Elear è una cuffia audiophile di tipo aperto prodotta in Francia da Focal. Ispirandosi alla migliore tecnologia e alla ricerca acustica che da anni contraddistingue il marchio francese, il costruttore ha sviluppato un prodotto di alta gamma, pronto a sfidare la migliore concorrenza.
È incredibile quello che in questi ultimi anni sta accadendo nel settore cuffie. Se fino a poco tempo fa si assisteva ad una adesione massiccia dei maggiori marchi, del settore e non, per cercare di essere presenti con un prodotto con buone caratteristiche tecniche ma con grande attenzione al contenimento dei prezzi, ultimamente questa tendenza sta notevolmente cambiando. Ora l’interesse non è più quello di dimostrare di saper fare una “buona cuffia”, specie per i supermarchi come Focal, anche perché questo obiettivo lo hanno ormai raggiunto, ma di riuscire a fare la “migliore cuffia”.
Per tale motivo il noto costruttore francese di diffusori acustici ha da poco immesso sul mercato due prodotti di altissimo livello Hi-Hend: la Elear, che è oggetto di questa prova, e la Utopia, la top di gamma. Credo che sia importante presentare, specie per i neofiti del settore che mi auguro siano molti, questo straordinario brand. Focal e Focal Professional sono marchi registrati della società francese Focal-JMlab, un costruttore di prodotti audio professionali. La società è stata fondata alla fine del 1979 a Saint-Etienne in Francia da Jacques Mahul, ingegnere audio, con il nome JMlab Mahul’s Laboratory Jacques.
Inizialmente la loro produzione era concentrata principalmente sulla fabbricazione di altoparlanti per uso domestico; con il tempo il loro raggio di azione ha avuto una notevole evoluzione, comprendendo il “Mobile Audio”, con altoparlanti e amplificatori, fino ad arrivare all’audio professionale, con il nome di Focal Professional e altoparlanti attivi e subwoofer per l’uso in studi di registrazione. Oggi Focal è il più grande produttore di diffusori acustici in Francia, e i loro articoli sono presenti in 80 paesi del mondo; ultimamente si è unita ad un altro grande marchio del settore, Naim, fondando il Vervent Audio Group. Devo confessare che ero molto curioso di provare questa cuffia, non solo perché sono un estimatore, da anni, di questo marchio ma soprattutto perché nella mia collezione figurano tre modelli Focal – la “Spirit Classic”, la “Sprit Professional” e la “Listen” – ed ero dunque molto interessato a verificare fino a che punto si fossero spinti con la Elear…
Tecnica e costruzione
La Focal Elear è una cuffia dinamica circumaurale (che avvolge completamente l’orecchio), totalmente aperta. Esteticamente è ben realizzata ed è un mix tra classico e moderno che affascina già al primo sguardo. La Focal per realizzare la Elear ha sfruttato tutta la sua esperienza e tecnologia, traendo ispirazione dal modello di punta della casa francese, la “Utopia”. Niente è stato tralasciato in questo progetto, a partire dalla scatola, molto ben realizzata con chiusura magnetica e rivestita internamente da una morbida imbottitura.
Mi rendo conto che questi sono dettagli, probabilmente trascurabili, ma rendono bene l’idea della cura costruttiva generale del prodotto. La progettazione meccanica della Elear è molto raffinata e Focal per questa cuffia fa uso di ottimi materiali, come per la struttura e la membrana del driver che è in alluminio-magnesio da 40 mm. Il peso è abbastanza sostenuto, esattamente di 450 grammi, ma una volta indossata l’ottimo bilanciamento dei pesi coadiuvato dal morbido rivestimento dei padiglioni, in lattice con effetto memoria e ricoperti in microfibra, rende anche una sessione di ascolto lunga un paio d’ore assolutamente alla sua portata.
Anche l’archetto, con la regolazione a scatti, essendo ben imbottito con rivestimento in pelle contribuisce molto alla comodità della cuffia. L’unica critica che mi sento di fare è al cavo fornito in dotazione, di tipo rimovibile da 3 metri in OFC terminato da un lato con jack da 6,3 mm e dall’altro con la doppia connessione ad Y: il rivestimento in gomma che lo ricopre, utilissimo per evitare che si intrecci, tende però a renderlo abbastanza pesante, interferendo, in parte, sul comfort generale. I dati dichiarati dalla casa sono molto interessanti: la risposta in frequenza compresa tra 5 e 23.000 Hz, l’impedenza di 80 ohm e la sensibilità di 104 dB/1 mW. Valori così generosi potrebbero far intendere che la cuffia sia in grado di poter suonare anche con un semplice smartphone, e questo in parte è vero. Infatti, collegandola ad un telefonino non rimarrete delusi, ma non è certo questo il suo terreno ideale. La Elear è una cuffia per l’utilizzo domestico e per poter rendere al meglio richiede un buon amplificatore.
Ascolto
Dopo aver sottoposto la Focal, come al mio solito, ad un intenso rodaggio durato circa una decina di giorni, collegata ad uno dei miei lettori CD in funzione repeat, è cominciata la sessione di ascolto. La cosa che mi ha colpito di più è stata sicuramente la sua timbrica e l’attenzione che richiede, per poter rendere al meglio, nel trovare la giusta amplificazione. Contrariamente a quelli che sono i valori canonici che, generalmente, identificano le cuffie aperte, ovvero un suono più trasparente ed arioso rispetto a quelle chiuse e un basso meno generoso, con la Elear succede esattamente il contrario. Nonostante sia “aperta” sembra del tipo “chiuso”, e sorprende immediatamente al primo ascolto, con un suono carnoso, denso, caldo, esattamente l’opposto di una HD800 tanto per intenderci.
Questa non vuole essere assolutamente una critica, ma solo un’osservazione; io non ho particolari preferenze per un tipo di cuffia piuttosto che per un altro, tutte devono essere giudicate per il loro suono senza pregiudizi, indipendentemente dalla tipologia, aperta, chiusa, dinamica, elettrostatica o magneto-planare. Tornando alla Elear, credo che un aspetto importante da evidenziare sia l’abbinamento con l’amplificatore. La Focal è una cuffia che più di molte altre, per poter rendere al meglio, ha bisogno di trovare un amplificatore in grado di far emergere tutte le sue potenzialità.
Quando ho deciso di selezionare gli ampli per la prova ero convinto che l’abbinamento più performante sarebbe stato con il Violectric HPA-V281, un apparecchio che per il novanta per cento dei casi è stato quello che più di ogni altro ha esaltato le qualità di una cuffia durante le mie sessioni di ascolto… Ma stranamente, con la Elear non ha funzionato, il suono era fin troppo chiuso, e la stessa cosa è accaduta con l’amplificatore della Hifiman l’EF6: il suono era sempre troppo scuro. A questo punto ho provato l’abbinamento con il Pioneer U-05 e, grazie alla manopola fine di cui è dotato e che serve a trovare la giusta calibrazione tonale, sono riuscito finalmente a far suonare la Elear com’è giusto che sia, ovvero “magnificamente”. A questo punto, risolta la scelta dell’amplificatore, è partita la sessione di ascolto.
L’impianto per questa prova era così composto: lettore superaudio CD Cary Audio 303T Professional, mentre come lettore di musica liquida ho inserito il Coktail Audio X-30, come amplificatore e DAC il Pioneer U-05 collegato in bilanciato con il cavo AM Audio AM XLR Reference; i cavi di alimentazione utilizzati per tutti gli apparecchi erano dei Fascino della Neutral cable. Ho voluto cominciare con la musica classica ed esattamente con “Danse Russe” di Igor Stravinsky. La cosa più interessante di questo pezzo è l’organo che non è uno strumento “normale” ma il grande organo della celebre sala Tonhalle di Zurigo, suonato da Jean Guillou. Basta poco alla Focal per farci respirare l’aria di quella fantastica sala; l’organo è restituito con una potenza da brividi, ed è ottimo anche l’effetto ambienza che si avverte durante tutta l’esecuzione.
Il contrasto dinamico è ben evidente così come la risposta ai transienti, sia di attacco che di rilascio. La gamma bassa è quella che maggiormente colpisce l’ascoltatore, sempre profonda, controllata e con un’ottima articolazione. Un primo ascolto superato egregiamente che mi ha fatto capire immediatamente le ottime caratteristiche musicali della Elear. Per comprendere le capacità di riproduzione delle voci, ho inserito “Love Is Stronger Than Pride” di Sade. Un brano interessante non soltanto per la meravigliosa voce della cantante ma perché ci sono elementi, come le percussioni di sottofondo, che non sempre riescono ad essere bene riprodotti. In questo contesto ho apprezzato la capacità di interpretare sia le percussioni di sottofondo, che accompagnano l’intera esecuzione con inserimenti di chitarra ed altri effetti, sia la seconda voce maschile, che ogni tanto interviene. Un’esecuzione molto buona, che ha evidenziato l’ottima gamma media di cui è dotata.
Una gamma media che non conosce nasalità ma che invece è molto liquida e capace di riprodurre sia le voci maschili che femminili con grande rigore ed effetto presenza. Ma se la gamma media è ben centrata, quella alta non è sicuramente da meno, sempre pronta a cogliere le più piccole sfumature e rendere qualsiasi brano ricco di quei dettagli e nuance che con altre cuffie, a volte, si perdono. Con il brano degli U2 “Every Breaking Wave” si può apprezzare la capacità di riproduzione della voce maschile di Bono.
Molto bello il contrasto tra l’incedere “molto caratteristico” del cantante e la gamma bassa di sottofondo. Rimanendo sempre sulle voci maschili ho inserito il brano di Bruce Springsteen “Secret Garden”. Un pezzo straordinario, forse il più bello del musicista americano, che la Elear ha interpretato perfettamente restituendo tutta la potenza e dolcezza del “Boss” con grande disinvoltura. Bellissimo anche il sax che accompagna l’esecuzione per poi finire con l’assolo che fa venire i brividi. Forse un aspetto che avrei preferito “diverso” da parte della Elear è il soundstage che, se pur sufficientemente ampio nei tre assi, non raggiunge le performance di altre colleghe aperte.
Una sensazione che si avverte sicuramente di più se si è abituati all’ascolto di cuffie con questa caratteristica costruttiva; diversamente, per gli amanti di quelle chiuse ascoltando questa Focal sembrerà loro proprio una cuffia chiusa e si accorgeranno che non è così solo al momento della fine del brano, con l’arrivo dei rumori dell’ambiente che li circonda. Dovendo sintetizzare direi che mi è piaciuta molto, ed è forse unica nell’interpretazione della gamma media e bassa, sempre molto potente e definita: in alcune esecuzioni, toglie quasi il fiato. Una cuffia che consiglio assolutamente, quantomeno per un ascolto, a tutti gli appassionati che sono alla ricerca di un prodotto di “alto livello” e con un budget intorno ai mille euro.
Conclusioni
La Focal Elear è una cuffia ben progettata e costruita con cura. Il prezzo richiesto è alto ma la sua collocazione è tra le migliori del mercato. Il suono è carnoso, denso, dinamico e potente. Ma “attenzione”, se volete metterla a suo agio dovete trovare il giusto abbinamento con l’amplificazione: se farete questo, vi ripagherà regalandovi forti emozioni. Certo, dopo aver provato la Elear mi è venuta una gran voglia di ascoltare anche la sorella maggiore Utopia… Ma questa è un’altra storia che spero raccontarvi presto.
Leonardo Bianchini
Focal Elear
Cuffia
- Costruttore: Focal & Naim, La Talaudière, Francia
- Distributore per l’Italia: Tecnofuturo Srl, Via Rodi 6, 25124 Brescia. Tel. 030 2452475 Fax 030 2475606 – info@tecnofuturo.it www.tecnofuturo.it
- Prezzo: euro 999,00
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
- Tipologia: cuffia dinamica aperta.
- Driver: da 40 mm a cupola in alluminio-magnesio.
- Cuscinetti: in lattice con effetto memoria ricoperti in microfibra.
- Risposta in frequenza: da 5 a 23.000 Hz.
- Distorsione armonica totale: 0,3% ad 1 kHz/100 dB SPL.
- Sensibilità: 104 dB SPL/1 mW ad 1 kHz.
- Impedenza uscita: 80 ohm.
- Peso: 450 g.
- Cavo: rimovibile da 3 metri con connettore da 6,3 mm