Perlisten serie S, novità e innovazione
Un marchio molto giovane ma che stupisce per il grado di eccellenza dei prodotti offerti e per la ricchezza del catalogo, in ulteriore, rapida espansione.

Andando a sommare gli anni di esperienza maturati dai membri dello staff progettuale e dirigenziale del team Perlisten in ambito “alta fedeltà”, volendo con questo comprendere tutti gli aspetti cruciali legati allo sviluppo, alla costruzione ed alla commercializzazione dei prodotti per la riproduzione musicale, il totale supera i 150 anni…
Un dato che spiega come sia possibile che un marchio giovane, fondato nel 2016 ed i cui primi prodotti sono stati commercializzati nel 2020, disponga già di un così ben nutrito catalogo di sistemi di altoparlanti e subwoofer innovativi e dall’elevato contenuto tecnologico.
Anche il nome scelto per il marchio rivela in qualche modo l’obiettivo del gruppo dei fondatori; Perlisten è infatti la fusione dei termini perceptual listening, unione che rende molto bene l’idea della finalità dei prodotti della casa, che è appunto quella dell’ascolto “attento”, teso a cogliere ogni più sottile sfumatura, quale che sia il mezzo tecnico impiegato per massimizzarne la qualità.
Qualche connotato essenziale di questa notevole realtà industriale: il quartier generale è a Verona, non quella delle nobili famiglie venete, ma quella del Wisconsin, da dove viene gestita la distribuzione in USA e dove si trova anche uno dei centri di ricerca e sviluppo. Un’altra sede per l’R&D è in California, nella contea di Los Angeles e per la precisione a Torrance; qui si sviluppano il software, le applicazioni per il DSP e le elettroniche.

A Frisco, in Texas, c’è la sede del marketing globale, affiancata da quella di Copenaghen che gestisce anche la distribuzione europea. Per la manifattura occorre spostarsi in Cina, a Dongguan, dove accanto a 3 stabilimenti produttivi c’è anche un altro centro R&D. A questo proposito credo sia molto importante evidenziare il fatto che le unità produttive sono di proprietà di Perlisten, che effettua lavorazioni anche per conto di altri marchi ben noti (ATC, Canton, Sonos, Arendal sono alcuni di quelli a noi più conosciuti).
Trasduttori, elettroniche, software, tutto è sviluppato internamente. Al momento le linee di diffusori sono due: la serie S e la R, a cui farà seguito anche una serie di altoparlanti da incasso a parete. Le due linee sono articolate in maniera molto simile, nel senso che per ogni modello della linea S ce n’è uno omologo nella R; e anche i nomi dei modelli sono identici, differendo solo per la lettera che identifica la serie.
Nella R c’è in più un diffusore da pavimento intermedio tra il modello top e quello da supporto. Più marcate le differenze nel reparto subwoofer: mentre quelli dedicati alla serie S sono 4, con altoparlanti da 15 o 12 pollici (in configurazione singola o push-pull), quelli per la R sono solo in versione push-pull ma con driver da 12 o 10”. Ma c’è un altro elemento comune a tutti i diffusori e che potremmo identificare come il “marchio di fabbrica” Perlisten, ovvero l’utilizzo di una unità medio-alti composta da ben tre trasduttori a cupola allineati verticalmente e inseriti all’interno di una guida d’onda.
Denominato DCP Array (Directivity Pattern Control), questo sofisticato gruppo ottimizza la dispersione orizzontale (è infatti una sorgente estesa lungo l’asse verticale), garantendo da un lato uno “sweet spot”, ovvero un’area di ascolto ottimale più ampia che riduce gli effetti negativi delle riflessioni del pavimento in primis e del soffitto in seconda battuta. A differenziare le due linee sono la dimensione e i materiali usati per i trasduttori.

I woofer nella serie S sono da 180 mm con membrana TPCD (Thin Ply Carbon Diaphragm), un materiale composito a base di fibra di carbonio ma più leggero del 30% a parità di spessore rispetto alla fibra tradizionale e addirittura con caratteristiche meccaniche superiori, mentre nella serie R sono da 165 mm con membrana HPF (Hybrid Pulp Formulation), un mix di fibre di legno, bambù e lana. L’array DPC della serie S vede l’impiego di tre componenti con cupola da 28 mm, in berillio quello centrale, in TPCD come i woofer per i due driver aggiuntivi, mentre nella serie R sono utilizzati tre altoparlanti da 26 mm con cupola in seta.
Tutti i componenti della serie S ed alcuni della R inoltre hanno ottenuto la certificazione THD Dominus, che garantisce l’idoneità all’uso in ambienti di grandi dimensioni (fino a 184 metri cubi e a una distanza di ascolto/visione fino a 6 metri). Attenzione, il fatto che le specifiche dei diffusori siano tali da consentire di attribuire loro la certificazione THX non significa che l’utilizzo di questi prodotti sia limitato all’home theater. Se da un lato le due serie sono strutturate per soddisfare ogni esigenza di configurazione di sistemi HT, la filosofia dei prodotti è quella di offrire la massima qualità di ascolto, indipendentemente dall’uso, cinema in casa, stereo o audio multicanale.
Il sistema oggetto della prova è composto da una coppia di S7t, il modello al vertice della serie S, affiancato dal sub con doppio 15” D215S, anche qui il top, e dal centrale S7c. Vediamo qualche ulteriore dettaglio sui questi componenti.
S7t
Si tratta di un sistema da pavimento, dove l’Array DPC è affiancato da quattro woofer da 18 cm con la membrana TPCD di cui sopra, collocati simmetricamente rispetto all’array; fino a 500 Hz i quattro altoparlanti lavorano in parallelo, mentre al di sopra e fino a 1,1 kHz si estendono solo quelli più vicini all’unità medio-alti.
All’interno di questa i due trasduttori esterni TPCD sono tagliati superiormente a 4,4 kHz, frequenza a partire dalla quale lavora solo il tweeter centrale in berillio. La via inferiore può funzionare in bass reflex (le bocche dei due condotti si aprono in una camera alla base del mobile che comunica verso l’esterno attraverso delle aperture protette da griglie poste lateralmente e posteriormente).

Ma è possibile anche passare ad una sospensione pneumatica, provvedendo a chiudere i condotti di accordo, operazione che si effettua smontando la solidissima (lo spessore è di ben 12 mm) base in acciaio del mobile che reca anche i 4 bracci con gli appoggi regolabili (con terminale in gomma o metallo a seconda delle esigenze). La scelta dell’uno o dell’altro caricamento dipende dalle caratteristiche dell’ambiente e dall’eventuale presenza del subwoofer. Il mobile, inclinato un paio di gradi all’indietro, è realizzato in HDF (circa il 40% più denso del più comune MDF), con numerosi rinforzi interni; lo spessore del pannello frontale arriva ad 80 mm nel punto di massimo spessore.
Ciascun trasduttore, compreso il gruppo medio-alti, dispone di una griglia di protezione individuale. Due gli aspetti tecnici che, tra tutti, saltano all’occhio: la frequenza molto bassa (1.110 Hz) da cui iniziano a lavorare i due trasduttori a cupola da 28 mm TPCD (quelli “esterni” nel gruppo medio-alti), che pur sembrando dei tweeter possono essere a buon diritto definiti midtweeter, e la notevole sensibilità del sistema, 92 dB (2,83 V/1 m), che probabilmente è una delle specifiche THX da rispettare per ottenere la certificazione.
S7c
Il canale centrale S7c utilizza gli stessi trasduttori del diffusore da pavimento, ma a differenza di questo non è previsto il funzionamento in bass reflex e lo sviluppo in lunghezza del pannello frontale è pertanto leggermente minore (960 mm). Tutte le considerazioni fatte poc’anzi sul S7t valgono quindi anche per questo imponente canale centrale.

D215s
Tra i tre componenti in prova è di certo quello più impressionante: le dimensioni sono quelle di un frigorifero compatto ed il peso di 92 chili la dice lunga sulla “consistenza” di quest’oggetto; quelli della serie S sono poi gli unici sub al mondo ad avere ottenuto la certificazione THX Dominus.
Il modello provato è il maggiore, quello con 2 woofer da 15” in push-pull, uno collocato sulla faccia frontale del mobile ed il secondo su quella inferiore. Questa configurazione prevede che i due altoparlanti lavorino in controfase (quello inferiore pertanto ha la parte del cono rivolta verso l’interno del mobile e quella del magnete verso l’esterno), minimizzando le irregolarità di funzionamento legate alle non linearità causate dalle asimmetrie intrinseche dei trasduttori.

Il fatto che uno dei woofer sia montato “al contrario” mi fa suppore che sia il motivo per cui si è optato per il montaggio sulla faccia nascosta, quella rivolta verso il pavimento, perdendo di fatto il vantaggio offerto dal montaggio dei trasduttori su due facce contrapposte del mobile, quello dell’annullamento reciproco delle vibrazioni. In questo caso è la massa stessa del sub, oltre 90 chili, ad evitare che lo stesso se ne vada a spasso per la sala… I due woofer hanno la membrana in fibra di carbonio e lo spider in Nomex.
Il costruttore dichiara il funzionamento in sospensione pneumatica, ma di fatto il mobile presenta tre aperture, una frontale e due laterali; ma non abbiamo abbastanza informazioni per dire se queste aperture funzionino come condotti di accordo. L’unica supposizione che posso fare al riguardo è quella che il costruttore, parlando di sospensione pneumatica, si riferisca al tipo di risposta in frequenza; osservando i grafici che Perlisten ci ha inviato e che sono visionabili sul sito della casa, si nota che in effetti la pendenza del ramo passa-alto è più blanda di quella naturale di un bass reflex, frutto quindi del lavoro del DSP.
Di solito si cerca di limitare l’escursione dei trasduttori, ma vista la notevole prestanza di quelli utilizzati forse qui è stata fatta la scelta opposta. L’amplificazione di bordo in classe D fornisce una potenza a breve termine di 3.000 watt; il controllo del sub può essere fatto attraverso il display touch collocato sulla parte superiore o tramite app (Android e iOS). Le varie funzionalità sono gestire da un processore a 32 bit ARM M4 Cortex; il DSP soffre anche funzionalità di correzione acustica ambientale integrate con il popolare software freeware REW (Room EQ Wizard).
L’ascolto
Per la prova sul campo abbiamo approfittato dell’ospitalità del distributore italiano che ci ha messo a disposizione una delle sue sale all’interno dello showroom di Casalnuovo di Napoli, una sala cinema acusticamente trattata dove assieme al sistema Perlisten stazionava anche una coppia di videoproiettori SIM2 Nero 4S in stack. Per il pilotaggio del fronte anteriore è stato impiegato un finale a tre canali Audimaxim MA3300 (3×300 watt in classe D). Non essendo ancora disponibile la linea di diffusori da incasso, i diffusori surround non erano Perlisten, ma questo non invalida certo il test di ascolto, che abbiamo iniziato a partire dai soli diffusori frontali. Questi offrono un suono estremamente composto e controllato sia all’estremo inferiore che superiore, con una certa preferenza per lavorare a volumi più elevati. Anche a livelli decisamente sostenuti non c’è il minimo senso di impastamento, perdita di controllo o focalizzazione; l’immagine è alta e si va a collocare più al livello del woofer superiore che a quello dell’unità medio-alti.

L’impressione complessiva è una via di mezzo tra quella che si riceve con impianti multicanale in grado di restituire la dinamica “naturale” (ovvero con livelli di pressione tipici delle migliori sale cinema) e la naturalezza dei sistemi votati esclusivamente all’hi-fi; ad esempio le percussioni vengono restituite con quell’impatto realistico che davvero molto raramente si riesce ad ottenere in un impianto domestico, ma senza che vengano asciugate, restando belle corpose. E soprattutto senza alcun senso di fastidio anche quando l’incisione è di per sé piuttosto duretta.
La gamma bassa non mi è sembrata tra le più immanenti e viscerali, fisiche, ma gode come detto di un elevato controllo e di una precisione eccellente, che restano tali ed anzi si esaltano al crescere del volume. Step due: entra in campo il subwoofer. Sebbene tarato su livelli diciamo conservativi, il suo intervento è comunque “devastante”, in senso buono. Il sub dona corpo al basso dei frontali mantenendo la loro indole controllata e precisa.
Questo componente è tutto quello che le sue dimensioni imponenti lasciano supporre: come dicono gli americani “Rock Solid”, attacchi velocissimi, precisi, dinamica oltre ogni logica, il D215s è il sub HT più hi-fi che c’è (il B&W DB1D che provai un paio di anni fa me lo ricordo un po’ meno HT, meno esplosivo negli attacchi ma gli ascolti a memoria lasciano sempre il tempo che trovano). L’ultimo passo è stato quello di ascoltare i diffusori Perlisten in un sistema multicanale Atmos 7.1.4.

Non ho potuto utilizzare le mie tracce di riferimento ma quello che mi hanno proposto i titolari di Cinema & Sound è stato parecchio interessante ed era comunque tutto materiale ben noto. Prima traccia Eric Clapton (“The lady in the balcony: lockdown sessions”): musicalissimo, avvolgente, dettagliato, potente e non affaticante. Seconda traccia, una scena da “Parasite”: in auto, grazie al sub sembrava di essere davvero nella vettura insieme ai protagonisti, il rumore di sottofondo della macchina era restituito con una naturalezza rara. Terza traccia, l’inizio di “Jurassic world” dove la porta sottomarina che si apre, il temporale, i tuoni, tutto viene riprodotto con fisicità ma senza esagerazione, sempre con grande autorevolezza e controllo.
Dopo un assaggio di “John Wick 3” siamo passati ad una scena di “1917” che conosco molto bene, quella dell’attraversamento del ponte di ferro, con gli spari secchi e potenti, una dinamica alla portata di pochi sistemi se si escludono le sale Imax… Quello che riesce a fare il sub da solo finora l’avevo sentito fare solo da componenti in coppia, ed è piuttosto raro poter ascoltare una resa potente e credibile come quella offerta dal sistema in toto. Indipendentemente dal contenuto, i componenti Perlisten hanno dimostrato di possedere in quantità due doti che non sempre si sposano alla perfezione: trasparenza e dinamica.
Conclusioni
Le due doti di cui sopra consentono di affermare che scegliere Perlisten come sistema di alto livello indipendentemente dalla destinazione d’uso è una scelta vincente. Non è un marchio che ha una storia pluridecennale alle spalle, ma è probabile che i recensori che scriveranno tra 50 anni ne parleranno come facciamo noi ora a proposito dei marchi cosiddetti “blasonati”. I risultati dimostrati sul campo non sono frutto di un colpo di fortuna ma, come già scritto in apertura, della lunga esperienza maturata da chi in Perlisten lavora seppur da poco tempo. Livello costruttivo, originalità delle soluzioni frutto di ricerca e sviluppo alla portata di pochi, qualità dei materiali non sono la ragione principale per dire che il prezzo di questi componenti è ampiamente giustificato, sono le prestazioni a farlo.
Mario Mollo
Ci è piaciuto
- La dinamica di cui sono capaci questi sistemi è davvero notevole
- Il controllo, la trasparenza e la precisione non risentono del livello di ascolto
Non ci è piaciuto
- La gamma bassa dei soli S7t è un po’ leggera, seppur potente e controllata
Perlisten S7t, S7c, D215s
Sistema di altoparlanti da pavimento, canale centrale, subwoofer attivo
Distributore per l’Italia: Cinema & Sound, Via Arcora 34, 80013 Casalnuovo di Napoli (NA). Tel. 3890467115 – www.cinemaesound.it
Prezzo di listino (IVA inclusa): S7t euro 17.990,00 (la coppia, finitura nera o bianca), euro 19.990,00 (la coppia, finitura ebano); S7c euro 7.495,00 (finitura nera o bianca), euro 8.495,00 (finitura ebano); D215s euro 8.990,00
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
S7t
- Tipo: sistema di altoparlanti da pavimento, 4 vie, bass reflex/sospensione pneumatica.
- Altoparlanti: 4 woofer da 18 cm TPCD, 2 midtweeter a cupola da 28 mm TPCD, 1 tweeter a cupola in berillio da 28 mm.
- Sensibilità: 92 dB (2,83 V/1 m).
- Impedenza: 4 ohm (min 3,2 ohm).
- Risposta in frequenza: 80 Hz-20 kHz (± 2 dB), 22 Hz-37 kHz (bass reflex, -10 dB), 32 Hz-37 kHz (sospensione pneumatica, -10 dB).
- Potenza consigliata: 100-600 watt.
- SPL massima: 117 dB (seconda e terza armonica <2%).
- Dimensioni (LxAxP): 240x1295x400 mm.
- Peso: 55,7 kg
S7c
- Tipo: canale centrale, 4 vie, sospensione pneumatica.
- Altoparlanti: 4 woofer da 18 cm TPCD, 2 midtweeter a cupola da 28 mm TPCD, 1 tweeter a cupola in berillio da 28 mm.
- Sensibilità: 92 dB (2,83 V/1 m).
- Impedenza: 4 ohm (min 3,2 ohm).
- Risposta in frequenza: 80 Hz-20 kHz (± 1,5 dB), 38 Hz-37 kHz (-10 dB).
- Potenza consigliata: 100-600 watt.
- SPL massima: 117 dB (seconda e terza armonica <2%).
- Dimensioni (LxAxP): 960x240x400 mm.
- Peso: 33,5 kg
D215s
- Tipo: subwoofer attivo.
- Altoparlanti: 2 woofer da 38 cm con membrana in fibra di carbonio, escursione lineare ±30 mm.
- Risposta in frequenza (THX EQ): 20-200 Hz (-6 dB), 16-210 Hz (-10 dB).
- Risposta in frequenza (Large room EQ): 15-200 Hz (-6 dB), 13-210 Hz (-10 dB).
- Risposta in frequenza (Small room EQ): 24-200 Hz (-6 dB), 18.210 Hz (-10 dB).
- Potenza amplificatore (classe D): 3 kW (per brevi durate).
- Display: 2,4” LCD sensibile al tocco.
- Ingressi: 2 RCA, 2 XLR.
- Uscite: 2 RCA, 2 XLR.
- Dimensioni (LxAxP): 500x805x650,5 mm.
- Peso: 92 kg
AR 444