Un esempio di installazione facile, che mi auguro possa avvicinarvi al mondo della videoproiezione, sfatando il falso mito che per il cinema in casa occorra per forza una sala apposita
Molti appassionati di alta fedeltà debbono scegliere i componenti dell’impianto non solo in base alle prestazioni sonore e alle caratteristiche tecniche, ma anche assecondando il WAF, il Wife Acceptance Factor. Se in fin dei conti far digerire la presenza in soggiorno di una sorgente come un lettore universale ed un amplificatore non è troppo difficile, convincere la propria compagna che “quella coppia di diffusori alti 180 centimetri e pesanti solo 87 chili stanno benissimo vicino al trumò Luigi 14” è a tutti gli effetti una “mission: impossible”.
Lo stesso problema affligge chi ambirebbe a mettere su un bell’impianto home theater: se risultano indigeste due casse figuriamoci 6 o 7… La TV a schermo piatto non è un problema, perché piace anche a lei, purché sia abbastanza sottile. Ma se alla televisione vogliamo affiancare anche un proiettore ecco che le dolenti note tornano a farsi sentire. Non me ne vogliate se ho scherzato sull’aspetto “moglie” o compagna; in realtà moltissimi potenziali appassionati, sposati o single che siano, partono dall’errato presupposto che per avere il cinema in casa occorra disporre di una sala appositamente attrezzata e rinunciano a priori ripiegando su un display piatto ed una soundbar.
Per carità, un bel televisore affiancato da un sistemino audio compatto che sostituisca la sezione audio inevitabilmente povera del display è imprescindibile. Ma la base per ogni futuro ragionamento che faremo è che TV e videoproiettore non sono alternativi l’una all’altro: la TV non sostituisce il proiettore, il proiettore non sostituisce il televisore.
Sono due apparecchi che servono, è vero, a mostrare le immagini provenienti da una sorgente video, ma la modalità di fruizione ed il contenuto emozionale dell’esperienza d’uso sono diverse al punto da rendere indispensabile la presenza di entrambi. Autorizzo chi non ama andare al cinema a girare pagina e a passare al prossimo articolo, perché lo scopo di tutto, qui, è ricreare in casa l’esperienza che si prova in sala. E vi assicuro che non è difficile come invece molti suppongono e l’impianto che illustriamo in queste pagine ne è la prova.
Purtroppo mai come in questo caso le dimensioni… contano. Per quanto grande, e per grande intendo fino a 60”, un display piatto (o curvo!) non riesce a ricreare la stessa sensazione, a regalare lo stesso “punch” visivo, di uno da 100 o più pollici. Sì, lo so che ci sono TV da 80 e 100 pollici, ma costano ancora tantissimo e non credo che un tale manufatto collocato in una abitazione normale passi più inosservato di un videoproiettore con il suo schermo arrotolato.
Con una spesa volendo anche molto inferiore ai 1.500 euro, potete portarvi a casa un proiettore Full HD in grado di generare immagini anche di 200 pollici. Certo, per uno schermo da 200 pollici (e per schermo intendo anche una semplice parete bianca), occorre avere a disposizione una parete libera di oltre 4 metri e mezzo, mentre basta la metà per un pur sempre efficace schermo da 100”. Per quanto la visione di una videoproiezione sia emozionalmente superiore a quella di un televisore, occorre altresì che siano verificate delle condizioni che invece non sono richieste quando si guarda la TV, ovvero che la sala sia oscurata e che si disponga di un impianto audio possibilmente multicanale, anche questo non indispensabile al televisore che è provvisto di un suo sistema di diffusione del suono, per quanto non sempre efficace. Per questo il proiettore non è alternativo alla TV.
Il suo uso è riservato “all’evento”, filmico o sportivo che sia. All’evento ci si prepara, ognuno al proprio posto, magari con qualcosa da sgranocchiare pronto nelle vicinanze e a luci spente. L’evento non si interrompe, non si chatta con lo smartphone, non si fa altro. Ci si abbandona al divertimento. Si può guardare un film anche con la TV, lo fanno tutti, ma non sarà mai la stessa cosa. Perché privarsi si questa magia visto che non costa uno sproposito e che l’estetica della casa ne risentirà poco o nulla?
A mio modesto avviso non c’è davvero motivo per rinunciare, sempreché, come detto, si ami andare al cinema. Qualcuno mi dice che con quello che spendi per l’impianto, al cinema ci vai 100 volte con moglie e figlioletto. È vero. Ma io al cinema ci vado lo stesso, mica ci rinuncio. Solo che una o due sere a settimana il cinema me lo faccio anche a casa. E la parte audio me la godo anche per la musica, in semplice stereofonia. Nell’impianto che vi mostriamo l’elemento che potrebbe recare più disturbo alla pulizia dell’arredo è lo schermo, di circa 2 metri di base.
Qui l’installazione è minimale, nel senso che lo schermo è posizionato al suo posto solo con le staffe in dotazione. I collegamenti elettrici sono occultati sotto traccia e nel caso in cui l’installazione non venga fatta durante una ristrutturazione questo lavoro non è da poco. Ma in molti casi si dispone di un controsoffitto dove si possono nascondere non solo i cavi ma lo schermo stresso, rendendolo di fatto invisibile quando non in uso. Anche nell’installazione presentata si sarebbe potuto occultare lo schermo con un tendaggio o con una struttura in cartongesso, ma il proprietario ha ritenuto che lo schermo a vista non offendesse il proprio senso estetico.
Semplicissima anche l’installazione del proiettore, fissato direttamente al mobilio scelto per l’arredo. Si tratta di mobili modulari economici, per i quali non ci si fa nessuno scrupolo a praticarvi sopra dei fori. In casi più delicati si può utilizzare un sistema di fissaggio a muro, dal costo dell’ordine del centinaio di euro. Se la parete è libera si può anche posizionare una mensola che risulterà utile a nascondere il cablaggio e ridurre l’impatto della vista del proiettore. Insomma, se c’è un minimo di volontà, si possono trovare decine di soluzioni che salvano capra e cavoli. Nel caso presentato, il proiettore è privo di shift verticale, il che ha obbligato a collocarlo ad una altezza prestabilita.
Ma con lo shift, che consente di spostare l’immagine proiettata in su ed in giù (e ove disponibile anche a destra e sinistra), la collocazione del proiettore gode di una libertà tale da poterlo posizionare ove il fastidio è minimo. Sono contento che chi ne ha la possibilità si metta su una sala cinema con tutti i crismi: poltrone, acustica curata, schermo gigante e magari proiettore 4K. Ma anche il cosiddetto “comune mortale”, con un impegno economico direi modesto (molti TV costano più di un buon proiettore), senza deturpare la propria abitazione può, se vuole, regalarsi la splendida emozione del cinema in casa.
di Mario Mollo
E voi come avete fatto? Inviateci foto e descrizione del vostro impianto “cinema” domestico e lo premieremo con la pubblicazione.
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