoltà la giusta posizione durante l’ascolto. I padiglioni non possono ruotare ma i cuscinetti dell’imbottitura sono sagomati e realizzati in lattice con effetto memoria, nonché rivestiti di microfibra così da risultare molto morbidi e in grado di ben adattarsi alla conformazione della testa e dell’orecchio esterno. Tutto questo assicura sessioni di ascolto prolungate ma senza fatica una volta indossata la Elegia che, con i suoi 430 g di peso, non appartiene certo alla categoria dei pesi piuma.

L’altoparlante ha un diametro di 40 mm e non è montato al centro dei padiglioni in maniera simmetrica ma e spostato in avanti, così da mantenere il più possibile l’interazione tipica di una sorgente sonora frontale con l’orecchio esterno. È questo un altro punto a favore del progettista che non ha trascurato la naturalezza della riproduzione cercando di mantenere il più possibile inalterati gli effetti delle riflessioni di un suono su padiglione e cavità dell’orecchio esterno così da evitare un cosiddetto head-stage molto chiuso, ovvero quella sensazione di concentrazione all’interno della testa dell’evento sonoro. In questo caso il progettista ha preferito il bilanciamento tra dimensione dell’altoparlante e resa “avvolgente” della riproduzione.

L’altoparlante è posizionato in modo da favorire una più naturale ricostruzione spaziale della scena sonora.

L’altoparlante è realizzato in alluminio-magnesio con un profilo a M rovesciata; il materiale e la sua conformazione assicurano una massa piccola e rigida – anche la bobina è priva di supporto ma autocementata – che eviti break-up della membrana alle alte frequenze. In realtà dalle curve di impedenza si intravedono delle piccole risonanze tra 2 e 5 kHz ma sono di bassa entità. La stessa curva ci dice che il fattore di merito della risonanza combinata di altoparlante e carico dato dalla cavità posteriore è molto basso, indice questo di uno smorzamento pronunciato. Se ci ragioniamo un po’ sopra ben comprendiamo l’antico dilemma del progettista che deve scegliere se limitare l’ampiezza del picco a discapito della porzione di frequenza che occupa allargandola, oppure mantenere ristretta questa porzione ma lasciare il sistema risuonare più violentemente alla sua frequenza di risonanza. Nel caso di un altoparlante da 40 mm e una cavità piccola come quella di un padiglione di una cuffia, la frequenza di risonanza non può essere particolarmente bassa, per cui il progettista ha preferito puntare su un basso fattore di merito; la prova di ascolto ci darà alla fine il responso. La soluzione per la cura delle risonanze interne alla cavità chiusa è stata trovata adottando una copertura del padiglione estremamente rigida, infatti già la forma di cupola possiede caratteristiche proprie di rigidità e quindi effetti benefici che non aggiungono ulteriori risonanze a quelle interne; a questo è stata aggiunta la realizzazione nella parte nascosta di una struttura a nido d’ape che irrigidisce ulteriormente il materiale, spezza qualsiasi vibrazione voglia propagarsi e diffrange a sua volta le onde sonore al suo interno.

Il cavo in dotazione è ben realizzato e staccabile con un connettore da 3,5 mm stereo per il collegamento alla sorgente o all’amplificatore e due connettori sempre da 3,5 ma stavolta mono per la connessione a ciascun auricolare. Il cavo in dotazione è lungo solo 120 cm per cui in un ascolto casalingo costringe ad usare una prolunga o a dotarsi di un altro cavo con una estensione maggiore. Un adattatore da 6,3 mm in dotazione permette il collegamento ad una classica catena di riproduzione casalinga.

Note d’uso e di ascolto

Indossare un modello di cuffia circumaurale chiusa nei mesi estivi per un ascolto prolungato è sempre un’operazione da valutare, la temperatura dei padiglioni potrebbe superare la soglia di tollerabilità. Va detto invece che in questo caso la copertura morbida dell’archetto di sostegno e il lattice a memoria dei padiglioni alleviano parecchio tale genere di fatica, permettendo in ogni caso di indossare la cuffia a lungo.
Dopo aver sottoposto la Focal Elegia al solito rodaggio durato circa 100 ore collegata ad un lettore di CD in funzione repeat, è incominciata la sessione di ascolto. Gli amplificatori a disposizione per questa prova erano tre ed esattamente il Vioelectric HPA-V281, il Phonitor SPL ed il Pioneer U-05; alla fine l’amplificatore utilizzato per questo ascolto è stato uno solo e la scelta è caduta sul Pioneer U-05. La selezione è stata fatta in base alle sensazioni migliori avute provando ad abbinare alla cuffia i tre amplificatori. Il resto della catena di ascolto era composto dal lettore di musica liquida Coktail Audio X-50 mentre come DAC è stato utilizzato quello interno al Pioneer. Tutti i cavi utilizzati per le interconnessioni appartenevano alla serie Fascino della Neutral Cable mentre è stato necessario impiegare una prolunga dal lato cuffia vista la ridotta estensione di quello in dotazione.

La prova di ascolto è iniziata con il brano “Watermark” di Enya in formato 16 bit/44 kHz. La prima sensazione avuta è stata quella di un suono dalle tinte ambrate dove un po’ tutto l’insieme tende ad essere velato con una gamma media leggermente in avanti ed una gamma alta arretrata. In questo contesto le sfumature, come ad esempio il coro di sottofondo che accompagna l’intero brano, non sono in evidenza come avrebbero dovuto essere. Al contrario, il pianoforte è risultato in primo piano e tendente a coprire le rimanenti sfumature. La situazione, per chi ha una consapevolezza della timbrica del brano e non si fa scoraggiare, è facilmente risolvibile tramite i controlli di tono della parte alta dello spettro, correggendo a proprio gusto questa caratteristica della cuffia in maniera da far rendere la Elegia al massimo delle sue possibilità.

Passando ad ascoltare “Sonatina Improvvisata D’inizio Estate” di Fausto Mesolella in formato 16 bit/44 kHz, un brano inciso dal vivo, l’head-stage è sufficiente in larghezza e altezza mentre risulta un po’ schiacciato in profondità. La chitarra classica di Mesolella è in avanti ma il pizzicato delle corde senza quel minimo di correzione accennato non possiede tutta la sua incisività; la sensazione è che il corpo della chitarra sia troppo pieno, rendendo la scena un pelo di troppo dentro la nostra testa. Il carattere ambrato rende il contrasto ed il microcontrasto non in evidenza e la sensazione è quella di un suono abbastanza compatto ma con una fluidità che si perde a tratti.

Provando a passare ad un pezzo classico per le prove audio, “La Canzone di Marinella” di Fabrizio De André con Mina, si ha la giusta impressione di avere la cantante di fronte a noi ma la voce, anche in questo caso, è di un semitono più in basso, il che la rende un po’ meno squillante, un’impressione che rimane anche per altri strumenti che intervengono nel brano come la batteria ed il pianoforte. La voce di De André va di conseguenza, forte, incisiva e piacevole ma anch’essa slitta verso un tono più profondo, rendendo alla fine la tavolozza dei colori di tutto l’insieme meno chiara.

Da ultima, la musica classica: i pieni orchestrali sono resi con grande vigore, dinamica ed energia; in alcune incisioni la gamma alta sfuma togliendo un po’ di ariosità alle interpretazioni ma oramai si è capito che questa è la natura della Focal Elegia. La posizione dei musicisti che compongono l’orchestra è dettagliata e sufficientemente precisa ma rimane la convinzione che un filo di trasparenza in più in gamma alta non avrebbe guastato.

Conclusioni

Ci vuole molta esperienza per progettare e mettere a punto una cuffia con il carico acustico posteriore chiuso. Focal ha sicuramente la competenza e la capacità giuste per imprese di questo genere. La Focal Elegia spicca in questo segmento di mercato per i materiali impiegati, la costruzione e le prestazioni. Una realizzazione solida e strutturata da tutti i punti di vista con qualche aspetto che può essere ancora incrementato. D’altra parte esiste anche il modello Stellia, top di gamma delle cuffie Focal di tipo chiuso.

di Leonardo Bianchini, Mario Richard

 


LE MISURE

La risposta in frequenza della cuffia Focal Elegia è molto estesa e regolare nella parte bassa dello spettro fino a circa 200 Hz, da qui un modesto innalzamento si porta fino a circa 2 kHz dove inizia l’avvallamento di compensazione delle riflessioni dovute al padiglione e al canale uditivo. L’avvallamento è leggermente più pronunciato della curva considerata standard per la compensazione ma sicuramente molto vicino nella resa finale alle classiche curve di risposta in frequenza che vedono un lento decadimento dell’ampiezza a partire da circa 1 kHz, rendendo molto probabilmente la riproduzione un pochino ambrata. Manca il tipico stretto avvallamento tra gli 8 e i 10 kHz utile ad attenuare la lateralità della scena sonora; in questo caso il progettista si affida all’asimmetria del posizionamento dell’altoparlante rispetto all’orecchio esterno e al conseguente avvallamento causato da quest’ultimo. La distorsione è molto bassa preannunciando un’ottima pulizia e risoluzione dei particolari durante la riproduzione. Le curve di waterfall mostrano un’ampia pulizia, si nota una risonanza a circa 5 kHz che si smorza in poco più di 2 ms; molto rapido anche lo smorzamento della gamma bassa indicativo di una cura nell’assorbimento di queste riflessioni interne al padiglione chiuso della cuffia. La curva dell’impedenza presenta il picco di risonanza a circa 80 Hz con un fattore di merito molto basso; il valore del picco non supera i 55 ohm mentre nel resto dello spettro la curva si attesta attorno ai classici 32 ohm permettendo così un facile pilotaggio anche tramite smartphone, come del resto conferma il modesto assorbimento di potenza a 1 kHz per la generazione di 94 dB di pressione sonora.

di Mario Richard


Distributore per l’Italia:Tecnofuturo srl, Via Rodi 6, 25124 Brescia. Tel. 030 2452475 – Fax 030 2475606
info@tecnofuturo.it – www.tecnofuturo.it

Prezzo: euro 899,00

 

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

  • Tipologia: cuffia circumaurale dinamica chiusa
  • Driver: da 40 mm in alluminio-magnesio, cupola profilo M
  • Sensibilità: 105 dB SPL / 1 mW @ 1 kHz
  • Distorsione: THD 0,1% @ 1 kHz / 100 dB SPL
  • Risposta in frequenza: 5 Hz-23 kHz
  • Impedenza: 35 ohm
  • Peso: 430 g
  • Dotazione di serie: cavo rimovibile da 1,2 m con connettore da 3,5 mm stereo sbilanciato; adattatore 6,3 mm; custodia rigida

Author: Redazione

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