Dolby Atmos: esperienze immersive dal cinema al salotto di casa

La tecnologia multicanale Dolby Atmos, arriva negli impianti home theater, per offrire nuovi livelli di realismo e coinvolgimento.

Il rendering di una sala attrezzata con Dolby Atmos. (immagine dal sito Dolby Labs).

Il rendering di una sala attrezzata con Dolby Atmos. (immagine dal sito Dolby Labs).

Atmos è il nome attribuito da Dolby Laboratories a una tecnologia di trasmissione digitale del sonoro in grado di supportare fino a 128 flussi audio simultanei, con la possibilità di installare oltre 64 diffusori nelle sale. Questo per offrire un livello di realismo superiore rispetto alle soluzioni attualmente implementate al cinema, grazie alle suggestioni della colonna sonora del film vissute come se ci si trovasse al centro della scena, letteralmente “avvolti” dagli effetti audio provenienti da ogni lato della sala, soffitto compreso.

Le strutture cinematografiche più avanzate in Italia propongono il sistema 7.1, in sostanza una configurazione di otto canali nella quale i diffusori surround sono posizionati ai lati dell’ascoltatore, e alle sue spalle. L’Atmos è invece una vera e propria calotta che avvolge: lungo il soffitto, dal fondo del locale fino all’inizio dello schermo, sono montati ulteriori moduli surround, sospesi sopra le teste degli spettatori in sala. Il risultato è la migliore esperienza possibile per l’ascolto: non solo più quantità o maggiore potenza, ma una superiore qualità grazie al suono puntiforme. Chi scrive ha avuto l’opportunità di saggiare questa tecnologia durante il Mobile World Congress 2013, grazie a un invito di Dolby per la proiezione di “A Good Day to Die Hard” nella prima sala attrezzata Atmos in Europa del gruppo spagnolo Cinesa.

In effetti, la sensazione di maggior coinvolgimento, specie con un film d’azione come quello, c’è stata eccome. Qua in Italia, dato anche il periodo di crisi, le novità arrivano con una certa lentezza, per cui sono poche le sale che offrono questa tecnologia: si trovano a Gela, col Multicinema Hollywood inaugurato verso la fine del 2013 che è stato il primo, a Mestre nella multisala IMG Candiani e in alcune multisala UCI, più precisamente Fiumara (GE), Lissone (MB) e Roma (Parco Leonardo e Roma Est). A Roma c’è anche il progetto di un’installazione dimostrativa nella Casa del Cinema, allestita per merito di un’iniziativa congiunta di Dolby assieme a Cinemeccanica e in collaborazione con la Pino Chiodo Cinema Engineering che ha già curato la ristrutturazione tecnologica della sala.

L’interfaccia utente della funzione monitor dell’encoder Dolby Atmos. (immagine dal sito Dolby Labs).

L’interfaccia utente della funzione monitor dell’encoder Dolby Atmos. (immagine dal sito Dolby Labs).

Come funziona

Ovviamente le prerogative di Dolby Atmos non sono riservate agli “action movie”, ma possono essere utilizzate laddove il suono deve attraversare la scena sonora, come il rumore della pioggia, il soffio del vento e altro ancora. Al cinema, il Dolby Atmos si basa sulla combinazione di 9.1 canali base (il cosiddetto “Bed Audio”) e fino a 118 oggetti audio simultanei (canali mono o stereo), per generare un campo sonoro avvolgente. Grazie a sofisticati strumenti messi a disposizione da Dolby per la creazione di contenuti che rappresentano gli oggetti audio in modo tridimensionale, i registi possono isolare ciascuno di essi in una scena, posizionarli esattamente dove vogliono e deciderne il movimento, sincronizzando il tutto con la traccia base. Il mix audio finale conterrà, oltre agli oggetti audio, anche una serie di dati aggiuntivi riferita a ciascuno di essi, i cosiddetti metadati, che descriveranno i parametri necessari alla riproduzione.

Dal Cinema al salotto di casa

Il passo è breve: per arrivare all’impianto home theater Dolby ha rilasciato le licenze per consentire l’implementazione della tecnologia negli apparecchi (amplificatori e sintoamplificatori) che saranno utilizzati in casa. Un fattore molto importante è la retrocompatibilità con i vecchi sistemi: il flusso Dolby Atmos può essere incapsulato in una traccia Dolby TrueHD o Digital Plus. Pertanto, se si vorrà usufruire di questa tecnologia si dovrà sostituire il sintoamplificatore con un nuovo modello dotato di processore DSP con algoritmo Atmos Engine, mentre nulla si dovrà toccare delle sorgenti (lettori Blu-ray, console e quant’altro).

Alcune delle configurazioni home theater possibili. (immagini dal sito Dolby Labs)

Alcune delle configurazioni home theater possibili. (immagini dal sito Dolby Labs)

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I prodotti Home Theater

Il mercato dell’Home Theater, ormai fermo da tempo, è già in fermento: sono diversi i prodotti che sono o saranno presto disponibili per supportare Dolby Atmos, si va dai sintoamplificatori di Denon, Marantz, Onkyo, Pioneer e Yamaha, ai diffusori che utilizzano la riflessione per emulare quelli a soffitto, sviluppati da KEF, Onkyo e Pioneer.
Denon, per esempio, ha in catalogo due modelli 2014, AVR-X4100W (1.599 euro) e AVR-X5200W (2.199 euro), con configurazioni Dolby Atmos 5.1.2, 5.1.4, 7.1.2 e 5.1.2, 5.1.4, 7.1.2, 7.1.4, 9.1.2 rispettivamente. La presenza del sistema di calibrazione di sicuro verrà in aiuto per il setup che potrebbe davvero risultare complicato da mettere a punto manualmente.
Onkyo ha in catalogo due sintoamplificatori, TX-NR3030 (2.499 euro) e TX-NR1030 (1.999 euro), assieme al preamplificatore PR-SC5530 (2.999 euro) che già prevedono Dolby Atmos, mentre i sintoamplificatori TX-NR636, TX-NR737 e TX-NR838 sono predisposti con le apposite uscite di potenza e grazie ad un update del firmware, in uscita a settembre, supporteranno la codifica.

Il nuovo sintoamplificatore Denon AVR-X4100W con decodifica Dolby Atmos; sul retro le uscite per i due canali Height aggiuntivi.

Il nuovo sintoamplificatore Denon AVR-X4100W con decodifica Dolby Atmos; sul retro le uscite per i due canali Height aggiuntivi.

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Certo poi, in un ambiente domestico già zeppo di diffusori, doverne introdurre degli altri non sarà la cosa più semplice del mondo, anche per la sicura opposizione della propria dolce metà: le specifiche Dolby prevedono, per la migliore qualità, l’installazione di quattro altoparlanti a soffitto, operazione decisamente difficile se non si hanno spazi e canalizzazioni adeguate. Nei casi più complicati, cioè quando l’aggiunta è davvero impossibile, potrebbero dimostrarsi utili i moduli SKH-410 di Onkyo, che vanno sovrapposti ai canali frontali e/o posteriori per implementare la riflessione sonora. Il risultato non sarà esattamente lo stesso di un diffusore a soffitto, ma la qualità non dovrebbe risentirne eccessivamente.

Uno dei modelli base di Onkyo, il TX-NR737, che riceverà a settembre l’aggiornamento firmware per il Dolby Atmos; nel pannello posteriore le uscite di potenza Height sono condivise con i canali Back, utilizzabili in alternativa.

Uno dei modelli base di Onkyo, il TX-NR737, che riceverà a settembre l’aggiornamento firmware per il Dolby Atmos; nel pannello posteriore le uscite di potenza Height sono condivise con i canali Back, utilizzabili in alternativa.

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Una coppia di diffusori SKH-410 di Onkyo, che vanno poggiati sopra i diffusori frontali.

Una coppia di diffusori SKH-410 di Onkyo, che vanno poggiati sopra i diffusori frontali.

I titoli

L’encoder consumer Dolby Atmos è stato rilasciato pochissimo tempo fa, quindi di titoli in vendita non ce ne sono ancora, però si prevede un primo lotto di film in Blu-ray codificati Atmos tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, partendo sicuramente da quelli usciti in sala.

Conclusioni

Al momento non sappiamo se questa è una nuova trovata di marketing o l’uovo di Colombo per avvicinare sempre di più l’esperienza del Cinema in Casa a quella della sala cinematografica, però nei prossimi mesi valuteremo l’impatto dell’introduzione del Dolby Atmos negli impianti home theater. La recente esperienza della “diffusione” del 3D dovrebbe però averci insegnato qualcosa…

di Marco Meta

da Digital Video n. 159 novembre 2014

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1 Comment

  1. in ambito domestico, parlo di case umane e non saloni di case da divi del cinema di Hollywood, il miglioramento tenderà a 0 (zero)…ma l’ansia di avere l’ultimo codec ti spingerà comunque all’acquisto di un nuovo pre processore o sintoampli…io lo vedo più come un tentativo di ravvivare un settore di mercato boccheggiante che una reale necessità..io questa volta resterò alla finestra a guardare e non farò il pioniere…rinnovo la mia considerazione limitatamente ai confini di un uso domestico…

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