Con la “x series”, l’inglese iFi Audio apre un nuovo capitolo nel mondo delle sue ben suonanti e super-compatte macchine da musica. Un capitolo che verte su nuove caratteristiche ma anche su design e materiali ricercati, con tanta esperienza in più.
Quelli della iFi hanno conquistato il cuore di moltissimi appassionati. L’hanno fatto proponendo, al momento giusto, le migliori soluzioni per riprodurre al meglio musica in HD attraverso oggetti super-compatti ma completi, sempre al passo con i tempi e con numerose caratteristiche da far invidia a ben più “voluminosi” componenti da casa.
Il loro catalogo è andato via via arricchendosi di nuove ed interessanti proposte in ambiti attigui a quello delle elettroniche home di minimo ingombro con le quali hanno esordito. Prodotti di dimensioni ancora più compatte hanno affiancato le gamme principali, senza dimenticare le vorticose evoluzioni della riproduzione audio digitale, le cui ultime novità, dai formati più evoluti fino alle interfacce più complesse, hanno trovato posto negli ultimissimi modelli. Era inevitabile, quindi, che la iFi si indirizzasse verso il mondo della riproduzione della musica in mobilità, DAC ed amplificatori per cuffie dotati di una fonte di alimentazione autonoma e quindi adatti ad essere portati con sé in ogni luogo.
Le serie Micro e Nano, anche in versione Black Label, includono componenti “mobile” ma sono legati, per estetica e soluzioni tecniche, alla loro impostazione tradizionale, perfetta sotto molti punti di vista ma con ampi margini di miglioramento nell’utilizzo prettamente “on the road”. Un esempio su tutti, il design squadrato, con spigoli vivi, che in tasca può risultare particolarmente scomodo.
La “x series” nasce da questi presupposti: è stata completamente pensata per avere a disposizione tutto ciò che riguarda l’audio in mobilità ma con una razionalità che accolga le esigenze più sentite di chi questa soluzione nell’ascoltare musica la adotta quotidianamente. Un’ergonomia che si sposa con un design nuovo, materiali ricercati e, ancora una volta, l’introduzione di funzionalità attualissime, ma sempre poste al servizio della riproduzione musicale.
xDSD, il primo
l’xDSD è il primo, ed al momento unico, rappresentante della “x series”. Il suo design abbandona le linee squadrate e spigolose dei componenti in catalogo per offrire un diverso approccio tondeggiante ed ondulato. Il telaio è realizzato tramite un’estrusione in lega di alluminio, magnesio e silicio (la lega è la 6063-T5, ci tengono a far sapere in iFi), anodizzato e superficialmente finalizzato con cromatura lucida e brunita (definita “dark titanium…”), tanto bella quanto capace di catturare le impronte di chi lo maneggia. Un telaio che a guardarlo sembra ben più grande di quello che in realtà è, estremamente compatto e leggero pur offrendo una sensazione di robustezza e di affidabilità. Le sue dimensioni complessive, 95 mm di lunghezza, 66,5 di larghezza e, soprattutto, 19 millimetri di spessore, sembrano avere qualcosa di miracoloso. I controlli ed i comandi sono tutti posizionati lungo le due pareti verticali. L’anteriore, in realtà costituita da due parti con al centro il controllo rotativo principale (che integra anche un pulsante) realizzato anch’esso con lo stesso materiale del telaio.
La posteriore, in materiale plastico nero opaco utilizzato non tanto per accogliere più comodamente le prese più grandi quanto per offrire la possibilità alle emissioni elettromagnetiche di non rimanere confinate all’interno del telaio.
L’xDSD va usato in mobilità. E per questo è dotato di 4 piedini in gomma che gli permettono di essere sovrapposto ad un lettore audio (DAP) o ad uno smartphone senza rovinarne la superficie. Oppure di essere appoggiato ad un piano, magari accanto ad un PC, senza scivolare, a fare funzioni di DAC o di ampli per cuffia.
Ergonomia e funzionalità
C’è qualcosa di “saggio” nella disposizione delle connessioni dell’xDSD. Qualcosa che nasce dalle esperienze maturate dai modelli precedenti. Due pareti. Sulla prima, quella che se poggiata su un piano si presenta di fronte e che se “aggrappata” ad uno smartphone è la parte superiore, troviamo gli elementi più importanti, ovvero la presa per la cuffia ed i controlli, divisi in quello rotativo principale, un encoder con la zona centrale che assume colorazioni diverse in funzione del livello del volume e che agisce anche da pulsante, un pulsante più piccolino che attiva alcune interessanti funzionalità, e quattro minuscoli LED che costituiscono un monitor delle attività. Quindi cuffia davanti o in alto, controllo a portata di dito, e tutto il resto dietro o sotto, dipende dall’uso. La stessa presa può essere configurata per un’uscita linea analogica a livello fisso, destinata ad una amplificatore esterno dotato di controllo di volume.
Sulla paretina posteriore, quella in plastica, troviamo la grande presa USB per la connessione con un PC. Protetta da un elegante tappino in gomma quando non in uso, la presa serve solo… alla connessione col PC, a differenza di altri modelli dove, generando un po’ di confusione e qualche limite nell’uso, veniva utilizzata anche per l’alimentazione. Qui per l’alimentazione (in realtà per caricare la capiente batteria interna) c’è una microUSB dedicata e questo risolve ogni dubbio e facilita notevolmente ogni operazione. Compreso l’uso di un eventuale battery pack per rifornire di energia “on the fly”, se si dovesse aver bisogno di un’autonomia esagerata, senza interrompere la riproduzione. Sullo stesso piccolo pannellino è presente anche il deviatore per selezionare prestazioni ottimizzate per l’ascolto o per il banco di misure. Sulla sinistra del pannellino, una presa jack da 3,5 mm offre un ingresso digitale S/PDIF (elettrico ed ottico) per sfruttare il DAC interno con sorgenti digitali esterne.
Interessante la presenza dell’ultima evoluzione del Bluetooth dotata di tecnologia aptX in grado di veicolare file audio di elevata qualità e completata da una procedura di pairing particolarmente interessante.
Capacità di riproduzione, formati e funzioni
iFi ha ottimizzato il prodotto pensando a due distinte categorie di possessori dell’xDSD:quelli che ascoltano in MQA e quelli che dell’MQA fanno a meno. Ecco perché sono disponibili due differenti firmware, adatti all’uno e all’altro caso. Certo, ciò presuppone che si debba scegliere l’uno o l’altro ma sottolinea l’indipendenza dell’azienda nel realizzare i propri firmware.
Nella versione “tuttologa” l’xDSD è in grado di leggere praticamente tutto: il PCM fino a 768 kHz, il DSD fino a 512. Ad ogni gruppo di formati, il piccolo LED relativo si accende di un colore diverso. In realtà, il piccolo iFi è tutto un codice colori. I due LED a sinistra della manopola indicano la frequenza di campionamento e il tipo di input, se wired o wireless. La manopola al centro è colorata in base al livello di volume, rosso quando è al massimo.
Il LED posteriore indica lo stato di carica della batteria. Solo i due LED ai lati indicano l’attivazione (tramite il pulsante al fianco) delle due funzioni 3D-Matrix+ e XBass+. In realtà queste due funzioni fanno parte del più ampio schema di controllo del suono chiamato “Cyberdrive”, che consiste in un controllo di volume analogico a passi discreti comandato digitalmente, uno stadio driver con operazionali proprietari ad alte prestazioni e basso rumore e un doppio amplificatore monofonico per cuffia con uscita fino a 3,6 volt e quindi con la capacità di pilotare anche modelli particolarmente difficili.
Dal punto di vista della componentistica digitale, l’iFi vanta ancora una volta una sezione di conversione di gran pregio, come nella serie Black, basata sul “Global Master Timing” della AMR che si occupa di re-clocking e data management. La gestione del clock comprende non solo le sezioni USB, S/PDIF e Bluetooth, ma sincronizza anche la MCU (Master Control Unit). La sezione di conversione vera e propria è costituita da chip Burr-Brown DSD179.
Uso e ascolto
Ancor più che il Nano Black, questo gioiellino della iFi è stato pensato per essere portato con sé in una giacca accanto ad uno smartphone o ad un Digital Audio Player. Perché è arrotondato, elegante, più leggero e complessivamente più ergonomico, ma anche per la sua maggiore autonomia e per l’indipendenza della presa di alimentazione che, connessa ad una fonte di alimentazione portatile, permette di estendere ancora di più l’attività mobile. D’accordo, l’xDSD può essere, con grande soddisfazione, usato anche accanto al PC come DAC e ampli per cuffie o pre-linea, con tanto di controllo di volume ed ingresso digitale S/PDIF, ma la sua natura principale, proprio perché dotato di batteria interna, è la mobilità. A proposito, in dotazione viene offerto un adattatore con la forma di un piccolo jack dall’interno cavo con la testa modellata per accogliere connettori ottici standard.
Dunque, come connettersi ad uno smartphone? Via USB naturalmente, ma come per l’iDSD Nano è stato adottato uno spinotto USB nel telaio in luogo di una presa. Ciò non consente una connessione immediata ma solo attraverso un cavo particolare, con presa USB. E se per i terminali Android il cavetto è universale, di tipo OTG e costa qualche euro, per il mondo Apple conviene impiegare l’“USB Camera adapter”, quello originale (da 35 euro) per far funzionare l’iPhone. Come ho già sperimentato personalmente nella prova dell’iDSD Nano di qualche mese fa, inutile rivolgersi a “compatibili”: sono soldi (seppure pochi) buttati. Nessuno dei due cavetti è in dotazione con l’xDSD. In dotazione, invece, il cavo USB per il computer (lungo circa 50 centimetri), due (!) adattatori da presa USB tipo A e presa di tipo B, il citato spinotto forato per connessione ottica, delle strisce di velcro per tenerlo unito ad uno smartphone ed un sacchetto in velluto a fungere da custodia.
Sul mio iPhone i programmi per la gestione dei file HD sono sempre gli stessi, HF Player di Onkyo e Foobar 2000, mentre sul dispositivo Android uso ancora Foobar ma anche Neutron e Power Amp. In entrambi i casi, la batteria dello smartphone non viene caricata dalla batteria dell’xDSD e viceversa. Occorre dire che le poche differenze tra l’iDSD Nano e questo xDXD sono apprezzabili. La manopola meno invadente, ad esempio, ma anche i LED di monitor che con un’occhiata permettono di verificare ciò che si sta suonando e le attività in corso. A proposito, occorre dire che le due funzionalità di XBass+ e 3D+ funzionano benino. Con cuffie “leggere”, magari intraurali, ogni tanto un rinforzo sulle basse non è deprecabile e l’xDSD esegue con un tocco delicato che arricchisce senza stravolgere il contenuto musicale. Lieve, invece, l’intervento del 3D. Forse anche troppo. Forse aumentarne l’intensità dell’intervento sarebbe stato troppo aggressivo, tuttavia il pulsante che ciclicamente attiva e disattiva i due interventi, anche combinandoli, permette la comoda funzione di esclusione per riportare il tutto al “naturale”.
Durante le giornate di prova, l’iFi ha dimostrato innanzitutto una grande autonomia. Lunghe ore di musica che ne fanno un campione per ascolti di qualità. Un campione che vanta anche grandi doti di trasparenza e di coerenza timbrica pari a molte realizzazioni di ben altro “volume” in termini di telaio e di alto livello se paragonato ad ampli/DAC portatili. Sia nell’ascolto in mobilità, sia in quello domestico, magari con cuffie di gran livello (ho avuto la fortuna di utilizzare, accanto alle mie solite Sony e Beyerdynamic, le Audeze LCD-2C con tecnologia “Planar Magnetic” provate qualche numero fa) ed il risultato è sempre eccellente. Le voci sono chiare, il livello di dettaglio sia con strumenti dal suono acustico che con strumenti di sintesi è comunque eccellente, equilibrato e preciso. La capacità dinamica del piccolo ampli di bordo è abbondante e ciò si traduce in brani di pianoforte, anche intensi, straordinariamente liberi di esprimersi e compatti nei suoni, così come in pieni orchestrali, ancora una volta ricchi di dettaglio e di profondità. Le prestazioni all’ascolto (a proposito, ho tenuto pressoché costantemente in posizione “listen” il deviatore che prevede anche la posizione “measure”: la differenza è pressoché minima) non sono distanti da quelle del “cugino” della serie Black. La solidità della scena sonora insieme alla trasparenza e la coerenza, che si rivelano ancora una volta le caratteristiche principali di questo apparecchio, non vengono meno durante ogni momento dell’ascolto. Anche con generi musicali diversi, come del buon vecchio rock, si riscontra una grande capacità di esaltare il genere, con basso “punch” ben riprodotto e grande impatto generale.
Conclusioni
Bello, comodo e con qualche caratteristica, come l’alimentazione separata dalla USB principale, che ne determina un notevole incremento dell’usabilità rispetto alla generazione “Black”. L’xDSD offre poi innovazioni circuitali che segnano qualche punto in più in termini di usabilità, come l’ingresso digitale, ottico ed elettrico, l’unica uscita configurabile linea/cuffia, a sua volta bilanciata o sbilanciata, il volume analogico, il Master Clock AMR. Grazie a tutto ciò, l’xDSD si rivela completo, dal grande suono e dalla comodità d’uso eccellente, al punto da poter essere usato con grandissima immediatezza agendo solo sul volume. Ottima la disposizione delle connessioni e la grande ergonomia, anche quando è connesso o abbinato ad uno smartphone o a un PDA. Insomma bello e prestante, di un’altra categoria rispetto all’iDSD. Anche nel prezzo.
di Rocco Patriarca
LE MISURE
Con segnali DSD anche a frequenza base e PCM campionati almeno a 192 kHz il DAC iFi raggiunge quasi 70 kHz di banda utile (a -3 dB), niente male per un modello portatile, ed il jitter appare anche migliore dato che in DSD la componente “classica”, quella periodica, giace al di sotto del livello del rumore; quella casuale è comunque nella norma (476 picosecondi).
In PCM la silenziosità del componente aumenta (la risoluzione infatti passa dai 15,4 bit del DSD ai 16,5 del PCM, e del pari migliora anche la gamma dinamica) ed il jitter periodico emerge, ma è pur sempre bassissimo (4,5 picosecondi).
La capacità di pilotare cuffie relativa alla modalità sbilanciata è più che soddisfacente, anche su 10 ohm sono garantiti oltre due volt efficaci senza praticamente alterazioni di risposta legate al carico, visto che l’impedenza interna è di pochi decimi di ohm.
Un aspetto non problematico ma da tenere presente riguarda il fatto che in DSD il livello di uscita è poco più che dimezzato rispetto al PCM.
Fabrizio Montanucci
Distributore per l’Italia: ProAudio Italia S.r.l., Via Domenico Cirillo 2, 70022 Altamura (BA). Tel. 080 3143224 – Fax 080 3118748 – www.proaudioitalia.it
Prezzo: euro 449,00
Caratteristiche dichiarate dal costruttore
- Ingresso USB: fino a PCM768 kHz e DSD512 (24,6/22,6 MHz)
- Ingresso S/PDIF: fino a 192 kHz/24 bit.
- Range dinamico: >113 dB(A)
- Controllo di volume: da -101 dB a 0 dB a passi di 1 dB
- Potenza d’uscita: >2,82 V/500 mW @ 16 ohm; >3,7 V/270 mW @ 50 ohm; >3,8 V/48 mW @ 300 ohm; >3,8 V/24 mW @ 600 ohm
- Livello uscita linea: >2,1 @ 0 dBFS (@ 0 dB Volume)
- THD & N: <0,005%. Impedenza di uscita: <1 ohm
- Batteria in dotazione: 3,8 V/2.200 mAh
- Dimensioni: 95×66,5×19 mm
- Peso: 127 g