iFi Nano iDSD BL

La linea “Black Label” della inglese iFi fa il suo esordio sul mercato con alcuni prodotti molto allettanti. Il piccolo iDSD BL nasce per ascolti in cuffia ma non disdegna connessioni più estreme ad impianti domestici, nonostante la presenza della batteria lo destini ad impiego “mobile”.

Con una presentazione nel cuore di Soho, a Londra, iFi ha mostrato al pubblico la sua nuova linea “Black Label”, offrendo un ulteriore punto di vista riguardo ai suoi piccoli, completi, evoluti, ed ora anche portatili, prodotti.

Per offrire al pubblico gioielli dedicati al mondo della riproduzione di musica in alta definizione, che però non ingombrassero come i vecchi rack da 43 centimetri, iFi ha raccolto in piccolissimi telai argentei alcuni grandi apparecchi, in alcuni casi protagonisti di splendide performance nei nostri laboratori. Convertitori D/A in particolare, con delle caratteristiche evolute, come quella di saper riprodurre file anche in formati estremi (PCM da 384 kHz, DSD da 256x), ma anche ampli per cuffia, rigeneratori di clock e ottimizzatori di segnale USB, con accessori e cablaggi dedicati, il tutto in telai dalle dimensioni paragonabili (in pianta) a quelli di uno smartphone.

La Black Label

Dopo la linea Micro e la linea Nano, più “corta” della Micro, la iFi ha sentito la necessità di far evolvere i propri prodotti in una direzione diversa. Nonostante le piccole dimensioni, pensate più per un uso in ambienti domestici ridotti, come living room di piccoli appartamenti o scrivanie, i prodotti Micro e Nano restano comunque legati ad una fonte di alimentazione esterna. D’accordo, l’impiego di Iso-Port che permette l’alimentazione tramite la piccola presa USB, attraverso l’uso di un alimentatore esterno o tramite il collegamento al computer, minimizza le difficoltà. Tuttavia non permette la fruizione “on-the-go” dei brillanti DAC o amplificatori per cuffia a cui le dimensioni per stare in tasca non facevano difetto.

La “Black Label” nasce proprio per questo. Contiene modelli delle dimensioni dei Micro e dei Nano, con la principale differenza di essere alimentati a batterie e ciò ne rappresenta la più importante peculiarità. Ma attenzione, iFi non ha semplicemente inserito un’alimentazione supplementare in alcuni dei suoi modelli. Black Label è stata pensata proprio per offrire le più importanti novità della riproduzione musicale di qualità HD nel mondo portatile. Basta osservare il Nano iDSD BL protagonista di questa prova: non è semplicemente un modello “classico” iFi in abito scuro, è un prodotto completamente nuovo, pensato per l’ascolto in cuffia anche in mobilità, con una grande autonomia e qualche caratteristica che, nel periodo che separa il progetto dai suoi “cugini” che l’hanno preceduto in catalogo, è divenuta attuale ed importante.

Black…

È proprio piccolo l’iFi Nano Black. Piccolo come può essere uno scrigno, un prezioso portagioie. Le sue dimensioni sono inferiori per lunghezza ad un normale pacchetto di sigarette, di cui forse condivide l’altezza così come condivide il telaio, per forma e dimensioni, con gli altri fratelli “chiari” della serie Nano. In effetti, la Black Label non è una linea a sé. Questo piccolino fa parte della Nano di cui conferma le dimensioni, mentre al momento è l’unico “Black” del gruppo. Nasce per occuparsi della conversione DA esterna quando a fare da player è chiamato uno smartphone o un DAP e integra un amplificatore per la cuffia, cercando di ottimizzare entrambi gli aspetti di cui si occupa. In questi anni, iFi ha fatto molta esperienza con le problematiche di dispositivi così compatti e, nonostante le scelte effettuate in passato, ha voluto riservare al Nano iDSD BL una serie di ottime soluzioni che gli consentono un impiego pressoché universale.

La particolare scelta di implementare un connettore USB tipo A (non una presa) nasce dalla volontà di far impiegare solo cavi OTG. Accanto ad esso, il deviatore per i filtri d’uscita e la presa jack dell’uscita linea a livello fisso.

Dal punto di vista delle funzionalità DAC, è assolutamente rilevante come il Nano iDSD BL riesca a spingersi verso la riproduzione dei formati evoluti oggi disponibili (eccetto quelli rari ed al momento esistenti solo “sulla carta” e in qualche laboratorio, ad esempio il nostro…). Dunque PCM fino a 32 bit e 384 kHz, quindi DXD fino a 384 kHz e DSD fino a 256x. Tutto ciò è reso possibile dall’adozione del chip di conversione Burr Brown, un DSD1793, accreditato per un rapporto s/n di 113 dB, ed una serie di componenti di contorno che lo portano ad implementare funzionalità riservate a DAC di ordine superiore. iFi, infatti, ha curato da sempre la componentistica e per il Nano iDSD BL impiega resistori Thin Film, condensatori polimerici al tantalio nell’area dell’alimentazione, condensatori TDK C0G nei filtri analogici e Panasonic ECPU nei regolatori di tensione.

Tutto ciò per arrivare alle migliori prestazioni sonore, in particolare nell’ampli per cuffia, cuore di questo piccolo DAC, in cui sono state ottimizzate le prestazioni grazie ad un circuito di uscita bilanciato (soluzione denominata S-Balanced) che permette l’impiego di cuffie con ingresso bilanciato ma senza problemi di incompatibilità del cablaggio. In ogni caso sono due le uscite per cuffia (iEMatch e Direct) asservite ad un controllo di volume realizzato con un potenziometro analogico che integra anche l’interruttore di accensione.

Sul pannello frontale le due prese dedicate alle cuffie. La prima con connessione iEMatch, la seconda tradizionale. Il LED di stato indica con colori e lampeggi le diverse famiglie di frequenze di campionamento e formati, oltre a segnalare lo stato di carica della batteria. A destra la manopola del volume che integra l’interruttore di accensione.

Il livello di uscita dell’ampli per cuffia è stato raddoppiato rispetto all’originale Nano iDSD, migliorando dunque il pilotaggio di cuffie e In Ear Monitor ad alta impedenza. Con una potenza di uscita dichiarata di 285 mW, infatti, il Nano iDSD BL è in grado di pilotare la maggior parte delle cuffie oggi sul mercato. Uscite cuffie e potenziometro sono raggruppati su uno dei due pannellini. Tra essi, un piccolo LED che costituisce l’unica fonte d’informazioni dell’interno del dispositivo indicando, con un codice di colori e di lampeggi, le funzionalità e la frequenza di campionamento del brano in ascolto. È sul piccolo manualino in dotazione che si può trovare un quadro sinottico del significato dei colori che vanno dal blu per indicare un flusso dati DSD 256, al ciano per i DSD a frequenze inferiori, bianco per il DXD, giallo per PCM oltre i 96 kHz, verde per i PCM entro i 96 kHz e magenta per i brani codificati MQA. Questa è forse una delle più importanti caratteristiche del piccolo Nano iDSD BL: la capacità di decodifica MQA, a cui dedico un riquadro apposito.

Sull’altro pannello, l’unico ingresso a disposizione, ovvero una porta USB di tipo A, maschio, del genere “On the Go” per Android o “Camera Connection kit” per iOS. Una scelta che, pur suscitando qualche perplessità, evita la tentazione di impiegare i soliti cavetti di ricarica, in questo caso incompatibili sin dal connettore. Alcuni cavi ed adattatori sono forniti, nella pur compattissima confezione, insieme ad un piccolo sacchettino in velluto per il trasporto e due robusti elastici per tenere insieme smartphone e DAC (preziosi, a questo proposito, i morbidi ma tenaci piedini nella zona inferiore e riccamente illustrata del telaio nero). Naturalmente attraverso questa presa viene ricaricata la capiente batteria interna.
L’ingresso USB integra la tecnologia proprietaria di iFi denominata iPurifier che stabilizza e “purifica”, secondo la terminologia del costruttore, il segnale digitale in ingresso. Tornando al pannello, oltre alla presa USB troviamo un’uscita analogica a livello fisso per ampli esterni e un deviatore che permette di attivare filtri d’uscita diversi in funzione dell’utilizzo in ascolto e al banco di misure.

In un dispositivo così piccolo lo spazio interno è sfruttato al massimo e quindi l’adozione di una scheda doppia faccia è praticamente obbligata. Sulla faccia superiore troviamo i componenti più ingombranti e la batteria, oltre al chip dell’ampli per cuffia.

Uso e ascolto

Il piccolo Nano iDSD BL è dedicato all’ascolto in cuffia. Vero, ha anche un’uscita linea, ma è un “plus”, da sfruttare in seconda battuta. Ascoltare la musica in cuffia è un momento estremamente particolare per gli audiofili, ancor di più per coloro che amano definirsi “cuffiofili” e prevede due diverse possibilità. Una, l’ascolto tra le quattro pareti di casa, o in un ambiente controllato, dove la cuffia può essere anche “ingombrante” e la sorgente un computer, anche non necessariamente portatile. La seconda possibilità è l’ascolto in mobilità. In questo caso diventano vitali parametri come l’autonomia, la capacità di pilotare cuffie leggere, ergonomiche, e, infine, la connessione con un DAP o con lo smartphone. E qui entra in gioco la scelta fatta dal costruttore nel dotare il Nano iDSD BL di un connettore USB maschio che non permette un ascolto immediato a meno che siate già dotati di un apposito adattatore, da procurarsi in funzione della “corrente di idee” iOS o Android a cui si è affiliati. È grazie a questo adattatore che il collegamento con lo smartphone è diretto e si può godere della migliore musica in cuffia in mobilità. Ma mentre un cavetto OTG per Android costa pochi euro e funziona praticamente sempre, occorre usare l’“USB Camera adapter” di Apple, quello originale (da 35 euro), per far funzionare l’iPhone. Inutile rivolgersi a “compatibili”: sono soldi (seppure pochi) buttati.

Che sia connesso ad un computer ed appoggiato a fianco della tastiera o su un ripiano nei pressi del monitor, con la presa cuffia e l’unica manopola davanti e la USB dietro, o che sia “accoppiato” allo smartphone nella tasca di una giacca, il Nano iDSD BL rimane particolarmente elegante e grintoso. Il LED di stato è luminoso e ben visibile e permette di capire al volo la natura dei brani in esecuzione.

Sono queste due le opzioni principali d’uso del DAC e queste sono state le due condizioni in cui è stata condotta la prova. Cuffie Sony sovraurali e Focal intraurali per la mobilità, cuffia Beyerdynamic per l’ascolto domestico. In entrambe queste configurazioni (ed anche con altre cuffie) mi sono servito dell’uscita ”direct”, usando principalmente JRiver sul computer e l’Onkyo HD player e Foobar 2000 su smartphone, iOS e Android.

Caratteristica comune all’ascolto nelle diverse condizioni descritte è un’ottima capacità di pilotaggio delle diverse cuffie, con un buon volume che il piccolo iFi è in grado di gestire. Ma ciò che stupisce è la sua buona personalità nella ricerca di una neutralità ed una trasparenza particolarmente spiccata. Una riproduzione che fa della precisione il suo aspetto principale senza però rivelarsi fredda o distante. Un’impostazione, quella della correttezza e della trasparenza, che premia tutti i generi musicali fornendo energia nei passaggi dinamici, a beneficio di quelle cuffie che sanno come sfruttarla, e grande precisione nei suoni più complessi ed articolati, con personalità da vendere.

Sulla faccia inferiore della scheda interna sono disposti i chip di elaborazione digitale del segnale, compreso il DAC della Burr Brown.

La differenza tra ascolto in casa e… “in giro” è praticamente dipendente dalla sorgente che si usa e dallo stato d’animo, perché non sempre si sopporta che il terminale Android decida di mandare per forza i brani in uscita ricampionandoli a 48 kHz (perché proprio a 48 kHz?) o che l’iPhone dica di non voler supportare l’iFi perché assorbe troppa corrente (il manuale è chiaro riguardo la sequenza di accensione per evitare che l’iFi chieda corrente all’iPhone, ma non sono riuscito a memorizzarla facilmente). Nonostante ciò, quando la musica fluisce ed il LED si colora in maniera differente nel susseguirsi dei brani, la particolare strategia non offre ostacoli ad una riproduzione di grandissimo livello, attenta, dinamica e particolarmente gradita a chi ama ascoltare musica con componenti precisi e rivelatori.

Poca (praticamente nulla) l’influenza del selettore per i filtri d’uscita per ascolto o misure. Forse un po’ più “morbido” in quest’ultima posizione che, comunque, è stata mantenuta praticamente per tutto il tempo del test.
A proposito di corrente, in termini di autonomia il piccolo iFi non scherza. Ore ed ore, un’intera giornata di ascolto continuato e ancora autonomia, ben superiore alle aspettative, per qualche altro brano. Facile ricaricare da un qualsiasi alimentatore USB, ovviamente in alternativa all’ascolto, o anche con un computer mentre si ascolta.

Conclusioni

DAC ed ampli per cuffia: il piccolo Nano iDSD BL svolge egregiamente i suoi compiti, offrendo un esempio di come si può ottenere grande compattezza senza rinunciare alle prestazioni. La buona precisione in termini di ascolto, insieme a un’ottima capacità di pilotare cuffie anche difficili, come visto dai risultati delle misure, è un’ulteriore freccia al proprio arco. Un ultimo punto è senz’altro il prezzo, davvero interessante anche solo per entrare nel favoloso mondo della riproduzione musicale in HD.
Rocco Patriarca


Le misure


iFi Nano iDSD BL

Convertitore D/A

Distributore per l’Italia: ProAudio Italia S.r.l., Via Domenico Cirillo 2, 70022 Altamura (BA). Tel. 080 3143224 – Fax 080 3118748 – www.proaudioitalia.it proaudio@tin.it
Prezzo: euro 239,00

Caratteristiche dichiarate dal costruttore
  • Amplificatore per cuffia – Potenza d’uscita: 2×285 mW.
  • Range dinamico: 109 dB(A) @ 3 V (Direct); 107 dB(A) @ 0,5 V (iEMatch).
  • THD & N: <0,005%.
  • Livello d’uscita: >3,5 V @ 600 ohm Load (Direct) (20 mW/600 ohm); >2,9 V @ 30 ohm Load (Direct) (285 mW/30 ohm); >1,7 V @ 15 ohm Load (Direct) (200 mW/15 ohm).
  • Impedenza di uscita: <= 1 ohm (Direct); <= 4 ohm (iEMatch).
  • Separazione: >79 dB @ 600 ohm Load (Direct); >79 dB @ 15 ohm Load (Direct) (1 kHz, TRRS plug Balanced Wiring).
  • Uscita linea – Range dinamico: >109 dB(A).
  • THD & N (0 dBFS Line): <0,004%.
  • Livello d’uscita: 2,15 V (±0,05 V).
  • Impedenza di uscita: <240 ohm.
  • Separazione: >99 dB @ 1 kHz.
  • Dimensioni: 96x64x25,5 mm.
  • Peso: 139 g

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