Hifiman Sundara Closed-Back

Realizzare una cuffia ben suonante adottando un’architettura chiusa non è cosa da principianti. Hifiman raccoglie questa sfida nel suo segmento poco più che di ingresso e la porta a compimento con un trasduttore magneto-planare che arricchisce ancor di più il gusto di questa tenzone.

Nel numero 432 di AUDIOreview abbiamo visto introdurre la chiusura dei padiglioni nel segmento alto del catalogo di Hifiman. Il modello HE-R10P aveva sfoggiato ottime prestazioni ma lo sforzo progettuale e industriale profuso dal marchio aveva costretto ad inserire il risultato nella fascia che richiede al suo aspirante possessore un investimento assolutamente non trascurabile. In questo caso invece il progettista si è cimentato con un modello molto noto e apprezzato, la cuffia magneto-planare Sundara che rappresenta un vero best-buy per Hifiman avendo soddisfatto migliaia di possessori nel mondo con le sue prestazioni che sorpassavano in tutto le aspettative degli audiofili. Abbiamo provato questa cuffia in quella che oggi sembra un’altra epoca, era marzo 2018 e il numero di AUDIOreview era il 396; invito i lettori che possiedono quel numero a rileggersi il test effettuato, lo citeremo più volte proprio per evidenziare lo forzo fatto dal progettista per continuare ad ottenere le prestazioni di allora.

Progetto e realizzazione

Le cuffie con architettura aperta, ovvero con il padiglione non isolato acusticamente da una struttura ben chiusa sul retro del driver, se ben realizzate possono offrire prestazioni molto lineari, esenti da risonanze nella gamma bassa, e dove l’estensione della risposta in frequenza dipende essenzialmente dalla bontà del trasduttore e dalla tenuta dei cuscinetti di appoggio, facendo affidamento sul fatto che la pressione sonora ottenibile alle varie gamme di frequenza raggiunge facilmente valori elevati avendo il condotto auricolare a pochi millimetri di distanza. I vantaggi di una cuffia aperta sono notevoli ma c’è di contro una mancanza assoluta di isolamento acustico che si ripercuote in due direzioni: quella verso l’utilizzatore, che sente i rumori circostanti disturbare un ascolto intimo come quello in cuffia, e quella che disturba chiunque si trovi vicino all’utilizzatore, raggiunto dal programma musicale che dalla cuffia è diffuso nell’ambiente circostante a livelli sonori talvolta stupefacenti.

Un effetto collaterale che risulta molto evidente nei modelli con trasduttore magneto-planare, la cui ampia membrana è libera di emettere verso il retro né pone un serio ostacolo ai rumori esterni. Hifiman, conscia di questa problematica, ha deciso di adottare una architettura chiusa proprio in quel modello che per impostazione costruttiva e rapporto qualità/prezzo è più facile che sia utilizzato in mobilità, agevolando così ulteriormente tale impiego. La cuffia è arrivata da noi nella nuova confezione di vendita che Hifiman ultimamente utilizza; non vogliamo qui sottolineare la custodia in cartone più o meno robusto, con più o meno scomparti, quanto l’alloggiamento in schiuma di polistirene che è possibile estrarre dalla confezione e utilizzare come un comodo sostegno da tavolo.

Idea geniale che risolve con poco e in modo simpatico una tipica necessità di chi si cimenta nell’ascolto in cuffia. Presa tra le mani, la Sundara in versione chiusa dà una buona sensazione di sicurezza; l’archetto è quello tipico che ha distinto Hifiman per molti anni, realizzato in metallo elastico che sostiene una fascia in ecopelle ad esso ancorata. Lo snodo dei padiglioni è uguale a quello della Sundara aperta, ossia privo di movimento laterale, salvo quello concesso dall’elasticità dell’archetto. L’impressione generale è di avere tra le mani qualcosa di ben fatto, a cui contribuisce anche la bella copertura dei padiglioni in legno chiaro lucidato. Il vero impegno del progettista, però, è stato profuso nella realizzazione dell’abbinamento del driver con il padiglione.

Il trasduttore magneto-planare della Sundara Closed-Back è del tutto diverso dalla versione aperta. La parte frontale è racchiusa da una parete metallica con un foro ovale che interpone al driver due strati di tessuto fonoassorbente, uno chiaro e uno più sottile scuro.

Per rendersene conto è bene riprendere in mano il numero 396 di AUDIOreview dove la parte interna del driver magneto-planare appare in fotografia; è possibile notare come tutta la superficie del trasduttore di forma circolare si affacci verso il padiglione auricolare, non vi sono ostacoli o assorbitori posti nel mezzo. Se stacchiamo i cuscinetti della versione chiusa, invece, possiamo notare immediatamente una differenza profonda. In questa nuova versione si può chiaramente vedere come la membrana del trasduttore sul lato interno sia racchiusa da una copertura metallica la cui luce lasciata dal foro non ha una forma circolare che segue la superficie della membrana riducendola, ma ellittica, con l’asse principale posto orizzontalmente. Un doppio strato di feltro i cui bordi non sono nemmeno lisci ma cadenzati da un motivo triangolare riempiono poi l’apertura riducendola ancora; un primo strato sottile è a diretto contatto con le armature magnetiche, e a questo strato è poi sovrapposto un secondo strato di diversa densità e più spesso. È ben evidente dunque come il progettista avesse ben chiare fin da subito le problematiche che si sarebbe trovato davanti, in primis l’attenuazione di eventuali risonanze della camera posteriore che si sarebbero presentate anteriormente attraversando la sottilissima membrana del trasduttore. L’ultima innovazione che è possibile riscontrare anteriormente è la geometria delle barre magnetiche che costituiscono una delle due armature che racchiudono la membrana con su stampato il circuito che fa le veci della bobina mobile; le sottili barre magnetiche hanno la sezione trasversale a forma di mezzaluna, stondate nella parte a vista per limitare diffrazioni e rifrazioni che possono filtrare a pettine quanto emesso.

Hifiman ha introdotto già da un po’ questa geometria delle sue armature che pure ha denominato “stealth”, “nascosta”. Accedendo alla parte posteriore sono ancor più evidenti le accortezze prese in fase di sviluppo. La coppia lignea ha incollato al suo interno dell’assorbente che non la ricopre interamente ma risulta efficace nell’attenuazione delle onde sonore emesse posteriormente. Dal lato posteriore è possibile anche osservare meglio il trasduttore magneto-planare poiché non vi è incollato sopra alcun assorbente. La superficie vibrante è di forma ellittica e non circolare come nella Sundara Open; le barre magnetiche che formano l’armatura ne seguono la geometria e sono quindi corte verso l’esterno e più lunghe nella parte centrale, ma soprattutto le tre barre centrali sono di materiale diverso. È facile constatare che l’intensità del campo magnetico è molto più elevata nei pressi delle tre barre centrali che in tutte le altre. Non siamo riusciti a contattare i laboratori di sviluppo di Hifiman per avere maggiori delucidazioni in merito, ma un’idea ce la siamo fatta. Un sistema elastico come quello costituito dalla membrana che vibra immersa nel campo magnetico trova in un ambiente chiuso il carico acustico composto dall’aria racchiusa nel volume sigillato posteriore, ma anche quello anteriore poi non è così aperto perché la superficie dei padiglioni è ampia e i morbidi cuscinetti in dotazione tendono a sigillare il tutto.

Ora tutto è studiato per far sì che la pressione sonora ottenuta al vibrare della membrana sia il combinato disposto dell’elasticità di quest’ultima e dell’aria contenuta nel volume di carico. La cosa più facile per il progettista è quella di individuare un carico che ottimizzi la pressione sonora a qualsiasi frequenza e considerare quello come il punto di lavoro standard per il funzionamento del trasduttore; peccato che sia necessario fare i conti con le perdite e soprattutto non vi sia certezza del carico acustico della parte anteriore del padiglione; sarà funzione del tipo di sigillatura che si otterrà con i cuscinetti, ovvero della conformazione di chi indossa la cuffia. Era dunque necessario trovare una soluzione al problema per cui, se le perdite d’aria fossero state tali da modificare il carico in maniera significativa, si potesse contrastare l’eventuale perdita di pressione sonora in qualche maniera; una maggiore possibilità di oscillazione della membrana ad esempio poteva essere d’aiuto.

Il cavo in dotazione è staccabile dai padiglioni. Dal lato dell’amplificatore è terminato con un connettore jack da 3,5 mm. Assieme è fornito anche un adattatore per il formato jack 6,3 mm.

Naturalmente la membrana di un driver magneto-planare non essendo montata su sospensioni, come ad esempio succede nei trasduttori dinamici, si troverebbe in difficoltà ad aumentare la propria elongazione al diminuire del carico acustico se non fosse pilotata da un motore sufficientemente potente. E così ha fatto il progettista, incrementando la potenza del motore proprio in quella parte della superficie in grado di estendersi di più. Attenzione, il fenomeno non è da trascurare. Tra le cose notate ai primi ascolti c’è stata una leggerezza della gamma bassa che non si sposava con le misure fatte a banco. La sensazione spariva se la cuffia veniva posizionata diversamente; il sospetto è caduto subito sul differente comportamento del trasduttore al cambiare del carico acustico anteriore: ben sigillato – come il banco di misura – o mal sigillato, quindi con perdite di carico, quando il banco era costituito da una testa reale con le sue forme, i capelli, le preferenze del posizionamento, etc.

Figura 1. In rosso la risposta in frequenza della Sundara Closed-Back misurata al banco su testa artificiale a confronto con la stessa misura effettuata mentre indossata realmente. Se non ben calzata, la cuffia alleggerisce la gamma bassa e porta in primo piano la gamma medio-bassa.

La Figura 1 mostra il confronto della misura della risposta in frequenza su testa artificiale e su “testa reale”, misura effettuata nella seconda condizione con dei minuscoli microfoni intraurali Sound Professional. È facile vedere come in gamma bassa la pressione sonora sia inferiore, cosa che abbiamo potuto anche riprodurre sulla testa artificiale inserendo una matita tra questa e il cuscinetto; da qui la raccomandazione di porre attenzione nell’indossare la cuffia e di non trascurare l’ipotesi di rivolgersi al mercato after-sales per un eventuale acquisto di cuscinetti ancora più morbidi e sigillanti di quelli già morbidi forniti di serie. Infine, faccio notare l’ultima attenzione posta dal progettista verso colui che abbia optato per una cuffia magneto-planare chiusa, notoriamente grande mangiatrice di watt e di conseguenza con sensibilità ridotte. Nella Figura 2 troviamo il confronto fra le impedenze misurate sui due tipi di Sundara, aperta e chiusa; ebbene, la versione chiusa ha un valore di impedenza pari a 20 ohm in meno rispetto a quella aperta. Gli amplificatori che la piloteranno, se in grado di lavorare bene su quei valori, potranno erogare quindi più watt a parità di tensione di uscita.

Figura 2. Il grafico mette a confronto le curve di impedenza delle versioni aperta e chiusa della Sundara. La versione chiusa si assesta poco sotto i 20 ohm mentre quella aperta raggiunge i 39-40 ohm. Questo permette agli amplificatori più prestanti di erogare maggiore potenza con la versione chiusa a parità di programma musicale.

Note di uso e d’ascolto

A prima vista la Sundara Closed-Back, grazie ai padiglioni in legno chiaro di faggio, richiama subito alla mente le realizzazioni più recenti di casa Hifiman, anche se questa nuova cuffia torna ad utilizzare lo stesso archetto, molto bello e funzionale, della Sundara originale. L’ottima pressione esercitata sui cuscinetti, ben imbottiti e comodi, garantisce grande comfort che non viene meno nelle lunghe sessioni di ascolto e nonostante il peso superi i 400 grammi. Le buone caratteristiche di efficienza e di sensibilità rendono la Sundara Closed-Back facilmente pilotabile da qualsiasi amplificatore per cuffie anche se non molto potente. Superata la consueta fase di rodaggio, durata circa 100 ore, è iniziata la sessione di ascolto con il solito impianto di riferimento composto dall’amplificatore Violectric V281, lettore music server Cocktail Audio X50, Raspberry Pi4B con JRiver, convertitore D/A Topping D90 e cavi di tutto rispetto (Neutral Cable Fascino, USB Neo della Oyaide, AM Audio AM-XLR Reference).

Nel primo brano, “You And Your Friend” dei Dire Straits, in formato 16 bit/44 kHz, il pizzicato iniziale delle corde della chitarra è fluido e limpido con una buona sensazione di fisicità e di equilibrio timbrico. L’headstage è abbastanza ampio da rendere l’ascolto coinvolgente, mentre la voce di Mark Knopfler ha una sfumatura leggermente più chiara rispetto al suono tipico Hifiman; caratteristica che non disturba l’ascolto e che potrebbe anche risultare gradita. Entrando nell’analisi delle tre gamme fondamentali di frequenza, la Sundara ha una sezione alti setosa e cristallina con una infinita varietà di sfumature, la resa in gamma media è chiara e limpida con una buona articolazione e introspezione. La gamma bassa è sufficientemente frenata e profonda ma leggermente arretrata, probabilmente se ce ne fosse stata un po’ di più non avrebbe guastato. Al di là di queste importanti considerazioni il suono della Sundara si fa apprezzare per la buona linearità di risposta, confermata anche dalle misure da noi rilevate. Tornando al brano, la chitarra elettrica di Mark Knopfler è ben valorizzata e si stacca bene dal resto del contesto musicale, risultando ben definita e molto coinvolgente.

Passando all’ascolto dei Kings of Convenience, anche qui in formato 16 bit/44 kHz, si può apprezzare la capacità della cuffia nella riproduzione di più voci ben distinte. Qui la Sundara riesce a mantenere quella fluidità e ottima capacità di introspezione necessarie a non dare mai la sensazione di accavallamento delle voci e mantenendo con rigore un ottimo equilibrio armonico. Bello anche l’effetto con Lewis Capaldi nell’ultimo brano “Pointless” che conferma la tendenza della cuffia nel privilegiare le note più chiare della tavolozza armonica ma mantenendo comunque una voce sempre credibile e con un buon effetto presenza. Passando all’ascolto delle interpreti femminili con il brano di Adele “My Little Love”, sempre nel formato CD 16 bit/44 kHz, la cantante esibisce una voce convincente e con una buona dose di fisicità; anche il coro di sottofondo che accompagna l’intero brano ha una discreta presenza e fisicità senza risultare però invadente o meno che gradevole nel contesto. Passando all’ascolto di brani armonicamente più complessi e ricchi di contrasti dinamici, la Sundara Closed-Back, pur a fronte di un buon equilibrio timbrico generale, fatica un po’ a mantenere quella piacevolezza e coerenza d’insieme tipica dei prodotti Hifiman più performanti. L’impostazione timbrica, che leggermente enfatizza la gamma medio-alta dello spettro sonoro, se con alcuni brani rende l’ascolto coinvolgente e suggestivo, con altri può risultare più affaticante.Ciò non toglie, dovendo tirare le somme, che la resa di questa cuffia rientri sicuramente tra le migliori e più interessanti di tipo chiuso oggi in commercio, e tanto più in considerazione della sua fascia di prezzo.

Le misure

La risposta in frequenza della Hifiman Sundara Closed-Back rilevata al banco su testa artificiale parte in maniera molto regolare mostrando una buona estensione nelle prime ottave per poi evidenziare qualche incertezza nella gamma da 200 a 1.000 Hz, che potrebbe caratterizzare la sua interpretazione della gamma media. Il resto della risposta prosegue in maniera conforme alle attese, anche se con qualche variazione in più in gamma altissima rispetto alla versione aperta. La distorsione è contenuta come sono contenute le risonanze evidenziate dai grafici della waterfall. La risonanza attorno a 7 kHz decade molto rapidamente ed è tipica di questa tipologia di trasduttori. Il grafico dell’impedenza è quasi rettilineo e mostra un valore che non dovrebbe mettere in difficoltà alcun Digital Audio Player oggi in commercio, garantendo al contempo un buon livello di emissione. Il valore di sensibilità misurato è buono anche se si assesta su valori decisamente inferiori rispetto a quanto dichiarato dal costruttore.
Mario Richard

Conclusioni

Hifiman ha voluto mettere l’amante dell’ascolto in cuffia in mobilità in condizioni di apprezzare la capacità dei trasduttori magneto-planari di fornire alte prestazioni in termini di equilibrio timbrico, risoluzione e trasparenza. Tutte doti che la Sundara Closed-Back riesce ad esprimere, pur nei limiti di una realizzazione necessariamente con padiglioni chiusi e associando a questi obiettivi anche un costo così abbordabile che messo in relazione alle prestazioni ne fa un raro caso di ottimo rapporto prestazioni/prezzo.
Mario Richard e Leonardo Bianchini


Hifiman Sundara Closed-Back

Cuffia magneto-planare chiusa
Distributore per l’Italia: Playstereo di Ventura Gerardo, Via Caravaggio 209, 65125 Pescara. Tel. 085 4718079 – www.playstereo.com
Prezzo di listino: euro 459,00 (IVA inclusa)

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
  • Tipologia: cuffia circumaurale chiusa.
  • Trasduttori: magneto-planari.
  • Sensibilità: 98 dB SPL con 1 mW.
  • Riposta in frequenza: 6 Hz-50 kHz.
  • Impedenza: 20 ohm.
  • Peso: 432 g.
  • Dotazione di serie: cavo rimovibile da 1,5 m con connettore jack stereo da 3,5 mm sbilanciato, adattatore 6,3 mm in dotazione

Author: Redazione

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