Questa Quinta di Mahler in video, dallo smalto sonoro (sinora) inarrivabile tra le moderne esecuzioni, non è più una novità. Registrata infatti nell’agosto del 2004 nella sala del Festival di Lucerna, fa parte della integrale delle sinfonie di Mahler (con l’eccezione dell’Ottava) registrate dal 2003 al 2009 dal maestro italiano.
Una versione di fatto definitiva dei grandi affreschi musicali mahleriani, fortunatamente documentati con regia puntuale e intelligente nell’alta definizione del video e nella raffinatezza del DTS HD Master Audio (con traccia ovviamente anche in due canali). Pubblicate all’inizio singolarmente, da qualche tempo le Sinfonie dalla 1 alla 7 sono disponibili ad un prezzo decisamente più abbordabile in un cofanetto di quattro Blu-ray. L’orchestra è puntualmente quella del Festival di Lucerna, una formazione “scelta” basata su solisti di rango o prime parti di importanti orchestre europee. Tra questi nomi del calibro di Kolja Blacher (violino), Sabine Meyer (clarinetto), Albrecht Mayer (oboe), Wolfram Christ (viola), Natalia Gutman (violoncello), Alessio Allegrini (corno).
Più importante, tuttavia, il senso di straordinaria coesione che Abbado ottiene da questa orchestra, con un senso della frase omogeneo e raffinato ed un respiro in grado di restituire anche le parti più esuberanti mantenendo sonorità luminose e gradevoli. Del resto anche nelle ultime registrazioni di Abbado, raccontate nella sezione musica dal nostro Filippo Gonnelli, il risultato è di eccellenza. Voglio almeno menzionare il video con musiche di Brahms e Beethoven recensito sul numero 353 di AR e il CD della Accentus con la Sinfonia n. 1 di Bruckner sul numero 352.
Ma torniamo a questa Quinta, sicuramente la più interessante in discografia anche se siamo in attesa di ascoltare quella diretta da Chailly registrata lo scorso anno a Lipsia. Come sapete Mahler descrive nelle sue partiture un vero e proprio “universo sonoro”, pur utilizzando elementi già presenti nella grande orchestra del suo tempo.
La Sinfonia si apre nella drammaticità di una marcia funebre, con il celebre e difficile assolo della prima tromba che illumina la scena sonora. Qui è presentata in forma smagliante dalla notevole resa tecnica del supporto.
Sulla forza espressiva delle immagini abbiamo detto più volte. Oltre all’opera e al balletto, come è ovvio, si apprezza una buona regia anche nel video “sinfonico”, che analizza la partitura con dettaglio persino superiore a quanto possibile in concerto.
I contributi delle prime parti dell’orchestra, l’evidenza di alcune sezioni strumentali quando diventano protagoniste, il contributo della gestualità dell’interprete danno quindi una visione “introspettiva” preziosa per la comprensione della struttura musicale. Ecco allora che una grande pagina sinfonica diventa una sorta di “documentario” sulla musica, e più ancora, soprattutto con Mahler, un film d’azione dove la narrazione è portata avanti dai membri dell’orchestra.
La Quinta è la prima del terzetto di grandi sinfonie strumentali che occupano l’autore nel suo “periodo centrale”. Giunti ormai al principio del Novecento il mondo musicale è pronto ad accogliere le sempre più gigantesche partiture che Strauss e lo stesso Mahler avevano offerto a partire dal ventennio precedente. Molti riconosceranno, dopo le intemperanze dinamiche dei primi tre movimenti, il celebre “Adagietto” per arpa e archi, sublime canto senza parole nella distensiva tonalità di Fa maggiore.
Le carte si giocano sulla capacità espressiva degli archi e proprio qui Abbado coglie il senso di spiritualità di Mahler, nel silenzio di fiati e percussioni, con una partecipazione viscerale che non manca di commuovere. Nel movimento conclusivo, una serie di delicate frasi su singoli strumenti avvia una fase ottimistica ed esuberante, con ottoni chiamati a nuova gloria ed una stretta finale che non manca di scatenare l’entusiasmo del pubblico. Ascoltato a volume disinvolto, questo Blu-ray offre senza imbarazzi il respiro della sala da concerto, ma non manca di offrire dettaglio alle parti più intime e quasi cameristiche, con dinamica ampia e naturale.
Marco Cicogna