Pioneer VSX-930-K

Il ricevitore HT dell’anno

Evitando di riservare ai soli modelli più costosi le tecnologie più aggiornate, Pioneer propone un nuovo sintoamplificatore molto interessante, che ad un prezzo alquanto contenuto offre, una potente sezione di amplificazione a sette canali e la capacità di decodifica Dolby Atmos. La dotazione ricca e funzionale include anche il sistema di autocalibrazione MCACC in versione Pro.

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Come avveniva nelle serie VSX degli anni passati, il modello con la sigla che inizia per 9 si colloca subito al di sotto di quello di vertice, che nell’attuale serie si chiama VSX-1130-K. Con quest’ultimo apparecchio il VSX-930-K condivide l’estetica e gran parte dell’architettura di base. In effetti la condivisione dell’estetica c’è anche con le serie precedenti, pressoché identiche e quindi caratterizzate anch’esse dall’adozione di un ampio display in plexiglas che, essendo lucido, movimenta un po’ il pannello frontale nero dell’esemplare in prova (il VSX-930-K è anche disponibile con la finitura chiara, nel qual caso il display contrasta ovviamente ancor di più).

L’interno

All’interno del VSX-930-K spicca il lungo dissipatore di calore dei transistor finali che si estende per tutta la larghezza dell’apparecchio. Sulla scheda circuitale superiore sono ospitati tutti i principali componenti della sezione digitale.

All’interno del VSX-930-K spicca il lungo dissipatore di calore dei transistor finali che si estende per tutta la larghezza dell’apparecchio. Sulla scheda circuitale superiore sono ospitati tutti i principali componenti della sezione digitale.

Gli stadi analogici ricalcano molto da vicino quelli che da vari anni ritroviamo sui modelli di vertice della serie VSX (attualmente questi stadi sono adottati, oltre che sul VSX-930-K, anche sul modello superiore VSX-1130-K). Quindi anche in questo caso si tratta di sette canali di amplificazione che possono erogare 105 W ciascuno su 8 ohm e che sono realizzati facendo largo uso di componenti discreti di buona qualità.

Per la ricezione dei segnali dagli ingressi HDMI è stato utilizzato l’integrato Silicon Image Sil9587 compatibile con la versione 1.4 dello standard nonché con i segnali di ingresso MHL (Mobile High-Definition Link) contenenti video ad alta definizione inviati da dispositivi mobili quali i cellulari. Per ciò che concerne invece le comunicazioni wi-fi e Bluetooth ci si è avvalsi del modulo CY920-C realizzato dalla Microchip Technology.

Per le decodifiche Dolby e DTS vengono utilizzati due esemplari del processore Texas Instruments D808K013DPTP5 mentre per la conversione D/A Pioneer ha deciso di avvalersi di uno dei costruttori più specializzati, ossia la ESS Technology. Il convertitore scelto è il Sabre ES9006S a otto canali il quale, pur non appartenendo alla pregiata serie a 32 bit, è in grado di fornire ottime prestazioni (gamma dinamica 120 dB, THD+N -102 dB) e condivide con i modelli più pregiati l’architettura HyperStream e il sistema di riduzione del jitter (soluzioni che sono state entrambe brevettate dalla ESS Technology).

Le decodifiche Dolby e DTS sono eseguite da due esemplari di questo processore prodotto da Texas Instruments.

Le decodifiche Dolby e DTS sono eseguite da due esemplari di questo processore prodotto da Texas Instruments.

La gestione delle porte HDMI è affidata all’integrato Silicon Image Sil9587.

La gestione delle porte HDMI è affidata all’integrato Silicon Image Sil9587.

Le comunicazioni wi-fi e Bluetooth sono gestite dal modulo CY920-C realizzato dalla Microchip Technology. A questo modulo sono collegate le due antenne collocate sul pannello posteriore.

Le comunicazioni wi-fi e Bluetooth sono gestite dal modulo CY920-C realizzato dalla Microchip Technology. A questo modulo sono collegate le due antenne collocate sul pannello posteriore.

Ecco l’ottimo convertitore D/A a otto canali Sabre ES9006S realizzato dalla ESS Technology.

Ecco l’ottimo convertitore D/A a otto canali Sabre ES9006S realizzato dalla ESS Technology.

Gli stadi analogici di amplificazione sono realizzati facendo largo uso di componenti discreti.

Gli stadi analogici di amplificazione sono realizzati facendo largo uso di componenti discreti.

Funzionalità

Per quanto riguarda le connessioni si dispone di sette ingressi HDMI (uno sul pannello frontale e sei su quello posteriore, di cui uno compatibile MHL), un ingresso USB sul pannello frontale, due ingressi videocomposito, un ingresso video component, due ingressi audio digitali (uno con connettore coassiale e uno ottico), due uscite HDMI, una uscita videocomposito, due uscite per subwoofer amplificato, una uscita cuffia e nove uscite per diffusori.

Due di queste riguardano i canali aggiuntivi richiesti dal Dolby Atmos ed i relativi diffusori sono quindi da collocare a soffitto o, se progettati appositamente per il Dolby Atmos (attualmente prodotti da Pioneer, Onkyo, KEF, Klipsh, Triad, Atlantic Technology e Definitive Techno-logy), rivolti verso l’alto e appoggiati sui componenti surround o frontali o collocati nelle loro vicinanze. Si può aggiungere che tra i diffusori Dolby Atmos ve ne sono anche alcuni doppi che contengono nella parte bassa un componente normale a irradiazione frontale (generalmente da utilizzare su un canale front destro o sinistro se il diffusore è da pavimento o su un canale surround se è bookshelf) e in quella alta il diffusore aggiuntivo che irradia verso l’alto.

Nell’ambiente utilizzato per l’ascolto il sistema di autocalibrazione ha effettuato solo piccoli interventi per minimizzare gli effetti delle onde stazionarie. Come si vede dalla foto sono stati utilizzati solo due dei tre filtri a tale scopo disponibili, uno centrato su 85 Hz con Q=6,8 e attenuazione pari a 1 dB, l’altro centrato su 101 Hz con Q=9,8 e attenuazione pari a 1 dB.

Nell’ambiente utilizzato per l’ascolto il sistema di autocalibrazione ha effettuato solo piccoli interventi per minimizzare gli effetti delle onde stazionarie. Come si vede dalla foto sono stati utilizzati solo due dei tre filtri a tale scopo disponibili, uno centrato su 85 Hz con Q=6,8 e attenuazione pari a 1 dB, l’altro centrato su 101 Hz con Q=9,8 e attenuazione pari a 1 dB.

Nel caso del VSX-930-K, essendo disponibili sette canali di amplificazione, quando vengono riprodotte colonne sonore Dolby Atmos si può scegliere se escludere automaticamente i diffusori surround back (in tal caso la configurazione viene denominata, nel caso di utilizzo di un unico subwoofer, 5.1.2 ch, con il terzo numero che indica il numero di canali aggiuntivi Dolby Atmos) oppure scegliere manualmente se utilizzare questi ultimi (rinunciando alla collocazione in altezza degli effetti) o quelli aggiuntivi (a soffitto o irradianti verso l’alto).

Nelle impostazioni dei diffusori si deve inoltre specificare se la coppia di quelli aggiuntivi richiesta dal Dolby Atmos è stata collocata sopra i diffusori dei canali surround o sopra quelli dei canali frontali. Naturalmente se fossero stati disponibili nove o undici canali di amplificazione sarebbe stato possibile utilizzare anche con il Dolby Atmos le configurazioni 7.1.2 ch e 7.1.4 ch (con quattro canali aggiuntivi Dolby Atmos). Tralasciando quest’ultima, che può essere utile nel caso di ambienti molto grandi, la configurazione 7.1.2 ch potrebbe però essere desiderabile, in quanto non costringe a rinunciare ai canali surround back quando si riproducono le colonne sonore Dolby Atmos.

L’equalizzatore utilizzato dal sistema di autocalibrazione MCACC Pro opera su nove frequenze fisse e non prevede la variazione del Q di ogni campana.

L’equalizzatore utilizzato dal sistema di autocalibrazione MCACC Pro opera su nove frequenze fisse e non prevede la variazione del Q di ogni campana.

Conseguentemente è un peccato che non siano presenti delle uscite preamplificate relative ai due canali di amplificazione mancanti, in modo da poter utilizzare un amplificatore stereofonico esterno o due diffusori amplificati. Per quanto riguarda le funzionalità di rete ritroviamo le consuete possibilità di riprodurre contenuti presenti su server DLNA connessi in rete, nonché di riprodurre le radio digitali disponibili su internet. Si può però evidenziare che l’apparecchio è già pronto per connettersi in modalità wireless senza l’acquisto di accessori. Inoltre tra i contenuti riproducibili vi sono, oltre ai file audio PCM ad alta risoluzione (fino a 192 kHz/24 bit), anche i file DSD a 2,8 MHz e a 5,6 MHz. La riproduzione dei contenuti può avvenire anche se questi sono presenti su una memoria di massa connessa alla presa USB. Per la riproduzione wireless di contenuti presenti su prodotti Apple si può inoltre contare sulla compatibilità dell’apparecchio con il protocollo AirPlay.

Come è consuetudine in casa Pioneer, il VSX-930-K adotta il sistema di autocalibrazione MCACC (Multi Channel ACoustic Calibration) che continua ad essere sviluppato aggiungendo nuove funzionalità. La versione Pro adottata su questo sintoamplificatore HT oltre a riconoscere le dimensioni e l’ubicazione dei vari diffusori presenti nell’impianto e ad eseguire l’ordinaria equalizzazione della loro risposta sull’intera banda audio, l’Advanced MCACC si preoccupa innanzitutto di eseguire un’equalizzazione mirata nell’intervallo delle basse frequenze al fine di ridurre il più possibile gli effetti negativi delle onde stazionarie nell’ambiente.

 Il ritardo di gruppo misurato prima della calibrazione è risultato piuttosto contenuto, per cui il sistema MCACC Pro ha potuto solo ridurlo leggermente alle basse frequenze (la relativa foto non viene pubblicata per motivi di spazio).

Il ritardo di gruppo misurato prima della calibrazione è risultato piuttosto contenuto, per cui il sistema MCACC Pro ha potuto solo ridurlo leggermente alle basse frequenze (la relativa foto non viene pubblicata per motivi di spazio).

Più precisamente vengono riservati tre filtri, per i quali possono essere variati la frequenza centrale d’intervento, il guadagno (attenuazione o esaltazione) e il fattore di merito, che determina l’ampiezza dell’intervallo di frequenze sul quale viene eseguita la correzione. Per ciò che concerne l’equalizzazione ordinaria, invece, la flessibilità è minore di quella su altri sistemi concorrenti, in quanto le frequenze di intervento sono fisse ed anche il fattore di merito, per cui può essere variato solo il guadagno del filtro.

In compenso sono ben presenti nove filtri centrati su frequenze distanti un’ottava l’una dall’altra, da un minimo di 63 Hz ad un massimo di 16 kHz. L’equalizzazione dell’ampiezza della risposta non è tuttavia l’unica cosa che l’Advanced MCACC è in grado di eseguire. Il sistema ha anche, infatti, altri due obiettivi che consistono nell’uniformare al variare della frequenza le caratteristiche di riverbero e il ritardo di gruppo. Infine si può segnalare che l’apparecchio può eseguire sull’uscita video l’upscaling fino a 4K sia nel formato 4:2:0 che in quello 4:4:4 a 24 bit.

Ascolto

Nell’attesa di disporre di un numero sufficiente di film codificati in Dolby Atmos (dei 18 disponibili attualmente negli Stati Uniti, alcuni sono già venduti in Italia ma senza colonna sonora Dolby Atmos, ad esempio “Step Up All In”, altri arriveranno solo in autunno e non è certo che avranno la codifica Dolby Atmos) e di avere eventualmente anche qualche diffusore progettato per il Dolby Atmos al fine di verificare l’efficacia dell’irradiazione verso il soffitto (rispetto all’irradiazione diretta dal soffitto), la prova di ascolto del VSX-930-K è stata condotta utilizzando le consuete codifiche multicanale Dolby e DTS.

I risultati ottenuti sono stati molto soddisfacenti per un apparecchio di questa fascia di prezzo e alcune limitazioni emerse in sede di misure hanno lasciato qualche traccia all’ascolto, solo perché quest’ultimo è stato condotto prevalentemente in condizioni tali da evidenziare i limiti del sintoampli (diffusori a bassa impedenza ed efficienza in ambiente di dimensioni piuttosto rilevanti). Si tratta comunque di qualche lieve difficoltà emersa nei picchi di contenuti audio ad elevata dinamica che è scomparsa del tutto quando sono stati per breve tempo collegati diffusori meno impegnativi per gli stadi di amplificazione.

L’ascolto di registrazioni stereofoniche di ottima qualità ha consentito di apprezzare la sana timbrica dell’apparecchio e il buon grado di definizione del suono riprodotto, che può essere ascoltato anche a lungo senza rilevanti segni di affaticamento. Come già sperimentato in precedenza il sistema di autocalibrazione MCACC, questa volta presente nell’attuale versione Pro, dimostra di funzionare a dovere, anche per ciò che concerne la riduzione degli effetti negativi delle onde stazionarie. Positivi anche i risultati ottenuti nell’ascolto di brani ad alta definizione, sia in formato PCM sia in formato DSD, a conferma anche della notevole qualità del convertitore D/A Sabre utilizzato.

di Franco Guida


Ci è piaciuto

  • Compatibilità Dolby Atmos
  • Sistema di autocalibrazione
  • Prezzo accessibile

Non ci è piaciuto

  • Assenza uscite pre per due canali di amplificazione esterni

Le misure

Amplificatore integrato audio-video Pioneer VSX-930

 

CARATTERISTICHE RILEVATE – USCITA DI POTENZA

Caratteristica di carico limite (solo canali frontali)

PION_CCL-[Convertito]

 

Potenza di uscita in regime continuo (5 canali in funzione)

Sin. front.  Sin. post.    Centrale     Des. post.   Des. front.

8 ohm               70,0 W   71,5 W   71,3 W   71,3 W   70,4 W

4 ohm            79,4 W   81,3 W   80,7 W   78,7 W   81,6 W

 

Tritim in regime impulsivo Carico capacitivo 8 ohm/-60 gradi

PION_8CI-[Convertito]

Potenza in funzione del tempo  Incrementi rispetto al valore continuo su carichi resistivi da 8/4/2 ohm. Cinque canali in funzione.

PION_POI-[Convertito]

 

La sezione di potenza di questo integrato è rispettosa del dato di targa ed offre buone prestazioni generali, a patto di non scendere troppo con il modulo di carico. Già con il test a due canali della CCL si nota un ripiegamento delle curve su valori limite di 8-9 ampère efficaci (fino a circa 13 ampère di picco) al di sotto di 3 ohm, poi anche i test successivi (tritim capacitiva e potenza impulsiva) confermano che dinamica e qualità sono più che elevate, se non si costringe il componente a lavorare su diffusori troppo difficili quanto a richiesta di corrente.

Montanucci


L’approfondimento:

ZigBee e Z-Wave, due player Dolby Atmos: la terza dimensione

È già da tre anni che l’ultimo sistema di codifica multicanale sviluppato da Dolby Laboratories viene utilizzato nelle produzioni cinematografiche, ma solo di recente ha iniziato ad entrare nelle abitazioni degli appassionati di home theater. Il normale ritardo con cui i film passano dalle sale cinematografiche ai Blu-ray e ai DVD è ovviamente alla base di questo slittamento temporale.

Per quanto riguarda però il numero di titoli disponibili, sta pesando l’ancora scarsa diffusione di catene di riproduzione domestiche compatibili Dolby Atmos. Ad oggi, infatti, a fronte di circa 180 film prodotti in Dolby Atmos a partire dal 2012, solo 18 sono disponibili in Blu-ray sul mercato statunitense. Apparecchi come il Pioneer VSX-930-K, con il loro prezzo contenuto, contribuiranno certamente ad incrementare la diffusione degli impianti Dolby Atmos, ma come vedremo più avanti non è sufficiente acquistare un modello dotato del relativo decoder.

Occorre infatti almeno riposizionare a soffitto (se possibile e se si è disposti a rinunciare agli effetti posteriori delle colonne sonore 7.1ch) gli eventuali diffusori surround back già posseduti. Altrimenti occorre acquistare una ulteriore coppia di casse normali da installare a soffitto oppure espressamente progettate per la riproduzione Dolby Atmos che irradiano verso il soffitto (nelle installazioni domestiche più sofisticate in ambienti di grandi dimensioni le coppie di diffusori aggiuntivi dovrebbero essere due). Questi requisiti in effetti hanno alquanto frenato nella prima fase l’adeguamento delle sale cinematografiche (quelle di nuova costruzione generalmente già nascono compatibili Doby Atmos), ma la situazione sta migliorando sensibilmente, man mano che aumenta il numero di film dotati della nuova codifica e che si verificano le periodiche ristrutturazioni delle sale già esistenti.

La collocazione (o la modalità di irradiazione) dei diffusori aggiuntivi fa capire facilmente qual è stato l’obiettivo principale dei progettisti Dolby nell’ideare l’Atmos. Dopo aver circondato a 360° l’ascoltatore con i canali dei precedenti sistemi di codifica, mancava la gestione controllata della terza dimensione, ossia l’altezza. Ho usato questa espressione “gestione controllata”, in quanto in alcune installazioni domestiche la percezione di sorgenti sonore collocate in alto è già presente, ma non è controllata in fase di creazione della colonna sonora. Infatti, se i diffusori surround sono stati installati a soffitto, alcuni effetti sonori arriveranno all’ascoltatore dall’alto, ma ciò non era stato previsto nella fase di codifica multicanale (ciò non toglie che, accidentalmente, alcuni effetti, quali ad esempio un elicottero che atterra provenendo dal retro, possano risultare più realistici). Con il Dolby Atmos invece, essendo obbligatoria l’utilizzazione di almeno due diffusori installati a soffitto o che irradino verso il soffitto, diviene possibile collocare le sorgenti sonore anche in altezza.

Inoltre viene cambiata completamente la modalità di codifica e decodifica. Per quanto riguarda gli effetti sonori, infatti, in fase di codifica non si distribuiscono più tali effetti sui vari canali disponibili con i livelli necessari a permetterne la localizzazione (bidimensionale prima del Dolby Atmos). Con il nuovo sistema, invece, l’effetto sonoro diventa un “audio object” il cui segnale viene registrato su un’unica traccia alla quale vengono però associati dei metadati che definiscono la posizione dell’oggetto nello spazio istante per istante.

In fase di decodifica i metadati posizionali vengono poi utilizzati per distribuire il segnale contenuto nella traccia sui vari canali disponibili nell’impianto di riproduzione. Per quanto riguarda invece i suoni diversi dagli effetti (principalmente musica e dialoghi), Dolby Atmos consente ancora di gestirli in modo tradizionale, ossia registrando in fase di codifica i cosiddetti “bed” che contengono i segnali destinati a specifici canali. Al fine di permettere la creazione di colonne sonore molto complesse e spettacolari il sistema Dolby Atmos consente di utilizzare un numero di “audio object” molto elevato (fino a 118).
F.Guida


Carta d’identità

  • Marca: Pioneer
  • Modello: VSX-930-K
  • Tipo: sintoamplificatore HT
  • Dimensioni (LxAxP): 435x168x363 mm
  • Peso: 9,8 kg

Caratteristiche principali dichiarate

  • Potenza massima: 105 W per canale (8 ohm, 20 Hz-20 kHz, THD 0,09%), 150 W per canale (6 ohm, 1 kHz, THD 1%).
  • Distorsione armonica totale: 0,06% (8 ohm, 20 Hz-20 kHz, 50 W).
  • Impedenza minima diffusori: 6 ohm.
  • Risposta in frequenza: 5 Hz-100 kHz (0, -3 dB, Pure Direct).
  • Rapporto S/N: 101 dB (IHF pesato A, cortocircuito).
  • Sensibilità/impedenza ingressi linea: 315 mV/47 kohm.

Distribuito da: Pioneer Italia SpA, Via Roberto Lepetit 8, 20020 Lainate (MI). Tel. 199 100 858; 02 9391550 – Fax 02 02 9391 555

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1 Comment

  1. salve, volevo sapere con una certa urgenza il vs parere su questo prodotto che mi accingerei ad acquistare, nella fattispecie vorrei avere ragguagli sulla qualità audio pura in stereofonia, o meglio! io lo sfrutterei molto anche per l’ascolto di vinili e radio, ma vorrei ascoltare queste sorgenti in modo meno artefatto possibile, infatti userei i due canali bi-amp/posteriori in una stanza per l’ascolto stereo e gli altri canali in stereofonia poli canale, è possibile? cosa ne pensate? vi sono delle configurazioni HT che rendono bene a tal proposito?, grazie Andrea. Ho dei dubbi perché vengo da una pessima esperienza con due sistemi low cost Kenwood e Yamaha i quali come le mettevo le mettevo anche con diffusori un po’ più seri la resa era oscena tranne per il sub. Grazie

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