Yamaha TRUE X 40A + 100A + 1A

Compatta e completa

Quest’anno Yamaha presenta la nuova linea di prodotto denominata “True X”, che include soundbar, subwoofer e dei minuscoli satelliti wireless posizionabili ovunque, attraverso i quali si propone di esprimere un audio avvolgente a fronte di un minimo ingombro.

Nella nuova linea “True X” il costruttore giapponese include due soundbar praticamente identiche (cambia il codice e il kit), con le forme ingentilite dagli angoli arrotondati, comodamente collocabili sotto uno schermo da 50 pollici in su, come la SR-X40A oggetto della prova.

Rivestita in tessuto, è poco profonda e abbastanza sottile; la configurazione 2.1.2 include due altoparlanti rettangolari con bordi curvi da 30 W per i canali sinistro e destro, due driver da 2” e 30 W ciascuno per i canali in altezza, insieme a due subwoofer integrati da 3” con 60 W complessivi per rinforzare la gamma bassa compresa tra 100 e 220 Hz; ai lati del mobile sono collocati i condotti reflex. Le specifiche dicono che la soundbar supporta l’audio in Dolby Digital e Dolby Atmos, mentre sono quattro le equalizzazioni disponibili, Standard, Stereo, Movie e Game; tramite la funzione “Clear Voice” i dialoghi sono elaborati dal DSP per offrire maggiore risalto alla voce, mentre “Bass Ext” produce bassi più incisivi.

I tasti di controllo sono collocati sul lato superiore e includono l’accensione/stand-by, la gestione del volume, la selezione dell’ingresso e la disattivazione dei microfoni per i comandi vocali tramite Amazon Alexa. Non c’è un display, ma una serie di LED bianchi che offrono una serie di indicazioni, come la presenza dei diffusori surround oppure il livello del volume; nel caso sia disponibile un aggiornamento del firmware, se ne accende uno verde. Quando i microfoni sono disabilitati, si attivano due LED di colore rosso, in posizione centrale sotto la tela acustica.

Il pannello comandi comprende la selezione dell’ingresso, l’attivazione del controllo vocale, la disattivazione dei microfoni integrati e il controllo del volume.

Nel retro della soundbar ci sono due rientranze: una accoglie la presa di alimentazione, mentre l’altra offre lo spazio per le connessioni fisiche, costituite da due porte HDMI (non è dichiarato se 2.0 o 2.1) con supporto HDCP 2.3 e compatibilità HDR10, HLG e Dolby Vision, di cui una eARC/ARC per il collegamento al TV e l’altra come ingresso per un dispositivo esterno, una porta audio digitale ottica, la presa Ethernet per il collegamento in rete, possibile in alternativa via Wi-Fi, e una porta USB utilizzabile soltanto per gli aggiornamenti del firmware. La connettività è completata dal Bluetooth in versione 5.0 con profili A2DP e SBC. Per il controllo tramite smartphone e tablet occorre installare l’app Sound Bar Controller, disponibile sia per dispositivi Android, sia per dispositivi iOS, scaricabile dai rispettivi store; l’apparecchio supporta Spotify Connect e Tidal Connect.

La soundbar è espandibile mediante dei dispositivi wireless a 5 GHz: il subwoofer SW-X100A – che, invece, è compreso nella versione SR-X50A (ha le stesse caratteristiche di quella in prova, come accennato al principio) – ed una coppia dei piccoli diffusori WS-X1A come surround, utilizzabili anche singolarmente come altoparlanti autonomi con la connessione Bluetooth. Il subwoofer attivo da 100 W, anch’esso con gli spigoli arrotondati, ha il condotto reflex con emissione anteriore e una copertura in tela sul lato destro a protezione del driver da 6,3”; il pannello sul retro che presenta due LED di stato, il tasto per il setup, una porta USB per l’aggiornamento del firmware e la presa di alimentazione.

Sul retro non ci sono particolari concessioni alla fantasia: due LED per indicare stand-by e connessione, un tasto per la configurazione, la presa di alimentazione e una porta USB utilizzabile per l’aggiornamento del software.

I diffusori WS-X1A sono molto piccoli, hanno una forma arrotondata, la base e la superficie superiore gommata, e sono completamente rivestiti di tela acustica. Sul lato superiore ci sono il tasto di accensione e altri tasti che consentono di modificare la modalità d’uso e regolare il volume, mentre sul retro sono presenti due LED bianchi, che indicano quale canale è riprodotto, assieme a una presa USB tipo C per ricaricare la batteria integrata; si può impiegare, in mono, anche un solo diffusore surround. Tutti gli apparecchi della serie, che saranno disponibili da settembre 2023, sono proposti in tre colorazioni: Black, Carbon Gray e Light Gray. La dotazione della soundbar comprende la guida per l’utente, due distanziatori e la dima per il montaggio a parete, il telecomando con la batteria, un cavo audio digitale ottico e il cavo di alimentazione.

La prova

Il semplice collegamento della TV tramite un cavo HDMI alla porta ARC della soundbar e l’inserimento di un cavo di rete nella porta Ethernet mi mette in condizione di fare un rapido test con i segnali audio delle emittenti televisive. La qualità è discreta, e noto che migliora abilitando la funzione “Clear voice”, tramite la quale le voci assumono una maggiore consistenza; trovo sufficiente l’apporto in gamma bassa proposto dai due subwoofer integrati.

Le connessioni sono nascoste in una rientranza e comprendono due porte HDMI (un ingresso e un’uscita eARC), la porta Ethernet per il collegamento in rete e l’uscita ottica per l’audio digitale. La porta USB è utilizzabile esclusivamente per gli aggiornamenti del firmware. La soundbar è provvista anche di Wi-Fi e Bluetooth.

Installo l’app “Sound Bar Controller” per completare la configurazione, connettendo il subwoofer esterno e i due microscopici satelliti, dopo aver sottoposto questi ultimi ad un ciclo di ricarica della batteria; la presenza di una sorta di connettore sotto la base suggerisce la futura disponibilità di un supporto per ricaricare i singoli diffusori satelliti o mantenerli alimentati.

I diffusori wireless per i canali surround sono davvero minuscoli ed erogano fino a 10 W. Sul retro c’è una presa USB tipo C per la ricarica della batteria integrata, assieme a due LED che indicano a quale canale è dedicato l’altoparlante.

La connessione va eseguita mediante una sequenza di combinazioni di tasti su ogni altoparlante e sul telecomando della soundbar. I satelliti emettono suoni impostando la modalità “Movie” o “Game” col telecomando, e noto che, quando si mette in stand-by la soundbar, i due piccoli altoparlanti vengono spenti automaticamente. Riattivandola, però, restano spenti, pertanto occorre accenderli a mano, mentre il subwoofer si risveglia da solo.

Collego, quindi, una Fire TV Stick 4K Max all’ingresso HDMI, per valutare il comportamento con i contenuti in streaming. In prima istanza accedo al catalogo di Prime Video, per una visione degli episodi de “Gli Anelli del Potere”: la traccia in italiano ha una buona resa, apprezzo la solida gamma bassa e la discreta apertura, i canali surround installati a circa un metro e venti di altezza rendono effettivamente l’audio più coinvolgente; nelle scene più animate l’intervento del subwoofer si fa molto presente, ma mai eccessivamente invasivo se si regola il guadagno a valori non troppo elevati (+3 per esempio). Tutte le regolazioni si possono eseguire con l’app oppure col piccolo telecomando in dotazione.

Abbastanza compatto il telecomando in dotazione.

Pure altre serie TV, come ad esempio “Jack Ryan”, offrono una buona resa dei dialoghi e una discreta dinamica. Faccio alcuni passaggi anche su Apple TV+, ormai l’audio in Dolby Atmos è disponibile per moltissimi titoli: scorro alcuni episodi di “Ted Lasso”, le scene di calcio giocato mi portano all’interno dello stadio, la colonna sonora è riprodotta accuratamente.

Anche l’audio di “Fondazione” è ben distribuito nell’ambiente, grazie ai diffusori surround, mentre nelle scene di battaglia il subwoofer esterno fa sentire la sua presenza. Scollego la Fire TV Stick e utilizzo un lettore Blu-ray 4K per qualche test con i supporti fisici: in “No time to die” la scena dell’esplosione della tomba di Vesper Lynd nel cimitero di Matera della traccia in lingua originale spara – letteralmente – una bordata di basse frequenze, che resta molto controllata, come nelle scene dell’inseguimento e le sparatorie che seguono.

Siccome sono un inguaribile curioso, nonostante il DTS non sia ufficialmente supportato nelle specifiche tecniche del prodotto, inserisco nel lettore un titolo 4K che ha soltanto tracce di quel tipo in vari formati (DTS:X e DTS HD High Resolution), cioè “Jurassic World – Il dominio” e resto piacevolmente sorpreso dal riscontrare che la soundbar supporta anche le codifiche DTS, con una resa abbastanza buona e una gamma bassa efficace.

L’app Sound Bar Controller è immediata e semplice da utilizzare.
Il menu delle impostazioni è completo e permette di gestire tutti i parametri del sistema Yamaha, replicando gran parte delle funzioni del telecomando.

L’accoppiamento della soundbar con uno smartphone via Bluetooth è stato eseguito senza difficoltà e ho riscontrato una qualità di riproduzione abbastanza buona: ascoltando diversi generi musicali la gamma medio-alta ha una buona estensione e anche in questo caso i subwoofer integrati fanno bene il loro lavoro, ma utilizzando il sub esterno il registro basso diventa ben più consistente e d’effetto. Stessa facilità d’uso per un iPad con AirPlay, che individua rapidamente l’apparecchio nella rete locale, ed offre una resa musicale piuttosto valida.

È possibile selezionare l’ingresso e i servizi di musica e streaming direttamente dall’app.
Anche con i dispositivi Apple, grazie ad AirPlay, la connettività è semplicissima.

Conclusioni

La soundbar di Yamaha offre un suono di buona qualità, aggiungendo poi il subwoofer wireless si ottiene un maggiore impatto con i film più movimentati. La flessibilità d’installazione dei satelliti è davvero notevole; certo, non ci si può attendere una grande potenza, viste le loro dimensioni, ma riescono a favorire lo sviluppo complessivo del suono con gli effetti di circondamento.

Oltretutto, la possibilità di usarli in modalità “Solo” con Bluetooth li rende aperti a molteplici utilizzi, anche estemporanei, con uno smartphone ad esempio. Il prezzo è allineato con la qualità del prodotto; se si pensa di avere necessità del subwoofer wireless, forse è meglio orientarsi sul modello SR-X50A della soundbar per risparmiare qualcosa. In ogni caso, il bundle dei tre prodotti oggetto della prova (soundbar, subwoofer e una coppia di satelliti) sarà proposto a 1.199 euro.
Marco Meta


Ci è piaciuto

  • Buona potenza dell’insieme
  • Effetti surround discreti

Non ci è piaciuto

  • Nulla da segnalare

Yamaha TRUE X 40A + 100A + 1A
Soundbar 2.1.2 + Subwoofer wireless + Satelliti wireless a batteria
Distributore per l’Italia: Yamaha Music Europe GmbH – Branch Italy, Viale Italia 88, 20020 Lainate (MI). Tel. 02 935771
Prezzo di listino: euro 599,00 (soundbar); euro 349,00 (subwoofer); euro 169,00 cad. (satelliti) (IVA inclusa)

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
  • Potenza: 180 W (soundbar) + 10 W x 2 (satelliti) + 100 W (subwoofer).
  • Ingressi: 1 HDMI, 1 Toslink, Bluetooth 5.0, Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac 2,4 e 5 GHz.
  • Uscite: 1 HDMI (eARC/ARC).
  • Dimensioni: 1.015x67x112 mm (soundbar), 88x105x88 mm (satelliti), 187x407x409 mm (subwoofer).
  • Peso: 3,9 kg (soundbar), 0,5 kg (satelliti, cad.), 9,4 kg (subwoofer)

Author: Redazione

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