Multicanale, ma non troppo
Il sistema audio di Denon è un valido prodotto per sfruttare il Dolby Atmos anche se il TV
che si possiede è di qualche generazione fa: permette di collegare un dispositivo come la Fire TV Stick all’ingresso HDMI aggiuntivo e di approfittare degli effetti audio a oggetti delle tracce in italiano di serie TV e film grazie alle app delle piattaforme di streaming.
La soundbar Denon DHT-S517 è un sistema 3.1.2 – che vuol dire niente canali surround, neanche virtualizzati – dal profilo lineare, sottile e con gli spigoli arrotondati, realizzato in plastica di colore nero e rivestito nella metà anteriore da tela acustica di colore grigio scuro.
La tela ricopre i cinque altoparlanti frontali, che sono dedicati ai canali sinistro, centrale e destro, mentre nella porzione superiore, vicino al bordo, sono visibili le griglie di uscita dei due altoparlanti “upfiring” utilizzati per gli effetti in altezza del Dolby Atmos. Ad occuparsi della gamma bassa c’è un compatto subwoofer a emissione anteriore (driver da 150 mm) e condotto reflex posteriore, anch’esso con gli angoli arrotondati e parzialmente rivestito con la stessa tela acustica della soundbar; grazie alla connessione wireless si può posizionare abbastanza liberamente nella sala.
Dei cinque altoparlanti frontali di cui sopra, due sono tweeter a cupola da 25 mm, uno è un piccolo fullrange da 25 mm dedicato al canale centrale, mentre gli altri due sono dei midwoofer ellittici da 120×40 mm; gli altoparlanti per l’Atmos sono da 66 mm. Ogni altoparlante possiede una propria sezione indipendente di elaborazione del segnale – il sistema è in grado di gestire flussi in PCM lineare, Dolby Digital, Dolby Digital Plus, Dolby TrueHD e Dolby Atmos – e di amplificazione, quest’ultima in classe D.
Inspiegabilmente, la documentazione del prodotto non riporta alcun valore relativo alla potenza del sistema audio, che dovrebbe attestarsi a 150 W complessivi (50 per la soundbar e 100 per il subwoofer). L’unico sistema di comunicazione adottato verso l’utente è formato da una striscia di cinque LED posti dietro la tela acustica, e, in funzione del colore e di quanti se ne illuminano, si ottiene l’indicazione dello stato, del volume oppure della tipologia di connessione e del segnale in ingresso.
Nel lato superiore, al centro, è presente una striscia di tasti che, nell’ordine, controlla accensione, ingresso, Bluetooth e livello del volume. L’alimentazione e gli ingressi sono disposti all’interno di due incavi separati; come ingressi sono disponibili una porta HDMI 2.0 4K UHD per il collegamento di una sorgente esterna, una porta digitale Toslink e una presa jack da 3,5 mm per l’audio analogico, mentre l’uscita è rappresentata da una porta HDMI compatibile ARC/eARC.
La porta USB presente è dedicata esclusivamente agli aggiornamenti del firmware. Sul retro si trovano i fori per l’installazione a parete, mentre per la collocazione su una superficie d’appoggio ci sono dei piccoli piedini in gomma inseriti nella base. Il subwoofer, anch’esso provvisto di piedini in gomma, ha sul retro un indicatore LED, che si accende alla connessione con la soundbar, assieme a un pulsante che permette l’eventuale riconnessione in caso di necessità, e l’ingresso per l’alimentazione elettrica.
Il piccolo telecomando in dotazione permette di scegliere l’ingresso, regolare il volume di ascolto (che in ogni caso è controllabile da quello del TV se compatibile CEC), il volume del subwoofer, il controllo su tre livelli per il miglioramento dei dialoghi e le equalizzazioni per l’ascolto in modalità film, musica e notte. Inoltre, si può abilitare la funzione “Pure” che disattiva ogni elaborazione e che si può utilizzare per l’ascolto della musica. L’imballo della soundbar include la guida rapida, la dima per i fori e i distanziatori per l’installazione a parete, il telecomando con la sua batteria CR2025, i cavi di alimentazione, un cavo digitale ottico e un cavo HDMI compatibile 4K.
La prova
La cosa più complessa dell’installazione di questa soundbar è l’inserimento del cavo sulla porta HDMI di uscita verso il TV e il collegamento di una Fire TV Stick (la 4K Max nel mio caso) all’ingresso HDMI. Il subwoofer, dopo la connessione all’alimentazione si collega automaticamente alla soundbar e, una volta configurato il TV per indirizzare l’audio verso la stessa, è sufficiente regolare il volume di ascolto e quello del subwoofer per utilizzarla.
Seguendo la procedura descritta nel manuale d’uso, è possibile fare in modo che la soundbar resti accesa quando c’è un dispositivo Bluetooth collegato e si vuole spegnere il TV, così da non interrompere l’ascolto.
Il sistema di segnalazione LED mi “perplime”, non è esattamente il massimo della praticità per l’utente. Ho preferito utilizzare le app dei servizi in streaming al posto del classico lettore Blu-ray, perché sia su Netflix, sia su Apple TV+, sono diversi i contenuti disponibili con l’audio Dolby Atmos in lingua italiana, mentre sui supporti fisici la codifica a oggetti è sempre riservata alla traccia in lingua originale.
Su Netflix ho visionato i due film “Red Notice” e “The Adam Project”, riscontrando un fronte sonoro che si estende oltre la larghezza fisica della soundbar e una elevazione del suono non particolarmente pronunciata anche nei momenti più concitati. Su Apple TV Plus ho utilizzato alcuni episodi di “Fondazione” e di “For all mankind”, due serie di fantascienza che mi hanno soddisfatto molto per la resa dei dialoghi, un po’ meno per i panning fronte/retro, che non possono usufruire dell’aiuto di canali surround o della virtualizzazione, sebbene sia udibile un leggero incremento dell’altezza della scena sonora.
Tramite Prime Video di Amazon ho selezionato un paio di episodi della seconda serie di “Jack Ryan”, la cui traccia originale è codificata Dolby Atmos: mi ha offerto un pelo di spazialità in più rispetto all’audio italiano in Dolby Digital, ma si avverte anche qui la mancanza dei canali surround. L’attivazione del miglioramento dialoghi produce una maggiore consistenza e chiarezza delle voci; ritengo che il livello medio sia quello generalmente più indicato.
Buona la modalità “Notte”, che limita la resa dei bassi e la dinamica, pur migliorando i dialoghi, per un uso più consono a un volume da orari notturni. Utilizzando la modalità “Pure”, che disattiva qualsiasi elaborazione, ho ascoltato qualche brano musicale, tramite collegamento di uno smartphone Android via Bluetooth: operazione rapidissima, che prende giusto il tempo di fare l’associazione dei due dispositivi.
L’esperienza è stata abbastanza gradevole, i cantanti e gli strumenti risultano ben definiti, fermo restando che una connessione Wi-Fi avrebbe offerto una più ampia banda di trasmissione e quindi resa migliore rispetto a Bluetooth.
Conclusioni
L’impronta Denon c’è: le voci sono molto pulite, la potenza di uscita è discreta e anche la musica è riprodotta con buona qualità. In alcuni passaggi a volume piuttosto elevato, l’intervento poco controllato del subwoofer rende il tutto un po’ confuso; tuttavia, in generale, l’audio espresso dalla soundbar è accurato quanto basta. La mancanza di Wi-Fi e del supporto a DTS sono, purtroppo, due limitazioni non indifferenti, ma occorre comunque tenere ben presente che parliamo di una soundbar con subwoofer wireless del costo complessivo di 399 euro.
Marco Meta
Ci è piaciuto
- Estrema semplicità nella configurazione
- Resa in Dolby Atmos
- Modalità “Pure Audio”
Non ci è piaciuto
- Mancanza Wi-Fi
- Segnali DTS non gestiti
Denon DHT-S517
Soundbar 3.1.2 (con subwoofer wireless)
Distributore per l’Italia: Marantz Italy s.r.l., Via Manfredi 98, 29122 Piacenza. Tel. 0523 716899 – www.marantz.it
Prezzo (IVA inclusa): 399,00 euro (IVA inclusa)
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
- Altoparlanti: 1 fullrange circolare, 2 midwoofer ellittici, 2 tweeter, 2 fullrange circolari; subwoofer: 1 woofer 15 cm con caricamento reflex posteriore.
- Ingressi: 1 HDMI, 1 Toslink, audio stereo su jack 3,5 mm, Bluetooth 5.0.
- Uscite: 1 HDMI (eARC/ARC).
- Dimensioni: 1.050x60x95 mm (soundbar), 172x370x290 mm (subwoofer).
- Peso: 2,5 kg (soundbar), 4,3 kg (subwoofer)