Martin Logan Motion 50XTi

Sulla scia della prova a confronto del mese scorso tra due diffusori di questo marchio americano, abbiamo deciso di estendere l’esame anche ad un sistema di altoparlanti per canale centrale che adotta la stessa tecnologia Motion e che, assieme ad un diffusore surround ed a vari modelli per canali frontali, costituisce una valida squadra per la riproduzione audio multicanale.

Il canale centrale è spesso soggetto ad una sorta di sottovalutazione circa l’importanza della sua resa, che invece deve essere di qualità pari a quella dei due canali frontali. In passato ho avuto modo di provare vari sistemi multicanale anche assemblati con componenti di costruttori diversi ed ho sempre notato come il perfetto amalgama dei canali frontali con quello centrale rappresenti la base di un impianto con eccellenti prestazioni all’ascolto. Al canale centrale è richiesta una riproduzione precisa delle voci e di tutte le componenti monofoniche che caratterizzano lo stage, consentendo anche di aumentare la distanza dei due diffusori frontali e di avere uno stage di notevoli dimensioni senza svuotare la scena al centro. Il rovescio della medaglia è costituito dalla quota del posizionamento, pena lo schiacciamento dell’immagine centrale, tanto più evidente quando le voci sono timbricamente corrette. Con l’avvento di schermi di dimensioni notevoli il posizionamento sembrerebbe diventare appena più critico, ma trovare la quota giusta ed un buon equilibrio con i canali frontali rende possibile una riproduzione particolarmente realistica. Il canale centrale in prova è il più pregiato della serie Motion, che include anche un modello più piccolo, 30i, ed altri due ancora più compatti (8i e 6i) ed abbordabili. Andiamo allora a vedere come è costruito e come suona, passando ovviamente per l’immancabile sala delle misure.

La costruzione

L’analisi costruttiva di questo canale centrale parte dalla rimozione della copertura del pannello frontale, realizzata in medite da 6 mm di spessore, che si cura del raccordo del filo di pannello e le cui 6 viti di fissaggio consentono alla bella tela acustica di protezione di aderire magneticamente. Rimossa con attenzione la copertura si possono ispezionare i trasduttori, che sono fissati con viti dalla filettatura larga direttamente nel pannello frontale vero e proprio. Le fresature nel pannello sono profonde quanto basta da avere poco spessore alle spalle dei due woofer così da evitare colorazioni particolari in gamma media.

Tolta la copertura in medite che riveste il frontale si accede alle viti degli altoparlanti.

 

L’interno è accuratamente rinforzato e ricoperto di assorbente acrilico a densità medio-alta, un materiale che funziona in maniera eccellente nello smorzare le colorazioni interne al cabinet, con un apporto moderato di perdite che in questo caso non inficiano più di tanto la gamma bassa, che in un canale centrale non è strettamente richiesta.

Rimossi gli altoparlanti possiamo vedere il rigido rinforzo interno e la coibentazione con materiale acrilico di buona densità. Notare anche la guaina antisoffio che ricopre i cavi.

Alle spalle dei due woofer, al centro del box, è sistemato un generoso condotto di accordo da ben 83 mm di diametro interno e con una discreta lunghezza che copre la metà circa della profondità del diffusore. La svasatura all’esterno del condotto è ben raccordata al pannello posteriore, mentre all’interno è appena accennata, con un raggio di curvatura di qualche millimetro. I quattro connettori di ingresso sono sistemati sul pannello posteriore a destra del condotto di accordo. Ergonomici e di buona fattura, consentono una discreta presa sul filo spellato. I ponticelli sono realizzati con delle piastrine metalliche cromate.

Il largo condotto di accordo emette sul lato posteriore del diffusore. Notare a destra i quattro connettori di ingresso, ponticellati per il monocablaggio.

Sul pannello posteriore, immediatamente sopra le viti dei quattro connettori è sistemato il supporto del filtro crossover, calettato direttamente sui connettori con tanto di guarnizione anti-svitaggio. I componenti utilizzati sono di qualità media, con le induttanze di valore più elevato avvolte su ferrite e quelle di valore più contenuto avvolte in aria.

Si intravede a sinistra il circuito stampato del crossover. Notate come lo spessore del tweeter sia così ridotto da rendere inutile la foratura.

Per la gamma bassa il crossover è configurato secondo la tipologia soprannominata “una via e mezzo” che abbiamo illustrato con dovizia di spiegazioni ed esempi pratici giusto lo scorso anno. Per chi si fosse “sintonizzato” da poco tempo dirò che si tratta di un escamotage per estendere la risposta in gamma bassa allineata alla pressione di un solo woofer. In pratica, i due woofer sono allineati ad una frequenza di accordo più bassa del normale, accordo che prevede un notevole smorzamento della risposta. Nella somma delle emissioni si guadagnano in teoria 6 dB di pressione. Se a questo punto su uno dei due woofer colleghiamo un filtro passa-basso molto graduale otteniamo che le risposte dei due woofer compongono una sola risposta certamente più estesa in gamma bassa. Questa configurazione produce i suoi effetti anche nella misura fuori asse, visto che i due woofer, in gamma media, si comportano come due vie separate.

La scheda del filtro crossover è fissata direttamente sui terminali d’ingresso. Tutti i componenti sono rigidamente incollati. Si possono vedere due induttanze avvolte su ferrite e due induttanze avvolte in aria.

I trasduttori proposti dalla Martin Logan hanno due particolarità: la membrana in alluminio ed il cestello amagnetico, costruito in resina. La membrana in alluminio riesce a coniugare leggerezza e rigidità, ed a seconda del trattamento anche una certa dose di smorzamento, con la risposta che varia sulla resa delle voci anche grazie ad un oculato disegno della cuffia parapolvere. Nel caso di questo diffusore la cuffia parapolvere appare assai rigida e schiacciata in punta, in modo da avere una buona naturalezza sulle voci.

Il woofer ha il cestello in resina termoplastica e la membrana in alluminio. Notare le prese d’aria al di sotto del centratore ed il buon complesso magnetico.

Il tweeter a nastro, con la sua membrana pieghettata tipo Heil, presenta non solo una superficie emissiva molto più grande di quella di un normale tweeter a cupola, ma esibisce anche una buona dispersione. Dai dati del costruttore si nota che il woofer a sinistra incrocia direttamente col tweeter a circa 2.200 Hz, mentre il woofer a destra attenua la sua emissione oltre i 900 Hz. Come anticipato, la doppia frequenza di incrocio serve anche per ridurre le interazioni tra i due woofer nella misura angolata. Nel dominio del tempo, la waterfall di Figura 1 mostra una risonanza a circa 1.800 Hz che va oltre i 4 ms, con un livello decrescente ma non veloce nello smaltimento. Mentre si riduce a poco più di 1,3 ms il decadimento nell’emissione del tweeter, con un comportamento da manuale.

Figura 1.

L’ascolto

Provare un canale centrale ci obbliga ad una modifica abbastanza sostanziosa del modus operandi all’ascolto. Basta pensarci. Intanto si tratta di un solo canale che molto probabilmente verrà sistemato al centro della scena sonora, motivo per il quale la ricerca della scena ed in parte della quota delle voci va a farsi benedire. Allo stesso modo risulta inutile guardare alla profondità ed alla larghezza dello stage sonoro. L’attenzione nel test di ascolto deve concentrarsi sulla timbrica nelle varie porzioni di frequenza, sempre facendo salva la gamma profonda, che ovviamente non può essere affidata più di tanto al canale centrale, salvo rare eccezioni, a causa delle dimensioni degli altoparlanti. La gamma altissima deve essere “pulita” come quella dei canali frontali, così come la gamma media.

Molti costruttori adottano qualche trucco per meglio amalgamare il centrale con i canali frontali e col disegno della scena. Si tratta in pratica di avere un leggero ritardo sulla fase acustica del woofer rispetto al tweeter, così che l’azione tra campo diretto e campo riverberato conduca ad un arretramento virtuale delle voci, in linea con quanto proposto dai canali frontali. Un altro trucco visto spesso è quello di dare una leggera enfasi alla gamma media, diciamo 1-2 dB in modo da far risaltare le voci al centro dello stage multicanale. In questo modo, specialmente quando i canali frontali sono quelli suggeriti dallo stesso costruttore, è possibile aggiungere un pizzico di chiarezza ai discorsi del film. Nel nostro caso siamo stati fortunati, perché abbiamo potuto utilizzare due canali frontali della stessa serie, i Motion 40i provati il mese scorso. Va notato che essendoci un solo canale centrale “contro” due diffusori frontali è utile che questo possegga una sensibilità maggiore di 3 dB rispetto ai singoli diffusori frontali. Non a caso la sensibilità di questo diffusore è maggiore di quasi 4 dB rispetto ai Motion 40i. Ovviamente l’ascolto si concentrerà maggiormente sulla resa delle voci e di quegli strumenti che rientrano nella banda passante interessata da una posizione centrale sullo stage.

La sessione prevede un certo riscaldamento del tweeter che dopo una decina di minuti sembra addolcire ed estendere la sua resa alle alte ed altissime frequenze. La prima voce che ascolto mi racconta molto del diffusore. Si tratta di una voce femminile immersa in uno stage di discrete dimensioni con la musica caratterizzata da diversi transienti di discreta intensità. La resa è ben bilanciata, con un leggero avanzamento della componente più elevata. La voce maschile è più bilanciata in gamma media, con una buona articolazione. La timbrica tende però ad ingrandire la dimensione dello stage, come se il cantante fosse enorme, almeno sulle medio-basse. Il problema della riproduzione ingrandita in genere è difficile da individuare e da mettere a fuoco, ed in genere rifugge da una valutazione strumentale precisa. Io credo che in generale l’ascolto di un solo canale audio conduca comunque, in mancanza di riferimenti destra-sinistra, ad un leggero ingrandimento della scena, sia alle medie frequenze che alle medio-basse. Comunque sia la gamma bassa è notevole, nonostante la limitazione dovuta al volume di aria spostata e devo dire che in qualche passaggio musicale abbastanza movimentato la sensazione di un buon basso c’è tutta.

La gamma media e quella medio-alta, legate agli strumenti a corda ed a quelli a fiato, sono buone, con l’incrocio tra medio e tweeter quasi del tutto timbricamente inaudibili. Nei passaggi che coinvolgono le voci e gli strumenti dalla banda passante simile mi sembra a volte di essere davanti ad un diffusore dalla notevole risoluzione, come se si trattasse di un elettrostatico, mentre altre volte, poche in verità, noto una leggera perdita di articolazione proprio sulla componente femminile della voce. Si tratta di una sensazione molto veloce ma che immagino come una leggera distorsione ai minimi livelli. Vi ricordo comunque che il tweeter a nastro impone un certo tempo di assestamento iniziale, cosa differente dal rodaggio delle sospensioni, nel senso che bisogna attendere almeno cinque-dieci minuti prima che possa esprimersi al massimo delle sue possibilità. Inutile giudicare questo Martin Logan appena connesso all’impianto così come è inutile tentarne una valutazione critica col canale centrale nuovo di zecca. Dopo una decina di minuti, indipendentemente dall’usura del diffusore, la gamma medio-alta riprodotta dal tweeter viene avanti, così come l’estensione alle altissime frequenze aumenta notevolmente.

Conclusioni

Quello che ho provato mi sembra il giusto canale centrale per allestire il sistema Motion in multicanale. Credo che la ricchezza di sfumature e di particolari che questo canale centrale mostra di possedere, ben si sposi con le torri Motion 40i provate il mese scorso. Stesso equilibrio tonale e stessa pulizia in gamma alta ed altissima. La gamma media consente una riproduzione notevolmente chiara della componente monofonica e delle voci in generale. La costruzione molto curata ed un buon livello degli altoparlanti rendono questo Motion 50XTi utilizzabile con soddisfazione anche in sistemi diversi da quelli espressamente pensati dal costruttore. Il prezzo non è bassissimo, ma devo dire che vale tutti i soldi spesi sia per i componenti utilizzati che per la prestazione in sala di ascolto-visione.

di Gian Piero Matarazzo


Le misure

Come consuetudine per i canali centrali eseguiamo tre misure di risposta in frequenza: sull’asse, a 12° ed a 24° fuori asse sul piano orizzontale. Queste angolazioni verificano la risposta dalle angolazioni possibili stando seduti su un divano di fronte al canale centrale, che per sua stessa natura è posizionato… al centro del palcoscenico. Questa scelta fatta a suo tempo nella redazione di Digital Video portò alla luce due tipi di canale centrale: quello direttivo che non interferisce, o almeno interferisce poco, con i canali laterali e quello omnidirezionale che non mostra alterazioni particolari della risposta al variare dell’angolo. A rigor di logica il canale centrale direttivo ha una sua ragion d’essere visto che funziona con poche interferenze con i due canali frontali. Nella realtà, dopo innumerevoli test effettuati, ci accorgemmo che il posizionamento che consente di estrarre il maggior numero di informazioni, pur con un amalgama eccellente della porzione monofonica dell’audio con i canali frontali, è costituito dal canale centrale “quasi” omnidirezionale, pur con qualche leggera esitazione nella risposta.

Per costituzione un canale centrale omnidirezionale dovrebbe essere a tre vie per non presentare interazioni nella risposta dei woofer nella rilevazione fuori asse, interazioni prevedibili con una certa facilità, vista la frequenza di incrocio e la distanza tra i centri acustici. La Martin Logan risponde con un solo stretto avvallamento a 2.000 Hz grazie alla tecnica usata per la filtratura e lo fa soltanto nella misura a 12° sul piano orizzontale. Già a 24° lo strettissimo notch è sparito, lasciando il posto a due ondulazioni appena più larghe. Il tweeter dal canto suo regge molto bene fino alle frequenze altissime. Vi faccio comunque notare il vero e proprio “scalino” che si crea a 2.000 Hz nella ripresa in asse, foriero di una attenuazione nel tempo non proprio brevissima. Il grafico dell’impedenza ci fa vedere la frequenza di accordo a circa 58 Hz ed un avvallamento a 1.500 Hz dove l’impedenza scende al di sotto dei 3 ohm. La massima condizione di carico è tuttavia dovuta all’andamento in zona negativa della fase, che a 100 Hz supera di poco i -67°. Tra il minimo di impedenza a circa 200 Hz ed il minimo di fase, ecco che troviamo la massima condizione di carico, che vale 2,2 ohm a 140 Hz circa. Un carico quindi che presuppone un amplificatore a monte mediamente solido.

Al banco delle misure dinamiche il piccolo Martin Logan inizia a calare i suoi assi. La distorsione è ottenuta con una modesta tensione ai morsetti, vista la sensibilità elevata del sistema. Come possiamo vedere dal grafico, sin dalle basse frequenze la seconda armonica è al di sotto dei -40 dB, con la terza armonica posta 10 dB più in basso. Una partenza notevole anche tenendo conto del parallelo effettivo dei due woofer fino alla gamma media. In gamma medio-alta ed alta da un lato possiamo vedere come la terza armonica sparisca sul fondo del grafico appena il woofer alto riduce la sua risposta cedendo il passo al tweeter, mentre dall’altro vediamo che le armoniche superiori non si spostano quasi mai dal fondo del grafico. La compressione dinamica si attesta attorno alla curva dello zero senza particolari esitazioni oltre qualche frazione di dB.

di Gian Piero Matarazzo


Martin Logan Motion 50XTi

Sistema di altoparlanti per canale centrale

Distributore per l’Italia: Audiogamma spa, Via Nino Bixio 13, 20900 Monza Brianza (MB). Tel. 02 55181610 – Fax 02 55181961 – www.audiogamma.it
Prezzo: euro 1.050,00

Caratteristiche dichiarate dal costruttore
  • Tipo: canale centrale bass reflex da stand
  • Potenza consigliata: 20-300 watt rms
  • Sensibilità: 94 dB con 2,83 V ad 1 metro
  • Dispersione: 80°x30°
  • Risposta in frequenza: 50-25.000 Hz ±3 dB
  • Impedenza: 4 ohm
  • Numero delle vie: due e mezzo
  • Frequenza di incrocio: 900-2.200 Hz
  • Tweeter: a nastro a membrana ripiegata
  • Woofer: due da 165 mm in alluminio con cestello in resina
  • Dimensioni (LxAxP): 580x 192×318 mm
  • Peso: 13,8 kg

Author: Redazione

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