“Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni”: la blasonata McIntosh entra nel mercato dell’ascolto in mobilità con un prodotto che fa anche un’ottima figura collegato all’impianto di casa.
McIntosh è un’icona del mondo audio e, per colmare il vuoto della sua assenza nel campo mobile, durante il 2017 la casa americana di Binghamton ha annunciato il “Portable Decoding Amplifier”, un amplificatore per cuffie con DAC integrato. Dopo peripezie di vario genere legate ai lunghissimi tempi per ottenere la certificazione di compatibilità con i dispositivi Apple, finalmente MHA50 è disponibile per gli appassionati della musica di qualità in movimento.
Realizzato in Cina, ha le dimensioni di uno smartphone, il telaio in alluminio estruso, ovviamente verniciato in nero (opaco), il frontale in vetro anch’esso su sfondo nero, sul quale è piazzato un controllo del volume sensibile al tocco che ricorda le manopole degli apparecchi della casa. Al centro si trova il tasto touch per accenderlo e metterlo in stand-by, mentre sotto il marchio c’è il LED di stato. Sul lato corto basso c’è, nell’ordine, il selettore generale per l’accensione, che può essere impostato su “iOS” o “Multi”, la porta USB-A per il collegamento di dispositivi Apple e la porta microUSB-B, utilizzabile per la ricarica della batteria interna da 3.000 mAh – data per durare più di 6 ore con Bluetooth attivo – e per il collegamento a dispositivi Android, oppure a computer Mac e Windows. In quest’ultimo caso è necessario scaricare dal sito McIntosh i driver XMOS, compatibili con le versioni dalla 7 alla 10 del sistema operativo Microsoft.
Sul lato opposto, nella parte alta dell’MHA50 si trova il selettore del guadagno, la presa jack da 3,5 mm utilizzabile per le cuffie o come uscita preamplificata, il tasto per l’attivazione del Bluetooth e il selettore per attivare Headphone Crossfeed Director, HXD per gli amici, cioè un’elaborazione del segnale in uscita che promette di dare maggiore spazialità al suono.
Grande l’attenzione ai particolari: nella confezione c’è il manuale utente, un set completo di cavi adattatori USB per tutte le esigenze, un piccolo caricabatteria USB con presa USA più adattatore europeo e, dulcis in fundo, una custodia in vera pelle adeguata alla classe del prodotto.
In assenza di viti o altri elementi di contenimento, non abbiamo aperto l’apparecchio per evitare danni al telaio e alle altre componenti esterne, pertanto ci fidiamo delle caratteristiche tecniche espresse dal costruttore riguardo al tipo di DAC, di cui è piuttosto parco di informazioni. Infatti, sono ignoti il chip e la tecnologia impiegata (in teoria dovrebbe essere un ESS Sabre), mentre la macchina è dichiarata compatibile con segnali PCM a 16/24/32 bit e campionamento fino a 192 kHz, DXD352,8, DXD384, DSD64 e DSD128, assicurando un’ampia possibilità di ascolto di tracce ad alta risoluzione.
L’ascolto
Estratto l’apparecchio dal suo box (nero ovviamente), ho verificato con piacere la presenza di tutti i cavi possibili e immaginabili per il suo collegamento a uno smartphone iOS o Android. Fa un po’ strano, però, vedere su un dispositivo McIntosh le due placche azzurre sui lati corti, che contengono i comandi e la porta per le cuffie/uscita linea: sono realizzate in plastica apparentemente economica, ma secondo la mia modesta opinione, un prodotto come questo avrebbe meritato da parte del designer un maggiore rispetto dei canoni del marchio, data la solidità cui da sempre sono abituati gli utilizzatori dei prodotti della casa.
Il frontale del “Portable Decoding Amplifier”, come tutti i prodotti non sottoposti a trattamento oleofobico, ha il problema che si sporca soltanto a guardarlo, nonostante la pregevole custodia di pelle; dopo una giornata d’uso in movimento si ritrova pieno di impronte digitali e l’unica soluzione per farlo tornare pulito e splendente è dotarsi di un pratico panno in microfibra. In ogni caso, MHA50 è fatto piuttosto bene ed è abbastanza maneggevole.
Passando alla prova sul campo, inizio dalla connessione Bluetooth, semplice e veloce: sull’amplificatore si preme il bottone per attivare la trasmissione – il LED diventa azzurro – e nel menu del telefono si esegue l’accoppiamento. Con l’ascolto attraverso la connessione wireless ho notato leggerissimo un rumore di fondo che, invece, non ho riscontrato collegandolo col cavo; nulla di trascendentale ma avvertibile nei passaggi meno concitati quando si tiene il volume alto. Il collegamento via cavo con dispositivi Apple (un iPad Mini di prima generazione, un iPad Air e un iPhone 5S) è immediato, l’apparecchio viene riconosciuto senza dover fare particolari operazioni. La prova “vera” l’ho svolta su Android, che ho utilizzato con l’app USB Audio Player PRO per gli ascolti di brani in alta risoluzione, trovando qualche difficoltà con uno smartphone fornito della versione 9 (Pie) del sistema operativo, che per problemi legati all’aggiornamento software impediva il riconoscimento del MHA50, mentre collegandolo tramite lo stesso cavetto OTG con connettore USB-C a un altro smartphone Android 8 (Oreo) ha funzionato tutto correttamente.

Il software Daphile riconosce il DAC di cui è provvisto il McIntosh MHA50 senza bisogno di alcun intervento.
La scaletta di test, composta di brani di diversi generi, in formato FLAC (16/44, 24/96 e 24/192), DXD (24/352,8) e DSD (64 e 128) per la maggior parte provenienti dal catalogo 2L, ha trovato nell’MHA50 un eccellente interprete: molto consistenti e precisi gli archi, incisivo il pianoforte, lucidi i fiati; i pieni d’orchestra sono risultati analitici e dettagliati. Sui formati in risoluzione CD ho notato una buona ariosità e una grande ma precisa presenza in gamma bassa, per esempio nell’ascolto della versione di Anne-Sophie Mutter delle “Quattro Stagioni”; nulla da eccepire sulla decodifica dei formati a risoluzione più elevata, il segnale è pulito e armonico. Molto buone le voci, sia femminili sia maschili, nessuna asprezza di sorta.
Per quanto riguarda l’amplificazione, l’ho trovata sempre molto potente e precisa, indipendentemente dal tipo di cuffie impiegate e se si esagera col volume, il LED che si colora di rosso ci ricorda di abbassare il livello; rilevo che a ogni accensione, il volume viene azzerato. Molto francamente, non ho trovato particolari vantaggi nell’attivare la funzione HXD; ho avvertito le medesime sensazioni sia con cuffie chiuse, sia con delle in-ear. Mi è parso che, abilitando la funzione, rispetto a qualche miglioramento sull’apertura del fronte sonoro ci fosse una compressione della gamma medio-alta, ma si tratta di impressioni assolutamente personali e vanno prese come tali. Magari questa funzione è rivolta specificamente alle cuffie MHP1000 prodotte da McIntosh. Durante l’uso prolungato la temperatura del dispositivo è rimasta abbastanza “tiepida”, segno di una buona dissipazione del calore; ottima la durata della batteria, sono riuscito a utilizzarlo per quasi 10 ore prima di ricaricarla.

Il riproduttore per Android USB Audio Player PRO riconosce il dispositivo collegandolo con il cavo adattatore OTG (On The Go) fornito nella confezione; in questo caso stavo ascoltando un brano DSD128.
Naturalmente, data la possibilità di utilizzare l’uscita linea, non ho potuto fare a meno di collegare MHA50 con un cavetto a Y nel mio impianto hi-fi; ho potuto utilizzarlo come DAC USB (il cavo USB/microUSB permette contemporaneamente la ricarica della batteria, segnalata dal LED che lampeggia in verde) assieme al fido riproduttore Daphile, che lo ha riconosciuto subito ed ho così apprezzato meglio l’ottimo il lavoro svolto sulle tracce con risoluzione CD: il DAC sembra restituire profondità e dettaglio al palcoscenico virtuale, riempiendo la gamma media ma senza colorazioni. Il segnale è trattato in modo elegante, su tutti i generi che ho provato – dalla classica al rock, passando per R&B e jazz – la resa è stata sempre piacevole, mai una sbavatura, gamma bassa e media piena, gamma alta aperta e morbida, insomma permette un ascolto che può protrarsi per ore senza alcun affaticamento. Per completezza del test, ho verificato il funzionamento con un PC Windows 10, installando i driver XMOS presi sul sito McIntosh e Foobar come riproduttore: sono sufficienti l’installazione e la configurazione dei componenti di Foobar (ASIO e input SACD, fondamentalmente) per sfruttare appieno il dispositivo.
Conclusioni
Suono piacevole e facilità d’uso sono fattori che sicuramente influenzano favorevolmente il successo di prodotti come questo; peccato per i due pannelli di plastica sui lati corti, davvero troppo economici, che sono in contraddizione con l’elegante custodia di pelle. Grazie all’uscita utilizzabile come linea, qualcuno potrebbe impiegarlo per gli ascolti in alta risoluzione sull’impianto car audio. Mi ha lasciato qualche perplessità l’assenza del supporto alla codifica MQA, che comincia a essere diffusa su apparecchi di questa categoria di prezzo (chissà che non sia inclusa in futuri aggiornamenti del firmware), e l’aptX senza HD. In ogni caso, non male come “prima volta” di McIntosh.
di Marco Meta
Distributore per l’Italia: MPI Electronic Srl, Via De Amicis 10, 20010 Cornaredo (MI). Tel. 02 9361101 – www.mpielectronic.com – info@mpielectronic.com
Prezzo (IVA inclusa): euro 1.100,00
Caratteristiche dichiarate dal costruttore
- Risposta in frequenza: 20 Hz÷50 kHz a +0/-0,5 dB
- Potenza uscita cuffia: 200 mW
- Rapporto S/N: 105 dB. THD: 0,005%
- Impedenza uscita cuffia: 8÷600 ohm
- Tensione uscita preamplificata: 1,8 V
- Connessioni: 1 ingresso USB 2.0 tipo A, 1 ingresso USB 2.0 tipo micro, Bluetooth 4.2 aptX con A2DP e AAC, 1 uscita cuffia/pre 3,5 mm
- Autonomia di riproduzione: >6 ore con connessione Bluetooth
- Batteria: 3.000 mAh
- Dimensioni (LxAxP): 70x155x14 mm
- Peso: 200 g