HEDD HEDDphone Two

Non siamo abituati a vedere un Air Motion Transformer, il classico driver con la membrana pieghettata, montato su una cuffia, a maggior ragione se impiegato a banda intera. È questa una delle sfide che ha ingaggiato la tedesca HEDD per la sua cuffia high-end.

Heinz ElectroDynamic Design, è questa l’origine del nome del brand berlinese nato nel 2015. Klaus Heinz, una laurea in fisica, ha voluto dare forma otto anni fa alla sua passione per il mondo dell’audio, sia quello creativo che quello della riproduzione, progettando e costruendo monitor da studio, diffusori per audiofili, subwoofer e una cuffia come ciliegina sulla torta. L’altoparlante, Air Motion Transformer, inventato da Oskar Heil più di cinquanta anni fa è uno dei cardini della progettazione di HEDD e lo è in maniera così pronunciata che ne hanno progettato un modello a banda intera impiegato nella loro interpretazione dell’ascolto in cuffia. Nel 2023, a tre anni dall’uscita del primo modello, HEDD ha messo sul mercato il “Two” che riduce di ben 200 grammi il peso originario, si partiva da oltre 700 grammi, e ne ridisegna materiali e prestazioni.

Progetto e realizzazione

Avere tra le mani la HEDDphone Two è una vera esperienza, come si suole dire oggi. La confezione è molto curata, è possibile descriverla come un mobile a due cassetti: uno per la cuffia ed un secondo per i cavi di connessione. Partiamo propri da questi ultimi.

La dotazione è completissima, il cavo è rimovibile dai padiglioni e la confezione racchiude sia un cavo bilanciato che uno sbilanciato con la possibilità di terminarli dal lato amplificatore rispettivamente con connessioni jack stereo da 3,5 e 6,3 mm oppure nel caso bilanciato tramite connettori pentaconn da 4,4 mm e XLR a 3 terminali.

La cuffia ha un aspetto molto professionale, concede poco alla piaggeria audiofila di chi vuole principalmente mostrarsi. La fibra di carbonio spicca nella realizzazione dell’archetto mentre i supporti laterali e le strutture dei padiglioni sono realizzati in magnesio. D’altra parte uno dei requisiti dati ai progettisti di questa seconda versione della cuffia di HEDD era quello di ridurre drasticamente il peso della prima versione, si è così passati dai 730 ai 550 grammi di oggi.

Anche se l’ammontare della riduzione del peso vale il 25% del valore iniziale, la HEDDphone Two rimane sempre una cuffia dal peso notevole e proprio per questa ragione il progettista ha voluto dare all’utilizzatore la possibilità di regolare la pressione verticale e quella laterale nella maniera più libera e fine possibile. La soluzione è quella da me personalmente preferita: un archetto portante, in questo caso realizzato in fibra di carbonio, a cui è fissata una larga fascia che poggia sul capo e su cui si distribuisce il peso della cuffia.

È la maniera migliore per alleggerire la pressione: più è larga la superfice di appoggio più diminuisce la pressione a parità di peso esercitato. Nel caso di HEDDphone, poi, la fascia è unita a un cuscinetto che ammorbidisce il contatto e la tensione della fascia è regolabile permettendo così di modulare anche la pressione laterale. Una soluzione che mi è piaciuta molto permettendomi ascolti prolungati una volta trovata la regolazione ottimale.

I cuscinetti in dotazione, 2 paia, in morbida ecopelle sono anch’essi comodi e solo dopo lungo tempo infondono quella sensazione di calore eccessivo che richiede una pausa nell’ascolto. Rimuovendo i cuscinetti, operazione semplicissima, è possibile vedere da vicino la realizzazione del driver AMT. La membrana finemente ripiegata è ben visibile e non solo, è possibile apprezzare anche l’estrema sottigliezza di quest’ultima poiché l’architettura del padiglione è aperta e lo sguardo attraversa la trasparenza della membrana.

Il driver AMT sviluppato dal Dr. Heil negli anni ’70 è costituito da una sottilissima membrana ripiegata come un ventaglio su cui è stata depositata una traccia in alluminio che costituisce la spira della bobina mobile. Ponendo questa membrana all’interno di un campo magnetico e facendo passare il segnale audio nella metallizzazione della membrana quest’ultima si muove alla stregua di una fisarmonica con però il vantaggio, rispetto ad un classico altoparlante dinamico, di spostare un volume d’aria fino a 5 volte in più e soprattutto ad una velocità superiore avendo un’inerzia molto inferiore.

Questo sicuramente offre benefici nella riproduzione dei transienti ma introduce una conseguenza tecnologica difficile da superare ovvero che l’uniformità della struttura meccanica rende difficoltosa la riproduzione con un unico driver di tutta la gamma audio: è difficile infatti conciliare le relativamente lente e ampie vibrazioni della gamma bassa con quelle veloci e ridotte della gamma alta.

Rimuovendo con una leggera trazione il cuscinetto del padiglione è ben visibile il driver Air Motion Tranformer con la classica membrana pieghettata.

I progettisti di HEDD hanno realizzato una membrana che cambia la caratteristica geometria uniforme dell’altoparlante originale variando la profondità e la larghezza delle pieghe lungo il suo sviluppo estendendo così l’emissione in tutta la banda audio. Il brand berlinese ha denominato questa tecnica Variable Velocity Technology (VVT). Nel 1974 fu la statunitense ESS a brevettare tale driver. Con la tecnologia di allora realizzare la deposizione della traccia in alluminio non era uno scherzo e la contropartita era una impedenza molto bassa con la conseguenza che quegli altoparlanti usati per la gamma medio-alta e alta si rivelarono dei veri e propri squali affamati di corrente. HEDD ha risolto questa caratteristica facendo sì che l’impedenza dichiarata (ma anche quella misurata) si aggiri attorno ai 40 ohm e la sensibilità poco sotto ai 90 dB/mW. Valori questi che indicano la necessità di una amplificazione robusta, ma senza esagerare.

Note di uso e d’ascolto

La prima cosa da fare nell’indossare la HEDDphone Two è quella di regolare per bene la fascia di sostegno. È necessario trovare la giusta tensione delle cinghie, la inferiore e la superiore, per evitare la sensazione di avere una morsa in ghisa che circonda la testa. Per la regolazione si può partire dal trovare prima la giusta distanza del cuscinetto d’appoggio dall’archetto in maniera che i padiglioni si trovino nella giusta posizione rispetto alle orecchie. La fascia di sostegno dell’archetto ha numerosi fori di bloccaggio che si innestano sull’apposito perno dell’archetto.

Trovati i fori giusti è necessario ripetere la stessa procedura per la fascia superiore che invece regola la pressione laterale. La giusta posizione è quella che non genera un “calore” eccessivo dopo una decina di minuti che si indossa la cuffia. Posso assicurare che una volta individuata la giusta configurazione la cuffia può essere indossata a lungo senza sforzo, nonostante i suoi 550 grammi di peso. Fatta questa operazione si può cominciare l’ascolto ma consiglio di rodare per qualche giorno i driver. Infatti anche i driver di Heil, come tutti gli altoparlanti che non dispongono di una sospensione vera e propria, hanno bisogno di muoversi un po’ per poter esprimere tutta la loro dinamicità.

Ho preferito una connessione bilanciata che ho impiegato sia nel pilotaggio tramite amplificatore da tavolo che tramite DAP. Appena iniziato l’ascolto, con i driver belli caldi per il rodaggio fatto, si ha un’impressione molto piacevole, dal carattere dolce e assai poco affaticante. Sono partito in maniera semplice, seguendo quanto avevo al momento voglia di ascoltare, in particolare la versione DSD64 di “Tea for the Tillerman” di Cat Stevens (sarà che il momento internazionale mi spinge a fuggire e tornare indietro nel tempo?).

Tutto l’album scorre piacevole ed equilibrato. La voce di Cat Stevens, oggi Yusuf Islam, appare leggermente più ambrata di quanto mi ricordassi ma la chitarra che lo accompagna, cori compresi, è reale e con un bel headstage largo e presente. I ricordi e la dolcezza della proposizione invitano ad alzare il volume, i driver di Heil seguono docili quanto richiesto ma ad alto volume la dinamica si schiaccia un po’. Incuriosito da questo effetto, memore della divulgazione mai monotona di Marco Cicogna, sono andato a cercare nella mia collezione il trittico romano di Ottorino Respighi dove “I pini di Roma” la fanno da padrone e, per onorare la recente scomparsa di Seiji Ozawa, ho selezionato la sua direzione della Boston Symphony de “I pini della via Appia”.

Il contenuto della confezione.

Quanto descritto da Respighi attraversa un immaginario ingresso nella Roma imperiale di un esercito vittorioso che dalle prime luci dell’alba arriva al pieno giorno, e la dinamica deve essere senza alcuna compressione ed incertezza. Dai primi momenti in cui la sensazione deve essere quella di sforzarsi per individuare tra le prime luci dell’alba suoni e movimenti della centuria romana fino ad arrivare ad un incedere trionfale tra fiati e percussioni. Devo dire che pur apprezzando appieno la risoluzione e la microdinamica dei primi minuti – Respighi immagina una centuria che ritorna dall’oriente e lo sottolinea nella melodia – con l’oboe ben definito e i timpani che lo accompagnano ben arretrati, mi aspettavo un’esplosione finale di fiati e timpani che non ho percepito. Fattomi lo scrupolo sulla registrazione del 1979, ho cambiato interpretazione passando a quella di Chailly del 2020 con la Filarmonica della Scala.

Anche qui la stessa impressione: microdinamica molto coerente, macrodinamica più schiacciata. Come sempre faccio le misure dopo la sessione d’ascolto per non farmi influenzare per cui ho fissato l’appunto e sono passato oltre andando a valutare l’equilibrio tonale, cosa che faccio con una serie di brani ben noti selezionati per la loro aderenza alle performance dal vivo che ho ben fissato a mente. Basso e medio-basso: ok. Medi e medio-alti: più arretrati di quanto mi ricordassi. Allora la versione di “La fanciulla e la morte” di Schubert eseguita dal quartetto Chiaroscuro (per me immancabile) mi ha svelato quanto stava succedendo.

Schubert nel brano narra tutte le emozioni della scoperta del cadavere di una povera ragazza e immagina sia i sentimenti di chi ha scoperto i fatti sia il catastrofico evento. Nelle parti concitate del brano violino e viola devono graffiare per esprimere tutta la durezza della scena alternandosi con tratti di estrema dolcezza che esprimono all’ascoltatore tutta la compassione per la fanciulla. La compassione è perfettamente presente, il graffio è meno incisivo dell’atteso. Il colore dell’interpretazione è più ambrato che fulgido, la timbrica vede il medio-basso in avanti. Per farmi confermare questa sensazione sono andato a selezionare il brano “This is home” dall’ultimo album, “i/o”, di Peter Gabriel.

Qui il basso costruisce e struttura tutte le fondamenta del pezzo e in questo caso lo fa con una sottolineatura decisiva. Come i brani precedenti la proposizione è più che piacevole e assolutamente non affaticante ma graffiante mai. Andando ancora più a fondo ho cercato nella mia libreria “L’Ange et le Diable” per le edizioni Alpha con la violinista Chouchane Siranossian. In questo caso, dove quartetto d’archi e violino solista la fanno da padrone, ho potuto verificare che la timbrica sia aderente alla realtà pur non varcando mai la soglia dell’aggressività. Ed in effetti la spiegazione risiede nel fatto che gli strumenti presenti appartengono tutti ad un segmento di frequenze ravvicinato fra loro. Fatte le misure l’arcano si svela, basta leggere il riquadro. Valutando allora il mercato a cui si rivolge principalmente la HEDD ho capito la filosofia della progettazione. Passare ore e ore ad ascoltare e valutare brani audio registrati richiede sì realismo ma soprattutto di non subire la fatica d’ascolto. È così che il progettista ha voluto allontanare il più possibile quest’ultima associando alla ergonomia della progettazione meccanica la maestria di un ascolto che non si allontanasse mai dalla piacevolezza del gesto in sé.

Le misure

La risposta in frequenza della cuffia HEDDphone Two ha alcune caratteristiche che devono essere messe in evidenza. Il segmento che copre il primo kHz della risposta è molto regolare con un andamento crescente in ampiezza; partendo da 20 Hz, con una pendenza di poco superiore a 1 dB per ottava, si giunge al traguardo di 1 kHz con un incremento di circa 3,5 dB. Superati i 1.200 Hz, l’andamento della risposta giustamente decresce per compensare l’esaltazione generata dall’accoppiamento con il padiglione auricolare, e tale attenuazione dovrebbe ritornare ai valori misurati a 1 kHz tra i 7 e gli 8 kHz; da qui in poi lo standard vuole che i valori medi siano costanti fino a circa 12/15 kHz per poi decadere.

Questo non avviene nella cuffia HEDD che vede l’andamento della sua risposta in frequenza non risalire più. Le curve della Waterfall mostrano in entrambi i canali una risonanza attorno ai 900 Hz che però decade molto rapidamente. Bassa la distorsione introdotta a 90 dB di pressione sonora. La curva dell’impedenza è tirata con il righello sul valore di 42 ohm, nessun problema quindi per il pilotaggio anche se gli 1,7 mW assorbiti per generare 90 dB di pressione sconsigliano l’uso di uno smartphone ma indicano che non vi saranno problemi con un moderno Digital Audio Player.


Conclusioni

La HEDDphone Two rappresenta un esercizio notevole di realizzazione meccanica ed elettroacustica. Indossarla dopo averne regolato i meccanismi di sostegno trasforma una massa di mezzo chilo in qualcosa soggetto più alla gravità lunare che a quella terrestre. La timbrica della proposizione dei brani musicali del driver AMT è dedicata a chi ama passare ore e ore a nuotare nello sconfinato della musica di tutti i generi senza mai sentire i propri muscoli affaticati. Ma il guanto di sfida è lanciato perché da HEDD ora aspettiamo un modello fatto anche per coloro a cui piace uscire madidi di sudore da una qualsiasi attività. Lo sforzo necessario per entrarne in possesso vale l’impresa anche solo per il bellissimo progetto meccanico.
Mario Richard


HEDD HEDDphone Two

Cuffia aperta
Distributore per l’Italia: Nipper Audio Club, Via Cesare Battisti 17, 17031 Albenga (SV). Tel. 0182 020686
Prezzo di listino: euro 1.999,00 (IVA inclusa)

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
  • Tipologia: cuffia aperta.
  • Riposta in frequenza: 10-40k Hz.
  • Altoparlante: Air Motion Transformer, 11.100 mm2 kapton polymide.
  • Impedenza: 41 ohm.
  • Sensibilità: 89 dB/mW @1 kHz.
  • Cavo: staccabile.
  • Peso: 550 g.
  • Dotazione di serie: cavo bilanciato pentaconn 4,4 mm e XLR, cavo sbilanciato jack 3,5 mm e 6,3 mm, 2 paia di cuscinetti

Author: Redazione

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