LG OLED65E7V

Ora tutti o quasi (ri)credono nell’OLED…
… perché nissuna cosa infine è difficile a chi vuole, et chi la dura la vince.

Valeva la pena scomodare Lorenzo il Magnifico per elogiare la tenacia con cui LG ha proceduto imperterrita sulla strada dell’OLED, anche quando tutti gli altri l’hanno lasciata praticamente sola. Dai padiglioni del CES di quest’anno è giunto chiaro il segnale che LG ha avuto ragione ad insistere e ora non è più sola. Panasonic, Sony e Philips, tanto per fare qualche nome, hanno annunciato per il 2017 l’introduzione nei loro lineup di modelli basati sui pannelli LG, in particolare nella fascia alta.

Solo l’altro grande coreano non vuole ricredersi, pur avendo in passato investito cifre (suppongo) ragguardevoli nello sviluppo di pannelli OLED, ma ribattezzando da quest’anno in QLED i propri TV che prima si chiamavano SUHD, per altro con una grafica un tantino ambigua all’interno del nuovo logo, dove la Q assomiglia in qualche modo ad una O. Personalmente questa situazione piace molto, perché rimette in agitazione le acque di un mare che si era un po’ appiattito.

Nel corso degli ultimi due/tre anni, dopo una fase in cui era successo davvero poco di entusiasmante, l’introduzione massiccia dell’UHD ha portato con sé un drammatico salto qualitativo dei pannelli LCD, grazie alla tecnologia Quantum DOT nelle sue diverse interpretazioni: TV molto luminosi, dai colori brillanti e saturi, con un livello del nero molto basso (e ovviamente in 4K). E per la riproduzione dei contenuti in High Dynamic Range la potenza luminosa è diventata un parametro determinante; l’OLED, pur dotato di un elevatissimo contrasto, di certo non “brillava” in quanto a luminosità ed è sembrato che, pur essendo sicuramente capaci di fornire un contrasto maggiore, per i pannelli di LG il futuro non fosse particolarmente luminoso.

Nero a parte, l’OLED ha sempre avuto un altro grande punto di forza: lo spessore ridottissimo e ben sappiamo quanto questo aspetto di design possa essere determinante nella scelta del televisore. Invero anche gli LCD possono essere realizzati in spessori millimetrici, ma al prezzo di utilizzare la retroilluminazione edge, che permette solo un local dimming molto basico, al posto della più performante retroilluminazione direct, che per contro aumenta l’ingombro in profondità. L’OLED invece, non avendo retroilluminazione, è di per sé molto sottile pur avendo intrinsecamente il miglior local dimming che la tecnologia LCD possa sognare, quello sul singolo pixel…

Sebbene anche i pannelli LCD più recenti abbiano ulteriormente incrementato la loro luminosità massima, anche l’OLED di LG ha fatto passi da gigante sotto questo punto di vista, incrementando la resa del 25% rispetto allo scorso anno. Credo che sia questa la ragione per cui, stanti gli altri punti di forza della tecnologia self emitting, ora LG sia nuovamente in ottima compagnia.

Caratteristiche e funzionalità

L’apparecchio in prova si colloca nella zona medio-alta del catalogo, il cui vertice è occupato dalla serie W, composta dai televisori Signature “wallpaper design” da 77 e 65” con soundbar Dolby Atmos separabile. Al di sotto della W c’è la serie G, anch’essa composta da due modelli negli stessi tagli della W, rispetto ai quali i modelli G7 sono privi della soundbar separabile (il design non è più “wallpaper”), ma sono dotati di una soundbase al posto del piedistallo, che all’occorrenza può essere ruotata per appoggiare il TV alla parete. E poi c’è la serie E, alla quale appartengono il 65” in prova ed un leggermente più accomodabile 55”.

La parte posteriore non si adatta bene ad una eventuale installazione “scoperta”. La vaschetta delle connessioni è infatti priva di copertura.

È importante sottolineare che le differenze tra le varie serie riguardano essenzialmente il design: si parte dai fantascientifici 6 millimetri di spessore dei “wallpaper”, che ne spiegano bene il nome, al look classico della serie B. Cambiano anche le performance della sezione audio, ma la resa video è sostanzialmente la stessa, dal momento che i pannelli, a parità di diagonale, sono i medesimi, come anche è lo stesso il cosiddetto “engine” video.

Rispetto alla versione del 2016, i pannelli introdotti quest’anno sono dotati del filtro polarizzatore NBO (Neutral Black Oled), che migliora la resa alle bassissime luci e che riduce le riflessioni ambientali, incrementando il contrasto percepito. Rispetto allo scorso anno è stata anche migliorata la gestione dei segnali sempre alle bassissime luci, come anche è stata migliorata la 3D LUT (lookup table) utilizzata per il color mapping, la cui griglia passa da 729 punti (9x9x9) a 4.913 punti (17x17x17).

Tutto il lineup del 2017, i cui modelli hanno il numero 7 dopo la lettera che indica la serie di appartenenza, è composto da display compatibili Dolby Vision e HLG (Hybrid Log-Gamma), ovvero implementano tutte le varianti attualmente più significative dell’HDR. È questa una caratteristica molto importante, in quanto indice di massima compatibilità di questi apparecchi sia col software preregistrato, compresi i titoli Dolby Vision di prossimo rilascio, sia con quello già disponibile in streaming e con le future trasmissioni televisive HDR HLG. Anche se in più occasioni ho avuto modo di osservare che chi ha già un televisore UHD HDR privo di Dolby Vision non deve assolutamente gettarlo alle ortiche, in quanto tutti i titoli in uscita con traccia Dolby Vision includeranno necessariamente anche quella “base” HDR10, non c’è motivo per chi si accinge ora all’acquisto di non preferire un apparecchio capace di maggior compatibilità.

A maggior ragione è bene preferire un TV compatibile HLG, ovvero con quella che dovrebbe essere la codifica di elezione dell’HDR nelle trasmissioni televisive. Anche in questo caso, per dare un supporto psicologico ai possessori di TV privi di compatibilità HLG, dico che non si può escludere a priori la possibilità che i costruttori rilascino ove possibile un aggiornamento del firmware che colmi la lacuna, come nel caso della serie DX900 di Panasonic.
Anche se l’effetto “carta da parati” della serie W è irraggiungibile, il design “Picture on Glass” della serie E è comunque estremamente accattivante.

L’apparecchio dispone di soli ingressi HDMI, in numero di quattro. Le porte USB sono tre, di cui una 3.0. Al sinto digitale terrestre è affiancato anche un tuner SAT.

Visivamente è come se il pannello OLED fosse applicato ad una lastra di vetro, di dimensioni leggermente maggiori, in modo da creargli attorno anche una piccola cornice. Lo spessore aumenta solo nella zona inferiore ove sono alloggiate l’elettronica e la soundbar Dolby Atmos “front firing”, realizzata in collaborazione con Harman/Kardon. L’emissione frontale del suono offre un duplice vantaggio: lo spazio a disposizione permette di utilizzare driver non microscopici e la radiazione diretta è ovviamente più pulita di quella riflessa, nonché più efficiente. Resta inteso che non essendo presente alcun altoparlante upfiring come nella ben più costosa serie W, gli effetti del Dolby Atmos possono essere riprodotti solo tramite virtualizzazione.

L’apparecchio integra la versione 3.5 dei sistema operativo webOS. L’interfaccia è quella già molto piacevole che conoscevamo, resa ancor più veloce dal nuovo chipset che la supporta. Certo è che per gli utilizzatori di una certa età, la vita già forse non sempre semplice viene ulteriormente complicata dalla “intelligenza” delle interfacce smart, riferendomi qui alla generalità dei costruttori e non ad LG in particolare. Se ad un bambino può apparire tutto perfettamente ovvio, queste interfacce che mescolano un po’ tutto potrebbero risultare disorientanti per persone avanti con gli anni e che magari possono contare solo sulla TV per avere compagnia in certi momenti della giornata. Chiudo questa parentesi dicendo che, rispetto alla 3.0, la nuova release porta qualche piccola ma interessante novità, senza intaccare la compatibilità con le app già sviluppate.

Quella che personalmente trovo più simpatica è la “Magic Zoom Recording”, che permette di registrare su USB o rivedere, ingrandendola, una specifica parte dello schermo facilmente selezionabile con il telecomando. Altra novità che ritengo di una certa utilità pratica è la “My Buttons”, ovvero la possibilità di utilizzare i tasti da 1 a 9 del telecomando per richiamare direttamente una app o una funzione del menu. Altre due new entry sono il Magic Link, che ricerca automaticamente contenuti correlati a quelli in visione, ed un player per contenuti di realtà virtuale a 360° controllabile comodamente col magic remote. Sempre tramite il telecomando in dotazione è possibile impartire comandi all’apparecchio. I menu sono molto completi e per l’appassionato più esigente sono presenti le due classiche modalità IFS.

La visione

La generosa diagonale del modello in prova, se da un lato rende meno problematico lo sfruttamento della risoluzione UHD con software in risoluzione nativa, che come sappiamo richiederebbe una distanza dallo schermo inferiore a quella a cui l’HD ci aveva abituato e non sempre facilmente praticabile, dall’altro complica un tantino le cose quando il segnale in ingresso non è tra i più definiti, come quando si utilizza il digitale terrestre. L’OLED G7 offre immagini cromaticamente molto accattivanti, sia in termini di naturalezza cromatica sia in termini di contrasto, che però risultano morbide in misura inversamente proporzionale alla risoluzione ed alla definizione del segnale.

Anche una trasmissione in HD, se non di ottima qualità, non ci apparirà nitida ed incisiva come desidereremmo. In compenso i modesti difetti di stabilità sui dettagli in presenza di movimento non risultano infastidire in misura significativa. Questi difetti si traducono non soltanto nei tipici leggeri tremolii nelle trame sottili, nei bordi e nelle linee diagonali ma talvolta anche come leggera, brevissima, perdita di focalizzazione generale. Nel complesso il senso di piacevolezza complessiva prevale sui difetti che, per lavoro, andiamo volutamente a cercare.

Il design “Picture on Glass” è ben illustrato nella foto, che mostra il pannello OLED applicato su un vetro che funge da supporto e cornice.

Passando al software preregistrato in SD, la morbidezza a cui l’apparecchio era incline ad indulgere in qualche circostanza lascia il posto ad una resa sempre concreta, con dettagli in buon rilievo e praticamente totale assenza di instabilità nei movimenti di camera. Resta invece inalterata l’estrema piacevolezza e naturalezza cromatica, unita all’elevata dinamica luminosa, senza perdite di dettaglio alle basse luci se non in passaggi estremi. Per pura curiosità ho fatto qualche test sul motion compensation, che ancora presenta i soliti problemi di effetto halo, seppur con qualche miglioramento rispetto alle generazioni precedenti ma stranamente fin troppo evidenti in HD.

L’elaborazione è attivabile anche coi segnali UHD, dove pure mostra qualche limite. E visto che abbiamo nominato l’UHD, veniamo a parlare della resa in HDR, che non riesce a produrre un vero e proprio senso di abbagliamento, come avviene nella realtà quando ad esempio un riflesso ci coglie alla sprovvista e che qualche display LCD riesce ad approssimare con un buon senso di credibilità, ma rende la visione decisamente credibile. Interes-sante la presenza di una modalità che simula l’effetto dell’HDR; l’intervento è ben dosato, senza esagerazioni né in termini di luminosità né di espansione cromatica. Tant’è che un’altra modalità, denominata “nitidezza”, sembra quasi fare di più.

Il telecomando è esteticamente curato, ma non sempre è immediato nell’uso al buio. L’unità integra anche il microfono per le funzioni a comando vocale.

La sezione audio è di qualità superiore alla media; offre un suono definito, lucido, non sparato. Manca però completamente la gamma bassa e questa carenza è financo evidenziata dalla qualità prodotta nella restante parte dello spettro.

Conclusioni

La nuova serie E7 ha molto da offrire: aggiunge alla classica piacevolezza dell’OLED un bel po’ di luminosità in più, anche se ancora non viene colmato il divario con gli LCD (a loro volta battuti sul nero), ha una ricchissima dotazione di funzionalità smart ed un bellissimo design. Da non dimenticare poi la compatibilità Dolby Vision e Hybrid Log-Gamma. Il prezzo ancora non è stato ufficializzato.

Mario Mollo


Ci è piaciuto

  • La resa cromatica ed il senso di contrasto dei pannelli OLED, che rendono le immagini estremamente accattivanti
  • La buona completezza funzionale e la compatibilità con Dolby Vision e HLG

Non ci è piaciuto

  • La resa coi segnali TV è buona ma non allo stato dell’arte
  • La soundbar offre un ottimo suono ma è molto carente sulle basse

La pagella

  • Prestazioni video: La qualità della visione scopre il fianco a poche, modeste, critiche: auspicheremmo un pizzico di dettaglio in più coi segnali e si nota ancora la superiorità luminosa degli LCD, anche se il divario è stato ridotto. 9
  • Possibilità operative: Difficile pensare di chiedere di più: l’interfaccia è moderna e ricca di funzionalità, i controlli sono completi. 10
  • Costruzione: L’apparecchio è bello, ben realizzato. 9
  • Rapporto qualità/prezzo: L’apparecchio ha molto da offrire, ma di certo non lo regala. Il prezzo non è ancora stato comunicato.

LG OLED65E7V

Impostazioni per l’esecuzione dei test. Modalità “Cinema”

PRIMO BLOCCO: VOTO 9,5 (GIALLO, peso 1)

Intensità luminosa massima, area 10%, Y 100%: 262 nit

Picco del bianco, area 10%, Y 100%: 720 nit (HDR)

Livello del nero, area 100%, Y 0%: n/a

Rapporto picco del bianco/livello del nero: n/a

Il picco del bianco, rilevato su un’area illuminata pari al 10% del totale con segnale HDR, non si mantiene stabile ma oscilla tra 720 e 750 nit, probabilmente a causa di qualche elaborazione. Per un OLED è un valore da considerarsi molto elevato. Con area al 100% scende a 180, curiosamente un valore inferiore a quello ottenuto in SDR. Non è stato possibile ottenere una misura accurata del livello del nero, perché troppo basso per la sensibilità della strumentazione.

SECONDO BLOCCO (Uniformità illuminazione/eq. cromatico): VOTO 8,5 (ROSSO, peso 3)

Il pannello, sebbene del tipo “self emitting”, presenta delle piccole variazioni del livello emesso, ma tutte ben al di sotto del 10%; si arriva al 10% considerando la differenza massima tra valore più basso e quello più alto.

TERZO BLOCCO (Equilibrio cromatico in funzione del livello di illuminazione): VOTO 10 (ROSSO, peso 3)

L’apparecchio esibisce un comportamento estremamente regolare ad ogni livello.

QUARTO BLOCCO (Gamma): VOTO 10 (ROSSO, peso 3)

Il gamma, normalizzato al valore rilevato al 50%, ha un andamento praticamente da manuale.

QUINTO BLOCCO (Tavola CIE 1931): VOTO 7,5 (ARANCIONE, peso 2)

HDR con riferimento 2020

HDR

REC 709

In modalità Rec 709 il gamut è leggermente più ampio del riferimento. In HDR il gamut rilevato si amplia, anche se risulta meno esteso di altri TV misurati nelle stesse condizioni.

Commento finale alle misure

L’elevato picco del bianco in HDR testimonia i miglioramenti conseguiti da LG nello sviluppo dei suoi pannelli. Il livello del nero è perfetto e l’apparecchio è linearissimo; solo nel gamut si può ancora trovare margine di miglioramento. Risultato complessivamente eccellente.

VOTO FINALE: 9,2

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